27 febbraio 2023

Il sesso degli angeli (Ugo Liberatore, 1968)

Il titolo di testa.

Titolo seminale del sotto-sottogenere Yachting Crime, questo film di Ugo Liberatore è invecchiato piuttosto male.

Tre belle fanciulle di ottima famiglia (leggi: piene di soldi) decidono di farsi un viaggetto sullo yacht di paparino portando con sé un ragazzotto appena conosciuto. L'idea è quella di prendere dell'LSD per vedere l'effetto che fa, come avrebbe detto Jannacci. Quando i quattro baldi giovani si risvegliano dopo la nottata lisergica, nessuno ricorda più nulla, e il ragazzo è ferito da un colpo di pistola. Chi ha sparato? E soprattutto: urgerebbe portarlo in ospedale, ma le ragazze non sembrano avere troppa fretta. Anzi.

La prima metà è quasi micidiale, tanto che sono stato tentato di abbandonare la visione. Dopo il risveglio dei quattro post-LSD invece il film migliora, nel senso che perlomeno inizia a succedere qualcosa. Niente che valga la pena di portare su un'isola deserta, ad ogni modo. Carucce le tre ragazze, mentre il maschio (doppiato da Pino Colizzi in italiano) fa quello che può.

Visto nel bluray inglese Malombra, con audio italiano.

25 febbraio 2023

Nanga Parbat (Joseph Vilsmaier, 2010)

I Messner semicongelati.

Film tedesco sulla spedizione che nel 1970 arrivò sulla vetta del Nanga Parbat. Tra gli alpinisti c'erano i fratelli Messner, Gunther e Reinhold: mentre il secondo tornò a casa, il primo non fu così fortunato.

Ho trovato il film mediocre, specialmente nella prima parte che indugia nel raccontare alcuni momenti dell'infanzia dei fratelli. Tutto è terribilmente didascalico e puzza di finzione lontano un miglio: sembra di assistere ad una fiction Rai. Pressoché inesistenti le caratterizzazioni dei personaggi secondari: dal padre al capo spedizione, sono tutte figurine senza il minimo spessore.

Un po' meglio è la parte girata in montagna, durante la terribile prova che i due fratelli dovettero affrontare per salire in cima alla montagna e - soprattutto - per scendere, senza ormai più equipaggiamento ed allo stremo delle forze.

Visto nel bluray italiano, che presenta il solo doppiaggio nella nostra lingua.

24 febbraio 2023

Italia K2 (Marcello Baldi, 1955)

L'ancora inesplorata vetta.

Documentario sulla spedizione italiana del 1954 che arrivò in vetta agli 8611 metri del K2, coordinata da Ardito Desio.

Diretto da un regista già attivo nel settore (aveva firmato numerosi lavori di ambiente alpino), è una gustosa rievocazione di tempi ormai perduti. Il commento, scritto da Igor Man, è molto retorico, com'era abituale nei coevi cinegiornali, e sottolinea con enfasi l'eroismo dei nostri scalatori. È infatti da ricordare che gli italiani Achille Compagnoni e Lino Lacedelli furono i primi a salire fino in cima alla seconda montagna più alta del mondo, a distanza di un anno dall'impresa di Edmund Hillary e Tenzing Norgay sull'Everest. Splendide le immagini a colori riprese in loco da Mario Fantin, divertente la musica di accompagnamento di Teo Usuelli.

Visto nel dvd italiano.

23 febbraio 2023

Stato interessante (Sergio Nasca, 1977)

Madre e figlia nel secondo episodio.

Commedia sul tema dell'aborto divisa in tre episodi.

Il primo, ambientato formalmente a Milano ma girato quasi tutto in interni, è una sciocchezzuola con Janet Agren incinta di Duilio Del Prete (irritante ed eccessiva la sua parlata da cumenda). Nel secondo Turi Ferro è un candidato sindaco democristiano in Sicilia, che vede minacciata la sua posizione quando la figlia (Monica Guerritore) dice di aspettare un bambino, e non vuole dire chi sia il padre. Urge un aborto, che verrà praticato in silenzio e con l'inganno. Discreto, più per il cast che per la storia (ci sono anche Claudio Nicastro e Franco Fabrizi).

