31 dicembre 2023

Vacanze di Natale (Carlo Vanzina, 1983)

Noi a Capodanno siamo dai Fürstenberg.

Ho rivisto per l'ennesima volta il film capostipite di un discutibile ciclo, questa volta addirittura in sala.

Non per tutti, immagino, ma per chi apprezza il genere è un titolo imprescindibile. Tolti due o tre momenti di comicità slapstick francamente evitabili (i soliti capitomboli sulla neve, la penosa gag dei manichini in vetrina), tutto funziona a meraviglia. De Sica, Jerry Calà, Mario Brega e il Dogui sono entrati nella leggenda, ma è doveroso citare anche la bravissima Rossella Como, qui nei panni della romana cafona arricchita.

Storica anche tutta la colonna sonora, che punteggia il film quasi senza sosta: un compendio degli anni ottanta, in pratica.

Visto al cinema in una proiezione speciale per i 40 anni dalla sua uscita.

29 dicembre 2023

Le foto proibite di una signora per bene (Luciano Ercoli, 1970)

I curiosi capelli di Pier Paolo Capponi.

Thriller italiano diretto dal bravo Luciano Ercoli.

La storia è classica, e già vista troppe volte: qualcuno cerca di far impazzire una giovane donna, Dagmar Lassander, e non si sa il perché. I sospettati sono il marito Pier Paolo Capponi, la migliore amica ed ex fidanzata di suo marito Susan Scott, nonché il misterioso Simon Andreu. Nessuna sorpresa particolare alla fine.

Film che parte in modo intrigante, ma che perde rapidamente interesse con l'accumulo di troppe situazioni stereotipate e lungaggini. Niente da dire sulla regìa, né sulle ambientazioni, che restano la cosa migliore della pellicola.

Niente nudi, pochissimo sangue: cosa che stupisce un poco visto il tipo di prodotto e l'anno di realizzazione. Susan Scott, moglie del regista, è splendida, mentre Pier Paolo Capponi sfoggia una inquietante acconciatura alla Big Jim.

Visto in un rip da bluray di ottima qualità.

Permette? Rocco Papaleo (Ettore Scola, 1971)

Mastroianni e il suo amico barbone.

Commedia amara diretta da Ettore Scola negli Stati Uniti.

Rocco Papaleo è un povero disgraziato che commette lo sbaglio madornale di invaghirsi di una stronza con la S maiuscola, incontrata per caso in una Chicago dove tutti parlano italiano. Da lì partono le disavventure dell'uomo, che invece di tornare a lavorare nella sua miniera in Alaska, decide di restare in città pur di poter rivedere la splendida ragazza, che per lui è come una specie di aliena venuta da un pianeta sconosciuto.

Molta carne al fuoco: razzismo, povertà, omosessualità, emarginazione. Il quadro generale è fosco. Alcuni personaggi sono scritti con un certo gusto, e la sequenza della prostituta (molto) minorenne è senz'altro audace. Ottimo il protagonista, ma anche Lauren Hutton se la cava bene, oltre a regalare un full frontal da applausi a scena aperta. C'è anche Luciano Bonanni in una piccola apparizione.

Visto in una copia rimediata fortunosamente.

27 dicembre 2023

Willard e i topi (Daniel Mann, 1971)

Ernest Borgnine.

Dramma orrorifico di buon livello, che purtroppo ho visto in una pessima copia.

Willard è un ragazzo 23enne maltrattato un po' da tutti, sul lavoro come a casa. Succube di una madre possessiva, trova degli inaspettati amici quando scopre dei topi nel giardino della sua abitazione. In qualche modo il ragazzo riesce a sviluppare un rapporto con i roditori, che gli sarà di grande aiuto per prendersi qualche rivincita, specialmente con il suo odioso capo, il grande Ernest Borgnine. Ma ogni medaglia ha il suo rovescio, ed anche per Willard le cose finiranno male.

Bel film, originale e disturbante il giusto, senza mai eccedere nell'effettaccio splatter.

Visto nel dvd italiano, una videocassetta riversata.

