25 ottobre 2021

La mosca (David Cronenberg, 1986)

Jeff Goldblum, prima della trasformazione.

Splendido film di Cronenberg, remake di un caposaldo della fantascienza USA anni cinquanta.

Lo stile minimalista scelto dal regista è funzionale al racconto di questa bizzarra storia d'amore, che non resta sullo sfondo della vicenda principale ma anzi ne diventa parte integrante. Dopo la prima ora il film poi diventa molto esplicito e - talora - al limite del disgustoso nel mostrare la tremenda trasformazione di Seth Brundle in Brundlefly: gli effetti speciali sono notevoli, per un film che ha 35 anni.

Rivisto dopo una vita nel bluray italiano.

17 ottobre 2021

Carlito's Way (Brian De Palma, 1993)

Un primo piano che non si dimentica.

Meraviglioso film di Brian De Palma, per me uno dei suoi migliori.

Alcuni dicono che Carlito's Way gioca un po' sul facile, con la sua elegia del vecchio gangster ormai sorpassato dalla nuova malavita. Può anche darsi. Certo il tema non era nuovo, nel 1993. In realtà non lo era nemmeno ai tempi dei noir con Humphrey Bogart, se vogliamo; ma poco importa. De Palma azzecca praticamente tutto, valorizzando una sceneggiatura di ferro senza mai scadere nell'inutile virtuosismo.

Poi c'è da parlare del cast: Al Pacino è straordinario, e il doppiaggio di Giancarlo Giannini gli dona anche qualcosa in più, come spesso accadeva. Ma la vera sorpresa del film è l'avvocato cocainomane interpretato da Sean Penn. 

Se proprio vogliamo trovare una pecca a questo film splendido, la protagonista femminile (Gail, cioé Penelope Ann Miller) è forse un po' debole, sia per il ruolo che per l'attrice scelta, bravina ma niente di che.

Troppe le sequenze memorabili per citarle tutte: Carlito col cugino al biliardo, l'inseguimento dei mafiosi italiani in metropolitana... la costruzione della tensione è sempre magistrale. E la voce fuori campo, dello stesso Pacino (o Giannini), aggiunge moltissimo al film a livello emozionale, senza mai essere ridondante.

Rivisto - dopo anni - nel bel bluray italiano.

15 ottobre 2021

Legend (Brian Helgeland, 2015)

Un poster del film.

Solido dramma criminale con Tom Hardy in un doppio ruolo.

Il film, che narra l'ascesa dei gemelli Ron e Reggie Kray nella malavita londinese degli anni sessanta, è narrato con la voce fuori campo di Frances, fidanzata e poi moglie di Reggie. Una scelta abbastanza consueta, e che tutto sommato poco aggiunge alla storia in termini emotivi.

La prima parte funziona molto bene, e la caratterizzazione di Ron è particolarmente azzeccata: Hardy è mostruosamente bravo nel rendere questo personaggio sempre a un passo dall'esagerazione. La parte finale, con la caduta e l'arresto dei criminali, scivola qua e là nel convenzionale (la banale sequenza della madre di Frances che sputa sulla macchina di Reggie al funerale, per esempio). Ma il film regge bene fino al termine, nonostante i circa 130 minuti di durata.

Giorgio Borghetti fa il possibile per rendere la particolarissima parlata di Ron, il gemello alienato; certo sentire Hardy in lingua originale è un'altra cosa.

Visto nel bluray italiano.

13 ottobre 2021

Una vita al massimo (Tony Scott, 1993)

Walken se la ride... per il momento.

Tony Scott e la sua estetica anni ottanta alle prese con un copione di Quentin Tarantino. Ne è venuto fuori un buon film, va detto: forse un po' sovraccarico, tanto a livello visivo quanto a personaggi.

