31 gennaio 2024

Full Metal Jacket (Stanley Kubrick, 1987)

Tanti auguri, Gesù Cristo.

Penultimo film di Kubrick, visto un migliaio di volte fin da ragazzino.

Film incredibile. La prima parte, i 43 minuti ambientati nel centro di addestramento dei Marines, sono storia del cinema. Già dai titoli di testa si ha subito la sensazione di assistere a qualcosa di enorme. Poi parte lo show di Lee Ermey, che lascia sbalorditi anche dopo infinite revisioni. In alcuni momenti è impossibile non ridere, sentendo le oscenità che il sergente Hartman urla in faccia alle sue reclute, ma il tono generale è duro, anzi durissimo.

La seconda parte del film, quella ambientata in Vietnam, è più lunga (circa 70') e anche meno d'impatto, volendo essere sinceri. Ma si resta su livelli altissimi, sempre; e la parte finale con i soldati contro il cecchino invisibile è un pezzo di cinema memorabile.

Rivisto nel vecchio dvd Warner Brothers.

Vibrazione sessuale (Jean Rollin, 1977)

La mora e la bionda: un classico.

Che cos'è una vibrazione? chiedeva Jep Gambardella a Talia Concept ne La grande bellezza. Domanda alla quale l'artista concettuale non sapeva dare una risposta, essendo esperta unicamente nel campo della fuffa spacciata per arte ad uso e consumo dei gonzi.

Jean Rollin in questo suo hard va dritto al sodo sull'argomento. Le sequenze esplicite sono lunghe ed insistite, mentre i pochi dialoghi di contorno sono spesso farneticanti, tanto da far pensare alle indicibili porcherie prodotte da Renato Polselli. Comunque si arriva alla fine, che - quantomeno nell'edizione italiana - giunge dopo soli 75 minuti. Fin troppi.

I titoli di testa, scritti a pennarello su dei cartelli bianchi, sono curiosi. Nella colonna sonora c'è parecchia musica classica, persino Bach, mischiata ad altra roba presa chissà dove, forse addirittura composta appositamente per il film. Ma ne dubito.

Visto in un riversamento da videocassetta.

30 gennaio 2024

Il ribelle (Michael Chapman, 1983)

Tom Cruise riflette sul suo futuro.

Un giovane Tom Cruise in questo film diretto da un famoso direttore della fotografia, qui all'esordio come regista.

Bel film, molto classico. Cruise è un giocatore di football che litiga con il coach e così facendo mette a rischio il suo futuro, dato che il suo talento (e la conseguente borsa di studio) è l'unico mezzo che abbia a disposizione per uscire da una situazione di semipovertà. Scazzi, scuse, lieto fine: that's America.

La storia forse non ha grossi guizzi, ma è diretta in modo competente e con uno sfondo operaio molto realistico. Ottimo Craig T. Nelson come allenatore incarognito che cerca - a sua volta - di allontanarsi da quel posto, una piccola cittadina della Pennsylvania che campa quasi per intero sulle acciaierie, al tempo già in crisi e prossime a chiudere licenziando migliaia di persone. C'è anche Chris Penn, ancora magro.

Visto nel dvd italiano.

 

28 gennaio 2024

Una squillo per l'ispettore Klute (Alan J. Pakula, 1971)

I due protagonisti.

Thriller di notevole successo che fece guadagnare un premio Oscar a Jane Fonda.

Donald Sutherland (che non è un ispettore, come fa intendere il titolo italiano, ma un investigatore privato) sta cercando un dirigente d'azienda che è scomparso da alcuni mesi: va quindi a New York e come prima cosa interroga una prostituta che era stata insieme alla persona scomparsa: da lì parte tutto. Lei ovviamente aiuterà Sutherland nell'indagine, e altrettanto ovviamente i due finiranno a letto, lei smetterà di battere, avrà un sacco di problemi e rischierà di finire pure accoppata.

Film che non mi ha detto granché. Lunghetto, poco emozionante, con troppi dialoghi: su tutti quelli tra Jane Fonda e la sua psicanalista, molto invecchiati. Niente di che, anche se registicamente è un prodotto valido ed elegante.

Visto in una copia derivata da bluray rimediata fortunosamente.

26 gennaio 2024

La foresta di smeraldo (John Boorman, 1985)

I due giovani innamorati.

La natura si ribella in questo film di John Boorman scritto da Rospo Pallenberg.