26 dicembre 2023

I due assi del guantone (Mariano Laurenti, 1971)

Franco Marsala e Ciccio Trapani.

Divertente farsa sul mondo del pugilato romano.

Certo, la storiella è esile. Franco e Ciccio si arrabattano facendo del loro meglio per mettere insieme il pranzo con la cena; a un certo punto Franco è costretto ad improvvisarsi campione di boxe per motivi alimentari, con le prevedibili conseguenze.

Umberto D'Orsi e - soprattutto - Mario Carotenuto sono grandiosi, e in mezzo a tante battutine un po' sciocche e gag ripetute 3 volte, ci sono anche momenti in cui si ride di gusto.

Visto nel dvd italiano, uscito credo solo in edicola.

Vivi ma non uccidere (Volker Schlondorff, 1967)

Il corpo da far sparire.
 

Film tedesco diretto da Schlondorff in pieno clima di contestazione.

E la cosa, purtroppo, si nota. La trama parla di una ragazza che uccide il suo ex fidanzato e ingaggia due balordi appena conosciuti perché la aiutino a sbarazzarsi del corpo. Tutto qui: non c'è altro.

Sfortunatamente, la volontà di evitare tutti i classici stereotipi del film di genere non è controbilanciata da una costruzione narrativa solida, o da una analisi psicologica dei tre protagonisti che sia un minimo approfondita. Si segue il film aspettando che accada qualcosa di interessante: ma si resta delusi. Anche la musica, scritta da Brian Jones dei Rolling Stones, non è certo memorabile.

Visto nel dvd italiano Sinister, che contiene un'intervista al regista molto più interessante del film stesso.

24 dicembre 2023

Complesso di colpa (Brian De Palma, 1976)

La valigetta abbandonata, momento-chiave.

Notevole thriller dello specialista Brian De Palma, uno dei suoi pochi titoli storici che non avevo ancora visto.

Palesemente debitore di Vertigo, questo Obsession è un raffinato film di atmosfera in cui funziona quasi tutto: dal cast alla musica, dai luoghi al montaggio. Ma su tutto domina una regìa di finissima ispirazione, che non arriva mai al virtuosismo eccessivo come - purtroppo - accadrà talvolta in alcuni lavori del regista, specialmente dagli anni Novanta in poi.

Anche il finale è di grande effetto, e viene risolto in modo stilisticamente impeccabile.

Visto nel dvd italiano Sinister recentemente commercializzato.

23 dicembre 2023

Aquile nell'infinito (Anthony Mann, 1955)

James Stewart a lezione.

Enfatico titolo italiano per questo vecchio film di Anthony Mann che in originale si chiama Strategic Air Command.

James Stewart è un ex militare dell'aviazione, che ora fa il giocatore di baseball. L'uomo viene richiamato per lavorare su un nuovo aereo, il B-36: crisi in famiglia, ma tutto finirà bene.

Se tutta la parte relativa agli aerei non dispiace, il film è azzoppato dalle vicende famigliari di Stewart e della mogliettina June Allyson. Molte scene di dialogo tra i due sono lunghe e statiche, e francamente annoiano. Bella invece la sequenza dell'atterraggio di fortuna dell'aereo tra i ghiacci.

Visto nel dvd italiano.

21 dicembre 2023

La vergine del Reno (Gilles Grangier, 1953)

Una fotobusta del film.

Ottimo film con Gabin, che interpreta un reduce dato ormai per morto che torna a Strasburgo dopo otto anni dalla fine della seconda guerra mondiale.

Sfortunatamente scopre che la moglie si è risposata con un suo ex tirapiedi, e la coppia ha sistematicamente derubato la società. Quando scoprono che l'uomo è sulla via del ritorno, i due decidono di farlo fuori, ma Gabin è abbastanza furbo da evitare certe trappole.

Bel film, che affronta un tema che in quegli anni era molto sentito, anche in Italia (vedi Letto a tre piazze con Totò). Prima mezz'ora molto intrigante, quando ancora non si sa bene chi sia quest'uomo misterioso che chiede un passaggio su una nave che solca il fiume Reno, e che sostiene di essere tedesco.

