31 luglio 2023

Un posto ideale per uccidere (Umberto Lenzi, 1971)

Il malizioso sorriso di Ornella Muti.

Brutto thriller lenziano che non avevo mai visto.

Ray Lovelock e Ornella Muti sono due giovani fricchettoni che finiscono per caso nella villona isolata di una ricca signora, Irene Papas. Già l'assunto puzza di banale, di stantìo; e purtroppo il film non migliora con il passare dei minuti. La prima mezz'ora poi è quasi micidiale: non succede praticamente niente, e il livello di regìa ed interpretazioni non riesce a tenere desta l'attenzione dello spettatore.

I due ragazzi fanno quello che possono, ingabbiati nei classici personaggi idioti scritti da sceneggiatori che avevano venti o trent'anni più di loro. La Papas è sempre brava, ma il suo ruolo è banale e non offre spunti significativi.

Troppe lungaggini, e troppe sciocchezze: la presenza di tale Agostino 'o pazzo, per esempio, lascia basiti per la sua insensatezza all'interno di un plot del genere.

Visto in un rip da bluray reperito in rete.

27 luglio 2023

Paranoia (Umberto Lenzi, 1970)

Il dvd italiano del film.

Classico giallo lenziano con Carrol Baker, qui alla terza esperienza con il regista dopo Orgasmo e Così dolce così perversa.

Non ho mai amato questo tipo di film, con personaggi dalle psicologie appena sbozzate, trame complesse e inverosimili, abuso di zoomate e fiumi di J&B. Ma nell'Italia del 1970 andavano molto di moda, secondo me più per la cornice che per il quadro.

Qui la Baker e il suo ex marito (il pessimo Jean Sorel) fanno fuori la ricchissima nuova mogliettina: ma quando arriva la figlia della donna, avuta da un matrimonio precedente, le cose si complicheranno non poco. Seguono 3-4 colpi di scena, tutti poco sensati.

Film invecchiato male, anche se la regìa di Lenzi non è affatto malvagia: la sequenza girata nelle grotte in particolare è molto bella da vedere.

Visto in un rip da bluray.

 

26 luglio 2023

Donne proibite (Giuseppe Amato, 1953)

Il titolo del film.

Bellissimo, commovente dramma con un cast splendido diretto da Peppino Amato.

Lea Padovani, Valentina Cortese, Giulietta Masina, Linda Darnell e persino Anthony Quinn tra gli interpreti di questa storia di prostitute che tentano di uscire dal giro. Qualcuna riuscirà, altre finiranno male.

Amato, più noto come produttore, firma un lavoro di altissimo livello, pur con l'inevitabile dose di patetismo. Le storie sono intrecciate con gusto, e il finale è di grande effetto emotivo. C'è anche Carlo Dapporto, nel ruolo di un viscido lenone che cammina con un fastidioso scricchiolio delle scarpe: un piccolo dettaglio che aggiunge qualcosa al personaggio in modo intelligente.

La chiesa in cui Valentina Cortese sta per sposarsi è la collegiata di santa Maria Maggiore di Alatri:


Visto in una copia rimediata in modo fortunoso: non mi risultano edizioni in Home Video.

22 luglio 2023

Ballerine (Gustav Machaty, 1936)

Uno dei tanti balletti.

Fiacco dramma sentimentale a sfondo teatrale diretto da un famoso - all'epoca - regista ungherese appositamente convocato in Italia.

Film di cui tutti quanti hanno sempre parlato malissimo, a partire da Mario Monicelli che ebbe su questo set il suo battesimo nel mondo del cinema. Purtroppo si tratta davvero di un film tremendo: la regìa è anche elegante, a tratti: ma il montaggio e la sceneggiatura fanno acqua da tutte le parti, tanto che si fatica maledettamente a seguire la vicenda. Per tacere dei dialoghi, che spesso suonano involontariamente comici.

Quantomeno l'audio è ottimo, cosa non comune nei nostri film degli anni trenta. Uno degli attori è doppiato da Amedeo Nazzari.

Avevo visto il film già nel 2020, senza capirci granché, e rimuovendolo in pochissimo tempo. Mai più.

Visto su RaiPlay.

20 luglio 2023

Grazie zia (Salvatore Samperi, 1968)

La bella Lisa Gastoni.

Primo film di Salvatore Samperi, interessante ma invecchiato abbastanza male, rispetto ad alcuni suoi lavori successivi. All'epoca però ebbe un enorme successo commerciale, lanciando di fatto la sua carriera.

