30 settembre 2023

Il compromesso erotico (Sergio Bergonzelli, 1976)

I due protagonisti.

Parodia di don Camillo con Pupo De Luca e Ria De Simone virata sul pecoreccio.

Ennesimo film di Bergonzelli che tento faticosamente di vedere: stavolta sono arrivato a circa mezz'ora, non di più. L'umorismo è infantile, e il doppiaggio farsesco non aiuta, così come il cast: Alfredo d'Ippolito, già visto in Brutti sporchi e cattivi, ha il ruolo più imbarazzante.

Visto nella copia trasmessa dalla reti Mediaset.

29 settembre 2023

Ora non ricordo il nome (Michele Coppini, 2016)

Un poster del film.

Pessimo, terribile documentario sui caratteristi italiani.

Se pure qualche intervista ha momenti interessanti (Sandro Ghiani su tutte, ma anche Isa Gallinelli e Camillo Milli) il livello dell'operazione resta complessivamente agghiacciante. I siparietti con il regista e il suo amico videotecaro sono imbarazzanti, e viene da chiedersi chi, sano di mente, possa ridere per questo tipo di cose nel 2016. Oltretutto si prendono metà o quasi del tempo. La solita, incomprensibile autoreferenzialità di molti carneadi che nessuno conosce e di cui nessuno si è mai interessato. Puah.

 

70 minuti buttati via. Visto nel dvd italiano.

28 settembre 2023

La clinica dell'amore (Renato Cadueri, 1976)

Dirce Funari a rapporto.

Prima, ovvia domanda: chi caspita era Renato Cadueri?

Da quel poco che si sa, pare fosse un tecnico del missaggio, e certamente non un regista: cosa che non stupisce, durante la faticosa visione di questo suo lavoro.

Si tratta infatti di un filmetto dilettantesco, permeato da un umorismo infantile e ripetitivo (il povero Gino Pagnani viene chiamato cretino almeno sessanta volte) e con l'unico motivo di interesse nel cast femminile, senz'altro apprezzabile. Ci sono infatti la bella e sfortunata Ria De Simone, Sofia Dionisio, Alena Penz e anche - in un ruolo minore - la splendida Dirce Funari, qui in versione biondo platino.

Spiace vedere un discreto caratterista come Gianni Solaro in questo pasticcio. Marco Giusti, nel suo dizionario Stracult, parla di un "erotico senza nudo": probabilmente si è addormentato dopo cinque minuti. Se c'è una cosa che non manca nel film è l'epidermide in bella vista. Mah.

Visto nella copia trasmessa da Rete 4 di recente.

26 settembre 2023

Bambole e sangue (Paul Bartel, 1972)

Zia e nipote a cena.

Thriller di buon livello con un cast di attori poco noti ma tutti molto bravi.

La giovane Cheryl cerca ospitalità nel vecchio albergo gestito da sua zia a Los Angeles, dopo essere fuggita dall'appartamento che condivideva con una ragazza fin troppo disinvolta. Troverà alcuni bizzarri inquilini, tra i quali George, un misterioso e affascinante fotografo.

Film costruito discretamente, anche se nella parte centrale si avverte un leggero calo di tensione. Bello il colpo di scena finale, per quanto non molto probabile.

Visto in una copia da dvd inglese con audio italiano muxato.

 

22 settembre 2023

Baby Gang (Salvatore Piscicelli, 1992)

Uno scorcio periferico.

Cronaca del disagio giovanile in questo film di Piscicelli, tra i suoi primi.

Il piccolo Luca perlustra una zona dell'hinterland napoletano alla ricerca di una dose di eroina per suo fratello, che è in crisi di astinenza. Inizia così un lungo girovagare che lo porta ad incontrare una serie di personaggi: tossici, spacciatori, travestiti, prostitute e così via.

Girato con serissime intenzioni e fin troppo espliciti rimandi a Pasolini, è un film moderatamente interessante, che sconta le interpretazioni zoppicanti di tanti non attori, ulteriormente penalizzate dalla presa diretta. Anche la colonna sonora, davvero tremenda, è un altro punto a sfavore della pellicola.

Non manca comunque di un certo gusto nella narrazione, e si riesce a seguire con piacere fino al termine, anche in virtù di una apprezzabile brevità (circa 80').

Visto in una copia derivata dalla vhs CDI.

21 settembre 2023

I giganti (Gilles Grangier, 1955)

Uno scorcio cittadino.

Noir di Gilles Grangier oggi poco noto per la sua assenza nel circuito home video italiano.

