Bellissimo, emozionante documentario su Ennio Morricone, un vero e proprio atto d'amore che Giuseppe Tornatore ha voluto dedicare ad un amico, forse prima ancora che all'autore.
Tantissimi i personaggi intervistati, alcuni dei quali appaiono solo per una manciata di secondi; il vero protagonista è lo stesso Morricone, che racconta con dovizia di particolari la sua vita e la sua carriera. Emerge sopra ogni cosa la sua umanità, al di là del valore indiscutibile del compositore: i rapporti con il padre, le umiliazioni subite per anni dal mondo accademico quando decise di dedicarsi alle colonne sonore e all'arrangiamento delle cosiddette canzonette... ma sono davvero tanti i momenti commoventi.
Apprezzabile anche la scelta del regista di non mettersi al centro dell'operazione: i suoi interventi sono pochi, e sempre discreti. Il materiale d'archivio è utilizzato con gusto, senza diventare mai invadente. Da segnalare i fratelli Taviani, che si mettono a canticchiare con visibile piacere il motivo di Rabbia e tarantella, composta da Morricone per il loro Allonsanfàn del 1974.
Visto al cinema.
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