Lou Castel riprende in pratica il suo ruolo de I pugni in tasca, con qualche variazione. Il suo personaggio è decisamente antipatico, e questo non aiuta molto a mio parere: del resto anche Ferzetti è imprigionato in un ruolo stereotipato e poco interessante. Molto più vivido il personaggio di Lisa Gastoni, la zia del titolo. Una zia che tutti quanti avremmo voluto avere, peraltro.

Una certa lentezza comunque si fa sentire: i discorsi sul Vietnam rendono il film datato. A tenere desto lo spettatore provvede la splendida, bizzarra musica di Ennio Morricone, fin troppo invasiva: praticamente riparte ogni 30 secondi, cosa abbastanza inusuale e che il maestro non amava particolarmente, se ben ricordo.

Visto in una copia di origine ignota, con un leggero ma fastidioso fuori sincrono.

Perché? (Karel Smyczek, 1987)

Balordi in azione.

Dramma cecoslovacco (ma coi sottotitoli in tedesco!) scritto a partire da un reale fatto di cronaca.

Un gruppo di giovani tifosi dello Sparta Praga prende il treno per andare in trasferta: in mezzo agli altri viaggiatori, tra alcol e teppismo, la situazione sfugge ben presto di mano. In sostanza il convoglio viene semidistrutto, molti dei passeggeri minacciati o malmenati e non mancano un paio di stupri. La pellicola parte dagli interrogatori della polizia a una dozzina di ragazzi che furono identificati in mezzo agli oltre 800 presenti, e narra brevemente le loro varie situazioni personali.

Un buon film. Cinema civile, nelle intenzioni, ma non troppo lontano dall'exploitation nei risultati. Emerge un quadro allarmante: alcolismo, povertà, emarginazione, famiglie allo sbando e una pressoché assoluta assenza di valori. Il film mette a confronto le deposizioni dei ragazzi di fronte al commissario, al quale tutti mentono in modo ingenuo e spudorato, con le loro azioni sul treno, narrate in flashback. Francamente inutile il pistolotto finale, con alcuni dirigenti ed ex giocatori dello Sparta che parlano dei loro tifosi.

Visto su Chili, gratuitamente.

18 luglio 2023

L'invasione delle api regine (Denis Sanders, 1973)

Un momento sexy.

Horror erotico anni settanta dal titolo affascinante.

In una città del sud degli Stati Uniti iniziano a morire molte persone di collasso cardiaco. Tutti uomini: in apparenza, sarebbero tutti deceduti mentre facevano sesso. Il governo vuole vederci meglio e manda laggiù un uomo dei servizi speciali, ma le vittime continuano ad aumentare.

Donne e api fuse insieme, in poche parole. La storia parte da un assunto stimolante, ma si perde quasi subito a causa di una sceneggiatura confusa e una regìa mediocre. Resta la notevole sequenza della apificazione (?) e qualche bella figliuola: c'è anche Susan Player, che l'anno dopo trionferà in tutto il suo splendore in Cugini carnali di Sergio Martino.

Visto nel dvd italiano.

17 luglio 2023

Mondo matto al neon (Carlo Veo, 1963)

Il carrozzone del circo Casartelli.

Altro recupero delle reti Mediaset, questa volta di un vecchio pseudo-documentario uscito sulla scia dell'enorme successo di Mondo cane di Jacopetti, Prosperi e Cavara.

Poco da salvare, onestamente. Non c'è nemmeno una linea logica degna di tal nome, o un argomento di fondo. Solo immagini montate in sequenza con notevole libertà, e cioé praticamente a caso. Non mancano i consueti castissimi spogliarelli, le immagini notturne di Parigi, gente in spiaggia, qualche numero circense e i sardonici commenti declamati dalle voci fuori campo (una è quella di Stefano Sibaldi).

A metà del breve film (solo 75 minuti) appare il simpatico Pietro De Vico, che si ritaglia un siparietto sulla scaramanzia, da buon napoletano. C'è anche Aldo Rendine, in un ruolo minimale. 

L'unico momento da ricordare è quando appare la famiglia circense dei Casartelli, che nel 1954 a Bernareggio perse tre figli piccoli nell'incendio di un loro carrozzone. Momento che peraltro stona non poco col resto del materiale, ma transeat.