Il terzo episodio, quello romano, è sicuramente il migliore, e in prospettiva anche l'unico che ricorderò di qui a poco. Enrico Montesano e Adriana Asti sono due poveri baraccati con tre bambini e un quarto in arrivo, che proprio non si possono permettere. Dopo aver tentato diverse strade, decidono di affidarsi a una mammana per un aborto clandestino: finirà male.

I temi sociali non mancano: oltre all'aborto è curioso vedere la doppia morale del personaggio di Turi Ferro, per esempio. Ma tutto resta abbastanza in superficie. Film diseguale insomma, che parte male per finire meglio: il colpo di scena drammatico nel finale del terzo episodio è francamente inaspettato. Strano vedere la Asti recitare in romanesco, tra l'altro. Belle ma non troppo originali le musiche di Ennio Morricone.

Visto su Cine 34.

21 febbraio 2023

Il bestione (Sergio Corbucci, 1974)

Patrovita e il Colautti sul "bestione".

Commedia dolceamara diretta dal buon Sergio Corbucci.

Cast tecnico di livello: il film è scritto dalla coppia Donati/Vincenzoni, la fotografia è di Peppino Rotunno e le musiche dei fratelli De Angelis. Chiaramente la pellicola punta tutto o quasi sul rapporto tra i due camionisti, il giovane siciliano Nino Patrovita (Giannini) e l'esperto milanese, o comunque nordico Sandro Colautti (Constantin, doppiato dal bravo Renato Mori). I due prima si prendono poco, ma con il passare del tempo imparano a rispettarsi, per stringere poi una sincera amicizia.

Forse alcuni sviluppi tra i due sono un po' schematici, d'accordo: ma tutto sommato il film funziona molto bene, e certe venature drammatiche (il personaggio di Enzo Fiermonte) non stonano affatto, dando invece spessore all'intera vicenda. Ad ogni modo si ride anche molto, soprattutto grazie a un Giannini in stato di grazia. Apparizione per una meravigliosa Dalila Di Lazzaro, nei francamente poco probabili panni di una tramviera polacca (!).

Rivisto, dopo diverso tempo, nella copia recentemente trasmessa da Rete 4, molto migliore di quelle circolanti in precedenza.

20 febbraio 2023

L'assassino è ancora tra noi (Camillo Teti, 1986)

Una foto di scena.

Instant movie sul mostro di Firenze, uscito nel momento in cui il tema era caldissimo.

In una parola, tremendo: al suo confronto, il coevo film di Ferrario sembra Quarto potere. La vicenda è raccontata in modo grossolano, con diverse invenzioni, semplificazioni e facilonerie assortite. Ma questo sarebbe il meno. A lasciare allibiti è proprio la realizzazione tecnica: attori terribili, mal diretti e ulteriormente penalizzati dalla presa diretta. Si procede tra interni squallidi, dialoghi inascoltabili, costumi orrendi ed inconcepibili lungaggini buttate lì per arrivare a circa 83 minuti. A tratti, sembra di vedere un film di Andy Milligan.

In un cast che non merita approfondimenti di sorta, è da segnalare quantomeno la presenza di Franco Adducci, il monsignore obeso di Sette chili in sette giorni, uscito nello stesso anno.

Visto nel bluray della Vinegar Syndrome.

18 febbraio 2023

La trappola (Pierre Granier-Deferre, 1975)

Lino Ventura in gabbia.

Lino Ventura ed Ingrid Thulin protagonisti di questo claustrofobico dramma diretto da un ottimo regista francese.

Lei, che non ha tutti i venerdì, invita il suo ex marito nella sua casa, isolata e circondata da un grande giardino, solo per rinchiuderlo in cantina grazie ad uno stratagemma. Da lì non pensa di farlo uscire più: ha infatti preparato da tempo quello spazio per tenerlo prigioniero. Lui tenta di farla ragionare, ma tra il dire e il fare...

Film discreto, anche se un po' monotono per forza di cose. Due attori di bravura indiscutibile, una svolta finale quantomeno curiosa.

Visto in una copia muxata con audio italiano: su Ventura c'è la voce di Renzo Palmer.

16 febbraio 2023

Revenge (Pino Tosini, 1969)

Thomas Hunter a colloquio con la ricca zia.

Notevole, recente recupero di un film invisibile da oltre 50 anni.

Girato da Pino Tosini con pochi soldi e ancora meno idee, è un noioso thriller spionistico con Thomas Hunter che fa tutto quello che può per farsi eleggere presidente della ricchissima società di suo zio. Per raggiungere il suo scopo fa il doppio gioco, tradisce diverse donne e fa persino uccidere suo zio e poi suo fratello. Finirà male anche per lui, com'è ovvio.

