27 agosto 2021

Primo amore (Dino Risi, 1978)

Uno strano matrimonio.

Amara commedia di Risi con la coppia Ugo Tognazzi-Ornella Muti, qui al loro terzo (ed ultimo) film insieme.

Se c'era un attore che sapeva toccare le corde del patetico con assoluta padronanza, quello era Tognazzi: il personaggio di Ugo Cremonesi detto Picchio, vecchio arnese della rivista ormai in disarmo, gli calza quindi come un guanto.

Una Muti di indecente bellezza regge il confronto, chiaramente con i suoi mezzi. Il doppiaggio di Vittoria Febbi aiuta non poco, come sempre.

Il mix tra commedia e film drammatico, con diverse sequenze di dolorosa tristezza, non è riuscito al 100%, ma il film rimane sempre vivace, pur con qualche concessione allo stereotipo più retrivo (penso in particolare al personaggio del dirigente della tv privata).

Visto su RaiPlay, in una copia ben migliore di quella uscita a suo tempo in dvd.

26 agosto 2021

Morirai a mezzanotte (Anthony Mann, 1947)

Steve Brodie e Audrey Long.

Notevole noir con Raymond Burr nel ruolo del gangster senza scrupoli.

Il vero protagonista comunque è Steve Brodie, che viene incastrato e deve fuggire con la moglie incinta (Audrey Long, deliziosa) per non finire in carcere a causa di una rapina finita male, con tanto di sbirro ammazzato. Inutile dire che lui non c'entra nulla, è stato messo in mezzo dalla ghenga di Burr, che ora pretende addirittura che l'uomo si consegni alla polizia e si accusi di tutto quanto, in modo da evitare che il membro della banda già arrestato (che è il fratello di Burr) finisca sulla sedia elettrica.

Gran film, al di là delle convenzioni narrative. La regìa di Mann è di primissimo livello, basti citare la sequenza in cui Burr aspetta che sia mezzanotte precisa per uccidere il povero Steve Brodie, montata in modo analogo al triello che Sergio Leone girerà quasi 20 anni dopo per Il buono, il brutto, il cattivo. Anche la caratterizzazione di alcuni personaggi secondari (il venditore di auto usate, il detective spillasoldi) è gustosa.

Dvd ElleU, mediocre ma con il doppiaggio originale, che è comunque ben posteriore al film: su Burr c'è Sergio Rossi, per dire.

Il segreto (Virginie Wagon, 2000)

La protagonista in déshabillé.

Una giovane donna francese, venditrice di enciclopedie porta a porta, prende una sbandata per un ballerino americano: il suo matrimonio entra in crisi.

In due righe ho raccontato tutto il film, che è diretto discretamente e con un buon gruppetto di attori. Ma l'estremo minimalismo della storia rende arduo provare del vero interesse per il dramma di questa donna, che si abbandona ai suoi sensi con questo strano uomo che vive recluso in una lussuosa villa, dalla quale non esce mai.

Rimangono le scene di sesso, abbastanza esplicite, e un irrisolto finale con lei e il marito a nuotare - vestiti - in piscina. Mah.

Visto in una copia da tv satellitare.

24 agosto 2021

L'incredibile storia di Martha Dubois (Jacques Scandelari, 1971)

Lo strano incontro tra Bernard Musson e Bernard Fresson.

Agrodolce commedia francese oggi pressoché dimenticata. Titolo originale: Macédoine.

Co-prodotto con l'Italia, vede Michèle Mercier che da semplice operaia vince un concorso e diventa così un'icona pubblicitaria famosa in tutta la Francia, con ovvie quanto nefaste conseguenze sulla sua vita personale: la ragazza viene ben presto stritolata da un meccanismo troppo più grande di lei.

La copia italiana oggi rintracciabile in dvd arriva a 76 minuti, contro i circa 100 della versione originale francese: ben difficile quindi dare un giudizio compiuto del film, che comunque sembra curioso ma fatalmente invecchiato, con la sua sferzante critica al mondo pubblicitario e dei mass media, composto integralmente da poveri idioti che pensano solo al denaro. Finale drammatico, con Robert Webber che muore prima di poter mettere in atto la sua fuga d'amore (?) con la bella Macédoine. Ah, c'è anche Venantino Venantini, in un ruolo avvilente.