Visto nella copia trasmessa da Rete 4.

16 luglio 2023

Un autentico campione (Bob Rafelson, 1976)

Una bella scena di seduzione.

Film conosciuto anche con il titolo alternativo Il gigante della strada.

Jeff Bridges è un ricco ereditiero sfaccendato che inizia a frequentare una palestra con lo scopo di acquistarla per conto terzi. Il ragazzo però fa amicizia con le persone che bazzicano il posto, tra i quali c'è il forzuto Arnold Schwarzenegger, e poi si innamora anche di Sally Field. Insomma la cosa si complica maledettamente.

Film che non mi ha convinto: la prima mezz'ora non è male, ma poi la storia inizia a prendere strane direzioni, senza arrivare da nessuna parte. I personaggi perdono di interesse molto presto, e alla fine credo che ricorderò solo il pazzesco parrucchino di R. G. Armstrong, che interpreta il proprietario della palestra. Sally Field regala un bel nudo integrale, di spalle. C'è anche Joe Spinell in un piccolo ruolo.

Visto in una copia muxata con audio italiano.

La verginella (Mario Sequi, 1975)

Sonja Jeannine a letto.

Grande titolo per questo sottoprodotto erotico con la splendida Sonja Jeannine, misteriosa attricetta austriaca sparita nel nulla ormai da decenni.

Lei è la solita ragazzina di buona famiglia, che vorrebbe mantenersi vergine per il primo amore. Purtroppo incappa in un losco fotografo, che prima se la porta a letto e poi la avvia al meretricio. Nel mentre, si infatua di un insegnante (José Quaglio, l'unico personaggio con un minimo di spessore): l'uomo, venuto a conoscenza dei fatti, decide di affrontare il playboy da strapazzo e lo uccide, seppur involontariamente. Poi si consegna alla polizia e racconta la vicenda (quasi tutto il film è narrato in flashback).

Filmetto sciocchino e miserello, con qualche attore di nome (Anita Strindberg, Franco Fabrizi e un 28enne Alessandro Haber che dimostra il doppio dei suoi anni) e la brutta musica di Lallo Gori. La vicenda è contorta, e il finale con la Jeannine che corre sorridendo per Roma dopo essere andata a trovare il suo professore in galera non ha il minimo senso.

Visto in una copia di origine ignota, con un doppiaggio fuori sincrono che ha aumentato il fastidio della visione.

14 luglio 2023

Contestazione generale (Luigi Zampa, 1970)

Sordi arranca in salita verso Civita.

Film di Zampa recuperato nel dvd italiano, che purtroppo è sprovvisto dell'episodio con Gassman e la Melato.

Nino Manfredi è un dirigente d'azienda con tanto di figlio contestatore. Un giorno parte per gli Stati Uniti con il suo boss, il vecchio cumenda Michel Simon (doppiato in modo divertente ma caricaturale da Roberto Bertea): dopo varie avventure, al suo ritorno in Italia l'uomo perderà il posto.

Alberto Sordi è invece un viscido pretino, ingiustamente accusato di avere un'amante fuori dal paesello dove risiede (la splendida Civita di Bagnoregio, già set di molti altri film). Scoprirà alla fine che il vero colpevole del misfatto che gli attribuiscono è un altro prete, Enrico Maria Salerno.

Onestamente il film mi è sembrato poca cosa: la contestazione giovanile è appiccicata con lo sputo a un materiale che non ha nessuna reale attinenza con l'argomento. Certo, aver perso l'episodio con Gassman dispiace, ma resta la sensazione di un mezzo film a prescindere. Bello comunque vedere il grande Sergio Tofano, che interpreta l'anziano vescovo nel segmento con Sordi.

Visto nel dvd italiano Sony, tagliato e con un audio vergognoso, spesso inascoltabile.

13 luglio 2023

Genova a mano armata (Mario Lanfranchi, 1976)

 

Lo Bianco fa conquiste.

Storico poliziesco tuttora inedito nel panorama Home Video, quantomeno in lingua italiana.

Mario Lanfranchi era ben lontano dall'essere uno specialista del cinema d'azione: eppure questo suo film è tra i più ricchi di scazzottate ed inseguimenti dell'intero filone, pur scontando una certa povertà di mezzi che qua e là si fa sentire.