Visto in francese con sottotitoli su Netflix.

20 dicembre 2023

Vita privata di Sherlock Holmes (Billy Wilder, 1970)

Sherlock e il fido Watson.

Commedia gialla di Wilder che non avevo mai visto.

E avevo fatto male, perché si tratta di una storia gustosa, sceneggiata a partire dai noti personaggi inventati da Arthur Conan Doyle ma senza basarsi su nessuno dei romanzi della serie.

Scritto benissimo e diretto con la consueta, ineguagliabile classe, è forse poco chiaro nello sviluppo dell'ultima mezz'ora; ma è noto che la pellicola subì pesanti tagli dopo un'anteprima disastrosa. Così almeno raccontava lo stesso Wilder anni dopo.

Tocchi di delizioso humour inglese arricchiscono i due protagonisti, che sono bravi anche se un po' incolori a mio parere. Luoghi e scenografie sono di prim'ordine, mentre la fotografia flou è difficile da giudicare nella copia che ho visto su RaiPlay.

18 dicembre 2023

Anna Nicole Smith - La vera storia (Ursula Macfarlane, 2023)

Una immagine del trailer.

Lungo (oltre 110') documentario sulla squallida vicenda umana di Vicky Lynn Hogan, ragazzona texana diventata famosa con il nome d'arte di Anna Nicole Smith.

Spogliarellista, modella, attrice (per modo di dire), arrampicatrice sociale senza scrupoli: bisogna ammettere che il materiale certo non mancava, per fare un film su di lei. Dalle modeste origini in un paesino della Bible Belt, questa bambina cresciuta senza il padre si sposa a 17 anni, a 18 fa un figlio che poi abbandona per trasferirsi a Houston e fare lo striptease in un nightclub, dove incontra il miliardario 86enne J. H. Marshall, che sposerà tre anni dopo facendosi nominare erede universale. Seguono processi, battaglie legali, la nascita di una figlia il cui padre resta ignoto per anni, la morte accidentale del figlio di 20 anni, sbalzi di peso di 30-40 chili, la tossicodipendenza eccetera eccetera. Il tutto fino alla morte per overdose di farmaci in Florida, quando la Smith aveva 39 anni.

Il taglio del documentario è sensazionalistico, ma del resto come avrebbe potuto essere diversamente. Curioso, comunque. Per una serata trash.

Visto su Netflix.

 

Lo specchio (Andrej Tarkovskij, 1975)

Il fienile in fiamme.

Oltre un anno di riprese - sembra - per quest'opera di Tarkovskij, girata parte a colori e parte in bianco e nero.

Si tratta del primo film del noto regista sovietico che tento di vedere, e scrivo "tento" perché dopo circa 40 minuti mi sono arreso. Non ci ho capito quasi niente: troppi sottintesi, immagino. Le varie sequenze sembrano slegate tra loro, anche se un minimo di atmosfera l'ho avvertita. La poesia che si sente all'inizio per esempio è bellissima, e scopro ora che era opera del padre del regista: ma è un po' poco per i miei gusti. Forse proverò a vedere qualche suo altro titolo meno ostico, magari Stalker.

Visto in una copia rimediata fortunosamente.

17 dicembre 2023

Nove ospiti per un delitto (Ferdinando Baldi, 1977)

L'irreale bellezza di Caroline Laurence.

Già visto 7 anni fa e totalmente rimosso, è un discreto thriller con il classico gruppo di persone isolate che pian piano inizia ad essere decimato da un killer misterioso.

Nella fattispecie siamo su una splendida isoletta, e ovviamente non ci sono né radio né telefono. Baldi dirige con un certo stile, avendo a disposizione una sceneggiatura piatta e che non riserva vere sorprese. Prevale quindi il lato erotico/zozzonesco, anche se c'è da dire che la ragazza più bella (Caroline Laurence) è l'unica che non si spoglia.