Dvd Hobby & Work, a livello degli altri prodotti della casa. Purtroppo.

22 agosto 2021

Il fantasma del palcoscenico (Brian De Palma, 1974)

Il perfido Swan.

Che splendido film. Brian De Palma riscrive a modo suo Il fantasma dell'opera, buttando dentro anche il Faust e altro ancora. Ma a mio parere non è tanto la storia, quanto la messinscena che ha resistito al tempo, trasformando la pellicola un vero classico.

Per non parlare del casting: Paul Williams è inquietante quanto basta - se non di più - per il ruolo del cattivo Swan, e il poco noto William Finley è perfetto nei panni del timido e malaccorto Winslow Leach.

E poi la musica, che chiaramente non è secondaria in un film del genere. Williams non era l'ultimo dei fessi, questo si sapeva anche nel 1974; ma qui è andato oltre, componendo una colonna sonora meravigliosa e commovente.

Rivisto - dopo anni - nel dvd italiano, in inglese con sottotitoli italiani.

21 agosto 2021

Enemy (Denis Villeneuve, 2013)

La meravigliosa Melanie Laurent.

Il tema del sosia, o del doppio, è stato affrontato moltissime volte al cinema. Nella mia pur limitata conoscenza, il miglior film sull'argomento resta sempre La doppia vita di Veronica di Kieslowski.

Villeneuve parte da un romanzo (che non ho letto) di José Saramago per questa sua personale visione del tema, che a quanto mi sembra di aver capito è decisamente debitrice della psicanalisi.

A una prima lettura Jake Gyllenhaal interpreta due personaggi, che sono identici e si conoscono per caso. Uno è sposato con una donna incinta di sei mesi. L'altro è un single che frequenta saltuariamente una ragazza (Melanie Laurent, splendida). In realtà però c'è un solo personaggio, sdoppiato per rappresentare la sua duplicità, il suo vivere due vite, in qualche modo. Fa il professore, ma è attore a tempo perso; è sposato ma ha un'amante e così via.

Fotografia e scenografia danno al film un aspetto irreale: si vede una metropoli canadese dove praticamente in strada non c'è mai nessuno. 

Pellicola affascinante, bizzarra e misteriosa, certamente da vedere una seconda volta, che giunge ad un finale-shock che lascia sorpresi, a dir poco.

Dvd italiano.

20 agosto 2021

1981: indagine a New York (J. C. Chandor, 2014)

Due chiacchiere tra rivali, dal barbiere.

Dal regista dell'ottimo Margin Call, un fumoso dramma ambientato 40 anni fa nel mondo del racket delle imprese petrolifere.

Il problema del film è che non riesce a coinvolgere. Buona storia, discreti attori e così via, ma non te ne frega mai granché di quanto accade a questo Abel, che cerca faticosamente di restare con la schiena dritta mentre la sua azienda, che è in forte espansione, viene presa di mira da furti, minacce e sabotaggi vari.

Alcune sequenze sono ben fatte: penso in particolare alla casa del ricco strozzino ebreo, con la plastica sui divani; o ancora al suicidio dell'immigrato, con Abel che corre a chiudere il buco nel serbatoio provocato dallo sparo. Ma si tratta di un film freddo, e anche la fotografia, molto scura, e l'ambientazione in un gelido inverno newyorchese vanno in quella direzione.

Visto nel dvd italiano.

19 agosto 2021

Marrakech Express (Gabriele Salvatores, 1989)

Paolino prende in mano la situazione.

Poi capita che una sera d'agosto uno riveda Marrakech Express. Probabilmente per la milionesima volta.