La vicenda è abbastanza originale, anche se all'inizio si fatica un po' a capire cosa stia accadendo e perché Tony Lo Bianco si comporti in quel modo misterioso. C'è molta azione ma poca spiegazione, insomma. A tenere in piedi la storia contribuisce comunque la OST di Franco Micalizzi, che per quanto non molto originale si fa apprezzare.

Le schermaglie tra Lo Bianco e Adolfo Celi sanno di già visto, ma non dispiacciono anche grazie alla bravura dei due attori. In una particina a inizio film si vede anche Carmen Russo, allora minorenne.

Visto in una copia composite, che assembla materiale da 2 o forse 3 diverse fonti, appiccicandoci sopra l'audio italiano, quando possibile. Il film fu girato comunque in inglese.

12 luglio 2023

The Keeper (Marcus H. Rosenmuller, 2019)

Un momento chiave della storia.

Mi sono imbattuto in questo film del tutto casualmente, e l'ho quindi recuperato per vederlo dall'inizio.

Si tratta della biografia di Bert Trautmann, nome che dirà poco a quasi chiunque in Italia, ma è notissimo nel Regno Unito. Tedesco, classe 1923, fece il soldato (e quindi la guerra) finendo poi recluso in un campo di lavoro britannico, dove mise in luce le sue doti di portiere nelle partitelle che si giocavano tra prigionieri. Di lì a un paio di anni, eccolo titolare nel glorioso Manchester City.

Nel 1949 per un club inglese non era semplice tesserare un cittadino tedesco, e ancora meno uno come Trautmann. Il ragazzo infatti era stato nella Lutwaffe, che cagionò lutti infiniti non agli achei, ma proprio agli inglesi. Anche la comunità ebraica non la prese benissimo, quantomeno all'inizio, ma poi Trautmann riuscì a farsi accettare, finendo per giocare nei citizens per ben 15 stagioni.

Il film indugia sulla storia romantica tra il portiere e la fidanzata (poi moglie) in modo eccessivamente sdolcinato, e qualche momento è fatalmente didascalico. Si vedono anche episodi storici della sua carriera di calciatore, come l'incredibile infortunio patito nella leggendaria finale di FA Cup del 1956: una cosa da non credere.

Visto su RaiPlay.


11 luglio 2023

Senza malizia (Bernard Bedarida e Nello Correale, 2023)

L'ultima immagine del documentario.

Documentario su Laura Antonelli, appena trasmesso da Rai 3.

Non mi ha convinto del tutto, specialmente per gli inutili momenti con i due autori che girano per Roma e Napoli sulle tracce dei primi passi dell'attrice nata a Pola. Comunque è un prodotto interessante da seguire, anche per rendersi conto della triste parabola della Antonelli dopo il 1991, quando ebbe i noti problemi: giudiziari prima ed estetici poi.

Tra gli intervistati ci sono Michele Placido, Jean-Paul Belmondo, Giancarlo Giannini e Salvatore Samperi.

Visto su RaiPlay.

10 luglio 2023

Quella strana ragazza che abita in fondo al viale (Nicolas Gessner, 1976)

Jodie Foster è Rynn.

Splendido thriller intimista diretto da un regista di origini ungheresi molto attivo ad Hollywood.

La giovane Rynn ha appena compiuto 13 anni: vive in una grande casa isolata con il padre, che però per qualche motivo non si vede mai. In breve la padrona di casa inizia a sospettare qualcosa, così come il poliziotto del paese: ma Rynn è molto furba, e trova nel giovane Mario un inaspettato complice. Il ragazzo la difende anche dalle turpi mire del laido Frank (Martin Sheen), figlio della padrona di casa con qualche rotella fuori posto.

Se la messinscena è minimale, la storia funziona come un orologio: breve, secca, senza svolazzi né sciocchi spaventi telecomandati da due soldi. Atmosfera malata: la tredicenne Foster offre anche un nudo integrale di schiena oggi impensabile, che fu però certamente controfigurato. Comunque la ragazzina era mostruosamente brava: il primissimo piano che porta avanti per un tempo eterno sui titoli di coda è qualcosa che si ricorda.

Visto nel dvd italiano.

09 luglio 2023

Gungala la pantera nuda (Ruggero Deodato, 1968)

Il gruppo sul fiume.

Modesto séguito del primo Gungala girato l'anno prima.