Le coppie si tradiscono tutte, o quasi. Il che dovrebbe servire a creare una serie di possibili moventi, almeno all'inizio. Il bravo Venantino Venantini è quello che fa la fine peggiore di tutti, ahilui.

Visto in una copia in HD di origine ignota.

16 dicembre 2023

Otto e mezzo (Federico Fellini, 1963)

La memorabile scena del cimitero.

Ho rivisto ieri per l'ennesima volta questo meraviglioso film, uno dei miei due o tre preferiti in assoluto.

E come sempre ho provato emozione, ammirazione e talvolta persino autentico stupore per l'immenso livello tecnico di tutto l'insieme. Si susseguono una serie di scene visivamente splendide e con dialoghi che colpiscono e fanno riflettere. In particolare, la sequenza onirica in cui Guido incontra i genitori al cimitero è ogni volta devastante, per me.

Non credo che Fellini abbia mai più raggiunto vette del genere. E come lui, nessun altro. Non c'è un momento che presti il fianco non dico ad una critica, ma anche solo ad un semplice dubbio. Due ore e un quarto che passano con la velocità delle cose troppo belle per durare.

Eminenza, io non sono felice, dice a un certo punto Guido al vecchio cardinale. Per certi versi, il film è racchiuso tutto in questa semplice battuta.

Visto nel bluray italiano.

Una donna pericolosa (Christine Pascal, 1984)

Berry e la Huppert.

Noir erotico francese con la bella Isabelle Huppert in un ruolo molto negativo. Il titolo originale è La garce.

Credevo meglio: qualcosa nello svolgimento della storia non funziona come dovrebbe. Non c'è molta chiarezza, e fin qui ok: il problema è che le motivazioni dei personaggi restano fumose. Richard Berry se la cava, mentre Vittorio Mezzogiorno è ottimo, oltre che decisamente adatto a un ruolo del genere. In un paio di sequenze parla anche italiano.

Visto su Netflix in francese con sottotitoli, anche se a suo tempo venne regolarmente doppiato per l'uscita nelle nostre sale.

15 dicembre 2023

Culo e camicia (Pasquale Festa Campanile, 1981)

Pozzetto e la sua Lancia Gamma coupé.

Commedia in due parti con due campioni di incassi del periodo.

Nel primo episodio Enrico Montesano è un imbranato tecnico di una tv privata romana. Vorrebbe diventare telecronista nonostante sia balbuziente, ed è innamorato di Daniela Poggi che però non lo fila proprio. I suoi sogni si realizzeranno entrambi, grazie ad un paio di scarpe miracolose. Nel secondo, Pozzetto e Mastelloni sono una ricca coppia gay a Milano, finché il primo incontra Maria Rosaria Omaggio, che mette in crisi l'orientamento sessuale del buon Renatone.

Il primo segmento è curioso e godibile, anche se non si ride mai. C'è il grande Gianni Agus però, nei consueti panni del burbero capoufficio. Più divertente la seconda metà, con Pozzetto omosessuale vacillante: fantastica la sequenza in cui finge di telefonare piangendo alla mamma in una cabina telefonica. Mastelloni poi è bravissimo, in una parte che gli era senz'altro congeniale.

La colonna sonora di Detto Mariano a un certo punto plagia The Great Gig in the Sky dei Pink Floyd in modo palese; cose che capitavano, a quel tempo.

Rivisto dopo anni nel dvd italiano Filmauro.

13 dicembre 2023

Piccola posta (Steno, 1956)

Sordi assediato dai creditori.

Commediola di Steno con la coppia Sordi-Valeri.

In realtà Albertone appare soltanto dopo 40 minuti, perché la trama si regge perlopiù sulla rubrica che Franca Valeri tiene su un rotocalco, che dà modo di narrare diverse storielle più o meno divertenti. Nel secondo tempo invece si approfondisce la vicenda di Sordi e del suo ospizio, ma in verità le due parti sono amalgamate in modo maldestro.

Certo Sordi è scatenato, e regala almeno una sequenza eccellente: quella del coro delle vecchine. Per il resto si tratta di un filmetto dimenticabile, tanto che lo avevo già visto nel 2014 e me ne sono ricordato solo a metà visione. Pace. 

