30 aprile 2021

L'erede (Philippe Labro, 1973)

Un bizzarro momento tra Belmondo e Charles Denner.

Belmondo sugli scudi in questo film costruito decisamente sul suo personaggio.

Passano infatti cinque minuti dall'inizio e Bebel si è già fatto una splendida ragazza, sull'aereo che lo sta portando a Parigi per i funerali del padre. Scopriremo poi che la ragazza è una professionista: Belmondo infatti è oggetto di vari attentati e tentativi di incastrarlo a livello politico, poiché dopo la morte del padre ha ereditato un enorme impero, che fa gola a molti.

Film mediocre, di robusto mestiere ma con una storia frammentata e tutto sommato poco avvincente; bello però il finale. Co-prodotto con l'Italia, vede la partecipazione di Carla Gravina, Anna Orso, Arnoldo Foà e persino Fosco Giachetti, invecchiatissimo e qui al suo ultimo lavoro per il grande schermo: morirà infatti l'anno dopo.

Tra i pochi luoghi italiani del film, c'è Villa Giovanelli, a Roma, luogo classico del nostro cinema:

Anna Orso alla villa.

Visto in una mediocre copia televisiva Rai.

Contessa di Parma (Alessandro Blasetti, 1937)

I bellissimi titoli di testa.

Gradevole commedia blasettiana, che l'autore girò per motivi puramente alimentari.

Elisa Cegani è un'indossatrice che viene scambiata per una contessa dal giovane Antonio Centa, centravanti della Nazionale di calcio: già il preambolo della vicenda dice molto sul tipo di film. La trama è molto leggera, con i classici equivoci, ma la messinscena è di tutto rispetto, con gustose caratterizzazioni di quasi tutti i personaggi: l'amico di Centa, Ugo Ceseri, l'acida e ricchissima zia Pina Gallini, ma soprattutto il direttore della casa di moda, un grande Umberto Melnati che parla per metà in francese, per darsi un tono.

Un buon esempio di cinema disimpegnato di notevole fattura: c'è anche la splendida Maria Denis, qui nei panni di una maliziosa collega di lavoro della Cegani.

Visto nel dvd RHV.

27 aprile 2021

Giovinezza giovinezza (Franco Rossi, 1969)

Una curiosa inquadratura.

Bel film intimista, sul complesso rapporto di tre ragazzi (fratello, sorella e un loro amico) dal 1936 alla fine della guerra.

Non c'è manicheismo, né la semplificazione che mi sarei atteso visto il periodo che affronta la pellicola; bensì un ammirevole equilibrio. Strano solo l'inizio meta-cinematografico, con la voce off (del regista?) che introduce vicenda e personaggi. La voce fuori campo poi resta per quasi tutto il film, ma è quella di Mariuccia, la ragazza.

Non manca qualche (a mio avviso inutile) sequenza di repertorio, anche con immagini forti: alcuni cadaveri di bambini o ragazzini sullo sfondo della guerra civile spagnola, ad esempio.

A livello tecnico niente da eccepire: regìa elegante e splendida fotografia in bianco e nero, che valorizza la bella ambientazione ferrarese. Nel cast anche Leonard Mann e Alessandro Haber.

La villa che nel film è chiamata La Saracena è in realtà Villa Cà Tiepolo ad Isola di Albarella (RO):

La villa nel film.
 Visto su RaiPlay.

26 aprile 2021

Stupro selvaggio (Earl Barton, 1975)

La quiete prima della tempesta.

Titolo trucido, ma solo in italiano: quello originale (Trip with the Teacher) è molto più blando.

Zalman King è un pazzo scatenato che gira per il deserto in moto con il fratello. Prima conoscono un altro motociclista, che li aiuta a sistemare una gomma e si unisce a loro, poi c'è il fatale incontro con il pulmino della ragazze in gita di piacere: guai in vista per tutti e tutte.

Film da drive-in, molto grezzo, che punta al sodo ed intrattiene senza mostrare poi granché, quantomeno a livello erotico: la violenza invece non manca. Personaggi appena sbozzati, ma le facce sono quelle giuste.

Notevoli alcuni dialoghi, come quando una delle ragazze dice "Ho letto da qualche parte che tutti i ragazzi sono maniaci sessuali". Bizzarro il finale, con le donne superstiti che ridono e scherzano tra loro, pur essendo state violentate e con una di loro uccisa tipo 3 ore prima.

Dvd Sinister. Integrale? E chi lo sa.

25 aprile 2021

La giuria (Gary Fleder, 2003)

La giuria riunita.

Mediocre legal thriller tratto da John Grisham.

Già il libro non è tra i suoi migliori, a mio giudizio. Il film poi si prende alcune libertà discutibili: non tanto l'aver modificato il tema centrale del processo (che non è più contro un'azienda che produce sigarette, ma armi), quanto invece le arbitrarie aggiunte. Come ad esempio la ridicola aggressione subita nel suo appartamento da Cusack, del tutto assente nel romanzo. O ancora il giurato che dà di matto in aula quando viene scartato dagli avvocati.

Insomma una cazzatona americana come mille altre, con un solido cast ma poco altro da offrire. Anche il Rankin Fitch di Gene Hackman è un personaggio sbiadito rispetto alla carismatica ed inquietante figura descritta da Grisham. Nel cast c'è pure Jennifer Beals, praticamente ridotta a una comparsa o poco più. 

Dvd 20th Century Fox.

24 aprile 2021

Luciano Serra pilota (Goffredo Alessandrini, 1938)

Un canuto Nazzari durante la campagna d'Africa.

