31 ottobre 2023

La macchina nera (Elliot Silverstein, 1977)

L'inquietante macchina nera.

Grande titolo per un ottimo film d'azione anni settanta, truzzo e divertente come ci si aspetterebbe.

Ricordo che la pubblicità del film, vista su Odeon TV quando potevo avere forse nove anni, mi impressionò moltissimo. Non avevo però mai avuto l'occasione di recuperarlo, anche perché temevo che sarei rimasto deluso. Mi sbagliavo: il film è bellissimo e qua e là spaventa pure alla grande.

L'inizio è molto suggestivo, anche per l'ambientazione naturale: i due giovani ciclisti sono le prime vittime di questa misteriosa auto nera, che imperversa senza una logica apparente in una piccola contea del Nuovo Messico.

Cast di buon livello: peccato solo che John Marley esca di scena così presto. Temi di rilievo sociale come l'alcolismo e la violenza domestica vengono solo sfiorati, senza un vero approfondimento, ma la cosa non disturba.

Tra le pecche, qualche momento velocizzato in modo fin troppo evidente, nonché un finale apocalittico a forte rischio kitsch.

Visto nel bluray italiano Pulp, con il doppiaggio originale.

28 ottobre 2023

Godot (Yves Allegret, 1957)

Titoli di testa.

Bel dramma/noir francese con il bravo Jean Servais algido protagonista.

Ambientato a Parigi, vede lo scontro tra il duro Godot e gli ex protettori della sua donna, che faceva la vita prima di mettersi con lui. Ma c'è dell'altro: il fratello della donna arriva in città con la nipote, per vendicarsi di un ricco faccendiere che ha causato un incendio in cui è morta sua moglie. Inoltre la ragazzina si innamora di un giovane sgherro di Servais (Alain Delon, qui all'esordio) e insomma le cose prendono una piega tutt'altro che piacevole.

Ben sceneggiato e con una regìa solida, è un valido prodotto che venne doppiato dalla Rai per una messa in onda degli anni '80: si sentono infatti le voci di Arnoldo Foà e Gianni Bonagura. Oltre a Delon ci sono anche Bernard Blier e un inquietante Bruno Cremer.

Visto in una copia televisiva da Raitre vecchia di almeno 30 anni.

27 ottobre 2023

Er gol de Turone era bono (Francesco Micciché e Lorenzo Rossi Espagnet, 2022)

Maurizio Ramon Turone oggi.

Gustoso, divertente documentario sull'ormai leggendaria partita tra Juventus e Roma del 10 maggio 1981.

I fatti sono noti: vincendo, la Roma avrebbe sorpassato i bianconeri in testa alla classifica, ma la gara - sporca, cattiva e giocata sotto la pioggia - terminò 0-0. Due settimane dopo, la Juve vinse lo scudetto.

A circa un quarto d'ora dalla fine, con i padroni di casa ridotti in dieci uomini per l'espulsione di Furino, venne annullato un gol a Turone, per un fuorigioco quantomeno dubbio. Da lì è partita la narrazione che oggi, dopo 42 anni, vive ormai di vita propria, quantomeno tra i tifosi romanisti ma non solo.

Il prodotto è ben confezionato: ci sono interviste a diversi protagonisti del periodo, su tutte quella a Ramon Turone, che per moltissimi anni non ha voluto tornare sull'episodio. Molti dei giocatori di quella Roma sembrano avvelenati ancora oggi, a dirla tutta. Appare anche Giuliano Sancini, il guardialinee che alzò la fatale bandierina: oggi l'uomo sfoggia un parrucchino che meriterebbe un documentario a parte.

Il materiale d'archivio è stato scelto con gusto, e con una ironia non disprezzabile. Ovviamente la domanda resta sempre quella: era o non era buono, quel bel gol di Turone? Chissà. Io comunque lo avrei convalidato.

Visto su Raiplay.

26 ottobre 2023

Giovani, carini e disoccupati (Ben Stiller, 1994)

I 4 amici fanno spese.

Titolo (italiano) idiota per un mediocre film che non avevo mai visto.

Questo Reality Bites racconta la tormentata storia d'amore tra Winona Ryder ed Ethan Hawke, con Ben Stiller in mezzo. Il film, che ha la profondità di una pozzanghera, ha una reputazione notevole anche oggi dopo quasi trent'anni dalla sua uscita, così ho deciso di recuperarlo.