C'è anche Peppino De Filippo in un ruolo secondario. Sergio Raimondi è doppiato da Nino Manfredi.

Visto nel dvd italiano.

12 dicembre 2023

I picari (Mario Monicelli, 1987)

I due protagonisti.

L'ultimo grande film di un maestro.

Girato quasi interamente in Spagna con notevoli mezzi, ha degli splendidi esterni, un cast di prim'ordine e una sceneggiatura ben congegnata. Giancarlo Giannini è fantastico con la sua voce insolitamente bassa, mentre il pur bravo Enrico Montesano si concede qualche incongrua scivolata nel romanesco.

I vecchi leoni Gassman e Manfredi hanno due ruoli minori ma incisivi, specialmente il primo, qui nei panni di un nobile decaduto ed affamato ma che mantiene ad ogni costo la sua dignità. Bella anche la canzone che apre e chiude il film, scritta da Lucio Dalla.

Film che ho visto molte volte fin da ragazzino, ora disponibile in un'ottima versione in HD, che valorizza la bella fotografia di Tonino Nardi.

Parenti serpenti (Mario Monicelli, 1992)

Una scena di gruppo.

Commedia nera diretta dall'ultrasettantenne Monicelli.

Prima parte francamente noiosetta, con il cenone natalizio di questa famiglia abruzzese che si riunisce a casa dei vecchi genitori. Il film prende vita dopo circa 50 minuti, quando la mamma sgancia finalmente la bomba: ha deciso di andare a vivere con uno dei 4 figli, e scelgano pure loro chi sarà il fortunato. Finale amaro, benché poco probabile.

Troppi difetti inficiano la riuscita di un soggetto che avrebbe meritato miglior fortuna: la continua, insistita e ridondante voce fuori campo del bambino, la confezione piattamente televisiva (fotografia mediocre, musica agghiacciante) nonché la frase volgare di Alessandro Haber quando ammette di essere omosessuale, cosa peraltro già chiara a tutti. Una stonatura evitabile.

Tra i pregi, le prove di Marina Confalone e Cinzia Leone, entrambe bravissime. Meno in bolla i maschi, compreso il vecchio Paolo Panelli, nella parte del vecchio rimbabito guardato da tutti con compassione.

Visto su Netflix.

10 dicembre 2023

Sedotti e bidonati (Giorgio Bianchi, 1964)

Una fotobusta del film.

Discreto film con Franco e Ciccio, che parte da uno spunto curioso ma - come spesso accadeva nei film della coppia - tirato un po' troppo per le lunghe.

Comunque si ride, tra giochi di parole ed equivoci. Franco è ancora nella fase in cui caricava di smorfie quasi ogni scena, mentre Ciccio è già misurato com'era nel suo stile. Appaiono anche Lino Banfi e Dino Cassio. Qualche bella battuta (Champagne? Sì, mezzo litro... con ghiaccio!) e la musica del maestro Rustichelli, proprio come nel film di Germi qui parodiato.

Visto su DailyMotion.

Lady Frankenstein (Mel Welles, 1971)

Paul Muller e Rosalba Neri.

Divertente piccolo horror gotico girato in Italia da un regista americano.

Non è il mio genere di film, eppure l'ho trovato gustoso. La sceneggiatura fa acqua in diversi punti, però la storia in qualche modo mi ha preso, e Rosalba Neri è deliziosa come sadica e viziosa figlia del dottor Frankenstein (Joseph Cotten, strabollito), intenzionata a portare avanti il lavoro del babbo ormai defunto.

I trucchi (di Carlo Rambaldi, nientemeno) sono un punto dolente, soprattutto quello della creatura: sarebbe stato meglio mostrarla molto meno, e soltanto nel finale. Comunque nella sua rozzezza è un film che funziona benissimo. Notevole il doppiaggio italiano, con le voci di Mario Feliciani, Paolo Ferrari, Giampiero Albertini ed Oreste Lionello, tra gli altri.