Grande successo di Amedeo Nazzari sotto l'esperta regìa di Alessandrini. Non esattamente un film di propaganda, nonostante venga affrontata la guerra coloniale nell'Africa Orientale Italiana: prevale il lato famigliare della vicenda di Serra, che viene lasciato dalla moglie e sceglie di andare in Sud America, dove tenta addirittura di volare fino in Europa prima di Lindbergh. Finirà male, e tutti lo crederanno morto; in realtà Serra si era salvato (chissà poi come), e si ritrova in Africa, volontario sotto falso nome.

Quando il figlio, aviatore a sua volta, è costretto ad un atterraggio di emergenza, si trova casualmente a poche centinaia di metri dal treno sul quale sta viaggiando il padre: tutto è pronto per un finalone strappalacrime.

Bel film, robusto e con vivaci sequenze belliche girate in loco con gran dispiego di mezzi. Sfortunatamente il film sopravvive oggi in copie malmesse, piene di salti e ridotte a circa 80' contro i 105' originari.

Dvd A&R.

23 aprile 2021

Il cliente (Joel Schumacher, 1994)

Tommy Lee Jones, qui francamente sprecato.

Deludente trasposizione dell'ennesimo best-seller di John Grisham. Non è tanto l'implausibilità degli snodi narrativi a disturbare, quanto una caratterizzazione dei personaggi che lascia molto a desiderare. La madre dei due ragazzini, per esempio, è una figura senza spessore. Anche il procuratore interpretato da Tommy Lee Jones, figura centrale nel film, è una macchietta o poco più.

Un'occasione sprecata, tutto sommato. Certo la Sarandon è bravissima, e pure il ragazzino se la cava benone: ma tolti i primi 10 minuti, con la bella sequenza del ciccione che si toglie la vita davanti ai due bambini, il film annega nel già visto.

Dvd Warner.

22 aprile 2021

Bollenti spiriti (Giorgio Capitani, 1981)

La divina Gloria Guida.

Discreta variazione pochadistica sulla solita storia del castello stregato, un tema molto popolare nel nostro cinema in quel periodo (vedi La casa stregata, uscito l'anno dopo).

Dorelli eredita questo maniero, ormai in rovina. Vendendolo potrebbe sistemare i suoi debiti, ma la sua quota si limita al 90% dell'edificio: il restante 10% finisce a Gloria Guida, con cui dovrà per forza mettersi d'accordo. Nel castello vive (diciamo così) anche un fantasma del 1600 (sempre Dorelli), cosa che complica ulteriormente la situazione.

Film gradevole, con qualche gag ripetuta in modo ossessivo (le tante, troppe cadute nelle botole) e i soliti scambi di persona, equivoci e così via. Buon cast, anche discretamente valorizzato: ottimo Haber nei panni dell'avvocato, ma anche Copleston fa il suo.

Vhs Warner, i mitici "Scudi".

21 aprile 2021

Così è la vita (Blake Edwards, 1986)


Lemmon con la veggente, che gli passerà le piattole.


Ho faticato molto ad apprezzare questa commedia dello specialista Blake Edwards, nonostante la presenza del grande Jack Lemmon. I personaggi sono troppo fatui per essere interessanti, e troppo sopra le righe. L'uomorismo poi è discutibile, vedi la lunga sequenze delle piattole, che presumo dovrebbe far ridere ma è solo imbarazzante. Soprattutto per il povero Lemmon, costretto a queste pupazzate a 60 anni suonati.

Film superficiale e deludente, che comunque dice bene quel poco che ha da dire. Il tema della malattia, sul quale la pellicola si apre e chiude, è in fondo pretestuoso.

Dvd Golem.

La tavola dei poveri (Alessandro Blasetti, 1932)

La tavola dei poveri, presa d'assalto.

Tra i primi film di Blasetti, è ancora abbastanza grezzo dal punto di vista tecnico ma rimane piacevole da seguire. Molte sequenze hanno un missaggio problematico, con la musica di sottofondo così alta da coprire i dialoghi. Sarà stato così anche nelle sale a quel tempo, o è un problema della versione oggi visibile in dvd? Mistero.

Raffaele Viviani è il protagonista: interpreta un marchese che si finge ancora ricchissimo ma in realtà non ha più una lira. Con 7500 lire ottenute in modo fortunoso organizza - non troppo volontariamente - un banchetto per i poveri della zona. Curiosamente non c'è il lieto fine che mi sarei aspettato: il marchese infatti resta povero.

La sequenza che dà il titolo al film è forse la migliore: ci sono circa 200 comparse che non vennero prese tra i soliti figuranti, ma erano veri poveri rintracciati in ospizi e istituti, e la cosa si vede tutta.

Dvd RHV.

20 aprile 2021

Allied - Un'ombra nascosta (Robert Zemeckis, 2016)

Qui manca solo Sam, il pianista.

Un altro floppone per Bob Zemeckis, non il primo della sua carriera. Che pure ha regalato perle assolute anche in tempi recenti, vedi lo splendido Flight.

Questo Allied paga diverse scelte discutibili, su tutte la coppia Pitt-Cotillard, che per qualche motivo non funziona per nulla. La loro travolgente storia d'amore resta sulla carta, e non emoziona mai, nemmeno per un minuto. Tutta la prima parte ambientata a Casablanca nel 1942 è davvero noiosa, con un momento di puro kitsch francamente evitabile (la scopata dei due in macchina, mentre fuori c'è una tempesta di sabbia). Bah.

Nella seconda metà il film migliora in modo sensibile, quando Pitt scopre che sua moglie forse è una spia dei tedeschi. Niente di particolarmente originale, ma almeno si inizia a seguire il film con un certo interesse.

Pellicola comunque deludente. Forse Pitt era anche troppo vecchio per il ruolo, a dirla tutta. La sorella lesbica poi? Che senso ha nel film? Mistero.