Sfortunatamente non mi ha preso per niente: non si ride mai, le riprese fatte in modo amatoriale dai ragazzi stancano ben presto e c'è davvero troppa musica. Simpatico solo John Mahoney, che interpreta un ipocrita conduttore televisivo. Stiller per me è antipatico come pochi altri: per fortuna il suo ruolo non è così grande come avevo temuto.

Visto nel bluray italiano.

Quel pomeriggio maledetto (Mario Siciliano, 1977)

La curiosa sequenza dei travestiti.

Thriller d'azione che avevo già visto una decina d'anni fa, trovandolo pessimo. Rivisto in una copia qualitativamente ben più valida, mi ha fatto un'impressione migliore, come spesso accade in questi casi.

Lee Van Cleef esce di galera aiutato da un'organizzazione che lo paga perché uccida un po' di gente in giro per l'Europa. Nel frattempo, l'uomo cova la sua vendetta contro la coppia che lo ha fatto finire dentro. La vicenda diventa meno chiara col passare dei minuti, o forse mi sono distratto io. Chissà.

Comunque un filmetto potabile, con un Van Cleef troppo vecchio per il ruolo, nonostante il parrucchino. Bella la musica di Stelvio Cipriani.

Visto nella copia passata recentemente su Rete 4.


 

24 ottobre 2023

Indovina chi viene a merenda? (Marcello Ciorciolini, 1969)

Uno scorcio floreale.

Pellicola di Franco e Ciccio che non avevo mai visto. Nonostante il titolo, si tratta di una parodia de La grande fuga.

Franco e Ciccio La Rapa sono due pastori siciliani durante la seconda guerra mondiale. Catturati per errore dai tedeschi, vengono rinchiusi in un campo di prigionia, dal quale riescono in qualche modo a scappare nonostante la loro ovvia dabbenaggine.

Filmetto francamente insulso; le gag sanno di stantio, di tirato via, anche se qualche battuta riesce a strappare il sorriso. Ma resta un film povero, sia a livello di idee che come produzione. L'ultima mezz'ora poi è davvero micidiale, quando l'azione si sposta nella baita tirolese.

Nel cast ci sono Carletto Romano, Giacomo Rossi Stuart e Lino Banfi, quest'ultimo in un piccolo ruolo come spesso accadeva nei film della coppia siciliana.

Visto su DailyMotion.

La settima tomba (Garibaldi Serra Caracciolo, 1965)

Una fotobusta del capolavoro.

Delirante e poveristico horror gotico girato da un improvvisato regista dal nome leggendario.

Siamo nella Scozia del 1890. C'è il solito gruppo di 7-8 persone chiuse in un castello (quello di Balsorano) per una eredità. Non mancano strane urla nella notte, morti che spariscono e poi ritornano e così via. Tutto è abbastanza classico, se non fosse che l'imperizia della regìa è assoluta, e castra in partenza quel poco di buono che la pellicola avrebbe potuto regalare ai coraggiosi spettatori.

Il film è lento come una soap opera sudamericana anni settanta. A lasciare interdetti comunque non sono tanto le assurdità di una sceneggiatura piena di buchi, ma i dialoghi, sempre ingenui e talora addirittura farneticanti. A un certo punto si sente un grido in piena notte: due ragazze escono dalle loro stanze, allarmate, incontrano un uomo e gli chiedono "Che succede?". E lui, pacifico: "Non so, ho udito un grido e stavo accorrendo".

Tra una lungaggine e l'altra, si arriva al termine dei 77 minuti di durata. Nel cast spicca come sempre per incapacità attoriale il pessimo Gianni Dei, qui celato dall'accattivante alias John Day.

Visto nell'ottimo bluray Severin.

Lui era Trinità (Dario Marani, 2023)

Zingarelli, Barboni e Bud Spencer.

Discreto documentario Rai su Italo Zingarelli.

Molto incensatorio, racconta la vita di questo produttore (ma anche regista, di tre film) con le testimonianze dei tre figli, oltre che di personalità come Bud Spencer, Terence Hill, Dario Argento e diversi altri. C'è anche Luca Rea.

