McCall, in uno dei rari momenti in cui non sta uccidendo nessuno. |
Terzo capitolo delle avventure di Robert McCall.
Siamo ormai platealmente nel fumetto: la verosimiglianza è messa da parte, a tutti i livelli. Se si accetta questa premessa, ci si può godere un valido action movie con diverse frecce al suo arco: la regìa è elegante, la fotografia cupa è funzionale e la colonna sonora di Marcelo Zarvos molto azzeccata. Poi c'è l'ambientazione italiana, senz'altro particolare per il pubblico statunitense, molto meno per noi peones.
Diciamo la verità: è sempre bello vedere McCall che ammazza cattivoni a destra e a manca come se fosse la cosa più facile del mondo. Il superomismo del personaggio è sempre estremo, a tratti parossistico, e non si vede l'ora che si decida ad iniziare la consueta strage. Stavolta le vittime designate sono degli odiosi camorristi/mafiosi (per gli americani, evidentemente, non c'è differenza) che fanno il bello e il cattivo tempo nell'immaginario piccolo borgo di Altamonte.
E mentre l'attesa cresce, non si può evitare di notare che - al solito - l'Italia vista dagli americani è solo un'imbarazzante e folcloristica Repubblica delle Banane.
Diversi attori italiani nel cast, tra i quali il bravo Remo Girone, Adolfo Margiotta e persino Bruno Bilotta, più noto a suo tempo come Karl Landgren, e che sinceramente non avevo neanche riconosciuto.
Visto in una copia rimediata fortunosamente.
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