Bluray Paramount, con diversi mini-extra di relativo interesse.

Spaghetti House (Giulio Paradisi, 1982)

Il gruppo dei camerieri italiani.

Commedia semi-seria con Manfredi protagonista. Interpreta un cameriere italiano a Londra, con in testa l'idea di mettersi in proprio insieme ad altri quattro suoi colleghi. Purtroppo, proprio quando la cosa sta per quagliare, i cinque vengono sequestrati da tre rapinatori neri, che si barricano nel loro ristorante armati fino ai denti. Parte quindi una lunga, estenuante attesa.

Film discreto, con Manfredi meno mattatore del solito. I personaggi sono ben descritti, simpatico ad esempio Sandro Ghiani come meccanico adattato a fare il cuoco. Solo la moglie di Manfredi è un personaggio banale, insignificante. 

Inutile dire che nella Londra del film tutti parlano italiano, anche tra di loro, compresi i poliziotti e i tre banditi: certe convenzioni sono state durissime a morire. C'è anche un discorso di fondo sul razzismo, ma è buttato là in modo quasi automatico, senza il minimo approfondimento.

Visto su RaiPlay.

17 aprile 2021

Il mondo dei miracoli (Luigi Capuano, 1959)

La Sanson, De Sica e Nazzari: niente male.

Curiosa produzione della gloriosa Romana Film di Fortunato Misiano, solitamente più a suo agio con melodrammi, peplum e avventurosi vari.

Qui invece si segue la parabola di un giovane attore disposto a (quasi) tutto pur di sfondare: lascia la fidanzatina al paesello e parte per Roma, dove ovviamente ha modo di incontrare diversi esemplari della fauna cinematografara dell'epoca.

Se la storia è poco interessante e destinata a uno scontato lieto fine, quello che stupisce è il cast: oltre ai protagonisti Jacques Sernas e Virna Lisi (bravissima), appaiono attori importanti quali Amedeo Nazzari, Yvonne Sanson, Andrea Checchi e persino Vittorio De Sica. Pensare a De Sica diretto da Capuano mette i brividi sulla schiena, ma transeat. C'è anche Mario Brega in uno dei suoi primi film, e già nei panni per lui molto calzanti dell'energumeno pronto a menare le mani. Terribile invece la comparsata di Luciano Bonanni come regista americano (!).

Visto su Prime Video.

Occhio per occhio (André Cayatte, 1957)

Lo sguardo di Folco Lulli non promette niente di buono.

Uno splendido e stranamente poco noto film di André Cayatte, coprodotto tra Francia e Italia.

Curd Jurgens è un chirurgo francese che vive in Libano. Una sera, stanco dopo una lunga giornata di lavoro, l'uomo liquida in modo sbrigativo la telefonata di un signore (Folco Lulli, grandissimo), che chiede aiuto per la moglie, afflitta da un forte mal di stomaco. Il giorno dopo, all'ospedale, il chirurgo scopre che quella donna aveva una gravidanza extrauterina in corso, e che è morta: lui forse avrebbe potuto salvarla?

Bella domanda, destinata a restare senza risposta per tutti, ma non per il vedovo: per lui il chirurgo è il vero responsabile, e decide di vendicarsi, a modo suo...

A una prima parte più tradizionale, ottimamente girata (sembra davvero di stare nel caldo Medio Oriente, invece pare abbiano girato quasi tutto in Almeria) e con una tensione ben costruita, fa seguito una grandiosa seconda metà girata nel deserto, con in scena praticamente soltanto Jurgens e l'inquietante ed impassibile Folco Lulli.

La scena della teleferica in mezzo alle montagne, da sola, vale la visione: soprattutto per chi soffre di vertigini. Film di grande respiro epico, con questi due uomini che si odiano e che camminano insieme nel deserto.

Una foto di scena.

Visto su Prime Video in una copia tagliata, piena di righe e spuntinature. Un paio di dialoghi sono addirittura incomprensibili, per la caduta di troppi fotogrammi di fine rullo. Nessuna notizia di edizioni Home video in lingua italiana, ovviamente.

16 aprile 2021

Vittorio D. (Mario Canale e Annarosa Morri, 2009)

La locandina del documentario.

Documentario sulla vita del grande regista e attore di Sora.

Bello, strutturato in modo classico e con molti contributi dei tre figli Christian, Manuel ed Emi, gli ultimi due passati ormai a miglior vita.

Ci sono molti interventi di noti registi stranieri, tra i quali un gaudente John Landis, Woody Allen, Peter Bogdanovich e tanti altri. Non manca qualche blanda critica, ma ovviamente il tono generale è celebrativo. Del resto, con tutti i cialtroni del nostro cinema che vengono santificati per motivi oscuri, ci mancherebbe pure che ci mettessimo a fare le pulci a un gigante come De Sica per qualche film sbagliato fatto negli anni sessanta per ragioni economiche.

Gustoso il siparietto con Peppino Amato, così come l'aneddoto sul doppiaggio di Ettore Lo Fusto raccontato a modo suo da Enzo G. Castellari.

Visto su Prime Video.

I colpevoli (Turi Vasile, 1957)

I nodi stanno per venire al pettine.

Strano film. Un dramma di derivazione teatrale, che rinuncia quasi del tutto al doppiaggio e lascia i dialoghi in presa diretta. Purtroppo anche un professionista del livello di Carlo Ninchi (che personalmente adoro) non riesce a fornire una prova all'altezza della situazione. Forse questo Vasile, qui al primo dei suoi lavori per il cinema, tutti peraltro dimenticabili, non era un gran direttore di attori, non saprei.