Powers Boothe è un ingegnere che sovraintende alla costruzione di una enorme diga in Amazzonia. Un giorno i selvaggi rapiscono suo figlio Tommy, e spariscono nel folto della giungla. 10 anni dopo, l'uomo è ancora alla ricerca del figlio, e si inoltra con un fotografo in una zona inesplorata della foresta.

Spunto discreto, ancorché non nuovo, ma gli sviluppi deludono. Tecnicamente niente da dire, il film è fotografato e girato come si deve, ma ci sono troppe scene di danze e rituali selvaggi, che dopo un po' finiscono con l'annoiare. Oltretutto il ragazzo è davvero antipatico e non funziona per niente (era il figlio del regista, capirai). Il finale, con il crollo della diga girato coi modellini, è un altro punto a sfavore della pellicola. Molta nudità ovviamente, tra i selvaggi della giungla.

Visto nel dvd italiano Sinister.

24 gennaio 2024

Landru (Claude Chabrol, 1963)

Landru in aula.
 

Gustosa biografia del noto criminale francese, ghigliottinato nel 1922.

Chabrol non può evitare il confronto con l'inarrivabile Verdoux di Charlie Chaplin, ma ne esce comunque molto bene, anche grazie alla prova di Charles Denner, ben doppiato in italiano da Alberto Lupo.

Il signor Landru è un affabile ed elegante gentiluomo che uccide vecchie signore soltanto per denaro, in modo da poter mantenere la sua famiglia. A differenza di quanto fece Verdoux, l'uomo nega fino alla fine, come del resto aveva fatto il vero Landru alla sbarra. Gli omicidi restano comunque rigorosamente off screen.

Nel nutrito cast femminile spicca la deliziosa Danielle Darrieux, mentre il commissario ha poco peso. Bella anche l'ultima mezz'ora, con il processo e la condanna. Soltanto le parti documentarie sono inutili, e non capisco il motivo per cui siano state inserite da Chabrol a punteggiare la vicenda.

Visto nel dvd Sinister, che contiene la versione integrale del film, con circa 15 minuti privi del doppiaggio opportunamente sottotitolati.

23 gennaio 2024

L'orizzonte dipinto (Guido Salvini, 1941)

Una scena corale in palcoscenico.

Gran bel titolo e cast stellare per quest'opera di Guido Salvini, noto regista teatrale che diresse anche un pugno di pellicole nel corso degli anni Quaranta e Cinquanta.

E vengono narrate proprio le vicende di una compagnia teatrale, non a caso. Gli attori attraversano delle grosse difficoltà: prima mancano i soldi, poi un incendio distrugge le scene, la prima attrice protesta perché non si ritiene valorizzata a dovere e così via. Nel frattempo, emerge il talento di una giovane stella destinata a grandi palcoscenici (Luisella Beghi, deliziosa).

Film molto interessante. Davvero meraviglioso, dopo oltre ottant'anni, veder recitare mostri sacri quali Memo Benassi, Armando Falconi, Cesco Baseggio e addirittura Ermete Zacconi, qui già ultraottantenne e praticamente nel ruolo di sé stesso. Paolo Stoppa e Carlo Campanini sono già perfettamente calati nei ruoli che porteranno avanti per tutta la vita, mentre appaiono anche Arnoldo Foà e Valentina Cortese, in parti minori.

Forse nello sviluppo della vicenda qualche conto non torna proprio a dovere, ma la storia di questa giovane ragazza (che ricorda vagamente quella di È nata una stella) è gustosa, e a tratti persino commovente.

Visto nel dvd RHV.


 

20 gennaio 2024

Italia: ultimo atto? (Massimo Pirri, 1977)

L'impassibile maschera di Marcella Michelangeli.

Cupo dramma fantapolitico, girato in un anno nel quale il nostro cinema toccò il vertice del suo pessimismo.

La storia, narrata in flashback, vede tre giovani terroristi che vanno ad uccidere il ministro dell'Interno, nonostante la loro organizzazione abbia deciso all'ultimo momento di non procedere. Ma i tre sono ormai troppo coinvolti per fare un passo indietro.

Film sghembo: il livello tecnico dell'operazione non è all'altezza delle ambizioni. La regìa perde colpi, il montaggio confonde lo spettatore e c'è troppo materiale di repertorio mischiato al girato vero e proprio: cortei, manifestazioni, auto date alle fiamme eccetera eccetera.