Gabin è un camionista che investe senza volere un uomo sdraiato in mezzo alla strada: era già morto? Oppure lo ha ucciso lui passandoci sopra?

Mentre la polizia indaga, Gabin inizia ad essere seguito: il tizio ucciso infatti faceva parte di una banda di criminali, e si era appena fregato una borsa piena zeppa di quattrini. I suoi ex complici pensano quindi che sia stato Gabin a farla sparire, cosa ovviamente non vera.

Film discreto, ma con un bellissimo finale con il gruppo di camionisti amici di Gabin che mette alle strette - letteralmente - la gang di malavitosi. Nel cast c'è anche un giovane Marcel Bozzuffi, mentre Henri Cremiuex ha una sola scena. Banale il ruolo femminile di Jeanne Moreau.

Visto in una registrazione da Bergamo TV.

20 settembre 2023

Yuppi du (Adriano Celentano, 1975)

Felice e Silvia, ritornata dal canal.
 

Il primo film di Celentano regista, ed anche il migliore.

Rivisto nella copia uscita nelle sale a suo tempo, prima del vergognoso rimaneggiamento operato sulla pellicola dal suo autore nel 2008 per puro delirio di onnipotenza.

Si tratta di un film diseguale, poco controllato, con notevoli pezzi di cinema sparsi qua e là ma con un risultato complessivo inferiore a quello che avrebbe potuto venir fuori con un maggiore rigore. Il molleggiato sperimenta molto, e aggiunge alcuni incongrui sprazzi di humor tipicamente celentanesco in momenti che ben poco si presterebbero alla risata. Proprio come avverrà 10 anni dopo nel tremendo Joan Lui, tra l'altro.

Il ritmo non è certamente il punto forte del film, che dura 125 minuti, e si ha la sensazione che ci sia troppa carne al fuoco. Ciò detto, subisco comunque il fascino di questo film ogni volta che mi capita di rivederlo: sarà anche per la musica ovviamente, che resta una delle sue cose migliori.

Rivisto nella copia CSC, che rende giustizia a un'opera scioccamente oltraggiata da Celentano con l'orrenda versione edita in dvd anni fa.

 

19 settembre 2023

La settimana al mare (Mariano Laurenti, 1981)

La leggendaria scena dell'armadio.

Commedia estiva poveristica diretta dal buon Mariano Laurenti in un villaggio vacanze da qualche parte in Sicilia.

Davvero notevole il cast comico: c'è la grande coppia Bombolo-Cannavale, oltre a Lucio Montanaro che invece qui è affiancato a Vincenzo Crocitti, perennemente allupato e pronto a inseguire qualsiasi ragazza fin sotto la doccia.

Il che mi porta allo stellare cast femminile: Anna Maria Rizzoli, Paola Senatore, Annamaria Clementi e come se non bastasse anche Brigitte Petronio, che però si vede solo in un paio di sequenze.

Il film è quello che è, ma l'ho sempre trovato molto divertente nella sua semplicità quasi infantile. Si procede a furia di botte in testa e capitomboli vari: Bombolo è scatenato nei panni del turco Giaffalì, e credo che una buona metà delle sue battute oggi non passerebbe la censura. Anche Lucio Montanaro è molto divertente, nel suo classico ruolo di vittima maltrattata da tutti. Meno significativa tutta la storiella di Andrea Occhipinti, un cagnaccio che nemmeno la voce di Roberto Chevalier riesce a salvare, ma poco importa.

Il film giunge a un finale strepitoso, con Bombolo, Cannavale, Montanaro e Crocitti inutilmente chiusi in un armadio per sfuggire agli schiaffoni di Francesca Romana Coluzzi. Grande.

Visto in una copia derivata - presumibilmente - dal pessimo dvd italiano.

Lo straccione (Carl Reiner, 1979)

Un romantico pranzetto.

Commedia strampalata con Steve Martin protagonista.

Interpreta il tipico stupidotto che non si rende mai conto di quello che gli capita intorno, e diventa milionario per caso dopo aver inventato un nuovo paio di occhiali che però rendono strabico chi li utilizza per troppo tempo.

Film che ho abbandonato dopo 50', non trovandolo divertente. Qualche sorriso me lo ha strappato, ma non è il mio genere di humour. Probabilmente il doppiaggio italiano ha annacquato molte battute.

Visto in una copia rimediata fortunosamente.

