30 marzo 2022

Suor Omicidi (Giulio Berruti, 1979)

Paola Morra in abito da suora: niente male.

Folle thriller erotico con troppe situazioni trash per poterle anche solo enumerare tutte in poche righe.

Anita Ekberg, invecchiata malissimo, è una suora mezza matta che si aggira per un cronicario trattando tutti a pesci in faccia, dai malati ai medici, fino alle altre suore infermiere. Sfortunatamente per lei inizia a morire un po' troppa gente, e i sospetti convergono molto rapidamente sulla donna: sorpresa finale.

Film godibilissimo, a modo suo. Berruti gira e monta in modo particolare: basti vedere le sequenze oniriche/allucinatorie con la Ekberg che sragiona. Certo, non manca qualche motivo di perplessità: su tutti la scelta di Joe Dallesandro come medico, ma sono dettagli. Del resto siamo dalle parti dell'exploitation più grezza, e non c'è troppo da fare i sofistici.

Anche qui si giunge al classico, improbabile e persino disonesto colpo di scena finale, dal quale veniamo a scoprire che la vera responsabile delle misteriose morti in ospedale era in realtà la suorina Paola Morra (bona come il pane). Amen.

Visto nel dvd spagnolo, in odore di qualche taglietto ma forse è solo una mia maliziosa supposizione.

Il coltello di ghiaccio (Umberto Lenzi, 1972)

Una scena del film.

Questo giallo di Lenzi con Carrol Baker non è il miglior prodotto della collaborazione tra il sanguigno regista toscano e la brava attrice, che verso la quarantina ebbe una discreta esperienza italiana, prendendo parte a una dozzina di nostri film.

L'atmosfera funziona solo a tratti: temporali, black-out improvvisi, fugaci capatine notturne al cimitero. Insomma si procede accumulando situazioni stereotipate, per arrivare ad un finale a sorpresa, come sempre in questo tipo di pellicole, ma francamente un po' tirato per i capelli.

Certo la Baker rende molto bene il suo personaggio muto; la sua menomazione dona una certa originalità a diverse sequenze, in special modo quando la donna usa il telefono, grazie a un codice predefinito. Inquietante Eduardo Fajardo, che veste i panni del personaggio costruito a tavolino di modo che tutti i sospetti convergano implacabilmente su di lui. Ovviamente si scoprirà che non ha nulla a che vedere con gli omicidi. Debole il commissario di Franco Fantàsia, qui anche aiuto-regista di Lenzi.

Tra le bizzarrie del plot, la villa sorvegliata dalla polizia 24 ore su 24 che però ha un cancello sulla strada che viene lasciato sempre aperto, senza problemi.

Visto in una copia derivata da un recente bluray.

 

28 marzo 2022

Quelli della calibro 38 (Massimo Dallamano, 1976)

Il commissario impartisce i primi ordini.

Ho rivisto dopo anni questo discreto poliziesco di Dallamano, purtroppo al suo ultimo film; il bravo regista morirà infatti a pochi mesi dalla sua uscita.

Impossibile non apprezzare una pellicola la cui prima battuta è "Marsigliese, arrenditi!". Trainata dalla bella musica di Stelvio Cipriani, racconta il duello tra un commissario e uno spietato bandito, che a inizio film non esita a uccidere sbrigativamente la moglie del poliziotto per vendicarsi dell'assassinio del fratello.

La vicenda di per sé comunque non è il massimo della vita: questa squadra speciale messa su in fretta e furia non funziona mai davvero, e anche le sequenze acrobatiche dell'equipe di Sergio Mioni non sono tra le migliori del genere. Si salva solo la celebre scena della 127 rossa che sale su un treno-bisarca, ma come è noto quella parte del film venne riciclata da uno spot pubblicitario Fiat, farina del sacco del leggendario Remy Julienne.

Il cast è composito. Bozzuffi fa quello che deve, e Rassimov è perfetto per il ruolo, con quella faccia. Carole André è messa dentro giusto per avere un volto femminile, ma fa davvero poco e il pessimo doppiaggio italiano non la aiuta, anzi.

Visto nell'ottimo bluray Arrow.

 

22 marzo 2022

Cristiana monaca indemoniata (Sergio Bergonzelli, 1972)

Una fotobusta del film.

Tonaca-movie di quelli bizzarri, firmato dall'ineffabile Sergio Bergonzelli.