Si sprecano frasi apodittiche che fanno soltanto sorridere, oltretutto messe in bocca ad attori inadeguati (Merenda) o inespressivi al massimo della potenza: la povera Marcella Michelangeli attraversa tutto il film con la stessa espressione inebetita. Più divertente il personaggio interpretato da Andrea Franchetti, che sembra uscito da un altro film ma pazienza, almeno permette qualche pausa nel tono complessivamente fin troppo plumbeo della pellicola.

Piccolo ruolo per Nello Pazzafini, uno dei due picchiatori che tentano inutilmente di fermare Merenda. Tremenda la musica di Lallo Gori, che sembra più adatta ad un porno di Mario Bianchi.

Visto in una copia cosiddetta composite, presa da RaiMovie ma con alcune sequenze colà mancanti integrate da videocassetta.

Rosso sangue (Joe D'Amato, 1981)

Eastman ci dà dentro.

Notevole horror del buon Massaccesi, con George Eastman protagonista nei panni di un misterioso mostro assetato di sangue.

Si parte lancia in resta: dopo circa due minuti, Eastman ha già le sue budella in mano. La storia non è particolarmante originale, e la logica fa acqua da tutte le parti: eppure il film regge, con diverse sequenze spaventose e una costruzione della tensione tutt'altro che disprezzabile.

Originale l'espediente della ragazzina bloccata a letto, teoricamente inerme di fronte al pazzo, anche se le cose poi andranno in modo diverso. Particolarmante odioso il fratellino, che - come spesso mi accade - ho sperato morisse quanto prima per non doverlo sopportare più. Speranza vana.

Elementari gli effetti speciali, con abbondanza di dettagli splatter. La musica elettronica di Carlo Maria Cordio è truzzissima ma fa il suo dovere. D'Amato mostra anche un pezzo (non esplicito) del suo hard Sesso nero alla televisione.

La prima parte, con la polizia e il prete interpretato da Edmund Purdom, è meno divertente dell'ultima mezz'ora, quando tutto avviene nella casa con i due ragazzini e l'infermiera, la povera Annie Belle, destinata ad una morte orrenda. Molto riuscito anche il finale.

Visto nel dvd americano Mya, assemblato da due fonti distinte una delle quali con dialoghi in inglese.

17 gennaio 2024

Precious (Lee Daniels, 2009)

La frangetta della protagonista, molto anni '80.

New York, 1987. La sedicenne Precious è un'adolescente nera gravemente obesa che vive nel quartiere povero di Harlem con una madre pazza e violenta. La ragazza aspetta il suo secondo figlio, frutto (come il primo) degli stupri del padre. Questo il quadro generale. Per fortuna c'è anche chi cerca di aiutare Precious, soprattutto la sua insegnante Miss Rain, che si batte per dare alla ragazza gli strumenti per emergere dall'abisso in cui si dibatte praticamente dalla nascita. Finale aperto alla speranza.

Film duro, a tratti molto disturbante, che si regge in gran parte sulla prova delle due protagoniste. La sorprendente esordiente Gabourey Sidibe è bravissima, ma la madre, la più famosa (almeno negli USA) Mo'Nique, anche di più.

Qualche perplessità sui momenti onirici, pur necessari a mio avviso per spezzare un po' il clima plumbeo della vicenda. La reinterpretazione de La ciociara è un po' trash, a dirla tutta. Comunque il film è bello e mi ha preso molto.

Visto nel dvd italiano.

 

16 gennaio 2024

Piccola mia (Eugenio De Liguoro, 1933)

Idillio campestre.

Vetusto dramma sentimentale trasmesso di recente da Mediaset.

Germana Paolieri è una donna sposata, ma si infatua di un pilota automobilistico (Guido Celano), al punto di lasciare il marito e la loro bambina pur di seguire il suo nuovo amore. Lui però è un incallito sottaniere, e ad un certo punto sparisce senza farsi grandi problemi. Lei, un po' alla chetichella, decide di tornare dalla sua bambina, e scopre così che la piccola sta per morire di difterite. A questo punto le lezioni di guida prese dal suo amante torneranno molto utili: una folle corsa verso la farmacia e la figlioletta si salverà.

Film davvero invecchiato: è molto difficile appassionarsi anche solo un poco alla vicenda. L'utilizzo delle musiche e del sonoro in generale è ancora molto grezzo, così come la regìa di questo De Liguoro. Ernesto Sabbatini, che interpreta il marito della Paolieri, non è male.

Visto nell'ottima copia trasmessa nottetempo su Iris.

15 gennaio 2024

Atleta A (Bonni Cohen e Jon Shenk, 2020)

Una immagine promozionale.

Incuriosito dalla lettura di Impunità di gregge di Daniela Simonetti, ho guardato questo documentario sul caso Nassar.

