09 maggio 2024

Paradise (Stuart Gillard, 1982)

Phoebe Cates: non servono parole.

Film-cult della mia fanciullezza, che ho rivisto dopo oltre 30 anni.

Avrei fatto meglio a serbare la purezza del ricordo infantile, seppur velato dalla polvere del tempo. Il film infatti è una sciocchezza: nonostante i suggestivi esterni orientali, ci si annoia parecchio. David e Sarah fuggono nel deserto, inseguiti da un losco principe arabo che vorrebbe rapire la ragazza per farla sua. La trama procede a sbalzi, con il continuo ritorno del principe che arriva col suo codazzo e mette fine all'idillio dei due giovani. Alla fine David lo fa fuori, e finalmente partono i titoli di coda.  

La tensione erotica tra i due ragazzi tiene in piedi la prima parte; dopo la sospirata copula, che giunge intorno al minuto 65, il film ha detto quello che doveva dire. E le parti comiche (?) con le scimmie finiscono con l'irritare molto presto.

L'incantevole Phoebe Cates, una diciottenne di rara bellezza e fotogenia, si offre con generosità all'obiettivo: la sequenza della sua doccia nella grotta entra negli highlights del sottogenere erotico-esotico di tutti i tempi.

Visto nel dvd Sinister, che utilizza una fonte video probabilmente giapponese, dato che il nudo maschile è oscurato in modo digitale.

08 maggio 2024

Treno popolare (Raffaello Matarazzo, 1933)

Uno scorcio panoramico.

Esordio di Matarazzo con questa vispa commedia girata quasi completamente in esterni.

Un gruppo di persone viaggia da Roma ad Orvieto (2 ore e mezza di treno, al tempo) per una gita domenicale: si intrecciano le prevedibili storielle, con particolare riguardo per il romantico idillio di due giovanotti che si sono appena conosciuti.

Breve (59') e frizzante, nonostante la sua ovvia vetustà; tecnicamente Matarazzo è già padrone del mezzo. Grande promozione turistica per la città di Orvieto, oltretutto. Tra i luoghi mostrati nel film, c'è la secolare chiesa di sant'Andrea:


 Visto nel dvd RHV.

07 maggio 2024

Il piatto piange (Paolo Nuzzi, 1974)

Una delle interminabili partite a carte.

Gradevole commedia che avevo già visto 4 anni fa e che avevo sostanzialmente rimosso.

Film corale, come il romanzo di Piero Chiara da cui è tratto: molti personaggi, tratteggiati con un certo gusto ma fatalmente poco approfonditi. L'insieme di tutti questi bozzetti però contribuisce a creare uno sfondo omogeneo e vivace; quello dell'Italia anni Trenta vista dalla prospettiva di una piccola città lacustre del nord (ovviamente Luino, anche se il film venne girato sul lago d'Orta, in Piemonte).

Il cast è ricchissimo: c'è persino il vecchio Macario, qui al suo ultimo ruolo per il cinema, nei panni del mattocchio del paese. Non mancano battute ed aforismi, alcuni in dialetto, altri in italiano. Film di atmosfera invernale, dal retrogusto amaro, anche se i momenti più cupi (come il tentato suicidio del sarto omosessuale) sono risolti in modo sbrigativo.

Visto nel dvd Cinekult.

L'ultima rapina a Parigi (Jean Larriaga, 1971)

Un momento di tensione.

Piacevole noir francese con un cast di tutto rispetto.

Robert Hossein e Charles Aznavour si ritrovano dopo anni. Sono cresciuti insieme, entrambi orfani, ma hanno preso poi strade molto diverse: il primo infatti rapina banche, il secondo è uno scrittore di successo. Quando Aznavour scopre che cosa fa l'amico per vivere, decide di dargli una mano nell'organizzazione di un colpo perfetto: col senno di poi, non sarà una grande idea.

Bel film, svelto (solo 84') e costruito interamente sull'amicizia virile dei due protagonisti, che sono praticamente fratelli anche se non di sangue. Michel Constantin è il commissario, mentre Raymond Pellegrin è il compare di Hossein. C'è anche l'onnipresente Bernard Musson, nel ruolo del becchino al cimitero (!), mentre Elsa Martinelli ha un ruolo insignificante.

Visto nell'ottimo dvd Sinister appena uscito.

03 maggio 2024

Maniac (William Lustig, 1980)

Joe Spinell: che stile.

Thriller grezzo ma non disprezzabile diretto da William Lustig, qui al suo esordio ufficiale dopo aver girato un paio di pellicole per soli adulti.

Joe Spinell è al centro di tutta l'operazione, avendo contribuito a scrivere e produrre il film, oltre ad esserne il convincente protagonista. Interpreta (ovviamente, dato il titolo) un pazzo totale che ammazza donne e coppiette in giro per New York senza motivi logici, usando metodi diversi ma sempre estremamente violenti e sadici.

Grande assente la polizia, che appare solo negli ultimi 60 secondi: il film si concentra sul maniaco e sulle sue esecrabili imprese. Una scelta non comune, che all'inizio spiazza un poco.

Permeato da un'atmosfera malata e con un protagonista laido al punto giusto, funziona come si deve, anche se non è certo il mio genere di film. Troppo splatter, troppi colpi bassi. Lustig comunque dimostra una discreta mano, questo sì, e Spinell è perfetto per il ruolo.

Visto in una copia muxata rimediata fortunosamente.