Filmetto soporifero, terribilmente invecchiato ed oggi proponibile solo come reperto storico. I personaggi sembrano usciti da un fumetto: passano il tempo declamando battute banali e bevendo litri di whisky. Gli interni vennero girati a Milano, negli studi ICET, mentre qualche esterno londinese consente di ambientare la vicenda in Inghilterra. Di buono c'è il doppiaggio (Pino Locchi sul protagonista) e qualche gorgheggio de I 4+4 di Nora Orlandi sulle musiche, peraltro mediocri, del maestro Usuelli. Addirittura risibile il killer platinato interpretato da uno spaesato Ezio Sancrotti, futuro vincitore del "Premio Città di Lainate" (sic!).

Visto in una copia da telecinema uscita da chissà dove.

 

13 febbraio 2023

Vesna va veloce (Carlo Mazzacurati, 1996)

La bella Vesna.

Carlo Mazzacurati alle prese con una delicata storia di povertà e disperazione.

Vesna, una ventiduenne ceca, arriva in Italia, a Trieste, e decide di non tornare più a casa per tentare la fortuna, pur senza una lira in tasca. Giovane e bellissima, non ha reali alternative alla prostituzione, ed è facendo il mestiere che conosce tutta una serie di personaggi: Silvio Orlando, Ivano Marescotti, Tony Sperandeo e così via, fino all'incontro fondamentale con Antonio Albanese, che sarà per lei molto più del solito cliente da una botta e via.

Film discreto: la prima parte funziona bene e promette molto. La seconda purtroppo mantiene poco, poiché la sceneggiatura prende una strada banale: il cambiamento di Albanese da dolce ed affettuoso compagno a stronzo lunatico e vendicativo, per esempio, è molto forzato. Non si capisce nemmeno per quale motivo la ragazza scriva le lettere (piene di bugie) alla sua amica ceca in italiano, tra l'altro: un'altra forzatura evitabile.

Girato perlopiù a Rimini, il film giunge a un finale tragico che mi ha ricordato quello di Lilja 4-ever di Lukas Moodysson, girato sei anni dopo.

Visto in una copia mediocre rimediata fortunosamente.

12 febbraio 2023

Everest (Baltasar Kormakur, 2015)

Uno dei tanti, spettacolari paesaggi.

Buon film drammatico su una spedizione per salire sulla montagna più alta del mondo, finita ovviamente in tragedia nel 1996.

Tanti personaggi, senza un vero protagonista assoluto: si intrecciano diverse vicende più o meno interessanti in un paesaggio di grande fascino, e anche di discreta inquietudine, almeno per me. Bel cast e qualche perdonabile scivolata nel cliché cinematografico.

Visto su Netflix.

Sergio Leone - L'italiano che inventò l'America (Francesco Zippel, 2022)

Il grande regista a fine anni settanta.

Notevole documentario su Sergio Leone.

Parterre de rois, come si dice, nel comparto intervistati: si sentono infatti Steven Spielberg, Martin Scorsese, Clint Eastwood, Ennio Morricone e tanti altri, tra i quali l'inevitabile Quentin Tarantino. Sprecato solo Giuliano Montaldo, che si vede per 10 secondi complessivi.

Molto belle le immagini di repertorio girate sui set dei film di Leone, concesse - presumo - dai tre figli, che compaiono anche; del resto il film è prodotto dalla loro società.

Niente di nuovo, ma vale davvero la pena di vederlo. A mio gusto personale, gli interventi più interessanti sono stati paradossalmente quelli dei tecnici del suono e del missaggio: vecchi romani di una volta.

Visto su Sky Documentaries.

11 febbraio 2023

Horror (Alberto De Martino, 1963)

Buona parte dello scarno cast del film.

Gotico italiano dal titolo banale.

De Martino è stato un ottimo artigiano del nostro cinema, in grado di cavarsela più che dignitosamente in generi anche lontani tra loro. E questo vecchio film dell'orrore non si può dire che non funzioni, a modo suo: le musiche e la fotografia in bianco e nero fanno la loro parte, mentre la storia - non particolarmente originale - è forse il punto debole della pellicola.