17 settembre 2023

Febbre di sesso prima di uccidere (Adimaro Sala, 1970)

Un primo piano di Maria Pia Giancaro.

Micidiale dramma erotico emerso dal nulla pochi giorni fa sulle reti Mediaset.

John, un soldato americano, torna a Roma in permesso dal Vietnam (?) con l'idea di passare tre giorni con la fidanzata, che però si è innamorata di un altro mentre lui era lontano. Problemi in vista, anche perché John non è esattamente in bolla, per usare un eufemismo.

La fiera del vorrei ma non posso in quest'opera di Adimaro Sala. Le buone intenzioni dello script, firmato da una giovane Laura Toscano come diversi altri lavori del misterioso cineasta scomparso nel 2011, naufragano miseramente tra lungaggini, inquadrature sghembe e l'incessante musica del maestro Pregadio, che copre un buon 75% del materiale.

Il protagonista, Umberto Di Grazia, è davvero tremendo e rovina diverse sequenze con la sua fastidiosa inespressività. La Giancaro e la Adiutori sono invece entrambe presenze gradevoli, per ovvi motivi. In soldoni: 73 minuti che sembrano almeno 150.

Visto nella copia trasmessa a sorpresa da Rete 4, a casa di amici.

Missione finale (Ferdinando Baldi, 1988)

I titoli di testa, in inglese.

Bellico d'azione anni ottanta diretto da un vecchio artigiano del nostro cinema popolare.

Non perderò troppo tempo a riassumere una trama di cui francamente ho capito ben poco dall'inizio alla fine. In estrema sintesi ci sono questi due soldati americani, da qualche parte in Oriente, che riescono a sgominare una banda di cattivoni pronta a rapire giovani ragazze per motivi ignobili. Esplosioni, morti a dozzine e così via.

Nel cast spiccano Frank Zagarino (nientemeno) oltre ai nostrani Mark Gregory, Luigina Rocchi e la tremenda Sabrina Siani.

La cosa interessante è l'ambientazione: risulterebbe a tutt'oggi il primo ed unico film europeo girato interamente in Corea del Nord. All'inizio non ci volevo nemmeno credere, e invece sembra che sia proprio così. Questo fatto, da solo, rende la visione molto curiosa e particolare.

Anche la regìa di Baldi regala qualche bel momento, ma il tutto purtroppo naufraga in una storia piatta e talora illogica.

Visto in VHS a casa di amici.

Arriva la bufera (Daniele Luchetti, 1993)

Il matrimonio tra Orlando e la Buy.

Commedia grottesca non troppo riuscita.

Abatantuono è un giudice che viene spedito in un paese siciliano dove vivono le sorelle Fontana, proprietarie di una discarica di rifiuti e molto ricche. Vabbè, tralasciando la trama: film che ho seguito con discreto piacere, ma che dimenticherò in fretta.

Troppe stranezze, troppi momenti eccessivi, interpretazioni non sempre centrate. Brava Marina Confalone, questo sì. La Finocchiaro non si capisce bene cosa stia a fare nel film, mentre Orlando fa Orlando, al solito.

Visto in VHS a casa di amici.

15 settembre 2023

I guerrieri della palude silenziosa (Walter Hill, 1981)

Tre soldati e il prigioniero.

Tensione alle stelle in questo magistrale thriller d'azione ambientato interamente nelle paludi sperdute della Louisiana.

Un gruppetto di riservisti della Guardia Nazionale sta tenendo un'esercitazione; sfortunatamente il loro capitano muore, ucciso da uno dei bracconieri cajun della zona. Tornare a casa sani e salvi sarà un'impresa per il resto del gruppo, che si assottiglierà di ora in ora. I soldati iniziano a perdere la testa e nel giro di poco tempo si arriva alla classica situazione di tutti contro tutti.

Grandissimo questo film di Walter Hill che mi ripromettevo di vedere da almeno dieci anni. Impeccabile utilizzo dei luoghi, caratterizzazioni dei personaggi azzeccate e una regìa spettacolare. Il nemico è praticamente sempre invisibile, un po' come ne La pattuglia sperduta di John Ford. Tra i momenti migliori, il ritrovamento dei tre cadaveri appesi a un albero, per non parlare del finale, girato al ralenti. Powers Boothe svetta in un cast di tutto rispetto.

Visto in una copia rimediata fortunosamente.

13 settembre 2023

Ricercati: ufficialmente morti (Walter Hill, 1987)

Il gruppo di ex soldati.

Film d'azione diretto dal bravo Walter Hill.