Zingarelli, ex pugile dilettante e poi produttore di olio e vino nel Chianti, era nativo di Lugo di Romagna ma si trasferì ben presto a Roma. Tutta la parte centrale del documentario è comprensibilmente dedicata ai due Trinità diretti da Enzo Barboni, che riscossero un successo commerciale pauroso e che Zingarelli accettò di produrre mostrando un notevole fiuto.

Visto su RaiPlay.

23 ottobre 2023

Milano odia: la polizia non può sparare (Umberto Lenzi, 1974)

L'ultimo viaggio di Jone.

Spettacolare poliziesco noir di Lenzi, senz'altro il suo lavoro migliore.

Film che ho rivisto più volte nel corso degli ultimi 20 anni, approfondendo ora i luoghi, ora gli attori secondari e così via. A differenza di molti altri prodotti coevi, ha retto e regge benissimo il passare del tempo. Ottimo Milian, ma secondo me funziona molto bene anche Silva come granitico commissario, anche se è noto che il regista la pensava diversamente.

Visto, stavolta, nell'ottimo bluray inglese Shameless.

22 ottobre 2023

Boogie Nights (Paul Thomas Anderson, 1997)

Il cast principale (quasi) al completo.

Bel film di Anderson sulla carriera di John Holmes.

La storia si prende qualche libertà, ma la triste parabola del pornodivo più famoso della sua epoca è resa con evidenza. Lo stile del regista è noto: lunghissimi piani sequenza, molta musica, linee narrative che si alternano. C'è una certa verosimiglianza nella rappresentazione dei rapporti tra le persone, anche se non tutto funziona a puntino: alcune scene sfiorano il didascalico, come la lite tra Dirk Diggler, ormai schiavo della droga, e il regista Jack Horner, o ancora la discussione tra il giovane Dirk e sua madre.

Forse c'è troppa carne al fuoco, troppi personaggi, troppa voglia di mostrare tanto, se non proprio tutto. Il film dura quasi 160', e sembra che Anderson abbia dovuto lasciare parecchia roba sul pavimento della sala di montaggio.

Grande cast comunque, nel quale emerge a mio gusto personale il vecchio leone Burt Reynolds. Heather Graham è spettacolare, ma Julianne Moore non le è inferiore anche con i suoi dieci anni in più.

Rivisto con piacere nel bluray italiano.

Sette anni di felicità (Roberto Savarese, 1942)

Uno degli esterni della pellicola.

Commedia girata in doppia versione (italiana e tedesca) durante la guerra.

Film spensierato, com'è ovvio; non c'è un vero protagonista, ma alcuni personaggi le cui vicende si intrecciano. Abbiamo una coppia di innamorati, che peraltro fanno di mestiere gli sceneggiatori per il cinema, più un maggiordomo svampito che perde le 50 mila lire affidategli dal suo padrone, e farà di tutto per ritrovarle con l'aiuto di un amico.

Trama a parte, è un discreto prodotto. L'ambientazione è lasciata sul vago, ma siamo comunque fuori dall'Italia. La prima parte promette bene, poi il film prende una piega troppo movimentata a mio parere, ma resta comunque gradevole fino al termine. Nel cast ci sono anche Paolo Stoppa e Primo Carnera, che interpreta un nerboruto poliziotto. Carlo Romano doppia Hans Moser, ma è presente anche come attore, doppiato a sua volta da Luigi Pavese.

Visto nella copia passata su Iris.

20 ottobre 2023

Emilienne (Guy Casaril, 1975)

Scatta il tenero tra le due rivali.

Erotico francese basato sul classico ménage à trois.

Lui è sposato ed ha un'amante. Un giorno le due donne si conoscono, ad una mostra d'arte, e in breve scatta la seduzione saffica. Di lì a poco il trio vive insieme sotto lo stesso tetto, con i prevedibili accoppiamenti multipli, ma l'idillio sarà breve.

Pellicola di discreta fattura, permeata da un erotismo non disprezzabile nei toni e nei modi. Non eccessivamente attraenti, a mio gusto personale, le due protagoniste. Secondo le fonti, la bionda Betty Mars aveva solo 30 anni quando girò il film: gliene avrei dati tranquillamente dieci di più. Chissà.

Brutta al limite del fastidioso la colonna sonora di Nino Ferrer. Mediocre il doppiaggio italiano.