La storia è quella di un giovanotto che compie una rapina a un benzinaio che finisce male: una ragazzata, per certi versi. Ma il padre è un magistrato, oltretutto fresco di promozione, e la cosa crea enormi problemi.

Girato in gran parte all'interno di un appartamento, non mi è parso un granché, sinceramente. Certo Carlo Ninchi è bravissimo, soprattutto quando inizia a fare domande al figlio, mettendolo sempre più alle strette e smascherando in modo impietoso le sue bugie.

Visto su Prime Video.

Nipoti miei diletti (Franco Rossetti, 1974)

Mattia Sbragia sull'attenti davanti alla zietta.

Potabile commedia erotica con la Asti in grande spolvero. Interpreta una matura e piacente zitella che seduce i suoi tre nipoti per evitare che partano volontari per l'Africa (il film è ambientato nel 1935): inutile dire che la cosa le riuscirà senza grossi problemi.

Una splendida Adriana Asti regge il film praticamente da sola: Romolo Valli appare sì e no per tre minuti, mentre Renzo Palmer dà vita alla macchietta del solito veneto ubriacone senza troppa convinzione. Simpatica invece la vecchietta napoletana parolacciara che lavora al casino, dove i tre ragazzi vanno per tentare di calmare i bollori che la zia ha iniziato a provocare. Il film poi giunge ad un finale triste e di scarso effetto, a mio parere.

Visto su Mediaset Play.

15 aprile 2021

Pazza di gioia (Carlo Ludovico Bragaglia, 1940)

Maria Denis e Umberto Melnati, elegantissimi.

Commedia con toni da favola diretta da Bragaglia con gusto. La storia non è niente di particolare, con De Sica ricco conte che si spaccia per un modesto impiegato per far breccia nel cuore della bella Maria Denis. Segue la prevedibile serie di equivoci, per i quali la ragazza a un certo punto si convincerà che il suo cavaliere è addirittura un pericoloso bandito.

Pochadistico, con continui equivoci, scambi di persona, di camere d'albergo e così via. Non manca qualche tocco personale, come la Fiat Topolino di Umberto Melnati che si muove da sola, ondeggiando di gioia quando sente che il suo padrone partirà per le vacanze.

Purtroppo il film, pubblicato in dvd da RHV, presenta dei bruschi stacchi che rendono poco comprensibili alcune scene-chiave: il negativo originale pare fosse irrecuperabile, tanto che la copia sopravvissuta oggi è di soli 61 minuti, contro i circa 78 originali. Peccato.

L'albergo del primo incontro tra De Sica e Maria Denis è l'Hotel Eden di Roma, in via Ludovisi 49, nonostante la targa milanese della vettura:

Al tempo si chiamava Albergo Eden, ovviamente.

 Visto nel dvd RHV.

 

14 aprile 2021

Morbosità (Luigi Russo, 1974)

Un'inquadratura insolitamente accurata.

Erotico con la bella Jenny Tamburi e la meno bella ma comunque valida Eva Czemerys, girato in quel di Modena.

Le due sono sorelle, e quando la Tamburi torna dal collegio va a vivere proprio dalla sorella maggiore, che convive con il fidanzato (il pessimo Gianni Macchia). Durante una festa la giovane viene stuprata tre volte (allegria), ma la sorella non solo non pare troppo dispiaciuta, ma tutto lascia pensare che la cosa l'abbia organizzata lei, per ammorbidire i tre vecchi zozzoni in vista di futuri favori.

Francamente mediocre, e tagliatissimo nella versione trasmessa da Cine34. Già in origine il film fu bocciato dalla commissione censura, e successivamente approvato con il divieto ai minori di 18 anni previa l'effettuazione dei seguenti tagli (dal sito Italia Taglia):

  1. Riduzione notevole della scena del primo amplesso tra Giulia ed Alessandro, eliminando in modo particolare le sequenze in cui si vede il pube della donna e quelle in cui è evidente il movimento coitale.
  2. Riduzione della scena del secondo amplesso tra Giulia ed Alessandro, sulla poltrona, lasciando le parti in campo lungo ed una fugace rappresentazione della ragazza che osserva la scena predetta.
  3. Riduzione della scena della masturbazione della ragazza.
  4. Riduzione della scena della violenza carnale della ragazza.

Il discorso sulla provincia marcia è lasciato in superficie, e il fatto che alla fine a pagare finendo in galera sia l'unico che non aveva fatto niente (cioé Macchia) lascia il tempo che trova.

Visto su Cine34.

13 aprile 2021

Tragica notte (Mario Soldati, 1942)

La Duranti è tentata, ma saprà restare fedele al marito.

Robusto dramma con un cast di livello e una bella ambientazione senese.

Carlo Ninchi  è un guardiacaccia che viene assalito e malmenato per vendetta da un cacciatore che aveva fatto arrestare pochi mesi prima: lui si è coperto il volto, e ignora di essere stato riconosciuto comunque. Da lì parte la vendetta, che arriva due anni dopo passando attraverso un piano diabolico ed estremamente complesso: in pratica Ninchi fa credere all'uomo che la moglie lo abbia tradito col suo migliore amico mentre stava in galera. Cosa non vera, sebbene tra la donna e l'amico ci fosse inequivocabilmente del tenero. Finale in crescendo.

Ottimo terzetto di attori (Ninchi, un torvo Andrea Checchi e la bella Doris Duranti) per un film validissimo, anche se con una storia forse eccessivamente complicata. Non manca una bella sequenza agreste sulla trebbiatura del grano. Tra i luoghi delle riprese, si vede anche il Castello della Chiocciola di Monteriggioni (SI):

La villa del conte, nel film.

Visto nel dvd Cristaldi, impeccabile.
 