C'è una sequenza, su tutte, che è puro Tarantino al 100%: il lungo dialogo tra Dennis Hopper e un inquietante Christopher Walken nella roulotte, quasi un pezzo di cinema a sé stante. Il film comunque ha molti pregi, dal cast sontuoso, alla rappresentazione molto manierata della violenza (con omaggi a John Woo) e altro ancora. Non dà l'impressione di essere qualcosa di totalmente centrato, forse: ma si sente una potenza di fondo sempre presente, sempre viva.

Visto in un rip da bluray, con alcune brevi sequenze in inglese con sottotitoli.

07 ottobre 2021

Charlie Says (Mary Harron, 2018)

Le ragazze al lavoro per Charlie.

Viaggio all'interno della famiglia Manson, poco prima che le cose precipitassero del tutto.

Un buon film, che analizza alcuni meccanismi interni al gruppo di pazzi che bazzicava intorno a Manson (giovani ragazze con un passato problematico alle spalle, perlopiù) e narrato in flashback, partendo con le 3 protagoniste già in carcere.

Interessante vedere alcune delle tattiche - chiamiamole così - che Manson utilizzava per plagiare e manipolare le persone intorno a lui. Il film si concentra molto sul "prima", e dedica poco tempo alla descrizione degli omicidi. Buona ricostruzione ambientale, facce giuste e un bellissimo finale con una delle tre ragazze che sogna un momento-chiave della sua permanenza nella famiglia: quando avrebbe potuto salvarsi e non l'ha fatto.

Sfortunatamente le voci del doppiaggio italiano sono talora sgradevoli da sentire, specie in alcuni personaggi secondari. Meglio vedere il film in inglese, se possibile.

Visto in un rip da dvd rimediato in rete.

04 ottobre 2021

Hates - House at the End of the Street (Mark Tonderai, 2012)

 

Una perplessa Jennifer Lawrence.

Mi domando il motivo che mi ha portato a tentare la visione di questo thriller/horror con Jennifer Lawrence, francamente. Boh.

O meglio: me lo sono domandato per una mezz'oretta, prima di arrendermi e spegnere il lettore dvd. Il film parte giocando sui soliti cliché (la casa buia, il temporale ecc. ecc.) e prosegue con una irritante regìa giovanilistica e una storiella banale: una ragazzina pazza ha ucciso i genitori in una casa in mezzo al bosco (e dove, se no). Passano quattro anni. La Lawrence e sua madre si trasferiscono per caso nella casa di fronte, e incontrano il fratello dell'assassina, unico sopravvissuto alla strage perpetrata dalla ragazzina, che è scomparsa nel nulla da quel dì. Si scopre che il ragazzo tiene prigioniera la sorellina nello scantinato, ovviamente.

Qui mi sono arreso, non tanto al sonno quanto all'insipienza del tutto.

Visto su RaiPlay.

01 ottobre 2021

Border - Creature di confine (Ali Abbasi, 2018)

Una delle molte scene ambientate nella foresta.

Curioso dramma svedese girato da un regista iraniano.

Film molto particolare, dall'atmosfera rarefatta ma mai noiosa. In poche parole racconta la strana storia d'amore tra due reietti, due persone emarginate dalla società per il loro aspetto fisico particolarmente bizzarro ed inquietante. Lei fa la guardia alla dogana, lui invece non si è mai realmente inserito nel mondo dei "normali".

Si scopre che i due non neanche sono umani, bensì dei troll delle foreste. I troll, nel mondo nordico, hanno tutta una loro tradizione pluri-secolare, che qui da noi è sostanzialmente ignota ma meriterebbe senz'altro un approfondimento.

Nella parte finale del film avviene una svolta che non è il caso di raccontare, e che allontana (momentaneamente?) i due amanti: la cosa spiazza non poco lo spettatore, dato che Vore fino a quel momento era un personaggio positivo.

Bel film, originale e mai banale. 

Visto nel dvd italiano dietro consiglio di un amico dai gusti senz'altro peculiari.

Paradise (Stuart Gillard, 1982)

Phoebe Cates: non servono parole. Film-cult della mia fanciullezza, che ho rivisto dopo oltre 30 anni. Avrei fatto meglio a serbare la purez...