Larry Nassar è stato il medico della federazione di ginnastica artistica degli Stati Uniti per circa vent'anni, e in questo lasso di tempo - secondo le sentenze - ha molestato e/o violentato centinaia di giovani e giovanissime atlete, nei modi più vari: non è il caso di scendere qui in dettagli anatomici. Dopo una serie di denunce, dal 2016 Nassar è in carcere, e ci resterà per sempre.

Il documentario è ben fatto, ma manca piuttosto stranamente la versione dell'imputato: ha ammesso i fatti? Tutti o solo una parte? Ha chiesto scusa? Si è pentito, magari in modo strumentale? Dettagli che a quanto pare poco interessavano i due autori.

La vicenda in sé comunque non è solo la storia di un pedofilo, un uomo che aveva nei computer di casa sua decine di migliaia di fotografie e video illegali, ma apre uno spiraglio sulla vita che fanno le giovanissime atlete che scelgono di fare ginnastica artistica ad alto livello. Sempre sul filo della tensione, maltrattate, accusate di essere grasse anche quando pesano 40 chili eccetera eccetera.

Visto su Netflix.

13 gennaio 2024

Auguri e figli maschi! (Giorgio Simonelli, 1951)

Il sorriso di Ugo Tognazzi.

Debole farsa molto strillata.

Ci sono tre sorelle, ragazze da marito, e il tema sempre attuale della carenza di alloggi a un prezzo decente. Il tutto serve come pretesto per situazioni comiche di terz'ordine e gag stiracchiate fino allo sfinimento. C'è anche qualche ragazza in costume da bagno, che nel 1951 poteva essere appetitosa per il nostro pubblico, a completare il quadro.

Tognazzi (qui in uno dei suoi primi film) strepita in modo insopportabile, così come Aroldi Tieri. Luzi è pessimo. Splendida Delia Scala, ma non è una notizia. L'unico che regala un paio di sorrisi è Gugliemo Inglese, nel suo classico personaggio del burino pugliese.

Visto su Prime Video.

L'adolescente (Alfonso Brescia, 1976)

Una didascalia che avrebbe meritato più attenzione.

Micidiale commediaccia erotica di Alfonso Brescia con un cast non esattamente memorabile.

Qui ho retto solo mezz'ora, anzi pure qualcosa meno. Siamo nella classica Sicilia rimediata a Guidonia: Tuccio Musumeci (una specie di Lando Buzzanca dei poveri) sposa la meravigliosa Daniela Giordano. Purtroppo l'uomo non riesce a consumare il matrimonio, e questo è tutto quello che ho potuto capire della vicenda.

Forse ho scelto la serata sbagliata, ma l'ho trovato insostenibile e mi sono arreso prestissimo, nonostante l'indiscutibile fascino della Giordano, ex Miss Italia 1966.

Visto nelle copia trasmessa da Cine34, tagliata in modo maldestro ma detto tra noi chi se ne frega.

Se io fossi onesto (Carlo Ludovico Bragaglia, 1942)

Sergio Tofano e De Sica.

Frizzante commedia con un cast perfetto diretta col consueto mestiere da Bragaglia.

La trama è basata sul classico espediente dello scambio di persona, ma il meccanismo è congegnato così bene che non si avverte più di tanto la banalità dell'assunto. Vittorio De Sica interpreta con notevole dignità questo povero ingegnere che accetta di farsi tre mesi di galera al posto di un barone truffaldino, Paolo Stoppa, in cambio di diecimila lire. Il film peraltro ha un'ambientazione lasciata sul vago, ma alcuni cognomi fanno pensare alla solita Ungheria di comodo.

La situazione poi si complica parecchio, ma non diventa mai caotica né eccessivamente ingarbugliata: divertente anche il finale, con la scoperta del petrolio nei terreni dello zio Guglielmo Bernabò.

Nel cast secondario si segnala il solito, eccellente Virgilio Riento come direttore del carcere, cui spetta anche la battuta che chiude il film.

Visto nel dvd italiano.

11 gennaio 2024

Enzo Jannacci: vengo anch'io (Giorgio Verdelli, 2023)

Una immagine promozionale.

Bellissimo (e direi anche doveroso) documentario su Enzo Jannacci, una figura di capitale importanza ma anche di ardua catalogazione. Autore, cantante, umorista, attore a tempo perso, oltre che medico chirurgo: Jannacci è stato questo e molto altro.