12 aprile 2021

Al diavolo la celebrità (Steno e Monicelli, 1949)

Folco Lulli interpreta l'usuale ruolo del cattivo.

Il secondo film diretto dalla coppia Steno-Monicelli non è niente di che. La storia deriva alla lontana dal Faust, ed è stata utilizzata in molte altre pellicole tra le quali Indiavolato con Brendan Fraser nel 2000, per dirne una.

Leonardo Cortese conosce una bella ragazza, ma si rende subito conto di non avere i mezzi per poterla conquistare, essendo uno spiantato professore. Così si presenta a casa sua il Diavolo in persona, che lo aiuterà facendogli prendere le sembianze di alcuni uomini ricchi e famosi, appena passati a miglior vita. La storia si sposta poi da Roma a Città del Messico e quindi a Parigi, senza diventare mai divertente né interessante, nonostante il tema di fondo abbastanza curioso.

Visto nel dvd RHV, di qualità video mediocre e con i titoli di testa e coda in inglese. Oltretutto il disco ha un segmento di circa 12 minuti che presenta il ridoppiaggio effettuato dalla Rai nel 1986, quando si credeva che la colonna audio originale fosse ormai irreperibile. Poi è saltata fuori, ma per qualche motivo un pezzo di film è restato con il ridoppiaggio. Molto strano (e fastidioso) sentire la voce di Elio Pandolfi su Carlo Campanini, ma per fortuna la cosa dura poco.

Processo contro ignoti (Guido Brignone, 1952)

Il commissario è Domenico Modugno.

Poliziesco molto interessante e dalla struttura meno lineare di quanto ci si aspetterebbe in un film italiano del 1952.

Si parte subito mettendo le mani avanti, con la voce off che spiega come Genova sia solo lo sfondo di una vicenda che potrebbe accadere ovunque eccetera eccetera. Alcuni balordi rapiscono una bambina per chiedere 20 milioni al padre: per un errore la piccola viene uccisa, nonostante il riscatto sia stato regolarmente pagato. Del delitto viene accusato ingiustamente un meccanico, che in realtà era a conoscenza dei veri colpevoli ma aveva scelto di non parlare, dietro il pagamento di un milione: in qualche modo si era quindi reso complice. Stando in galera, il ragazzo urla la sua innocenza, ma sembra che non gli creda nessuno, nemmeno sua moglie; finché il suo avvocato decide di vederci più chiaro e approfondisce le indagini per conto suo, giungendo finalmente alla verità.

Film curioso, che prende strade inaspettate nella seconda parte. Notevole Arnoldo Foà come cattivo senza scrupoli, destinato a fare una brutta morte che però resta fuori campo: questa ellissi è un'altra particolarità della narrazione.

Visto in una copia mediocre da Rete 4.

11 aprile 2021

Quando il sole scotta (Georges Lautner, 1970)

I "fratelli" a letto insieme.

Thriller francese di notevole impatto, soprattutto nella prima metà. La storia è narrata in flashback da Jonas, il protagonista, che racconta la vicenda a un poliziotto mentre i due sono in macchina, guidando sotto il diluvio.

La trama è intrigante, con questo giovanotto che arriva in una locanda in mezzo al deserto e viene scambiato dalla padrona (Rita Hayworth) per suo figlio Rocky, sparito senza dare notizie da ormai 4 anni. Il ragazzo decide di stare al gioco, anche perché in casa c'è la bella Mimsy Farmer, la sorella di questo Rocky: misteriosamente, anche lei scambia Jonas per suo fratello, cosa che convince il ragazzo di essere una specie di sosia di quell'altro giovane. Le cose stanno diversamente, ovvio.

Buon film, costruito con attenzione, facendo scoprire allo spettatore poco a poco tutta la verità. Anche la tensione erotica tra i due (presunti) fratelli funziona benissimo. Splendida la colonna sonora, molto originale.

Visto su Mediaset Play.

Gli assi della risata (registi vari, 1945)

La città del futuro, anno 1999.

Interessante recupero da parte di Ripley's Home Video di un vecchio film a episodi che ebbe una vita particolarmente travagliata. Il visto censura è dell'estate 1945, ma il materiale venne girato un paio di anni prima. Sopravvivono oggi cinque episodi interi, più parti di altri due.

L'episodio più gustoso è Non chiamarmi Dodò, con Enrico Viarisio marito dell'impagabile Titina De Filippo: lui cerca di passare una domenica allegra in compagnia di un amico e un paio di ragazze disponibili, ma tutto andrà a monte. Divertente.

Turno di riposo e Il mio pallone sono tecnicamente piuttosto grezzi, ma offrono l'occasione unica di vedere i fratelli De Rege all'opera, e non è poco. L'ombrello smarrito e Il trionfo di Poppea vedono invece l'ottimo Virgilio Riento duettare rispettivamente con Paolo Stoppa e Luigi Pavese. Discreti, niente di che.

Notevole il frammento sopravvissuto di Ciribiribin, pochi minuti che mostrano l'anno 1999 come se lo immaginavano durante la seconda guerra mondiale.

Dvd RHV.

10 aprile 2021

Giochi erotici di una famiglia perbene (Francesco Degli Espinosa, 1975)

Pensavano di spassarsela, e invece...

Bisogna essere nello spirito giusto, per reggere un film del genere. Ieri sera per fortuna quello spirito ce l'avevo, tanto che sono riuscito a gustarmi - diciamo così - questa assurdità su pellicola fino al termine.

Scritto da Renato Polselli (e si sente, purtroppo) e diretto dall'altrimenti ignoto Francesco Degli Espinosa (che risulta accreditato anche come aiuto regista di sé stesso), narra la storia di Donald O'Brien, che uccide la moglie e poi se la vorrebbe spassare con la nipotina e una mignotta raccattata per strada. Ma le cose prendono una brutta piega: l'uomo infatti inizia a vedere la moglie morta dappertutto, e crede che il senso di colpa lo stia facendo uscire di senno. Seguono colpi di scena a profusione.