Un variegato gruppo di ex soldati, che risultano tutti morti da tempo, lavora in realtà per la CIA compiendo operazioni segrete. Sulla loro strada si mette però lo sbirro Nick Nolte: si arriva così ad una strana alleanza, pur di mettere le mani su un nemico comune, il narcotrafficante Powers Boothe.

Discreto film, senz'altro ben diretto anche se con una storia piuttosto piatta e con diversi luoghi comuni. Nolte è espressivo come un macigno: molto meglio i vari Rip Torn, Michael Ironside e William Forsythe. La desolata ambientazione semidesertica (siamo al confine tra Texas e Messico) funziona a dovere: si percepiscono il caldo e lo sporco. Il film insomma non è il classico action "cazzuto e fracassone" anni ottanta; anche se le musiche tradiscono - purtroppo - il periodo in cui è stato girato.

Visto nel bluray italiano.

08 settembre 2023

La ragazza di nome Giulio (Tonino Valerii, 1970)

La bellissima Silvia Dionisio.

Dramma erotico diretto da un regista più a suo agio in tutt'altro tipo di pellicole.

Il film, tratto da un romanzo di Milena Milani che fece scandalo nell'Italietta democristiana di metà anni sessanta, narra l'educazione sentimentale della giovane Jules (Silvia Dionisio, bella in modo disarmante). Dopo l'iniziazione al sesso lesbico di prammatica, la ragazza vola di fiore in fiore, finendo con il rimanere disgustata dal genere maschile. Di qui la decisione di accoltellare al pube il suo ultimo, sfortunato amante occasionale (John Steiner), che in pratica paga per tutti. Ahia.

Girato tra Venezia, Caorle, Perugia e Cortina d'Ampezzo, è un film discreto, che parte bene ma perde di interesse con il trascorrere dei minuti, diventando vagamente ripetitivo. Oltretutto Jules è fin troppo volubile perché si possa provare della vera empatia per lei.

Belle le luci di Stelvio Massi e la colonna sonora di Riz Ortolani: da segnalare anche la partecipazione del mitico Raniero di Giovambattista alla produzione. Nel nutrito cast si segnala Riccardo Garrone, che una volta tanto non interpreta il consueto gaglioffo approfittatore. Gianni Macchia invece si vede poco, per fortuna.

Visto in una scattosa copia da VHS.

05 settembre 2023

Non torno a casa stasera (Francis Ford Coppola, 1969)

Caan con la giovane Marya Zimmet.

Uno dei primi film di Coppola, che avevo già visto nel 2018 ed avevo del tutto rimosso (al solito).

Shirley Knight e James Caan sono due personaggi alla deriva che si incontrano per caso: lui sta facendo l'autostop e lei lo carica per avere qualcuno con cui parlare. I due finiscono per affezionarsi, in modo bizzarro. Lui infatti ha un serio problema cerebrale, e lei è in fuga dal marito: una strana coppia, insomma.

La visione è stata gradevole, anche se il film è un po' invecchiato e nella prima mezz'ora non succede molto. Qualche notazione di scrittura però centra il bersaglio, e non c'è dubbio che il giovane Coppola sapesse dove mettere la MdP. James Caan e Robert Duvall torneranno a lavorare con il regista di Detroit nella saga de Il padrino, in personaggi molto diversi da quelli interpretati qui.

C'è, di fondo, una rappresentazione piuttosto cupa e pessimistica della società statunitense del periodo. Il finale, con la figlia adolescente di Duvall che spara a Caan per difendere il padre, è forse un po' frettoloso.

Visto in una copia rimediata fortunosamente.

 

La locanda della maladolescenza (Bruno Gaburro, 1980)

Un blando momento saffico.

Pessimo erotico girato da Bruno Gaburro con lo pseudonimo di Marco Sole.

Ho retto mezz'ora, o poco più. Film misero, concepito per essere verosimilmente rimpolpato da qualche sequenza hard-core, che si può trovare oppure no a seconda della versione. Mi chiedo come abbia fatto Carlo De Mejo a finire in mezzo a questa zozzeria.

Tecnicamente ci sono campi e controcampi che si contraddicono, interni poveristici e un doppiaggio appiccicato alla meno peggio. Vade retro.

Visto in una copia derivata da un bluray estero.

Soldati - 365 all'alba (Marco Risi, 1987)

Amendola e Benvenuti ai ferri corti. Bel film di Marco Risi, che racconta un anno di naja in una caserma friulana. Tanti personaggi più o me...