Visto su Cielo, in una copia facilmente alleggerita.

19 ottobre 2023

Sydney (Paul Thomas Anderson, 1996)

Baker con Gwyneth Paltrow.

Il primo film per il cinema del regista di Magnolia.

Racconta l'amicizia tra il vecchio Sydney (Philip Baker Hall, bravissimo) e il giovane John (John C. Reilly), entrambi giocatori di professione nei casinò degli States. Alla fine si scoprirà il motivo per il quale Sydney ha preso così a cuore il ragazzo, senza un motivo apparente.

Buon film, soprattutto la prima parte, che non spiega ma mostra semplicemente. Quando i nodi arrivano al pettine, il film prende una piega quasi pulp e diventa meno originale. Non mancano alcuni lunghi piani sequenza, che diverranno classici nel cinema di Anderson. Piccolo ruolo per Philip Seymour Hoffman.

Visto nel dvd italiano.

Il sol dell'avvenire (Nanni Moretti, 2023)

Moretti sul set del suo film.

L'ultimo (ci si augura) film di Nanni Moretti è una stanca, noiosa ripresa di cose già viste, già dette e già fatte molto meglio anni prima.

Stavolta il protagonista sta girando un film sul PCI nel 1956, quando i sovietici invasero l'Ungheria. Nel frattempo il suo matrimonio va a rotoli, la figlia si fidanza con un uomo di 75 anni e il film si blocca per mancanza di fondi: la crisi è quindi su tutti i fronti.

Film senile, ripetitivo, stonato e a tratti sinceramente irritante, soprattutto pensando a cosa ha saputo fare Moretti anni fa. I momenti che dovrebbero far ridere sono pietosi: su tutti, l'imbarazzante sequenza con i dirigenti di Netflix. Un umorismo vecchio, telefonato e che non funziona mai. Moretti poi recita in modo terribile, facendo in pratica una bolsa parodia del suo personaggio. Le citazioni annoiano, e francamente avrei fatto volentieri a meno di vedere il 65enne Silvio Orlando che mette la lingua in bocca alla povera Barbora Bobulova.

Non discuto il livello tecnico della regìa, ma il film stanca prestissimo e non si vede l'ora che finisca. Si viene però premiati, reggendo fino al termine: infatti l'ultima sequenza, il corteo a Roma con gli attori dei vecchi film di Moretti, è un bel momento. L'unico.

Visto in una copia da Sky Cinema.

17 ottobre 2023

La doppia vita di Mahowny (Richard Kwietniowski, 2003)

Il protagonista al tavolo da gioco.

Dramma sul gioco d'azzardo diretto da un regista dal cognome virtualmente impronunciabile.

Siamo a Toronto, nel 1980. Philip Seymour Hoffman è un medio dirigente bancario col vizio del gioco, e grazie a dei magheggi riesce a far scomparire qualche milione di dollari da dei fondi fiduciari, andando a giocarseli poi a Las Vegas o Atlantic City. Nel frattempo la sua relazione con Minnie Driver (splendida) va alla deriva, mentre la polizia inizia a sospettare qualcosa: insomma il cerchio si stringe intorno all'uomo.

Tratto da una storia vera (comunque pesantemente rimaneggiata, secondo me), è un discreto film, anche se freddo e con un finale nel quale la polizia canadese non fa una gran figura. Hoffman è bravissimo nel dar vita a un personaggio molto sgradevole: grasso, trasandato e unticcio. John Hurt invece va di repertorio.

Visto nella copia trasmessa da RaiMovie.

16 ottobre 2023

The Gambler (Rupert Wyatt, 2014)

Wahlberg e Goodman in sauna.

Remake di 40.000 dollari per non morire con Mark Wahlberg nel ruolo che fu di James Caan.

Così così, a mio parere. Già Marky Mark come professore di letteratura inglese all'università fa abbastanza ridere, ma al di là di questo il suo personaggio non suscita la minima empatia. Troppo eccessivo, troppo caricato. Troppo un coglione, per dirla volgarmente.

