28 febbraio 2022

Vitti d'arte, Vitti d'amore (Fabrizio Corallo, 2021)

 

Monica Vitti ne "La notte" di Antonioni.

Documentario uscito in occasione dei 90 anni di Monica Vitti, co-prodotto dalla Rai.

Lasciando perdere l'orrendo titolo che è stato scelto, si tratta del classico lavoro celebrativo, che non aggiunge assolutamente nulla a quanto uno spettatore medio già sa di suo della vita e della carriera dell'attrice, morta da poche settimane. Ci sono gli interventi di molte persone, spesso inutili (Paola Cortellesi, Micaela Ramazzotti) o banali.

Sarebbe stato il caso di approfondire anche i lati oscuri della donna, compresa la sua nota mania di controllo sui set, che pure emerge da qualche mezza parola, tra il detto e il non detto.

Un lavoro dimenticabile, che non rende onore a un personaggio di grande importanza nel cinema italiano e non solo.

Visto su RaiPlay.

26 febbraio 2022

Il fattore umano (Otto Preminger, 1979)

Una scena del film.

Ultima opera di Otto Preminger, è un bolso film di spionaggio ambientato in Inghilterra.

C'è una fuga di notizie da una sezione del servizio segreto inglese, e bisogna capire da che parte arrivi. La storia, di per sé non disprezzabile, è narrata in modo piatto e senza che si giunga mai a un minimo coinvolgimento da parte dello spettatore: lo stile è raffreddato, fin troppo.

Restano le interpretazioni, di buon livello: soprattutto il dottore interpretato da Robert Morley è molto divertente e centrato, ma anche Richard Attenborough è perfetto nel suo ruolo di ambiguo funzionario, che sembra non sapere mai niente e invece ha capito tutto. Da sottolineare anche la bellezza quasi sovrannaturale di Iman, qui al suo primo film per il cinema.

Visto nel dvd Sinister.

24 febbraio 2022

La casa dei nostri sogni (Henry C. Potter, 1948)

Una fotobusta del film.

Commedia brillante con il trio Cary Grant, Myrna Loy e Melvyn Douglas. Il film servì da spunto per il remake del 1986 Casa, dolce casa? con Tom Hanks e Shelley Long.

Avendo molto apprezzato il remake, speravo di divertirmi anche con questo vecchio film, ma le mie aspettative sono andate - almeno parzialmente - deluse. Dopo un inizio lento, il film prende ritmo quando i protagonisti comprano casa in Connecticut, e da lì partono i loro problemi. Ma le trovate sanno di vecchio, e onestamente non ho mai riso. Certo la confezione è di livello, e Melvyn Douglas è delizioso come amico-avvocato sempre in mezzo ai piedi, suscitando l'ovvia gelosia di Cary Grant.

Visto nel dvd italiano, con doppiaggio d'epoca.

22 febbraio 2022

Prima del diluvio (André Cayatte, 1954)

I ragazzi pianificano il colpo.

Dramma girato da Cayatte su un gruppo di giovani amici che causa la morte di due persone, il tutto per trovare il denaro necessario a fuggire da Parigi prima che scoppi una guerra che sembra ormai imminente.

Non si segue tanto il processo, risolto piuttosto sbrigativamente tra l'inizio e la fine del film, quanto tutte le vicende dei 5 ragazzi, intrecciate tra loro e narrate in flashback. Anche qui, come in altri lavori del regista francese, i personaggi sono numerosi: il film dura oltre 130 minuti per riuscire a riannodare tutti i fili.

Co-prodotto con l'Italia, vede Carlo Ninchi e Delia Scala in due ruoli minori, e poco significativi. Anche se la Scala mostra un seno nudo a un certo punto: chiaramente nel 1954 questa scena fu vista solo in Francia:


 

Ad ogni modo un buon film, forse un filo lungo. Ma i personaggi sono ben centrati; lascia perplesso il fatto che la ragazza del gruppo (una giovanissima Marina Vlady) venga assolta, pur avendo commesso quantomeno una dozzina di reati.