Girato malamente, con due soldi e privo della benché minima logica narrativa, il film si può seguire per le sue bizzarrie, per il parterre femminile di tutto rispetto (ancorché la copia circolante, di soli 78', sia certamente sforbiciata) e per sentire la voce di Cigoli, che doppia il protagonista.

Tra le varie assurdità del film, si segnala O'Brien che carica i cadaveri di due donne nel bagagliaio di una Citroen DS senza apparenti problemi.

Visto su Prime Video. 

09 aprile 2021

Tolgo il disturbo (Dino Risi, 1991)

Gassman e la nipotina.

Invecchiare è brutto per tutti. Se poi uno è stato Dino Risi e ha fatto quello che ha fatto, probabilmente è anche peggio.

Film imbarazzante, non trovo una parola migliore. Certo Gassman è molto bravo, anche in questo ruolo patetico e pur muovendosi in mezzo a personaggi banali (la nuora) o ridicoli (l'ex segretaria, l'amico mattoide Alcide). Il film accumula tanti, troppi momenti tremendi per poterlo salvare, da qualunque parte lo si voglia prendere.

La sequenza con l'ex segretaria che zompa addosso a Gassman sembra presa da un film di Pierino; i battibecchi tra le due sorelline sono scritti da qualcuno che non ha mai ascoltato un bambino in vita sua. E il doppiaggio farsesco di Elliot Gould? Ma perchè? E il barbone filosofo? No dai, quando è troppo è troppo. 

Si salva solo il finale, che certo non rivaluta il film ma è un bel pezzo di cinema, quando la bambina dice a Gassman "Nonno, non morire, ti prego!" e lui risponde, amaro "Ci proverò".

Visto su RaiPlay.

Charlie: The Life and Art of Charles Chaplin (Richard Schickel, 2003)

Chaplin scherza con il fratello Sydney.

Bel documentario sulla vita e sui film del grande Chaplin. Lungo (quasi 130') e strutturato in modo molto classico, contiene numerose interviste a cineasti quali Milos Forman, Martin Scorsese e Woody Allen. Ma ci sono anche le testimonianze di tre dei figli di Chaplin (Sydney, Michael e Geraldine).

Il documentario procede in ordine cronologico, andando di film in film. Peccato che gli ultimi due lungometraggi vengano solo citati: certo sono lavori minori, ma avrebbero meritato qualche parola in più. Splendide le sequenze a colori girate in 16mm dalla moglie Oona, quando Chaplin era ormai vecchio e sostanzialmente confinato nel suo dorato esilio svizzero.

Dvd italiano WB, che ha i sottotitoli ma non il doppiaggio: peccato, perché la visione diventa qua e là faticosa.

08 aprile 2021

Guardami nuda (Italo Alfaro, 1972)

Momento lesbico in arrivo.

Noioso erotico-con-idee girato al risparmio da un regista poco noto.

La coppia borghese Pagliai-Lassander è in crisi, ovviamente. L'incontro con una disinibita autostoppista segnerà un punto di svolta per entrambi, dopo che i due ci saranno andati a letto (uno alla volta, per carità). La storia è tutta qui. Stranamente non si arriva ad un finale tragico, come spesso accadeva in questo tipo di pellicole. Restano le scene erotiche, purtroppo quasi totalmente rimosse dalla versione proposta da Prime Video; secondo il sempre prezioso sito ItaliaTaglia, già per la concessione del visto censura (v.m.18) furono richiesti ed effettuati i seguenti tagli:

  1. Scena della monta della cavalla con contemporaneo amplesso dei due coniugi.
  2. Orgasmo (autoerotismo) di Magda mentre il marito dorme.
  3. Sequenza delle due lesbiche che si toccano lascivamente.
  4. Amore tra Pier Paola e Carlo. 
  5. Sequenza degli amori sulla spiaggia tra gli hippies. 

Difficile quindi dare un giudizio compiuto di questa mattonata. I dialoghi muovono talvolta al sorriso: "Siamo due alberi con una stessa radice", per fare un esempio. 

Visto su Prime Video. 

07 aprile 2021

Requiem per un commissario di polizia (Jean Larriaga, 1973)

I tre balordi durante un momento di relax.
 

Discreto poliziesco francese scritto da Marc Porel a quattro mani con il regista, José Larriaga.

Porel interpreta un ladruncolo tossicodipendente, che è causa involontaria dell'arresto di suo fratello (Robert Hossein), che stava svaligiando una cassaforte. Sebbene il fratellone (che nella realtà aveva ben 21 anni più di lui) rischi una condanna di pochi mesi, Porel si mette in testa di liberarlo a tutti i costi, e non riesce a pensare a niente di meglio che rapire il magistrato che si sta occupando del caso, il mite Charles Denner, con l'aiuto di altri due balordi.

Vedere Porel alle prese con siringhe e lacci emostatici mette tristezza, col senno di poi; l'attore francese infatti morirà 34enne proprio a causa della droga, dieci anni dopo aver fatto questo film. 

Film di atmosfera, con Hossein che si vede poco e lo stesso Raymond Pellegrin, il commissario, relegato a poche scene. Ottimo Denner, che rende il suo personaggio con notevole umanità.

Visto in francese con sottotitoli inglesi: in italiano pare non si trovi.

06 aprile 2021

La calda vita (Florestano Vancini, 1964)

La Spaak sa come sedurre Jacques Perrin.