Fu il primo film di Salvatores che vidi, alla televisione, una sera di forse trent'anni fa. Poco da dire: l'unione tra la bella sceneggiatura e l'umorismo di Abatantuono e soci ha prodotto un mix irresistibile. Praticamente si ride dall'inizio alla fine, senza per questo che la storia di questi 4 amici (Rudy sarebbe il quinto) diventi mai superficiale.

Troppe le battute che col tempo ho imparato e replicato nella vita di tutti i giorni, spesso infastidendo chi mi sta vicino. Se io avessi un amico patologo...

Visto nel solito dvd Cecchi Gori.

18 agosto 2021

Terrore cieco (Richard Fleischer, 1971)

Un bel primo piano di Mia Farrow.

Pregevole thriller con Mia Farrow gran protagonista.

Interpreta una giovane cieca che si trova in una situazione tragica: un killer misterioso, mai inquadrato in viso, ha sterminato la sua famiglia mentre lei era fuori: quando la ragazza rientra è sola e non si accorge di nulla, anche perché la casa è enorme, una specie di tenuta di campagna per miliardari.

Seguono varie altre sfighe, tra le quali spicca decisamente il finire dritta dritta dalla famiglia del - presunto - killer vagando per i boschi alla cieca (è il caso di dirlo). 

Tensione ottimamente costruita, bel colpo di scena finale, bravissima la Farrow.

Dvd Sinister, con l'audio italiano un po' basso.

17 agosto 2021

Orgasmo (Umberto Lenzi, 1969)

Un'immagine audace, nell'Italia del 1969.

Storico thriller lenziano con Carrol Baker, qui al primo incontro con il regista toscano.

Film morboso, con questo malsano triangolo erotico tra i due fratellini e la Baker, soli in una villa isolata. Chiaramente c'è dietro un piano ben preciso, organizzato dal diabolico avvocato Tino Carraro, per impossessarsi di una eredità milionaria. E dato che nel 1969 il crimine ancora non pagava, perlomeno al cinema, il trio di cattivoni è destinato a finire male: chi in carcere, chi all'obitorio.

Ecco, il finale della pellicola è definito sbrigativo un po' ovunque, leggendo le recensioni d'epoca e anche quelle contemporanee: difficile non essere d'accordo.

Il film chiaramente è invecchiato, con i suoi continui zoom in faccia ai protagonisti (anche se Lenzi, bontà sua, giurava di non aver mai abusato di questo strumento). Ad ogni modo è ancora abbastanza godibile, soprattutto grazie al comparto tecnico. C'è anche un esplicito riferimento a Che fine ha fatto Baby Jane?.

Dvd italiano 01, la solita ciofeca.

16 agosto 2021

Occhio alla vedova (Sergio Pastore, 1975)

I titoli di testa.

Ogni volta che tento di affrontare un film diretto da Sergio Pastore, mi debbo regolarmente arrendere prima della fine. 

E anche con questa commedia (?) le cose non sono andate diversamente. Il film vanta qualche buon attore: Saro Urzì ed Enzo Cerusico, per esempio. Ma sembra che Pastore avesse proprio il talento di sprecare ogni cosa, di gettare al vento ogni possibile occasione di strappare non dico una risata, ma anche solo un sorriso al pubblico.

Una serie di patetiche scenette scritte e dirette coi piedi, ulteriormente rovinate da un doppiaggio farsesco e stonato. Dopo mezz'ora, oltretutto con 31° in casa, è stato impossibile non pensare "Ma chi me lo fa fare di sorbirmi altri sessanta minuti di questa roba?".

Copia da RaiPlay.

Taking Off (Milos Forman, 1971)

La violoncellista nuda.

La carriera hollywoodiana di Milos Forman, ricca di successi e premi di ogni tipo, partì da questo bizzarro film post-sessantottino, molto curioso e godibile ancora oggi. A differenza di altre pellicole di quel periodo, che tentarono di raccontare quel momento storico e che a mio parere sono invecchiate in modo orrendo.