Chiaramente c'è tutto l'armamentario classico di questo tipo di film, dal castello sperduto in mezzo al bosco ai personaggi dal ghigno inquietante, dai temporali notturni agli strilli e così via. Quello che manca è un po' di sostanza, e forse il cast non ha aiutato granché. I personaggi infatti sono tutti fin troppo convenzionali per risultare interessanti. Ad ogni modo una visione piacevole.

Visto nell'ottimo bluray Arrow.

09 febbraio 2023

Cantate con noi (Roberto Bianchi Montero, 1955)

Beniamino Maggio suona il putipù.

Commedia musicale d'altri tempi girata a Napoli.

Filmetto leggero, con molte canzoni e una vicenda sentimentale senza drammi e disgrazie varie, una volta tanto. Guglielmo Inglese e Virgilio Riento (sempre piacevolissimi da vedere) sono due cafoni senza una lira con dei figli che si devono ancora sposare: mentre il primo ha 2 maschi, il secondo ha 2 femmine. Ovvio pensare a un accordo, ma le cose si complicheranno con vari equivoci, dato che entrambi pensano che l'altro sia ricchissimo e possa quindi sistemare tutti i problemi della sua famiglia. Non sarà così, ma arriverà il classico 13 al Totocalcio a mettere tutto a posto.

Grande cast: oltre a Riento e Inglese ci sono Tina Pica, Carlo Giuffré e Beniamino Maggio, che fa sempre molto ridere.

Film registicamente modesto, beninteso: in parte doppiato e in parte in presa diretta, con dialoghi spesso da fotoromanzo e diverse sequenze piazzate lì giusto per allungare il brodo e arrivare agli 80 minuti (scarsi) di durata, come la versione di Scapricciatiello cantata da 3 finti neri africani. Nel cast tecnico appaiono Ettore Maria Fizzarotti, Nick Nostro e Stelvio Massi, tutti futuri registi.

Visto su RaiPlay.

Il rito (Ingmar Bergman, 1969)

La scandalosa rappresentazione.

Film di Bergman girato per la televisione svedese nel 1968 e trasmesso un anno dopo.

Tecnicamente saremmo dalle parti del teatro filmato, se non stessimo parlando di Bergman. Il regista svedese riesce infatti a infondere la forza del vero cinema anche in un prodotto girato tutto in interni e con soli quattro attori. Tutti straordinari, aggiungo.

La storia vede tre famosi attori, legati tra loro da un rapporto ambiguo o comunque fuori dalla norma, interrogati da un giudice per l'accusa di oscenità provocata da un loro lavoro teatrale. Alla fine il terzetto accetta di rappresentare davanti al giudice, in forma privata, lo spettacolo che ha generato tanto scandalo; l'uomo, evidentemente poco abituato a certe cose, muore per lo shock.

Film bellissimo: oltre a dei dialoghi splendidi, c'è una regìa che non fa percepire mai la ristrettezza della produzione. Sembra quasi di percepire il caldo soffocante di cui si lamentano spesso i protagonisti in scena, nonostante non ci sia alcun esterno e non si veda mai il sole.

Rivisto dopo anni nel solito dvd Bim.

08 febbraio 2023

Due cuori (Carlo Borghesio, 1943)

I due piccioncini a Cervinia.

Dramma sentimentale diretto da Carlo Borghesio, regista torinese molto attivo con Macario.

Torino. Un giovane impiegato in una società di costruzioni ruba centoventimila lire, una somma enorme per l'epoca, facendole sparire dai conti della ditta con qualche magheggio. Prima di essere scoperto e licenziato da De Marchis, il titolare (il grande Guglielmo Sinaz, che purtroppo si vede poco) cerca di inventarsi qualcosa insieme alla sorella. Quest'ultima pensa di prendere tempo andando a parlare con il capo di suo fratello, l'ingegner Dalmonte, che sta a Cervinia. La ragazza però si innamora, ricambiata, dell'uomo: ma quella che potrebbe essere la svolta risolutiva per tutti diventa invece un punto fatale. La ragazza infatti non solo è già fidanzata, ma ha detto tante di quelle bugie a tutti che ormai ha la stessa credibilità di Luciano Moggi quando parla di Calciopoli. Lieto fine un po' stiracchiato, ma va bene così.

Film mediocre, ma l'ho seguito comunque con piacere. Molto dialogato, presenta interpreti spesso enfatici o maldiretti: il protagonista, Karoly Kovacs, era un famoso attore ungherese, ma stranamente la vicenda non è ambientata nella solita, fittizia Ungheria.

