25 gennaio 2022

Revenge - Vendetta (Tony Scott, 1990)

Costner si sta riprendendo dal pestaggio.

Altro film di Tony Scott che non avevo mai visto.

La prima parte è abbastanza noiosa, dato che non succede granché per circa un'ora. Quando però Anthony Quinn e i suoi sgherri fanno irruzione nella capanna nel deserto dove Costner e la Stowe si sono nascosti per amoreggiare, il film prende consistenza.

Ad ogni modo non ho mai amato particolarmente lo stile del regista, fratello minore di Ridley Scott e autore di qualche pellicola di grande successo commerciale (Top Gun su tutte). Troppo leccato, troppo ad effetto: la sua estetica da videoclip anni ottanta è invecchiata in modo terribile a mio parere. Comunque il film è gradevole da seguire. Bello vedere il grande Tomas Milian in un ruolo secondario, soprattutto quando entra tranquillamente nella capanna durante il massacro e si accende una sigaretta, con totale noncuranza.

C'è anche una impressionante scena in cui sparano ad un cane, uccidendolo, e che sembra fin troppo veritiera. Forse è meglio non sapere come l'abbiano girata.

Visto nel dvd italiano.

19 gennaio 2022

Insomnia (Erik Skjoldbaerg, 1997)

I due protagonisti.

Gustoso thriller norvegese arrivato stranamente anche in Italia.

Stellan Skarsgard è Engstrom, un poliziotto svedese che viene mandato a Tromso, vicino al circolo polare artico, per indagare sul brutale omicidio di una ragazza di 17 anni.

L'uomo ha un passato problematico: come se non bastasse, durante un appostamento organizzato per mettere in trappola l'assassino, spara per errore al suo collega Vik, uccidendolo. Dato che tutti quanti danno per scontato che a sparare sia stato il fuggitivo, Engstrom decide di non contraddire questa falsa versione, e si mette pure a fabbricare prove per supportarla. Ma la verità spinge per venire a galla... o almeno così sembra, quando l'assassino della ragazza si fa vivo, e inizia a ricattare il poliziotto.

Gran bel film, di cui è stato fatto anche un remake con Al Pacino e Robin Williams, senz'altro più spettacolare ma non migliore in senso stretto.

Visto in una copia doppiata in italiano, da fonte ignota. Forse vhs.


15 gennaio 2022

Terremoto (Mark Robson, 1974)

Una fotobusta originale del film.

Catastrofico hollywoodiano ambientato a Los Angeles, città in attesa del cosiddetto Big One ormai da quel dì.

Pur essendo stato co-sceneggiato da Mario Puzo, il film non brilla certo per la storia, né per la descrizione dei personaggi, quasi tutti banali e poco credibili. Charlton Heston ed Ava Gardner sono i protagonisti, ma il loro matrimonio in crisi (lui la tradisce con Genevieve Bujold) non aggiunge francamente nulla alla narrazione.

Pellicola comunque di discreto livello, che intrattiene: fin troppo ingenerose le stroncature che si leggono in giro per il web. Gli effetti speciali, vero motore del film, fanno il loro dovere, anche se il film visto in televisione perde senz'altro gran parte del potenziale che aveva sul grande schermo.

Lorne Greene ha il ruolo del padre della Gardner, pur avendo solo sette anni più della diva, ex amante di Walter Chiari (tra gli altri). C'è anche Walter Matthau, nascosto dietro un improbabile pseudonimo: interpreta un ubriacone così pieno di alcol da non accorgersi nemmeno del sisma che distrugge mezza città. Molto bello anche il finalone ad effetto, con la frase "Questa, una volta, era una grande città...".

Visto nel bluray italiano.

10 gennaio 2022

Heat - La sfida (Michael Mann, 1995)

De Niro è Neil McCauley.

Bellissimo poliziesco con la coppia De Niro-Pacino, al tempo quasi inedita. Quasi nel senso che i due attori erano già apparsi ne Il padrino - Parte II, ma non avevano scene in comune.

Mann gira con il suo consueto stile, molto tecnico ma mai troppo di effetto, e caratterizza i personaggi a dovere. Non che la storia brilli per originalità, ma il film vola via nonostante i 170' di durata. Anche le sequenze di azione, le due rapine su tutte, sono girate e montate in modo impeccabile. Meno centrati i personaggi femminili, che restano peraltro sullo sfondo: forse solo Ashley Judd riesce a dare vita a qualcosa che sia più di un bozzetto.

Visto nel bluray Cecchi Gori.