In linea di massima il film segue le vicende di una coppia di genitori borghesi alla ricerca della figlia, una ragazzina 15enne sparita nel nulla. Ma c'è molto di più: montaggio libero, moltissima musica e una struttura narrativa ben poco convenzionale. Tanto che non si sa mai bene cosa succederà nella scena successiva, e quale direzione prenderà il racconto.

Il film spiazza spesso lo spettatore: non mancano momenti divertenti, anche se forse alcune parti avrebbero potuto essere un po' accorciate. Tra le sequenze particolarmente riuscite, la lezione di Vincent Schiavelli su come fumare uno spinello.

Visto in inglese con sottotitoli, in una copia rimediata in modo fortuito.

13 agosto 2021

Margin Call (J. C. Chandor, 2011)

Spacey al capezzale del suo cane, morente.

Cast di stelle hollywoodiane per questo bel film sul misterioso mondo di Wall Street diretto da un esordiente.

Kevin Spacey, Jeremy Irons, Demi Moore, Stanley Tucci e così via. La storia è semplice da seguire, il che non è poco se si considera che l'argomento è ostico per il 99% degli spettatori, almeno credo. Di sicuro lo è per me: le leggi dell'economia, i meccanismi dei mutui sub-prime, le analisi di rischio eccetera eccetera. Arabo purissimo.

Il film però avvince da subito e forse risulta affascinante anche per il tema arcano. Qualche momento drammatico, specialmente all'inizio. In un cast di questo livello, spicca l'ottimo Stanley Tucci a mio gusto personale, ma tutti sono bravissimi e perfettamente in parte. Anche Jeremy Irons come spietato boss senz'anima è un bel vedere.

Visto su RaiMovie.

Più bello di così si muore (Pasquale Festa Campanile, 1982)

Si lavora alla trasformazione.

Montesano en travesti in questo tentativo di commedia sofisticata di Pasquale Festa Campanile.

La storia è semplice: Spartaco Meniconi (Montesano) esce di galera e non riesce a trovare lavoro. Oltretutto la moglie (Monica Guerritore, bella, brava ma inadatta a un ruolo brillante) è incinta, e i soldi servono: tocca inventarsi qualcosa.

Detto, fatto: Spartaco si veste da donna e si trasforma in Marina Marini, andando a battere il marciapiede. Il suo primo (e unico) cliente è Vittorio Caprioli, un vecchio nobile di Salerno, tanto ricco quanto miope e succube di una madre tirannica (Paola Borboni, che ha solo due scene ma memorabili). Seguono equivoci di vario tipo, sulla falsariga di A qualcuno piace caldo, per arrivare a un finale a sorpresa.

Film discreto, niente di che. Si ride poco, Borboni a parte. Caprioli è bravissimo e si prova addirittura tenerezza per il suo Nereo, caratterizzato con grande gusto.

Dvd Filmauro, ottimo.

12 agosto 2021

Il passaggio del Reno (André Cayatte, 1960)

I due prigionieri fanno conoscenza.

Dramma bellico francese che vinse il Leone d'oro al Festival di Venezia del 1960.

Si seguono le vicende parallele di due prigionieri di guerra francesi, finiti in mano ai tedeschi: Georges Riviere e Charles Aznavour. Mentre il primo non si adatta alla situazione e tenta di scappare in ogni modo, il secondo sceglie di restare a lavorare per la famiglia del borgomastro di un paesetto in Germania, dove tutto sommato non viene trattato nemmeno male, viste le circostanze.

Il film ha i suoi pregi, come ad esempio la descrizione del rapporto tra Riviere e la ragazza tedesca, che lui dovrà tradire per poter fuggire come aveva progettato. Aznavour poi è bravissimo nel dare vita alla figura di un uomo forse mediocre, ma realistico, umano.

Girato con buoni mezzi, paga qualcosa nella scrittura della seconda parte: lì il film si perde un poco, e diventa forse anche troppo lungo (2 ore).

Dvd Golem, con alcuni momenti in francese con i sottotitoli. Il tedesco invece non viene mai sottotitolato, chissà perché.

11 agosto 2021

Tick... tick... tick... esplode la violenza (Ralph Nelson, 1970)

George Kennedy osserva la situazione.