La storia più o meno è quella del film del 1974, con la differenza che qui si arriva al lieto fine, chissà perché poi. Wahlberg in pratica ha una settimana di tempo per trovare 260 mila dollari e non finire nel baule di una macchina abbandonata da qualche parte in mezzo al deserto. Jessica Lange, a suo tempo brava attrice e splendida donna, interpreta la ricca madre del protagonista: purtroppo la sua faccia è ormai totalmente inespressiva, devastata dalla chirurgia plastica. John Goodman invece è un luciferino allibratore dall'inquietante presenza scenica. Anche Brie Larson, bellissima, ha un ruolo insignificante.

Visto nel dvd italiano.

 

15 ottobre 2023

Fame (Henning Carlsen, 1966)

L'uomo che spia la ragazza.

Lancinante dramma girato in bianco e nero coprodotto tra Danimarca, Svezia e Norvegia.

La vicenda è quella di un giovane uomo che non ha più un soldo che sia uno: rimasto senza lavoro, fa letteralmente la fame. Viene anche sfrattato dalla sua stanza, e inizia quindi a vagare per la città nel gelo dell'inverno nordico, sempre più disperato e solitario, mantenendo comunque una sua strana e dolorosa dignità, nonostante tutto.

Film che trasuda disperazione, mostra le umiliazioni che un uomo può dover affrontare quando non ha denaro. Girato con uno stile rarefatto e solo qualche rara concessione al simbolismo più facile, colpisce senz'altro nel segno, anche grazie alla grande prova del protagonista Per Oscarsson

Gunnel Lindblom, attrice bergmaniana, rappresenta l'unico motivo di speranza per l'uomo. Le sequenze tra i due sono ben scritte e girate, e contribuiscono ad alleggerire un poco l'atmosfera: anche se il loro idillio pare improbabile, date le circostanze.

Visto con sottotitoli nel dvd italiano RHV: la pellicola infatti non trovò uno sbocco distributivo in Italia, e non esiste quindi un doppiaggio nella nostra lingua.

Vendetta napoletana (Ernst Hofbauer, 1980)

L'interrogatorio di Janet Agren.

Film tedesco girato da un regista austriaco tra Napoli e la Grecia, è un prodotto modesto, con molte ingenuità ma anche alcune frecce al suo arco.

La storia è quella - classica - del rape & revenge: Janet Agren viene violentata da due balordi, e per lei inizia un'ordalia che per certi versi è quasi peggio dello stupro in sé. Viene infatti maltrattata dal commissario, derisa al processo e persino abbandonata dal marito Howard Ross, un taxista napoletano ad Atene che non sopporta di dover stare con una donna che è stata con altri uomini, anche se costretta. Alla fine i due stupratori vengono assolti, la donna (che è rimasta incinta, e non sa di chi) si uccide e suo marito accoppa uno dei due cattivi per chiudere i conti, in una sequenza involontariamente comica. Amen.

La storia procede in modo meccanico, ma c'è anche qualche spunto originale: lo stupratore omosessuale, costretto col ricatto a violentare la ragazza per mostrare la sua dubbia virilità al resto del gruppo, per esempio. La Agren, splendida ma attrice altrimenti modesta, qui offre una delle sue prove migliori. La musica di Riz Ortolani è bella, ma penso sia - almeno in parte - di recupero.

Visto su Prime Video.

13 ottobre 2023

Conto alla rovescia (Robert Altman, 1967)

Una fotobusta del film.

La corsa per arrivare sulla Luna, argomento a quel tempo molto di moda.

Per la missione dell'Apollo 3 la Nasa decide di mandare un civile e non un militare. La cosa crea parecchie frizioni tra i due galli presenti in quel momento nel pollaio: James Caan e Robert Duvall, che rivedremo come fratelli ne Il padrino pochi anni dopo.

Film onestamente molto invecchiato: ho provato a dargli una possibilità ma l'ho abbandonato dopo circa 40 minuti. Altman, anni dopo, si lamentò perché non gli fu possibile curare il montaggio, dato che la produzione gli tolse il film di mano. Chissà.

Visto su Prime Video.

12 ottobre 2023

40.000 dollari per non morire (Karel Reisz, 1974)

Caan in banca da James Woods.

Gran bel dramma diretto da un regista cecoslovacco emigrato ad Hollywood.

Il titolo originale, The Gambler, dice già tutto. James Caan è un professore universitario con il vizio delle scommesse. In breve si trova a dover pagare ben 44 mila dollari (il titolo italiano arrotonda) a della brutta gente, e inizia ad arrabattarsi per trovare quella cifra, coinvolgendo persino sua madre.