Visto nell'ottimo bluray inglese Nucleus, che contiene una versione da 99' senz'altro ben più lunga di quella vista nelle nostre sale 50 anni fa.

08 dicembre 2023

Stark System (Armenia Balducci, 1980)

Una scena di gruppo.

Sfiziosa satira del poliziesco italiano diretta da una semi-esordiente, che nel 1980 era anche la fidanzata di Volonté.

Film che ho inseguito per almeno 15 anni, prima che saltasse fuori una copia dalla Cineteca Nazionale, seppure con un tremendo marchio sovraimpresso che ha reso meno gradevole la visione.

Volonté interpreta Divo Stark, un uomo mediocre se proprio non vogliamo definirlo un imbecille completo. Protagonista di numerosi polizieschi di successo, è però costretto a farsi doppiare da un altro attore (Pino Locchi, praticamente nel ruolo di sé stesso) perché dotato di una fastidiosa vocetta nasale, che Volonté porta avanti incredibilmente per tutto il film. L'uomo, che ha alle spalle un matrimonio fallito, vive insieme alla sua controfigura (Glauco Onorato, grandioso), che gli fa anche da segretario e tuttofare.

Se la regìa è acerba e spesso tende alla lungaggine, il film resta comunque molto godibile e divertente, sia per come mette in scena un pezzo del nostro cinema del tempo, sia per la prova di Volonté. Belle anche le musiche di Morricone, per quanto sappiano vagamente di già sentito. Alcuni attori secondari sono rivedibili, su tutti il pessimo Gianluigi Chirizzi.

Visto nella copia della Cineteca Nazionale.

Linciaggio (Joseph Losey, 1950)

Il povero Paul incontra i genitori.

Secondo film di Losey, è un dramma abbastanza convenzionale che narra lo scontro tra americani wasp e latinos in un sobborgo della California.

Il giovane Paul Rodriguez, di ovvie origine messicane, scappa dopo una rissa nella quale ha rifilato, per errore, un pugno a un poliziotto. Da lì inizia la sua rovina, dato che la gente inizia ad accusarlo delle peggiori nefandezze possibili e immaginabili.

C'è da dire che nel film non c'è traccia del linciaggio che il titolo italiano inserisce in modo surrettizio. Alla fine la marmaglia si scalda e distrugge la redazione del quotidiano locale, che aveva giustamente difeso il ragazzo dalle false accuse, ma più di questo non accade.

Diretto con un certo stile, non va al di là di un blando interesse, anche se la critica a polizia e mezzi di comunicazione è senz'altro marcata.

Visto nel dvd italiano, che presenta un doppiaggio posteriore al film di almeno 30 o 40 anni.

06 dicembre 2023

Festa per il compleanno del caro amico Harold (William Friedkin, 1970)

Harold arriva alla sua festa.

Tra i primi lavori di Friedkin, è un buon film tratto da una pièce su un argomento per l'epoca scabroso: l'omosessualità maschile.

Al di là della sua importanza storica, di cui oggi francamente poco importa, il film tradisce la sua origine teatrale in modo fin troppo evidente: ci sono nove personaggi in un appartamento a New York, senza nessuna vera digressione esterna, con dialoghi serrati e praticamente senza tregua per quasi due ore di durata. La prima mezz'ora è noiosetta, poi però il film migliora quando entra in scena Harold, personaggio bizzarro e affascinante: da lì esplodono i contrasti tra i vari amici e amanti omosessuali, cattiveria dopo cattiveria.

Il quadro complessivo è sconsolante: resta l'amaro in bocca a fine visione. Attori poco noti e tutti bravissimi, con una menzione speciale per Leonard Frey, l'Harold del titolo italiano.

Visto nel dvd Sinister.

05 dicembre 2023

Tre passi a nord (William Lee Wilder, 1951)

Fabrizi e Lloyd Bridges.

Curioso fumettone noir americano girato in Italia da una troupe mista.