Visto nel dvd italiano Golem, con audio italiano d'epoca e sottotitoli nelle sequenze a suo tempo sforbiciate.

21 febbraio 2022

Ennio (Giuseppe Tornatore, 2021)

Un manifesto del film.

Bellissimo, emozionante documentario su Ennio Morricone, un vero e proprio atto d'amore che Giuseppe Tornatore ha voluto dedicare ad un amico, forse prima ancora che all'autore.

Tantissimi i personaggi intervistati, alcuni dei quali appaiono solo per una manciata di secondi; il vero protagonista è lo stesso Morricone, che racconta con dovizia di particolari la sua vita e la sua carriera. Emerge sopra ogni cosa la sua umanità, al di là del valore indiscutibile del compositore: i rapporti con il padre, le umiliazioni subite per anni dal mondo accademico quando decise di dedicarsi alle colonne sonore e all'arrangiamento delle cosiddette canzonette... ma sono davvero tanti i momenti commoventi.

Apprezzabile anche la scelta del regista di non mettersi al centro dell'operazione: i suoi interventi sono pochi, e sempre discreti. Il materiale d'archivio è utilizzato con gusto, senza diventare mai invadente. Da segnalare i fratelli Taviani, che si mettono a canticchiare con visibile piacere il motivo di Rabbia e tarantella, composta da Morricone per il loro Allonsanfàn del 1974.

Visto al cinema.

 

19 febbraio 2022

Scuola di mostri (Fred Dekker, 1987)

Il mostro nell'armadio.
 

Commedia horror per ragazzi di apprezzabile brevità (78').

Un gruppo di ragazzini americani appassionati di mostri si trova coinvolto nel risveglio di alcuni dei più classici dei cattivoni di cinema e letteratura: Dracula, Frankenstein, l'Uomo Lupo e così via. Dovranno ingegnarsi per evitare che il male trionfi nel mondo.

Film che è arduo prendere sul serio, quantomeno alla mia età: immagino che se lo avessi visto da bambino mi avrebbe fatto ben altro effetto. Oggi è considerato un piccolo cult da molti miei coetanei, infatti. 

Resta comunque godibile, se si è del giusto umore, con il suo mix tra commedia leggera e film dell'orrore. Atroci le musiche, purtroppo: purissimi anni ottanta al loro peggio.

Visto nel dvd Sinister.

18 febbraio 2022

Ero in guerra ma non lo sapevo (Fabio Resinaro, 2022)

Francesco Montanari.

La drammatica vicenda di Pierluigi Torregiani, gioielliere milanese freddato davanti al suo negozio nel febbraio del 1979 dai P.A.C., Proletari Armati per il Comunismo, diventa oggi un film con il bravo Francesco Montanari nel ruolo principale.

E tutto il film gira intorno a lui, protagonista assoluto, in scena dall'inizio alla fine praticamente senza sosta. Gli altri personaggi restano (volutamente?) figurine sullo sfondo. Montanari è bravo, ma è molto romano, e sentirlo mentre parla in milanese fa un effetto bizzarro.

Detto questo, il film ha i suoi pregi sia nella regìa che nella scrittura. Anche l'idea del meccanismo che si inceppa (Torregiani era appassionato di orologi) è ben inserita nel contesto della narrazione. Peccato solo che ci sia qualche momento inutilmente strillato ed eccessivo, difetto tipico del cinema italiano che tenta di raccontare la cronaca, o la storia. Qui per esempio la scena di Torregiani che dà di matto al compleanno del figlio è francamente stonata, e non aggiunge nulla a quanto già era stato detto fino a quel punto.

Milano, in cui è ambientato tutto il film, si vede soltanto dall'alto, in alcune sequenze riprese con un drone. Per il resto credo abbiano girato tutto quanto a Roma.

Molto bello il finale, con la sparatoria che purtroppo costò la vita all'uomo e la salute a suo figlio Alberto, che rimase da allora paralizzato.