Il problema è che non appena ha in mano un po' di denaro l'uomo non sa resistere alla tentazione di giocarselo subito: la sua situazione va quindi peggiorando, fino ad arrivare ad uno splendido e cupo epilogo.

Ottimamente girato e con un cast notevole (oltre al grande Paul Sorvino ci sono anche Burt Young, James Woods e Frank Sivera), è un viaggio doloroso nella vita di un ludopatico grave, uno che butta via la sua vita senza pensarci due volte e solo per il brivido della scommessa.

Visto in inglese con sottotitoli italiani, in una copia recuperata fortunosamente.

 

Il generale dell'armata morta (Luciano Tovoli, 1983)

Mastroianni a un passo dall'abbiocco.

Unico film da regista di un noto direttore della fotografia.

Tre attori straordinari e uno spunto poetico non bastano a salvare il film, che purtroppo non trova mai il tono adeguato alla materia. Mastroianni, in particolare, sembra addirittura spaesato e recita in modo eccessivamente caricato, soprattutto se messo a confronto con il più misurato Michel Piccoli.

Restano la bella ambientazione, fatta di desolati panorami montani, e poco altro: un'occasione perduta.

Visto nel dvd italiano.

10 ottobre 2023

Scherzi da prete (Pier Francesco Pingitore, 1978)

Un bel primo piano del grande Bombolo.

Gustosa farsa scritta dalla coppia Castellacci-Pingitore.

In uno sperduto borgo ciociaro, il prete don Tarquinio Buttafava (grandissimo nome) persiste nel celebrare la messa in ciociaro antico, contro le disposizioni del Concilio Vaticano II. Si allertano quindi le gerarchie vaticane, ma c'è chi briga per utilizzare il parroco di provincia a scopi politici.

Per me, il miglior film di Pingitore: scatenato, divertente e con un cast perfetto. Gianfranco D'Angelo è bravissimo come vescovo che la sa lunga, mentre Bombolo regala un paio di momenti dei suoi (te tratti bene, brutta assassina!), sempre maltrattato da Pippo Franco.

C'è un blando anticlericalismo di fondo, ma tutto è all'acqua di rose chiaramente, ed il finale ripristina lo status quo com'era ovvio che fosse.

Rivisto nella bella copia passata su Cine34.

Simona (Patrick Longchamps, 1974)

 

Laura Antonelli.

Erotico con idee con Laura Antonelli, non tra i suoi film più noti.

Difficile riassumere la trama: si tratta in sostanza del racconto di un bizzarro e cupo ménage à trois tra la Antonelli (splendida e doppiata), Degli Esposti e la meno nota Margot Margaret, una bella biondina.

Come non si cava il sangue da una rapa, proverbialmente, così non si cerca una logica in un film del genere. Girato all'insegna delle tre I (incomprensibile, insensato, irritante), regala comunque alcuni momenti di notevole erotismo, per quanto la versione da 84' oggi disponibile sia sospetta di un alleggerimento.

Raf Vallone, con parrucca e barba finta, è una presenza che aggiunge un ulteriore tocco weird alla pellicola. Belle le musiche di Fiorenzo Carpi, come sempre.

Visto su Prime Video.

 

Italiani (Maurizio Ponzi, 1996)

Un'immagine promozionale del film.

Commedia corale che ho recuperato con piacere.

Tutto il film si svolge su un treno diretto da Palermo a Milano nel 1965, con una serie di personaggi e le loro storie che si intrecciano con un certo gusto. Non tutto funziona alla perfezione, e quei 15 minuti circa ambientati nel presente stonano un poco, sinceramente: ma nel complesso il film è brioso e ben recitato da tutto il cast. Bravissimi Luigi Maria Burruano e Giulio Scarpati, in particolare.

Belle le musiche di Bruno Zambrini, molto classiche.

Visto su Prime Video.

09 ottobre 2023

Quasi famosi (Cameron Crowe, 2000)

Un'immagine promozionale del film.

Bel film che ho rivisto con piacere dopo molti anni.