L'esordiente Deodato subentra a Romano Ferrara a film già iniziato. Stavolta il gruppo di avventurieri parte per l'Africa più selvaggia proprio alla ricerca della bellissima Gungala, per un'eredità rimasta in sospeso. Il pretesto comunque è irrilevante, e la storia abbastanza confusa. O forse sono io che ho fatto troppe pause nel vedere il film, finendolo tra uno sbadiglio e l'altro. Molti esterni sono ricostruiti in studio, ma non mancano riprese realmente africane, infilate qua e là.

Kitty Swan è sempre bellissima, e Angelo Infanti funziona molto bene. Sfortunatamente il film è vittima di alcune vetuste convenzioni narrative che oggi fanno ridere, come l'aver utilizzato persone bianche dipinte di nero per interpretare alcuni selvaggi. Ma a disturbare è soprattutto il fatto che gli africani parlino tutti italiano, con frasi quali zì badrone, buana du essere moldo buono, io moldo amigo duo eccetera.

Visto nel dvd francese Artus.

Lo scopone scientifico (Luigi Comencini, 1972)

Una fotobusta del film.

Ho rivisto volentieri questo bel film di Comencini, con Sordi e la Mangano nei panni di una coppia di straccioni senza una lira che tenta il colpo della vita.

Tutto il film è costruito sulle varie partite a carte che i due fanno contro "la vecchia", cioé Bette Davis, una multi-miliardaria ludopatica - come diremmo oggi - che non perde mai. E anche quando capita, trova il modo di prendersi la rivincita senza problemi. Chiaramente i sogni di gloria di Sordi e consorte sono destinati a rimanere tali.

Buon film, anche se alcune scelte di sceneggiatura mi sono sembrate discutibili. Per esempio tutta la corte dei miracoli che segue le partite da lontano, aspettando notizie via telefono dalle baracche, è un po' troppo grottesca. Domenico Modugno è ben calato nella sua parte di baro donnaiolo, anche se il suo personaggio tutto sommato si vede poco e non ha nemmeno troppa importanza.

Rivisto nel dvd italiano.

08 luglio 2023

Peccato senza malizia (Theo Campanelli, 1975)

Jenny Tamburi: parliamone.

Erotico poveristico diretto da un oscuro personaggio a metà anni settanta.

Jenny Tamburi (notevolissima) esce dal collegio e va a stare dal patrigno Luigi Pistilli (forse al punto più basso della sua carriera). Lui, con la solita faccia da cane bastonato, non ci pensa due volte prima di violentarla. Così la ragazza scappa e si trasferisce nella villona di una sua ex insegnante, la Romana Coluzzi, che è lesbica e alla quale non par vero di ospitare un pezzo di figliuola del genere. Le due iniziano a fare coppia, cosa che nella tentacolare Ascoli Piceno di metà anni settanta avrà fatto alzare qualche sopracciglio, immagino.

Poi però la Tamburi cambia gusti e si innamora di Gabriele Tinti, bel tenebroso che le insegna pittura e qualche altra cosetta, già che c'è. Il dramma a questo punto è inevitabile.

Filmetto ingenuo, con storia e dialoghi elementari. Tutta la parte sul gruppo teatrale che sta per mettere in scena una piece dal titolo Anatema poi c'entra col resto del film come i cavoli a merenda.

Visto su Rete 4, che ha trasmesso il film dopo decadi di sostanziale irreperibilità.

Gungala la vergine della giungla (Romano Ferrara, 1967)

La bella Gungala.

Avventuroso con la bellissima Kitty Swan.

Filmetto alquanto datato, ma che ho seguito con discreto interesse, anche grazie alla bella colonna sonora del maestro Lavagnino. La storia è da fumetto, con il grosso Poldo Bendandi sulle tracce di un preziosissimo diamante blu che aveva fregato agli indigeni anni prima, salvo poi vederselo sottrarre a sua volta da un complice traditore. Così parte la spedizione nell'Africa nera, che in realtà è da qualche parte nell'Agro Pontino, e iniziano i guai. Per fortuna c'è Gungala, una specie di Tarzan in gonnella cresciuta nella giungla e allevata dagli animali eccetera eccetera.

Molto folclore, danze tribali a più non posso e qualche attore impresentabile (Linda Veras, davvero pessima). Il film vive sulla presenza della misteriosa Gungala, che non dice una parola ma è sempre mezza nuda, cosa che certamente non dispiace. Leggo che la versione italiana fu vietata soltanto ai minori di 14 anni. Chissà.

Visto nell'ottimo dvd francese Artus.