Cristiana è una disibinita ragazza moderna. Credendo di precipitare con l'aereo, promette di farsi suora, se riuscirà a salvarsi. Detto, fatto: scende dal velivolo ed entra in convento, contro il parere di tutti, sua madre in primis.

Chiaramente la sua vocazione non è proprio ferrea, il che dà spazio a una serie di incontri erotici etero e lesbo più o meno soft a seconda della versione del film che vi capiterà di vedere, dato che furono girate sequenze più spinte per i mercati esteri, com'era uso in quel periodo.

Dialoghi deliranti, logica narrativa zoppicante: tutto è molto bergonzelliano, a partire dalla ridicola sequenza con un modellino di aereo col motore in fiamme che apre il film.

Ovvio finale tragico, dopo che la nostra eroina (tale Toti Achilli: chi era?) ha finalmente gettato il velo alle ortiche e si è messa a fare il mestiere più antico del mondo. Ma il senso di colpa preme: catartico suicidio finale, titoli di coda. Amen.

Visto nel bluray Severin, che contiene la versione americana (corta, ma hard) e quella italiana (soft, ma più lunga di 10').

20 marzo 2022

SS Lager 5 - L'inferno delle donne (Sergio Garrone, 1977)

Le ragazze scelte per il bordello degli ufficiali.

Il nazierotico, genere infame come nessun altro mai prodotto dal nostro cinema. Sergio Garrone, fratello del più noto Riccardo e regista di una dozzina di pellicole, si dedicò al filone con due film: questo, e il precedente Lager SSadis Kastrat Kommandatur. I titoli dicono già molto, obiettivamente.

La storia è quella di un gruppetto di prigioniere ebree che cerca di evadere da un lager, chiaramente dopo averne subite di ogni. Ma soprattutto prima che arrivino i russi, dato che i nazisti hanno già pianificato di eliminare tutti i superstiti del campo e dare fuoco all'intera baracca.

Debbo dire - con tutta sincerità - che questi film hanno esercitato per molto tempo un fascino morboso, su di me. Arrivati a una certa età, però, si finisce addirittura con il vergognarsi di averli in casa. Utilizzare l'olocausto come pretesto per uno squallido film di pura exploitation... mah. Starò invecchiando io, immagino. Almeno l'accostamento tra il girato e alcune vere sequenze filmate nei lager avrebbero potuto risparmiarcelo, comunque.

Prodotto con due lire e con pochi attori, all'insegna di un minimalismo poveristico che accresce ulteriormente il disagio della visione, il film non offre granché dal punto di vista erotico, mentre è senz'altro prodigo di scene violente, tra torture varie e qualche rogo dall'effetto involontariamente comico. Belle le musiche del maestro Pregadio, peraltro in odore di riciclo. Anche il lager è ricostruito molto rozzamente.

Visto nel dvd ceco della Ritka, quasi certamente non integrale. Me ne farò una ragione.

 

19 marzo 2022

Poliziotto sprint (Stelvio Massi, 1977)

Un poster del film.

Merli in versione più sbarazzina del solito in questo poliziesco particolarmente noto tra gli appassionati di inseguimenti.

Visti gli incassi dei poliziotteschi duri e puri, già in calo in quel 1977, si tentò di dare una rinfrescata al protagonista principale del genere: qui Merli è senza baffi, ha i capelli corti, si doppia da solo (purtroppo) ed è molto diverso dal commissario incazzoso e tutto d'un pezzo dei suoi film precedenti. Anzi, qui non è nemmeno commissario: è un normale agente di polizia particolarmente bravo al volante, tutto qua.

La trama non è niente di clamoroso, ma a lasciare perplessi è soprattutto la prova di Merli. Fin dalle prime inquadrature inizia ad irritare lo spettatore, esagerando con la recitazione e finendo in breve per risultare altamente antipatico. Oltretutto, per una delle sue pericolose idiozie mentre guida, causa la morte del suo collega Orazio Orlando, cosa che certo non contribuisce ad accattivargli la simpatia del pubblico.

Ad ogni modo il film è girato come si deve, pur essendo un fumettone, ed intrattiene in modo onesto. A farla da padrone sono gli stunt dell'equipe di Remy Julienne, lasciata a briglia sciolta. Spettacolare, tra tutte, la sequenza delle due auto che vanno giù per la scalinata di Trinità dei Monti, scena oggi impensabile. Peccato solo per la scelta di far doppiare il Nizzardo (interpretato da Angelo Infanti) da Peppino Rinaldi, che in pratica riprende l'accento ridicolo che aveva quando dava voce all'ispettore Clouseau di Peter Sellers. La presenza femminile di Lilli Carati è talmente insignificante da farsi quasi dimenticare già sui titoli di coda.