Visto nella splendida copia comprata dal sito Variety

07 febbraio 2023

Felicita Colombo (Mario Mattoli, 1937)

Falconi e la Galli a colloquio.

Bella commedia con la coppia di mostri sacri Dina Galli/Armando Falconi.

Il film racconta la storia d'amore tra due giovani di differente estrazione sociale: lei figlia di una salumaia, per quanto ricchissima, e lui di un conte spiantato. L'incontro tra i rispettivi genitori sarà fonte di schermaglie e bisticci, com'è ovvio.

Film divertente, con dialoghi frizzanti e qualche gustoso personaggio di contorno: per esempio Giovanni Barrella e Giuseppe Porelli, due commessi della salumeria. Meno interessanti i due fidanzatini.

Ambientato tra Milano, Venezia e il lago di Como, è stato girato in realtà perlopiù a Roma, in interni, ma qualche esterno milanese classico non manca: piazza del Duomo, piazza Meda e la Stazione Centrale. La villa comasca di Dina Galli è la splendida Villa Giulia di Bellagio:



Comprato e visto nell'ottima copia restaurata da Variety sul loro sito web.

06 febbraio 2023

Ultimo respiro (Felice Farina, 1992)

Benigno e Dapporto in auto.

Discreto dramma girato a Palermo scritto da Aurelio Grimaldi.

Sinceramente pensavo peggio, anche se il taglio è abbastanza televisivo. Alfonso (Francesco Benigno) è un piccolo criminale del quartiere ZEN, che per amore di Federica Moro tenta una difficoltosa svolta: abbandona le rapine e sfrutta un'occasione particolare che gli capita tra capo e collo (è proprio il caso di dirlo) per trovare un lavoro onesto come netturbino.

Non mancano ingenuità di scrittura e qualche evitabile bozzettismo (vedi il collega albanese), ma c'è un certo fondo sincero che prevale su tutto, anche grazie alla bella prova di Benigno, perfetto per il ruolo. Vederlo mentre guida la Vespa come un pazzo senza casco in giro per le vie di Palermo mette ansia. Più manierata la recitazione della Moro e del pur bravo Massimo Dapporto.

Alcuni degli amici balordi di Benigno vengono dritti dritti dal cast di Meri per sempre: in qualche momento, i sottotitoli sarebbero stati preziosi.

Visto in un pessimo dvd pagato 3,30 €: non vale di più.

03 febbraio 2023

L'altro uomo (Alfred Hitchcock, 1951)

Un'inquadratura diventata celebre.

Ottimo thriller di Hitchcock che mi ero sempre perso.

Rititolato negli anni settanta come Delitto per delitto, è un film che ha molti pregi: entra subito nel vivo, per dirne uno. Robert Walker rende memorabile il suo personaggio: spiace sapere che l'attore morì di lì a poco, a soli 32 anni e in circostanze quantomeno dubbie. 

La regìa di Hitchcock è - come sempre - di altissimo livello. Forse la storia perde qualche colpo nella seconda parte: in particolare ho trovato un po' lunga la partita a tennis con Farley Granger. Il rendez-vous finale alle giostre però è spettacolare, così come la sequenza dell'omicidio di Miriam.

Visto in una bella copia rimediata sul web.

02 febbraio 2023

L'ombra del dubbio (Alfred Hitchcock, 1943)

Un'immagine pubblicitaria del film.

Altro bel classico hitchcockiano recuperato.

Joseph Cotten e Teresa Wright sono i protagonisti di questo thriller che funziona come si deve, pur con qualche digressione forse non necessaria. Qua e là sembra quasi di assistere a una commedia, infatti; nel finale però il film torna su binari più consoni al regista.

Sfortunatamente ho commesso il madornale errore di vedere parte del film in italiano, ignorando il fatto che il nostro doppiaggio venne effettuato in Spagna, vista la situazione del nostro paese. Ci sono dunque pessimi doppiatori (escluso Emilio Cigoli, che dà voce a Cotten) e diverse voci con un pesante accento spagnolo, cosa che rende la visione quasi comica. Mai più.

Bluray Universal.

Soldati - 365 all'alba (Marco Risi, 1987)

Amendola e Benvenuti ai ferri corti. Bel film di Marco Risi, che racconta un anno di naja in una caserma friulana. Tanti personaggi più o me...