Visto su RaiPlay.

17 febbraio 2022

Giustizia è fatta (André Cayatte, 1950)

I sette giurati popolari.
 

Dramma processuale diretto dal bravo Cayatte, specialista del genere.

Il film segue le vicende di sette giurati popolari, chiamati a prendere parte al processo che deve giudicare una donna che ha ucciso il suo amante, malato terminale di cancro. Un pietoso atto di eutanasia, come sostiene l'imputata, o un freddo assassinio per motivi di eredità?

I personaggi sono descritti con un certo gusto, anche se forse sono troppo numerosi, e qualcosa si perde fatalmente per strada nell'approfondimento. Cayatte sa girare, su questo non ci piove: basti citare l'idea di lasciare fuori campo il bambino violento, figlio del giurato Jean-Pierre Grenier. Molto divertente anche lo sviluppo della storia del giurato Noel Roquevert, ex militare in pensione.

La storia giunge a un epilogo in tono minore: la ragazza viene condannata a soli cinque anni, avendo ottenuto delle attenuanti, e si salva così dalla forca. Bellissimo il piano sequenza finale, che mostra gli agenti che la scortano dall'aula di tribunale al cellulare che la porterà via.

Dvd Golem, che integra alcune sequenze con i sottotitoli italiani al doppiaggio d'epoca.

L'ultimo uomo che dipinse il cinema (Walter Bencini, 2020)

Renato Casaro al lavoro.

Documentario sul grande cartellonista Renato Casaro.

Classe 1935, trevigiano, Casaro ha disegnato e dipinto manifesti e locandine per il cinema italiano a partire dalla fine degli anni cinquanta, ed ha spesso prodotto delle vere e proprie opere d'arte. Nel breve documentario (55') ci sono interventi di Dario Argento, Carlo Verdone, Vittorio Cecchi Gori, Aurelio De Laurentiis e diversi altri.

Girato con qualche sterile svolazzo digitale (le animazioni sulle immagini, francamente inutili), è un doveroso omaggio a un grande artista, e contemporaneamente offre la possibilità di fare una (triste) riflessione su cosa sia diventata la cartellonistica nel nostro cinema negli ultimi 20 anni. 

Visto su Rai 4.

16 febbraio 2022

Sanremo canta (Domenico Paolella, 1956)

I  5 cantanti in gara.

Filmetto musicale semidocumentaristico sul Festival della canzone italiana, diretto dall'allora responsabile della Settimana Incom.

Un reperto archeologico, obiettivamente, che mostra (ricostruite) le selezioni fatte da mamma Rai per scegliere 5 giovani cantanti da lanciare alla kermesse. Per la cronaca, alla fine il Festival lo vinse Franca Raimondi con Aprite le finestre

A una prima parte più costruita, più filmica e sempre con la voce fuori campo a spiegare tutto, fa seguito una seconda metà quasi totalmente musicale, con 6-7 canzoni di fila. Massimo Dallamano e Stelvio Massi tra i tecnici accreditati, mentre tra il pubblico della serata finale si vede anche Tamara Lees.

Visto su Rete4.

11 febbraio 2022

Diabolik (Mario Bava, 1968)

Diabolik alla guida della sua Jaguar E-Type.

Ispirato dalla recente visione in sala dell'omonimo film dei Manetti Bros, ho recuperato il Diabolik di Bava che mai avevo visto.

Ora: a livello estetico il film è molto appagante, come quasi tutti quelli diretti dal regista ligure. A funzionare (molto) meno è la storia, e soprattutto la descrizione dei personaggi principali, che restano in sostanza delle figurine prive di spessore. Non c'è violenza, se non qualche blando accenno qua e là; inoltre la regìa aggiunge un tono umoristico francamente eccessivo, e del tutto assente nel fumetto. Penso in particolare al personaggio interpretato dall'attore inglese Terry-Thomas, davvero caricaturale.