Titolo notevole per questo dramma a sfondo razziale con George Kennedy.

L'attore, doppiato da Sergio Rossi, è lo sceriffo di una pulciosa cittadina rurale del profondo sud degli States. Avendo perso le elezioni per essere ri-eletto, deve cedere il suo posto a un nero, che viene accolto malamente dai rozzi bifolchi bianchi del posto: iniziano i guai.

Inizialmente l'ex sceriffo se ne tiene alla larga, ma ben presto si decide ad aiutare il nuovo sceriffo nero (Jim Brown, ex campione di football americano), per evitare che la violenza esploda come suggerisce il titolo italiano della pellicola.

Film che parte benissimo, con una regìa di buon livello e una fotografia che sottolinea a dovere il caldo infame, che contribuisce non poco a fare uscire di testa le persone. La svolta buonista finale è poco probabile, ma va bene lo stesso.

Dvd A&R, con l'audio italiano un po' inscatolato.

10 agosto 2021

I pompieri di Viggiù (Mario Mattoli, 1949)

Lo sketch con Totò, Castellani e la Barzizza.

Avanspettacolo filmato in questo vecchio film di Mattòli.

Totò, spesso spacciato per protagonista per ovvi motivi, appare in realtà dopo circa 47', e si vede in sole tre sequenze. Il film, invero non memorabile, mostra alcuni numeri storici della rivista italiana che furoreggiava prima della guerra: Totò, Dapporto, Wanda Osiris, Nino Taranto. Qualche risata si fa, ma nel complesso l'operazione è di seconda mano.

Notevole sforzo (e sfarzo) scenografico, ma il film è invecchiato maluccio. Certo, Dapporto che imita Chaplin nei panni di Monsieur Verdoux è notevole.

Visto su RaiPlay.

09 agosto 2021

Vedo nudo (Dino Risi, 1969)

Jimmy il Fenomeno che dà di matto: un classico.

Divertente commedia con Nino Manfredi mattatore divisa in sette episodi; l'ultimo col protagonista ossessionato dalla nudità ha dato anche il titolo al film.

Il primo episodio è gradevole, con Manfredi medico e Sylva Koscina nei panni di sé stessa, come già aveva fatto pochi anni prima ne Il vigile. Il secondo è una barzelletta su un bifolco che fa sesso con una gallina: breve ma gustoso, con Manfredi particolarmente a suo agio come rozzo e ignorante contadino ciociaro.

Il terzo è l'episodio migliore: la storia d'amore (solo accennata, ovvio) tra Manfredi ed Enrico Maria Salerno, nata per via epistolare. Ci sono tocchi notevoli, direi quasi poetici. Si tratta anche dell'episodio più lungo, credo.

Il quarto è trascurabile, col protagonista che crede di vedere una donna nuda quando invece sta osservando uno specchio. Il quinto è sul classico scambio di persona (Manfredi tecnico dei telefoni preso per il "mostro di Spoleto", che violenta le ragazze); carino, ma niente di che. Il sesto è un'altra barzelletta sceneggiata, col protagonista che si eccita solo con i treni (!) e non riesce a soddisfare la moglie.

Si arriva quindi all'ultimo episodio, nel quale Manfredi è un pubblicitario che inizia a vedere donne nude ovunque, fino a uscire di senno. Gradevole, c'è anche la deliziosa Daniela Giordano. Complessivamente si ride abbastanza.

Visto su Cine34.

Rollercoaster - Il grande brivido (James Goldstone, 1977)

Il titolo.

Gradevole thriller catastrofico ambientato in una serie di Luna Park.

Si seguono le tracce di un pazzo che chiede un milione di dollari per non mettere più bombe sulle montagne russe in giro per gli Stati Uniti, dopo aver già causato due incidenti con alcune vittime. La prima parte funziona molto bene e intriga anche parecchio: poi il film prende una strada più convenzionale, ma fortunatamente non svacca mai.