Visto nell'ottimo bluray Arrow.

16 marzo 2022

Gli assassini sono nostri ospiti (Vincenzo Rigo, 1974)

La bella Margaret Lee.

Thriller poliziesco prodotto e girato a Milano con un discreto cast.

Dopo una rapina ad una gioielleria finita nel sangue, tre banditi si nascondono nella villa di un medico, sequestrando lui e la moglie, in attesa che le acque si calmino un poco. Nasce quindi la classica situazione ad alta tensione, tra i padroni di casa e i malviventi. La storia riserva poi un doppio colpo di scena finale, gustoso anche se non troppo logico.

Sulle tracce degli assassini c'è il disincantato commissario parolacciaro interpretato dal buon Luigi Pistilli, che risbuca fuori nel finale dopo essere sparito dalla storia per 45 minuti buoni. La caratterizzazione di tutti i personaggi è elementare, e soprattutto il capobanda francese - che raggiunge alla fine gli altri tre complici - è un po' troppo caricaturale.

Buon film, nella sua povertà produttiva: forse la parte centrale soffre di una certa ripetitività nelle situazioni, ma nel complesso non ci si annoia, anche grazie alla tensione erotica della sequenza tra Livia Cerini e Margaret Lee, osservate dal viscido Giuseppe Castellano nell'altra stanza. Gianni Dei, per fortuna, si vede pochissimo e muore in fretta senza lasciare alcun rimpianto.

Visto in una copia da dvd tedesco con audio italiano appiccicato sopra.

 

15 marzo 2022

Frenzy (Alfred Hitchcock, 1972)

L'inquietante maniaco al lavoro.

Penultimo lavoro del grande regista inglese, è un solido thriller costruito su una sceneggiatura di ferro. La polizia è sulle tracce di un temibile serial killer, che è solito strangolare le sue vittime (tutte femmine) con una cravatta. Purtroppo gli indizi si accumulano inesorabilmente contro la persona sbagliata...

Girato a Londra, è un film molto gradevole da seguire, soprattutto per la rigorosa logica dell'intreccio. Non che Hitchcock manchi di regalare qualche finezza registica, anzi; e un certo humour stempera alcune sequenze di particolare tensione emotiva. Il cast, composto di attori non particolarmente noti, è ben diretto; ottimo Barry Foster nel difficile ruolo del killer psicopatico nascosto dietro una facciata di melliflua cortesia.

Visto nel bluray italiano.

Storia di una monaca di clausura (Domenico Paolella, 1973)

La Giorgi e la Spaak.
 

Dramma erotico conventuale girato nel periodo di massimo successo del sotto-genere.

La Giorgi è una novizia costretta ad entrare in convento suo malgrado. Passato lo shock iniziale, fa conoscenza delle sue consorelle, tra le quali spicca indubbiamente Catherine Spaak, e della madre superiora Suzy Kendall, che fin da subito mostra di avere un debole per lei. 

Bel film, se si ama il genere. Tecnicamente è realizzato con una certa cura: luci e scenografie, ma anche la musica di Piero Piccioni sono di ottimo livello. Anche il cast è di prim'ordine, se si esclude la Giorgi, per me attrice mediocre. Del resto le si chiedeva sostanzialmente di attraversare il film mezza nuda, e questo ha fatto.

Curiosamente, la pellicola non offre momenti saffici significativi, cosa alquanto insolita in questo tipo di film.

Visto in una ottima copia, derivata dal bluray Severin.

12 marzo 2022

La fiera delle illusioni (Edmund Goulding, 1947)

Una scena del film.

Notevole dramma con il grande Tyrone Power in un ruolo negativo. L'attore interpreta un imbonitore da fiera che riesce - sgomitando - a mettere su un numero tutto suo, diventando un sensitivo. Ovvero un ciarlatano che riesce a far credere alla gente di essere in grado di leggere nel pensiero usando dei trucchetti.

L'ascesa del protagonista è ben raccontata, anche se non ci sono picchi narrativi particolarmente forti. Un punto a favore della pellicola è senz'altro l'ambientazione: il mondo delle fiere ambulanti è descritto con un certo gusto, senza nemmeno addolcire troppo la pillola. Certo, qualche dialogo è un po' ingenuo: ma la cosa non disturba più di tanto.