È la vicenda di un ragazzino di15 anni che segue la rock band degli Stillwater in giro per gli Stati Uniti, per scrivere un pezzo destinato addirittura alla rivista Rolling Stones. Ovviamente, finendo in quel contesto, si innamora di una bellissima groupie che però ha già una storia con il chitarrista della band.

Personaggi simpatici, gli attori giusti e una buona dose di bella musica. Nel cast ci sono anche il compianto Philip Seymour Hoffman e Jimmy Fallon. La trama ha qualche momento improbabile, come ad esempio gli Stillwater che iniziano a fidarsi ciecamente del ragazzino quando lo conoscono da qualcosa come mezza giornata. Resta comunque una bella storia, di amicizia più che d'amore.

Rivisto nel doppio bluray italiano.

07 ottobre 2023

Donnie Brasco (Mike Newell, 1997)

Lefty e Donnie a Miami.

Rivisto dopo molto tempo questo solido film di mafia tratto da una storia vera, quella dell'agente FBI sotto copertura Joseph Pistone, interpretato da Johnny Depp.

Buon film, anche se onestamente lo ricordavo più bello. Ad ogni modo il rapporto tra Donnie e Lefty (l'ottimo Al Pacino) è descritto con gusto, e l'ambiente della mafia newyorkese funziona come si deve. Meno riuscita a mio avviso tutta la parte sulla vita privata di Pistone, che se ne va alla malora mentre lui diventa parte integrante di cosa nostra, trascurando completamente moglie e figlie.

Si tratta comunque di un film di livello. Nel cast anche Bruno Kirby e l'immancabile Michael Madsen.

Visto nel bluray italiano.

American Fever (Claudio Giorgi, 1978)

Carven e la Kerova in piscina.

Scritto dal regista insieme a Gigi Montefiori, è un curioso tentativo di accodarsi al filone dei film danzerecci che nel 1978 ebbe un improvviso successo.

L'operazione qui è però palesemente di recupero: il copione non c'entra un bel niente con il ballo, e i lunghi momenti ambientati in discoteca sono stati inseriti a forza, senza alcun nesso logico con la vicenda.

La storia è meno sciocca di quanto temessi, per quanto non brilli per originalità. Mircha Carven - chiunque fosse - è un benzinaio che sogna di fare l'attore, e viene aiutato dal suo amico maneggione Vincenzo Crocitti ad inserirsi nel mondo romano delle produzioni. Dove ovviamente incontra quasi solo canaglie, mignotte e finanziatori ignoranti come bestie.

C'è un certo gusto nella descrizione di questo sottobosco, e non mancano alcune sequenze riuscite, come lo sventato suicidio di Zora Kerowa, o ancora Crocitti che chiama i suoi strozzini per farsi picchiare, ormai stanco dei mille sotterfugi a cui è obbligato dalla sua tossicodipendenza. Ma il tutto naufraga in una struttura narrativa zoppicante, che giunge ad un finale sbrigativo ed incomprensibile.

La colonna sonora presenta solo 3 o 4 brani, perlopiù ad opera dei fratelli La Bionda, ripetuti in modo ossessivo. Nel cast appaiono anche Alessandra Cardini e Francesco Anniballi.

Visto nella bella copia trasmessa da Rete 4 pochi giorni fa.

06 ottobre 2023

Apollo 13 (Ron Howard, 1995)

Ed Harris alla lavagna.

Blockbuster hollywoodiano che vidi in sala alla sua uscita, se ricordo bene.

La vicenda dell'Apollo 13 è notissima, quantomeno a grandi linee. Di conseguenza il film non genera quel tipo di tensione, eppure scorre via bene, soprattutto dopo i primi 50 minuti, quando finalmente si sente la frase "Houston, abbiamo un problema", divenuta poi leggendaria.

Ottimo il cast, con Tom Hanks, Gary Sinise, Bill Paxton e Kevin Bacon. Ma il migliore secondo me è Ed Harris, nei panni di un cazzutissimo direttore di volo.

Rivisto dopo una vita nel bluray italiano.

05 ottobre 2023

House of Gucci (Ridley Scott, 2021)

Lady Gaga e Adam Driver.

La vicenda dell'omicidio di Maurizio Gucci, avvenuto a Milano nel 1995.