08 gennaio 2022

Le dieci meraviglie dell'amore (Sergio Bergonzelli, 1969)

Angelo Infanti e Brigitte Skay a colloquio.

Ah, Bergonzelli. L'autore degli indimenticati La sposina e Daniela minislip ci ha regalato diversi film bizzarri, tra i quali spicca questo pseudo-documentario sui costumi sessuali degli italiani uscito nel lontano 1969.

Prodotto dalla Cinesecolo dell'ineffabile Italo Martinenghi (futuro responsabile dell'immortale Lady Football, diretto in prima persona), racconta la vicenda di un gruppo di laureandi idioti che sta ultimando la tesi. I ragazzi pensano bene di girare un breve documentario sul sesso in Italia, intervistando gente per strada ed organizzando degli scherzi a sfondo erotico ad ignari cittadini. Ma è inutile perdere tempo scendendo nei dettagli.

Film molto faticoso da affrontare, anche perché alla rozzezza dell'impianto narrativo si aggiunge il tono farsesco del doppiaggio, che peggiora ulteriormente (se possibile) la visione. Particolarmente fastidioso il personaggio di Al Cliver, che ha un risibile accento veneto. Particine per Lino Banfi e - purtroppo - Biagio Pelligra, che ha un ruolo umiliante per le sue doti di attore.

Visto in una copia molto mediocre, di derivazione ignota.

06 gennaio 2022

Giovani guerrieri (Jonathan Kaplan, 1979)

Giochi pericolosi per il gruppo di ragazzini.

Giovani ribelli negli Stati Uniti di fine anni settanta in questo discreto film diretto dal regista di Mister Miliardo (!).

La pellicola ha lanciato Matt Dillon e Vincent Spano, che interpretano due giovani ragazzi problematici. Il suo mix tra commedia giovanilistica e film drammatico è riuscito: il film regge molto bene fino alla riunione finale nell'auditorium, che sinceramente mi ha lasciato un po' perplesso, visto che accade solo poche ore dopo l'omicidio di Richie White (Dillon), addirittura con il poliziotto-killer tranquillamente sul palco a spiegare ai genitori il perché e il percome del suo gesto.

L'atmosfera comunque è quella giusta, soprattutto nella parte iniziale, con la descrizione dei rapporti tra questi ragazzini che non sanno cosa fare nel tempo libero, vivendo in pratica nel bel mezzo del nulla. La cittadina di New Granada in cui è ambientato il film è quasi un altro personaggio, con i suoi spazi enormi ed inquietanti.

Visto in una copia rimediata in rete, di buona qualità.

 

05 gennaio 2022

He Who Gets Slapped (Victor Sjostrom, 1924)

Lon Chaney truccato da pagliaccio.

Non vedevo un film muto da molto tempo, ma ho fatto volentieri un'eccezione per questo classico con il grandissimo Lon Chaney diretto da Victor Sjostrom.

La vicenda è ambientata in Francia. Chaney interpreta un certo Paul Beaumont, un geniale scienziato che arriva ad un importante risultato ma sul più bello viene tradito in modo miserabile dal barone Regnard, che gli soffia il merito della scoperta e - come se non bastasse - l'amore di sua moglie, schiaffeggiandolo davanti a tutti.

Completamente devastato, l'uomo fugge e decide di diventare un clown, ottenendo un notevole successo al circo come "Quello che prende gli schiaffi", protagonista di un numero triste ma che fa sbellicare tutto il pubblico. Quando il barone torna in scena, cercando di impalmare la bella cavallerizza di cui Chaney si è nel frattempo innamorato, l'uomo non ci vede più e decide di scatenare la sua vendetta contro l'ex amico.

Film malato, di notevole potenza espressiva. Ci sono molti momenti forti, quasi tutti dovuti alla stupefacente interpretazione di Chaney. Ma anche la regìa di Sjostrom merita una sottolineatura: basti vedere la sequenza in cui il barone liquida la sua amante (cioè la moglie di Chaney), risolta in un paio di inquadrature nelle quali si vede l'uomo che raccoglie guanti, cappello e bastone da passeggio da una sedia prima di uscire per sempre dalla vita della donna.

Il finale, con il leone che sbrana il barone e il conte Mancini (il viscido padre della bella cavallerizza) è degno dei coevi film di Tod Browning.

Visto in una copia trovata in rete, con cartelli in inglese.

Paradise (Stuart Gillard, 1982)

Phoebe Cates: non servono parole. Film-cult della mia fanciullezza, che ho rivisto dopo oltre 30 anni. Avrei fatto meglio a serbare la purez...