George Segal è costretto a salire su tutte le attrazioni di un grosso Luna Park, mentre attende istruzioni dal ricattatore, rimanendo sempre impassibile... nei suoi panni io avrei vomitato anche l'anima.

In piccoli ruoli appaiono Steve Guttenberg ed Helen Hunt, ancora adolescente.

Bluray italiano Cult Media.

06 agosto 2021

Totò a Parigi (Camillo Mastrocinque, 1958)

I due ruoli di Totò.

Mediocre film di Totò, tirato via alla meno peggio.

Non che manchino momenti divertenti, soprattutto nel duetto tra il comico napoletano e Luigi Pavese nello scompartimento ferroviario, ma sono solo zampate in un contesto davvero moscio. Molte gag sono stiracchiate, come l'incontro con il ciccione (un Mimmo Poli gonfiato ad arte) nel corridoio del treno; troppe lungaggini e una storiella banale già vista cento volte. Mi chiedo se l'espediente del sosia non avesse stancato il pubblico già nel 1958. Chissà.

Visto su RaiPlay.

Odissea nuda (Franco Rossi, 1961)

Salerno osserva la barca per i lebbrosi.

Esotico con Enrico Maria Salerno sperduto in Polinesia.

Il protagonista va fino all'Oceano Pacifico per girare un documentario (è un giornalista), ma ben presto manda il lavoro a farsi benedire e inizia a vagare per gli atolli, anche perché raggiunto dalla notizia della morte di sua madre, che lo sconvolge.

Film originale, a tratti senz'altro noioso (e la copia riemersa dopo decenni sulle reti Mediaset è tagliata di almeno dieci minuti) ma vitale, e con una seconda parte che smette di indugiare nel folclore locale per concentrarsi sul protagonista e i suoi problemi.

Salerno infatti è l'unico personaggio reale del film: intorno a lui si muovono solo figurine senza spessore. Tutto girato in loco, vanta anche una bellissima fotografia che vinse persino il Nastro d'argento.

Visto in una copia da Rete 4.

02 agosto 2021

La conversa di Belfort (Robert Bresson, 1943)

La tensione sul volto di Teresa.

Primo film di Bresson, ambientato nel microcosmo di un convento di suore domenicane.

Già notevole, non è ancora radicale come i suoi lavori successivi: la narrazione concede infatti ancora qualcosa alle convenzioni. C'è una drammaturgia più classica, e certi dialoghi suonano poco plausibili. L'universo del convento però è reso in modo magistrale: alcune sequenze sono di forte impatto emotivo (Teresa che va a sparare all'uomo che l'aveva tradita, tutta girata in piano-sequenza senza staccare mai sulla vittima).

Il cast è composto da attori professionisti, cosa che Bresson non farà più in seguito. Da sottolineare la prova di Sylvie come madre superiora, ma tutti i personaggi sono ben interpretati e soprattutto vividi, realistici; nessuno è stereotipato secondo le regole che ci si aspetterebbe di trovare in un film girato quasi ottant'anni fa.

Dvd San Paolo, che integra tre brevi sequenze sottotitolate.

01 agosto 2021

Tortura (Nikos Papatakis, 1976)

La Karlatos in primo piano.

Titolo forte per questo pesante dramma politico con chiari intenti di denuncia.

Anche il mondo del cinema commerciale è preso di mira: il produttore che obbliga la protagonista (Olga Karlatos) a spogliarsi per un provino mentre fuma un sigaro gigantesco non può non far pensare a Harvey Weinstein, e ai tanti come lui.

Il film comunque mi è parso di una noia micidiale, e l'ho abbandonato tra gli sbadigli dopo mezz'ora. Da sottolineare quantomeno la prova della Karlatos, che si offre generosamente alla MdP senza apparenti imbarazzi, anche in squarci ginecologici di indubbio interesse.

Dvd italiano, pessimo e saltellante.

Paradise (Stuart Gillard, 1982)

Phoebe Cates: non servono parole. Film-cult della mia fanciullezza, che ho rivisto dopo oltre 30 anni. Avrei fatto meglio a serbare la purez...