Buon film di Vancini, che racconta i turbamenti adolescenziali di un trio di ragazzi in vacanza su un isolotto. I due maschi naturalmente vorrebbero entrambi farsi la Spaak (e chi non vorrebbe), ma lei gioca con la situazione senza troppi problemi e ne approfitta per prendere il sole nuda sugli scogli. Questo finché non spunta Gabriele Ferzetti, che senza volerlo dà via al dramma vero e proprio.

Tutta la lunga parte centrale sull'isolotto e dintorni funziona bene: i personaggi sono centrati, anche se Ferzetti cade un po' nello stereotipo. Purtroppo c'è una cornice che azzoppa in parte la potenza della storia. L'apertura e - soprattutto - la chiusura potevano essere abbreviate notevolmente, se non completamente rimosse: il film ne avrebbe guadagnato.

Visto su Prime Video.

Napoli eterna canzone (Silvio Siano, 1949)

Maria che soffre, pensando al suo Roberto.

Modesto filmetto di matrice napoletana. La giovane Maria è innamorata di Roberto, che la ricambia. La felicità della coppia però è insidiata da un giovane gaglioffo che vorrebbe mettersi in mezzo, e fa credere al ragazzo che Maria sia la sua amante: parte il dramma.

Roberto, che a Napoli lavorava come compositore a gettone, parte per il Nord e diventa in poche settimane una specie di Von Karajan napoletano, non si sa bene come. Inizia pure a frequentare Franca Marzi, tanto per passare il tempo. E Maria?

Maria si strugge, al punto di ammalarsi. Quando è sul punto di lasciarci le penne, finalmente Roberto torna e la salva: seguono i confetti.

Film trascurabile, con Dante Maggio che canta con la sua voce ma è doppiato da Carletto Romano nei dialoghi. Tra i momenti classici del genere, oltre alla preghiera di mammà davanti al ritratto della Madonna, c'è anche la confessione in punto di morte del cattivo, che monderà la povera Maria dalle ingiuste, infamanti accuse.

Visto su Prime Video.

05 aprile 2021

Acqua cheta (Gero Zambuto, 1933)

Una delle tante scene in esterni del film.
 

Film tratto da una commedia di successo dell'epoca. La storia è esilissima: un vetturino di Firenze ha in casa due figliole, una più spregiudicata (per gli standard filmici del 1933, beninteso) e l'altra che pare una suorina: ma come dice il protagonista "l'acqua cheta la rompe i ponti". E infatti sarà la seconda a fuggire di casa col suo ganzo. Chiaramente tutto è destinato a finire a tarallucci e vino in quattro e quattr'otto.

Simpatico filmetto, breve (67') e con molti esterni, cosa abbastanza inusuale nel cinema italiano del periodo. Si può quindi vedere una Firenze ancora non presa d'assalto da torme di turisti.

Visto su Prime Video.

 

Pattuglia antigang (Bernard Borderie, 1966)

Il faccia a faccia tra Pellegrin e Hossein.

Gradevole poliziesco coprodotto tra Francia e Italia con Robert Hossein commissario alle prese col bandito Raymond Pellegrin, detto l'uomo del venerdì poiché effettua i suoi colpi solo in quel giorno.

Il vero co-protagonista però finisce per essere il giovane Pierre Clementi, nei panni di Johnny Shake (almeno nella versione italiana, che cambia nome a molti personaggi), leader di una banda di piccoli criminali in erba pronti a tutto.

Bella atmosfera, ambientazione urbana ben sfruttata e uno splendido finale, quasi da western. La parte italiana è rappresentata da Ilaria Occhini (che fa tappezzeria) e Gabriele Tinti, che nel film è il centravanti della Nazionale francese di calcio (!) e soprattutto il fratello di Hossein.

Altro notevole recupero dovuto a Mediaset Play.

Provaci anche tu, Lionel (Roberto Bianchi Montero, 1973)

Lionello e i suoi punti di riferimento.

Strampalata parodia messa in piedi per sfruttare - fin dal titolo - il successo di Provaci ancora Sam, tentando al contempo di lanciare Lionello come possibile protagonista. La cosa non funzionò per niente, anche perché il film è tecnicamente rozzo e girato coi piedi (durante un inseguimento si passa continuamente dalla luce del giorno al buio più completo e viceversa).

Lionello è simpatico e qualche ideuzza simpatica non manca, come ad esempio la pletora di inservienti al benzinaio self-service, ma tutto è sprecato nel peggiore dei modi. Inutile raccontare la trama, che narra di un misterioso e preziosissimo microfilm nascosto nella fibbia di un paio di mutandine femminili, da recuperare a tutti i costi (sic!).

Visto su Mediaset Play.

04 aprile 2021

Dimmi che fai tutto per me (Pasquale Festa Campanile, 1976)

Il vestito nude-look della Villoresi.

Divertente commedia a sfondo giallo girata a Treviso e dintorni. Dorelli è un medico che vorrebbe mettere le mani sui miliardi del suocero, appena arrivato dagli Stati Uniti, e si fa aiutare dall'amante di lui, la splendida Pamela Villoresi. Entrano in gioco anche due ladri da barzelletta e altri personaggi, per giungere ad un finale a sorpresa.

Gustoso, anche se lo stacco tra la prima parte e la seconda, dove il giallo prende corpo, è forse un po' forte. Gli esterni però sono ben valorizzati e la musica di Trovajoli è di livello. Nanni Svampa come attore non era il massimo, ma è bello rivederlo comunque.

Visto su Prime Video.

Il feroce Saladino (Mario Bonnard, 1937)

La splendida Alida Valli in scena.