01 maggio 2024

Uno scomodo testimone (Peter Yates, 1981)

Freeman e Woods.

Mediocre giallo/thriller diretto da un bravo regista come Peter Yates.

In teoria è un whodunit, cioé dovrebbe ruotare intorno al misterioso assassino che ha fatto fuori un ricco uomo d'affari vietnamita nel palazzo in cui lavorano due amici, William Hurt e James Woods. Purtroppo l'indagine della polizia è lasciata in secondo piano: Morgan Freeman e Steven Hill sono personaggi irrilevanti, sempre chiusi in macchina a pedinare qualcuno. Il film cerca di approfondire maggiormente la psicologia dei personaggi e i loro rapporti, ma i risultati sono discutibili.

Lento e ben poco coinvolgente, presenta anche il cliché del vecchio poliziotto che sta per andare in pensione. Due belle sequenze però ci sono: Hurt aggredito dal suo cane e il finale con i cavalli che corrono impazziti durante la sparatoria. Un po' poco per apprezzare la pellicola, che mi ha dato l'impressione di girare a vuoto per gran parte del tempo.

Visto in una copia rimediata fortunosamente.

Il lungo, il corto, il gatto (Lucio Fulci, 1967)

L'apertura del testamento.

Stanco film comico diretto da Lucio Fulci, qui alla sua ultima collaborazione con la coppia Franchi-Ingrassia.

Franco e Ciccio devono ritrovare ad ogni costo Arcibaldo, un gatto dal quale dipende la loro fortuna perché legato ad una bizzarra clausola testamentaria. Ovviamente i due finiscono nei pasticci, perché il gatto è anche il soprannome di un sicario che mette bombe in giro per le ambasciate.

Onestamente ben poco divertente. Forse l'ho visto nella serata sbagliata, e un forte mal di testa non ha aiutato, ma mi è parso trascinarsi piuttosto stancamente dietro alle solite due ideuzze tirate per le lunghe. La sequenza dei 13 commensali, per esempio, non finisce più.

Notevole comunque il cast di contorno: Gianni Agus, Giusi Raspani Dandolo (bravissima) e persino Silvio Bagolini nei panni del notaio. La regìa di Fulci è elegante e decisamente superiore a quella dei film che il duo girerà di lì a poco, ma la cosa non rende il film più divertente.

Visto su DailyMotion.

29 aprile 2024

Don't Look Up (Adam McKay, 2021)

I due scienziati in TV.

Malriuscita commedia catastrofica con un cast di grandi nomi.

I soliti astronomi sfigati scoprono che un gigantesco asteroide sta per impattare (di lì a sei mesi) contro il pianeta Terra, con le prevedibili conseguenze. Per qualche motivo però nessuno li prende troppo sul serio, e vengono addirittura ridicolizzati durante una trasmissione televisiva in diretta.

In breve: un pessimo film. Non che sia girato male, ma il tono è completamente sbagliato fin dall'inizio, e non si ride mai. Tutto è eccessivo, e la satira sui poveri deficienti americani, più interessati al gossip che non alla fine del mondo che sta per investirli, è di grana grossa. Meryl Streep, nei panni del presidente degli USA, è al suo minimo storico.

Due ore e ventitre minuti: io ho abbandonato dopo meno di un'ora.

Visto in una copia rimediata in modo fortunoso.

Stella del cinema (Mario Almirante, 1931)

L'esterno del teatro 3.

Rudimentale esempio di film nel film girato nel lontano 1931.

Come molti dei primi film sonori girati in Italia, ha problemi di audio: spesso si sente più la musica di sottofondo che non i dialoghi, peraltro non così importanti. La storia è molto classica: una spigliata ragazzetta inizia a fare la comparsa nel mondo del cinema, ma viene notata e diventa prima attrice in un batter d'occhio. La cosa mette in crisi la sua relazione col fidanzato: dopo qualche battibecco, i due tornano insieme felici e contenti. E ricchi, cosa che non dispiace mai.

Qualche bell'esterno dei gloriosi studi della Cines, sprazzi di un umorismo datato e l'apparizione di alcuni pezzi grossi del nostro star system dell'epoca, come Armando Falconi per esempio. Questo è quanto ha da offrire la breve (solo 67') pellicola di Almirante se vista oggi, a distanza di quasi un secolo dalla sua realizzazione: non di più.

Visto nel dvd RHV.

Bleeder (Nicolas Winding Refn, 1999)

Leo decide di chiudere i conti.

Ottimo secondo lavoro di Winding Refn, che ho recuperato dietro consiglio di un amico.

Il film mostra un gruppo di personaggi marginali: Leo è il vero protagonista, ma funziona perfettamente anche il Lenny di Mads Mikkelsen, nei panni del timido commesso di una videoteca ossessionato dai film. 

Nel film si parla molto di cinema, infatti: a un certo punto il gruppo di 4 amici si trova a casa di uno di loro per vedere Vigilante di William Lustig. La narrazione è lineare, con dissolvenze in rosso come in Sussurri e grida di Bergman. Film cupo, violento e pessimista, che si chiude però con una nota lieve. Bello davvero.

Recuperato in danese con sottotitoli italiani.

Paradise (Stuart Gillard, 1982)

Phoebe Cates: non servono parole. Film-cult della mia fanciullezza, che ho rivisto dopo oltre 30 anni. Avrei fatto meglio a serbare la purez...