Power raggiunge il successo grazie al suo talento e - soprattutto - alla sua mancanza di scrupoli; ma è destinato fatalmente a pagare il prezzo delle sue cattive azioni. Impressionante la parte finale del film, con il protagonista imbruttito (dal trucco) e ridotto a fare il fenomeno da baraccone per sopravvivere.

Visto nel dvd A&R, che contiene un ridoppiaggio anni ottanta.

10 marzo 2022

Centoventi contro novecento (Alessandro Scillitani, 2019)

Un'immagine della casa-museo di Pasolini in Friuli.

Breve (55') documentario sulla leggendaria partita di calcio tra le due troupe di Salò e Novecento.

Disputata a Parma domenica 16 marzo 1975, venne organizzata soprattutto per offrire a Pasolini e Bertolucci un'occasione per riconciliarsi, dopo qualche storia tesa dovuta - sembra - alla critica negativa che il primo fece a Ultimo tango a Parigi. Chissà. Per la cronaca, la squadra di Bertolucci vinse 5-2.

Non che al regista parmense interessasse in alcun modo il fùtbol, beninteso: l'appassionato dei due era ovviamente Pasolini, gran tifoso del Bologna e calciatore dilettante.

Chiaramente la partita è un pretesto per parlare dei due registi, dei loro film e - soprattutto - della tragica fine che attendeva il regista friulano di lì a pochi mesi. Bel documentario, che fa venir voglia di approfondire il rapporto complesso tra i due, BB contro PPP. Imperdibili i commenti di alcuni membri romani delle due troupe.

Visto nel dvd italiano.

08 marzo 2022

La tua presenza nuda (Andrea Bianchi, 1972)

La Ekland si mostra al figliastro.

Notevole thriller ambiguo e d'atmosfera diretto (forse) da Andrea Bianchi. La copia che ho visto, infatti, attribuisce la regìa a tale James Kelly. Boh, vai a sapere.

Ad ogni modo la storia ruota attorno all'insano rapporto tra il piccolo e malefico Mark Lester e la matrigna Britt Ekland, che non tarda a capire che qualcosa in quel bambino non è proprio a posto; ma vallo a spiegare al padre, Hardy Kruger. 

Film di buon livello, che non cade nella facile scorciatoia degli spaventi da due soldi, con porte che sbattono, urlacci o cose del genere. Apprezzabile anche la direzione degli attori, sebbene la Ekland fosse attrice mediocre, di suo. Da sottolineare anche la bella colonna sonora, opera di Stelvio Cipriani. Il finale poi è ad effetto.

Visto in una copia integrale (almeno credo) in inglese, con sottotitoli italiani.

02 marzo 2022

Il prete sposato (Marco Vicario, 1970)

 

La Podestà e Lando Buzzanca.

Uno dei tanti film girati da Marco Vicario e che sono oggi di difficile reperibilità.

Buzzanca è un prete trasferito a Roma dal suo paesello siciliano; l'impatto con la realtà della metropoli lo sconvolge, tra ragazze che girano seminude e le abitudini sessuali quantomeno disinvolte che deve ascoltare di continuo in confessione.

A turbare l'uomo è però soprattutto l'incontro con una prostituta (Rossana Podestà), di cui in breve si innamora perdutamente, pur non volendo ammettere la cosa nemmeno a sé stesso. Alla fine Buzzanca preferisce dimenticare la donna, evitando lo scandalo.

Un buon film, nel quale il tema del celibato sacerdotale non è affatto centrale come parrebbe dal titolo. Siamo più dalle parti della commedia erotica, anche se Buzzanca è ancora molto misurato, a differenza di quanto farà in molti suoi lavori successivi. Ottimo il cast secondario: Enrico Maria Salerno, Salvo Randone (doppiato da Corrado Gaipa, come nel coevo Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri) e soprattutto Luciano Salce, molto divertente nei panni di un disincantato monsignore. C'è anche la Melato, in un piccolo ruolo.

Visto in una copia da fonte ignota.

Soldati - 365 all'alba (Marco Risi, 1987)

Amendola e Benvenuti ai ferri corti. Bel film di Marco Risi, che racconta un anno di naja in una caserma friulana. Tanti personaggi più o me...