Ad ogni modo ci si diverte, quantomeno a tratti. Spettacolare la casa/caverna di Diabolik, gigantesca e - pare - creata da Bava con 4 lire.

Visto in una bellissima copia, di origine ignota.

09 febbraio 2022

I pavoni (Luciano Manuzzi, 1994)

Victor Cavallo in una delle sue due scene.
 

Sul famigerato caso Maso venne girato questo film, che a suo tempo mi parve poco interessante e che decisi quindi di non vedere nonostante avessi letto con curiosità ed attenzione molto di quanto venne scritto attorno a quel macabro episodio.

Visto oggi, questo I pavoni ha diverse frecce al suo arco: la descrizione di questo gruppetto di perdigiorno della provincia italiana è ben centrata, nonostante qualche forzatura qua e là. I personaggi sono certamente stereotipati, ma senza mai cadere nella caricatura, e le facce sono giuste, cosa tutt'altro che secondaria in una pellicola che vede quasi solo attori sconosciuti, salvo Ivano Marescotti e Victor Cavallo.

Soprattutto è reso bene il vuoto assoluto che circonda la vita di questi ragazzi: la loro completa assenza di punti di riferimento, di ideali che vadano al di là di comprarsi un paio di scarpe nuove, o una macchina più bella. Forse lo scontro generazionale padre/figlio è un po' banalizzato, ma nel complesso il film regge bene fino al termine, se si passa sopra a qualche attore secondario davvero pietoso.

Visto in una pessima copia televisiva da Canale 5 vecchia di oltre 20 anni.

 

05 febbraio 2022

Diabolik (Manetti Bros, 2021)

I tre protagonisti.
 

Sono tornato in sala dopo circa 3 anni per vedere questo film dei Manetti Bros, girato nel 2019 ma uscito solo da poco più di un mese al cinema.

La cornice è davvero ben fatta: ambientazioni, luci e musiche sono di ottimo livello, e il mix tra diverse città italiane (Milano, soprattutto, ma anche Trieste, Bologna e persino Courmayeur) per creare la fittizia Clerville è perfettamente riuscito.

Qualche riserva sulla storia, che presenta alcune lungaggini specialmente nella prima parte, e dialoghi poco plausibili declamati malamente da attori di livello non eccelso, per usare un eufemismo. Niente da dire invece sui tre protagonisti, che sono stati criticatissimi da quasi tutti, anche da persone che hanno amato molto il film, e che invece io ho trovato bravi e soprattutto adatti ai rispettivi ruoli.

Non mancano alcune sequenze spettacolari, a partire dall'inseguimento che apre il film, girato quasi tutto a Milano se ho inteso bene. Forse la rapina alla banca di Ghenf va un po' troppo per le lunghe, ok: ma nel complesso trovo che il film sia riuscito.

Visto al cinema.

02 febbraio 2022

Signore & signori (Pietro Germi, 1966)

Il grande Gastone Moschin.

Pietro Germi firma quello che secondo me è il suo capolavoro con questo film, scritto dal trevigiano Luciano Vincenzoni.

Diviso in tre episodi sostanzialmente indipendenti tra loro, tratteggia in modo sublime una certa mentalità italiana, divertendo e facendo riflettere al tempo stesso. Il cast aiuta: da Moschin a Ballista, da Fabrizi a Lionello non c'è un volto sbagliato, una stonatura anche minima nella recitazione.

Su tutti va segnalata la prova di Nora Ricci, semplicemente meravigliosa nei panni della moglie-virago del povero ragionier Bisigato (Gastone Moschin): la sua espressione quando il marito rincasa ubriaco in piena notte, lui ancora inconsapevole della lettera anonima che lo ha sbugiardato, è qualcosa di spettacolare.

Visto per l'ennesima volta nel dvd italiano allegato anni or sono a un quotidiano.

Soldati - 365 all'alba (Marco Risi, 1987)

Amendola e Benvenuti ai ferri corti. Bel film di Marco Risi, che racconta un anno di naja in una caserma friulana. Tanti personaggi più o me...