Tra le tante testimonianze mi ha colpito quella di Vasco Rossi, cosa che francamente non mi sarei aspettato. Anche il figlio Paolo dice cose emozionanti e non banali, così come Diego Abatantuono.

Dopo la visione è impossibile non mettersi a riascoltare molte delle sue canzoni storiche: una su tutte, la commovente El me indiriss.

Visto su Netflix.

09 gennaio 2024

Non ti pago! (Carlo Ludovico Bragaglia, 1942)

Stoppa ed Eduardo.

Breve (68') commedia scritta e diretta da Bragaglia a partire da un testo di Eduardo De Filippo che parla di una grossa vincita al Lotto fatta grazie a dei numeri arrivati in sogno.

Pur con il prevedibile retrogusto di teatro filmato, è un lavoro divertente: le schermaglie tra i fratelli funzionano, il ritmo è alto e si ride abbastanza, ancorché il tema centrale della storia - la cabala napoletana - non sia proprio il centro del mio interesse personale.

Bello vedere anche Guido De Rege e la brava Dolores Palumbo, oltre a un Paolo Stoppa sempre viscido e untuoso. Ovviamente i tre fratelli De Filippo sono eccellenti: soprattutto Titina mi è sembrata straordinaria con il suo sferzante umorismo.

Visto nel dvd italiano RHV.

08 gennaio 2024

Demonio dalla faccia d'angelo (Richard Loncraine, 1977)

Acqua San Pellegrino in casa Farrow.

Una bella sorpresa questo horror inglese con Mia Farrow uscito recentemente in dvd.

Film oggi non molto conosciuto, pur essendo superiore a tanti prodotti mediocri che mantengono lo status di cult movie per motivi spesso incomprensibili. Una questione di logiche distributive? Chissà.

Come che sia, la Farrow è una mogliettina felice che un brutto giorno vede morire sua figlia, una bambina di 8-9 anni, che soffoca orribilmente per colpa di un pezzetto di mela. Il suo tentativo di salvarla con una tracheotomia improvvisata alla bell'e meglio non aiuta, anzi.

Sconvolta, la donna passa un breve periodo in una clinica psichiatrica e quando esce decide di non tornare a casa dal marito, Keir Dullea, ma di trasferirsi in una grande e vecchia casa, da sola. È l'inizio della fine.

Tratto da un romanzo di Peter Straub, è un film che mi ha avvinto fin da subito (la prima sequenza, con la bambina che muore di fronte ai genitori impotenti, è un bel pugno nello stomaco) mantenendosi su livelli alti fino allo splendido finale. Non tutto è chiarissimo, per certi versi: ma non è un difetto. Anche la colonna sonora di Colin Towns è splendida, e aggiunge tensione a molte sequenze.

Visto nel dvd italiano.

06 gennaio 2024

Arianna (Billy Wilder, 1957)

L'incontro al Teatro dell'Opera.

Commedia sentimentale diretta a Parigi da Billy Wilder.

Film che non avevo mai visto. La trama è molto semplice ma sceneggiata con brio, e con alcuni tocchi di umorismo eccellenti. Audrey Hepburn è perfetta nel ruolo, mentre il vecchio Gary Cooper (doppiato dal solito Cigoli) lo sarebbe stato dieci o quindici anni prima, ma va bene lo stesso.

Impeccabili Maurice Chevalier e il bravo John McGiver, che ha il ruolo più divertente. All'inizio appare anche Bernard Musson, attore francese prezzemolino di dozzine e dozzine di pellicole. Bellissima la gag ricorrente dell'orchestra tzigana che segue Gary Cooper ovunque, sauna compresa.

Visto in un rip da bluray rimediato fortunosamente.

05 gennaio 2024

I quattro del getto tonante (Fernando Cerchio, 1955)

Cifariello e José Jaspe.

Bel dramma aeronautico girato in Veneto con un cast di rilievo.

Si tratta di una specie di Top Gun italiano, con i piloti alle prese con i nuovi aerei a reazione appena arrivati dall'America. Cinque di loro decidono di formare una pattuglia acrobatica all'insaputa del comandante della base, il bravo Tino Carraro: non tutto finirà bene, cosa che sinceramente mi ha un po' sorpreso.

Convenzionale ma sapido, è un film particolare, intanto per la fotografia a colori e le belle riprese aeree in mezzo alle montagne, certo non comuni nel nostro cinema di metà anni Cinquanta. Andrea Checchi e Massimo Girotti sono i nomi più noti, insieme a quello di Dawn Addams, attrice inglese che lavorò anche con Chaplin e che in quel momento era sposata con un italiano. Cifariello, José Jaspe e il giovane Giulio Paradisi, futuro regista, completano il quintetto.