Frank (Lloyd Bridges) è un soldato americano di origine italiana che viene rimpatriato e messo in carcere per aver fatto del contrabbando qui da noi. Esce dopo 4 anni e torna subito ad Amalfi, dove aveva sotterrato il suo gruzzolo giusto poche ore prima di venire arrestato. Tre passi a nord di un certo albero, da cui il titolo. Recuperare i soldi sarà però più difficile del previsto, e alla fine l'uomo avrà una brutta sorpresa.

Fa davvero specie vedere insieme Lloyd Bridges ed Aldo Fabrizi, nel contesto peraltro di un film povero di idee e diretto in modo scolastico. La trama è tenuta in piedi dalla voce fuori campo, che non dà tregua per minuti e minuti. Roberto Murolo appare in un paio di sequenze, giusto il tempo di cantare Scalinatella, uno dei suoi classici.

Visto in una copia di origine ignota, rovinata da un tremendo fuori sincrono.

 

03 dicembre 2023

Lulù (Fernando Cerchio, 1953)

Valentina Cortese è Lulù.

Dramma sentimentale diretto dal bravo Fernando Cerchio, regista oggi più noto per la sua collaborazione con Totò.

Siamo nella Milano di inizio secolo. Lulù è una ballerina di rivista che, in poche parole, fa la mantenuta. Pur innamorata di un bel giovane  (l'insipido Jacques Sernas), non disdegna di amoreggiare con altri facoltosi personaggi. Dopo il matrimonio la situazione non cambia, anzi finisce col peggiorare quando sbuca a sorpresa un suo vecchio amante (Marcello Mastroianni, doppiato da Emilio Cigoli). Finale tragico: del resto la bella Lulù doveva pur pagare il fio delle sue scelleratezze.

Buon film, un po' accademico. Valentina Cortese è deliziosa nel dar vita a questa svenevole e bugiardissima ragazza. Nel cast si apprezzano anche gli ottimi Luigi Pavese, Mario Ferrari e Paola Borboni. Lo sfondo milanese è soltanto teorico, dato che tutta l'ambientazione è in interni. Alla pellicola collaborarono i futuri registi Bruno Mattei, Osvaldo Civirani e Mario Caiano.

Visto in una copia di origine ignota.

I lunghi giorni delle aquile (Guy Hamilton, 1969)

Hitler, visibile solo in campo lungo.

Grandioso sforzo produttivo per questo bellico, che narra la leggendaria battaglia d'Inghilterra (Battle of Britain è il titolo originale) combattuta tra tedeschi ed inglesi nell'estate del 1940.

Film lungo (132') e deludente: troppi personaggi senza nessuno spessore, anche se tutti affidati ad attori di indiscusso talento. Lodevole la scelta di non rappresentare i nazisti in modo schematico, ma il film annoia, con le sue lunghe e spesso incomprensibili sequenze aeree. Tronfia anche la colonna sonora.

Visto nel bluray Sinister, che comprende anche un documentario di circa 50 minuti, molto più interessante e godibile del film stesso.

01 dicembre 2023

La lupa (Alberto Lattuada, 1953)

May Britt in preghiera.

Bel dramma erotico di Lattuada, tratto da un racconto di Pirandello.

La lupa del titolo è Kerima. Prima la donna ha un flirt con Ettore Manni, poi si arrende al fatto che lui le preferisca la giovane figlia, May Britt. Così i due si sposano, ma la madre resta a vivere con la coppia, e sorgono ovvi problemi che porteranno alla terribile quanto inevitabile catarsi finale.

Bel film, torbido quanto basta nella rappresentazione di uno strano triangolo erotico e con una suggestiva ambientazione. Kerima è brava, anche se troppo giovane per il ruolo: aveva solo 28 anni all'epoca delle riprese. Peraltro leggo che campa ancora oggi, vispa 98enne.

La chiesa del matrimonio tra Nanni e Maricchia è quella della Madonna santissima delle virtù a Matera, dove è stato girato tutto il film:


Visto in una copia da 35 mm.

Soldati - 365 all'alba (Marco Risi, 1987)

Amendola e Benvenuti ai ferri corti. Bel film di Marco Risi, che racconta un anno di naja in una caserma friulana. Tanti personaggi più o me...