Film tremendo: ottimo cast, ma la storia è banale e per nulla interessante. Abbondano semplificazioni, schematismi, scene-madri urlate che muovono al sorriso e così via, senza contare l'immancabile dose di folclore italiano (ancora? Nel 2021?). I personaggi poi sono caratterizzati in modo piatto, con qualche caduta nel macchiettistico francamente evitabile: il Paolo di Jared Leto è orribile, e i due killer nel finale sembrano usciti da un film con Franco e Ciccio.

L'errore comunque è stato mio: l'argomento non era e non è di mio interesse, e non avrei dovuto affrontare la visione. Mi sono fatto incuriosire dal cast e dall'ambientazione parzialmente milanese, ma sorbire quasi 160 minuti di questa roba è stato molto faticoso. Pessimo l'utilizzo della musica, invadente e spesso fuori luogo. Anche il doppiaggio italiano ha alcune voci che irritano (Lady Gaga e Jared Leto). Bello invece sentire ancora Giancarlo Giannini su Al Pacino, come quarant'anni fa.

Visto nel bluray italiano.

 

04 ottobre 2023

Cocaina (Harold Becker, 1988)

Woods al lavoro in ufficio.

James Woods protagonista di questo discreto dramma anni ottanta.

Interpreta un venditore che si trasferisce da New York a Los Angeles, dove inizia a guadagnare un pacco di soldi nel settore immobiliare. Purtroppo il risparmio non è il suo forte, e quando le cose si mettono male inizia a tirare cocaina come un dannato per tenersi su di morale, coinvolgendo anche la splendida moglie (Sean Young). Inizia così una spirale negativa che porta la coppia sempre più giù.

Buono l'inizio, con Steven Hill nel ruolo dell'amico provvidenziale: man mano che il film procede la vicenda diventa più banale ed eccessiva, un po' troppo alla ricerca dell'emozione facile.

Visto in una copia da Raisat Cinema.

03 ottobre 2023

Si salvi chi vuole (Roberto Faenza, 1980)

Un perplesso Gastone Moschin.

Una famiglia borghese alle prese con i giovani scapestrati del 1980, tra eccessi, macchiettismi e semplificazioni.

Faenza si concede un cast di lusso, Gastone Moschin e Claudia Cardinale, oltre a un comparto tecnico di prim'ordine: le musiche sono di Ennio Morricone, ad esempio. Purtroppo la storia non è granché: il rapporto tra i due coniugi è schematico, e soprattutto ripetitivo. Tra l'altro non si capisce come e perché la madre accetti di sopportare l'ingresso in casa del fidanzato della figlia (Francesco De Rosa, francamente impresentabile) con tutta la corte dei miracoli che si trascina appresso.

Più centrato il personaggio di Moschin, un onorevole comunista sempre in viaggio tra Roma e Bologna, dove è stato girato il film. Le sue reazioni sono quantomeno plausibili, ma alla lunga il discorso stanca. Film molto invecchiato: datatissimi (e noiosi) in particolare i dialoghi su DC e PCI, che nulla aggiungono alla pellicola.

Visto in un riversamento da vhs Creazioni Home Video: l'ultima mezz'ora con un timer in sovraimpressione.

01 ottobre 2023

Santo Stefano (Angelo Pasquini, 1997)

Il direttore legge il giornale.

Claudio Amendola e Claudio Bigagli protagonisti di questo dramma ambientato nel carcere isolano di Santo Stefano negli anni cinquanta.

Amendola è un detenuto, Bigagli il classico direttore dalle idee progressiste. Nasce una bella amicizia tra i due, anche se non tutti la pensano come il direttore chiaramente, soprattutto tra le guardie.

Discreto film, molto breve (il dvd arriva a soli 76') e con qualche schematizzazione forse non così necessaria. Pasquini però dirige con garbo e le musiche di Nicola Piovani sono belle. Il film sconta una certa povertà produttiva: i detenuti che si vedono non sono più di venti in tutto. Qualche perplessità sulla scelta di lasciar circolare liberamente un ragazzino adolescente dall'aspetto vagamente efebico in mezzo a un gruppo di ergastolani cinquantenni.

Nel cast anche Roberto Nobile, Luigi Maria Burruano e Giorgio Tirabassi, quest'ultimo un po' eccessivo secondo me.

Tratto da una storia vera, pare. Visto nel mediocre dvd CDI.

Paradise (Stuart Gillard, 1982)

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