Angelo Musco mattatore in questa vetusta commedia, sopravvissuta in una copia saltellante e forse incompleta. Musco (al suo ultimo film: morirà infatti proprio in quell'anno, a Milano, e il film uscì postumo) interpreta Pompeo Darli, un vecchio arnese del palcoscenico, ormai fatalmente sorpassato e senza una lira in tasca, cacciato via dal teatro dopo l'ennesimo fallimento in scena col suo cialtronesco numero di ipnosi e lettura del pensiero.

Poi incontra Alida Valli, e decide di mettere su un numero per loro due. Più facile a dirsi che a farsi, ma la buona sorte gli viene incontro, quando - ormai umiliato e ridotto a vendere caramelle durante le esibizioni dei suoi ex colleghi - si trova per le mani le rare figurine del feroce Saladino, che diventano quindi l'involontaria causa del suo rientro in grande stile.

Discreto film, vivace. E che permette di farsi una vaga idea di come potesse essere Musco a teatro. Incantevole la sedicenne Alida Valli, agli esordi e già pronta a diventare una diva di prim'ordine di lì a poco.

Visto sul sito di Cineteca Milano.

03 aprile 2021

Sono strana gente (Michael Powell, 1966)

Chiari che fa il manovale con un amico.

Cinque anni prima di Alberto Sordi, fu Walter Chiari a finire in Australia, diretto oltretutto da un regista del livello di Michael Powell.

Chiari interpreta Nino Culotta, un italiano che sbarca a Sydney chiamato da un cugino per lavorare come giornalista a una rivista per emigrati italiani (La seconda madre); scopre però ben presto che dell'uomo non c'è più traccia, se non per la scia di debiti che si è lasciato dietro. Inizia quindi a lavorare come manovale, tra mille difficoltà, con l'obiettivo di risarcire la donna che aveva prestato del denaro a suo cugino. Ovviamente tra i due nascerà del tenero.

Film curioso, forse non molto riuscito ma con qualche freccia al suo arco nella descrizione dei tanti problemi che poteva incontrare un immigrato italiano nell'Australia di metà anni sessanta.

La cosa bizzarra è che Chiari venne doppiato da un altro attore, che personalmente non sono riuscito ad identificare; mentre nella versione originale lo sentiamo parlare - faticosamente - inglese con la sua voce. Il dvd italiano presenta comunque la colonna audio originale (con sottotitoli), che consente di poter comprendere anche le difficoltà di Chiari nel capire l'accento aussie dei locali, cosa che va completamente persa nell'adattamento italiano.

Dvd Golem.

Voglio vivere così! (Mario Mattoli, 1942)

Un manifesto del film.

Film costruito sulla celebre canzone, che fu un successone a quel tempo ed è nota ancora oggi. In realtà il film non è così leggero come si potrebbe supporre (o quantomeno, come avevo supposto io). Ferruccio Tagliavini è il solito bravo ragazzo dall'ugola d'oro in attesa di un'occasione per sfondare: il classico canovaccio delle pellicole che Claudio Villa girerà negli anni cinquanta. Intanto fa il cavallaro in campagna, ma l'occasione propizia non tarderà, anche se in modo paradossale: il cugino (che non lo vede di buon occhio) gli invia una finta lettera di interesse da parte del direttore di un importante teatro di città, per fargli uno scherzo...

Ben costruito e con qualche personaggio caratterizzato in modo gustoso, come il piazzista che idea lo scherzo col cugino di Tagliavini e - soprattutto - il macchinista interpretato da Carlo Campanini. Anche Luigi Almirante ha un bel ruolo.

Visto sul sito di Cineteca Milano.

01 aprile 2021

La verità è che non gli piaci abbastanza (Ken Kwapis, 2009)

L'immancabile coppia omosessuale che dà consigli.
 

Ebbene sì: talvolta vedo anche film girati dopo il 1980. Come questa gradevole commedia, con un cast notevole e una storia non particolarmente originale (i difficili rapporti di coppia tra i giovani americani) ma scritta con un certo gusto, specialmente nella caratterizzazione di alcuni personaggi.

Certo, la svolta finale è improbabile (l'ingenua ragazzotta dal cuore d'oro che si mette con l'ex sciupafemmine), ma ci si passa sopra volentieri. Del resto troppa verità non fa vendere i biglietti, diceva qualcuno. Semplicemente illegale la 25enne Scarlett Johansson.

Visto su RaiMovie.

La Pica sul Pacifico (Roberto Bianchi Montero, 1959)

Un'elegante Tina Pica.

Tra le innumerevoli parodie del nostro cinema, questa è quella che ha il titolo più divertente, alla pari forse con L'esorciccio.

Se il titolo è clamoroso, il film è modestissimo: girato quasi tutto in studio e montato in modo maldestro. La grande Tina Pica eredita un atollo in mezzo all'oceano, abitato da una trentina di indigeni. Che naturalmente parlano italiano. Ma sul luogo trova anche Tognazzi e Memmo Carotenuto: il primo nei panni di un navigatore pazzo che si vuole fare settemila chilometri a nuoto spingendo la sua barchetta, il secondo in quelli di un galeotto appena evaso.

Non si ride quasi mai, anche se vedere (e soprattutto sentire) Tina Pica è sempre piacevole. Da segnalare la sequenza del varo della barca di Tognazzi, eseguito da Nietta Zocchi, cioé l'attrice che 17 anni dopo vestirà gli immortali panni della contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare ne Il secondo tragico Fantozzi, nuovamente alle prese con un varo problematico. La diciannovenne Elke Sommer, buona come il pane, compare qui in uno dei suoi primissimi ruoli.

Recuperato da Mediaset Play.

Paradise (Stuart Gillard, 1982)

Phoebe Cates: non servono parole. Film-cult della mia fanciullezza, che ho rivisto dopo oltre 30 anni. Avrei fatto meglio a serbare la purez...