Visto in una copia registrata di recente da una tv locale laziale.

Doppia personalità (Brian De Palma, 1992)

La scena dell'ascensore.

Ottimo thriller di Brian De Palma che non avevo mai visto.

John Lithgow è il mattatore assoluto nei panni di questo marito e padre di famiglia con un problemino: le personalità multiple. Non è il caso di dilungarsi in dettagli sulla trama, sempre curiosa ed interessante anche se forse a tratti un po' oscura, specialmente nella prima mezz'ora. Senza entrare in discorsi troppo teorici, De Palma ci offre un delizioso saggio di puro cinema con la C maiuscola, che si segue con gusto e che giunge ad un bel finale ad effetto.

Non mancano citazioni hitchcockiane anche esplicite (la macchina che sprofonda nella palude) e una lunghissima scena girata con un unico piano sequenza. Senz'altro da rivedere.

Visto nel dvd italiano Cult Media.

04 gennaio 2024

Un amore di donna (Nelo Risi, 1988)

Madre e figlia a confronto.

Dramma televisivo diretto da Nelo Risi.

Il film, che ha anche qualche esterno milanese, mi è parso mediocre. La storia della coppia Bruno Ganz (doppiato credo da Mario Cordova) e Laura Morante è debole e ripetitiva, e finisce per annoiare. Più interessante il rapporto tra la Morante e Claudine Auger, che interpreta sua madre: ma tutto resta sempre troppo in superficie, e la tremenda musica di Morris Albert che martella in sottofondo non aiuta di certo. Anche i flashback, girati con una luce rossastra, lasciano il tempo che trovano e sono fondamentalmente inutili.

Visto in una copia registrata di recente dai canali Rai.

02 gennaio 2024

I vizi morbosi di una giovane infermiera (Eloy de la Iglesia, 1973)

L'ex Lolita Sue Lyon.

Noto anche come Una goccia di sangue per morire amando, che è la traduzione letterale del titolo originale, è un thriller spagnolo con protagonista Sue Lyon.

Film bizzarro, che omaggia in modo fin troppo esplicito Arancia meccanica di Kubrick, allora uscito da poco. Sue Lyon (che fu diretta proprio da Kubrick in Lolita) è una giovane infermiera traumatizzata per lo stupro che ha subìto da ragazzina. Di conseguenza, adesca uomini con cui fa l'amore per poi accopparli usando un bisturi. Un giovinastro senza troppi scrupoli (Christopher Mitchum) scopre il suo segreto e inizia a ricattarla: non ci vuole la sfera di cristallo per immaginare che fine farà il ragazzo.

Film che ho seguito con discreto interesse, nonostante non tutto funzioni come dovrebbe: in particolare le sequenze con i 4 teppisti su una Dune Buggy sembrano venire da un altro film. Un prodotto più curioso che ben realizzato; e la presenza di quel pesce lesso di Jean Sorel certo non aiuta.

Visto nel dvd italiano, uscito da poco: visivamente splendido, recupera il doppiaggio originale, sebbene monco di qualche mezza frase qua e là.

01 gennaio 2024

Il marito in collegio (Maurizio Lucidi, 1977)

Montesano e Carotenuto.

Soporifera commedia tratta da un romanzo di Giovanni Guareschi.

Enrico Montesano è un benzinaio che sposa una ricca e nobile ragazza per motivi di eredità, ma i parenti di lei (altezzosi ed aristocratici) gli rendono la vita impossibile, fino a costringerlo ad andare in collegio per sgrezzarsi almeno un po'.

Film malriuscito: l'umorismo è di seconda mano, già vecchio a quel tempo, e - tolto Montesano - i personaggi sono scialbi. Soprattutto Sofia Dionisio è una figurina senza spessore, che alla fine si innamora del protagonista senza un motivo apparente. Fa sempre piacere vedere Mario Carotenuto, questo sì: ma anche lui non ha modo di mettersi in evidenza.

La pecca principale del film, a mio parere, è l'ambientazione. Una storiella del genere aveva senso negli anni Quaranta, quando uscì il libro: nel 1977 era del tutto insensata.

Visto in un rip del dvd italiano.

Paradise (Stuart Gillard, 1982)

Phoebe Cates: non servono parole. Film-cult della mia fanciullezza, che ho rivisto dopo oltre 30 anni. Avrei fatto meglio a serbare la purez...