06 luglio 2023

Foglio di via (Carlo Campogalliani, 1954)

Baldini e la Greco.

Torbido dramma girato a Torino nei gloriosi studi FERT.

Pellicola che purtroppo oggi sopravvive in una copia monca, di soli 58 minuti di durata, trasmessa una ventina di anni fa da una tv satellitare. Massimo Serato per esempio dovrebbe essere il cattivo della situazione, ma in questa versione accorciata appare in una sola sequenza.

Ad ogni modo la vicenda parte con la protagonista Cosetta Greco che si getta da un treno in corsa: per qualche motivo non soltanto sopravvive, ma non ha nemmeno un graffio. Viene comunque soccorsa e portata a casa sua da un ex medico, Renato Baldini, radiato dall'albo per aver praticato l'eutanasia sulla moglie malata terminale. Un po' come il Duca Lamberti di Scerbanenco, se vogliamo. La ragazza racconta così la sua triste esperienza, e lì parte il lungo flashback che prende tutta la parte centrale del film.

C'è una bizzarra storia di spionaggio industriale, che porta la povera ragazza, pur innocente, a subire un processo penale dal quale esce assolta ma marchiata: non riesce infatti più a trovare lavoro, e nemmeno una stanza in affitto. Sta per cedere alla prostituzione, quando incontra un bambino, che in sostanza si immolerà per poterla salvare.

Film originale, fantasioso e con un eccellente doppiaggio. Purtroppo è arduo giudicarlo in questa versione così pesantemente sforbiciata.

05 luglio 2023

Persiane chiuse (Luigi Comencini, 1951)

Una fotobusta del film.

Uno dei primi film di Comencini.

Iniziato da Gianni Puccini, venne portato a termine dal regista di Salò, che ne parlò sempre come di un lavoro puramente alimentare. Il film però è molto bello, e funziona benissimo nella sua convenzionalità di genere.

Sandra (la Rossi Drago) è un'onesta ragazza che si mette alla ricerca di sua sorella Lucia, sparita da tre anni e ricomparsa solo con una telefonata d'addio. Purtroppo la sorellina è finita nel torbido giro della prostituzione, e per riuscire a rintracciarla Sandra dovrà passarne parecchie, girando tra fumosi night club e loschi ambientacci. Gran finale al porto di Genova, con l'inevitabile punizione per il cattivo Renato Baldini.

Se la trama è banale e giunge ad un lieto fine molto forzato, a convincere sono altre cose: l'ambientazione in primis, ma anche le belle musiche di Carlo Rustichelli e le caratterizzazioni dei personaggi, molto fumettistiche e in qualche modo debitrici del noir americano e francese. Anche le facce sono quelle giuste: soltanto Liliana Gerace è mediocre, specie in mezzo a gente come la Rossi Drago, Massimo Girotti e Giulietta Masina.

Visto in una copia con audio italiano muxato.

03 luglio 2023

L'uomo, la bestia e la virtù (Steno, 1953)

Orson Welles e Totò, nientemeno.

Uno dei film con Totò oggi meno visibili, per motivi che - al solito - è difficile comprendere.

Steno che dirige il comico napoletano affiancato ad Orson Welles in una commedia tratta da Pirandello: poteva succedere questo ed altro, nel nostro cinema del dopoguerra.

In realtà, a mio parere, il racconto all'origine del film è davvero poca cosa: sembra quasi una pochade di dubbio gusto, a tratti. Perlomeno nella riduzione fatta per il grande schermo, alla quale prese parte anche Lucio Fulci.

Film discreto, ma che funziona solo fino a un certo punto e non saprei nemmeno dire il perché. Vedere Totò ed Orson Welles insieme è strano, anche perché il grande regista americano recita le sue battute in italiano, come si vede dal labiale. Il doppiaggio di Mario Besesti è comunque molto buono.

La vicenda è molto dialogata, forse anche troppo. Totò non si abbandona più di tanto ai suoi consueti lazzi, ma urla parecchio: una recitazione meno strillata avrebbe forse reso un servizio migliore al testo.

Visto in una copia televisiva registrata da Rai 3 almeno 30 anni fa, piena di salti nella prima parte che hanno reso faticosa la visione.

Paradise (Stuart Gillard, 1982)

Phoebe Cates: non servono parole. Film-cult della mia fanciullezza, che ho rivisto dopo oltre 30 anni. Avrei fatto meglio a serbare la purez...