31 maggio 2022

Altri uomini (Claudio Bonivento, 1997)

Sperandeo ed Amendola a colloquio.

Mediocre trasposizione della biografia di Angelo Epaminonda, uno dei peggiori criminali mai visti in giro per Milano.

Epaminonda, catanese, detto ovviamente Il tebano, fece il bello e - soprattutto - il cattivo tempo negli anni settanta, prima come braccio destro di Francis Turatello e poi anche in proprio, con la sua famigerata banda di pazzi assassini che la stampa ribattezzò "gli indiani".

Tutto questo nel film di Bonivento non c'è, per dirla in poche parole. La vicenda è narrata in flashback dal protagonista, Claudio Amendola, che fa quello che può per simulare un accento convincente pur non essendo siciliano. Come del resto già aveva fatto qualche anno prima in Meri per sempre. Il film comunque è davvero loffio e deludente; non avvince e non interessa praticamente mai.

Sul resto del cast: Ennio Fantastichini e Veronica Pivetti di certo non sono cattivi attori, ma risultano purtroppo terribilmente fuori parte. Si salva il buon Toni Sperandeo, nel ruolo del migliore amico di Amendola che però a un certo punto deciderà di tradire, pagando chiaramente la cosa a caro prezzo.

Visto nel dvd italiano.

 

25 maggio 2022

Caccia al ladro (Alfred Hitchcock, 1955)

Un manifesto italiano del film.

Storico titolo hitchcockiano, che sconta non poco il peso degli anni.

La vicenda gialla è discreta, ma la tensione latita: ci sono troppe lungaggini e tempi morti. Peccato, perché il cast è ottimo e perfettamente valorizzato: non solo Grant e la Kelly, ma anche l'ottimo Charles Vanel, John Williams e la Royce Landis offrono prove di alto livello. Ma sono proprio i personaggi a non convincere più di tanto: la Kelly per esempio risulta davvero antipatica, e parla troppo.

Certo gli esterni sulla Costa Azzurra sono splendidi, ma non salvano un film che all'epoca fu un enorme successo, soprattutto - credo - per la coppia di protagonisti. Anche la colonna sonora è tronfia, per non dire brutta.

Visto nel bluray italiano.

24 maggio 2022

Revolver (Sergio Sollima, 1973)

Oliver Reed in una scena del film.

Bel noir di Sergio Sollima, regista oggi forse più noto per i suoi western.

Oliver Reed (grandissimo) è il vicedirettore di un carcere milanese. Gli rapiscono la moglie e gli intimano di far evadere Fabio Testi, un criminale comune detenuto per rapina, se vuole rivedere viva la donna. L'uomo obbedisce, ma scopre ben presto che il bandito è all'oscuro quanto lui della macchinazione che ha portato a farlo evadere. Inizia così il viaggio di questa strana coppia verso la Francia, per scoprire la verità.

Il film ha una prima metà sontuosa, mentre la seconda parte a mio parere perde qualche colpo, specialmente nella sequenza con Paola Pitagora e il gruppo di ragazzotti che passano clandestinamente il confine italo-francese. Ad ogni modo il rapporto tra i due protagonisti è il vero motore della pellicola, dato che il resto dei personaggi sono poco approfonditi, comprese le due donne, che sembrano essere lì giusto per mostrarsi mezze nude. C'è anche Ilona Staller in un cameo a inizio film.

La confezione è di lusso: regìa vivace, fotografia cupa ed affascinante, le splendide musiche di Ennio Morricone. Certo Fabio Testi era quello che era, come attore; specialmente se paragonato a un gigante come Reed.

Rivisto nell'ottimo bluray Eureka, con audio italiano.

21 maggio 2022

I contrabbandieri di Santa Lucia (Alfonso Brescia, 1979)

Merola risolve la faccenda a modo suo.

Mario Merola boss del contrabbando in questo classico della premiata coppia Ciro Ippolito/Alfonso Brescia con le musiche del maestro Alfieri.

Chiaramente si parla di sigarette: quando subentra la droga, Merola non ci sta più e decide di farla pagare al cattivo di turno, Antonio Sabàto, qui nei panni di don Michele Vizzini, un losco trafficante che maschera la sua vera attività con la produzione di confetti, nei quali nasconde l'eroina.

Il film è divertente e ben fatto: Merola spadroneggia proprio come ci si aspetterebbe, anche se gira per Napoli su una modesta Fiat 127 al posto del suo classico Mercedes. Ma c'è un motivo per tutte le cose, nella vita, e quindi anche per questa scelta apparentemente bislacca: serve per poter riutilizzare un vecchio, storico spot dell'utilitaria girato dal grande Remy Julienne.

Nel film ci sono anche alcune sequenze riciclate da Afyon - Oppio di Ferdinando Baldi, ma poca roba. Sempre gustosi a mio parere i siparietti con Lucio Montanaro, che non c'entrano niente col resto del film ma proprio per questo risaltano anche di più nella loro assurdità. Nel cast femminile, del tutto secondario, spicca la divina Lorraine de Selle, che comunque purtroppo si vede pochissimo. 

Il film marcia molto bene fino quasi alla fine, quando c'è una interminabile sequenza danzante ambientata a New York durante il ricevimento del matrimonio di Sabrina Siani. Il ritmo ne soffre parecchio, ma pazienza.

Rivisto dopo anni in una splendida copia, rip da bluray, che manda in pensione il vecchio dvd Cecchi Gori, dal master sporco e rigato.

18 maggio 2022

Provocazione (José Maria Forqué, 1974)

David Hemmings con gli spaghetti in testa.

Morboso dramma erotico spagnolo con David Hemmings protagonista.

Lui è pazzo come un cavallo, e viene tenuto confinato nella lussuosa magione di famiglia dalla madre (Alida Valli). Ha già ucciso almeno una ragazza, se non di più. Il suo nuovo obiettivo è la giovane e bella Lola, appena assunta per rimpiazzare la cameriera precedente, che il ragazzo ha fatto sbranare dai suoi cani nella sequenza che apre il film, molto splatter.

Inizia un rapporto curioso tra i due, tipo padrone e schiava, che riserva poi una sorpresa (relativa) nel finale.

Film discreto, con forse fin troppi inutili flashback che dovrebbero mostrare l'infanzia del ragazzo e suggerire i motivi della sua instabilità mentale. Francisco Rabal ha un doppio ruolo: interpreta il laido zio e anche il padre di Hemmings, con tanto di parrucca e baffetti à la Clark Gable.

Visto nel dvd Sinister.

13 maggio 2022

Lasciateci in pace (Marino Girolami, 1953)

Il bravo Umberto Spadaro.

Commedia satirica diretta dallo specialista Marino Girolami.

Umberto Spadaro è Achille Buongiorno, un ometto timido e dimesso che vive nel paesetto di Roccamontana, dove ancora manca l'acqua: tutti quanti, ogni mattina, devono mettersi in fila all'unica fontana per riempire le loro brocche. O meglio, quasi tutti: il sindaco Mario Carotenuto infatti si fa portare l'acqua direttamente a casa, suscitando le ire dei suoi concittadini. 

Durante un viaggio a Roma, Spadaro viene arrestato per un equivoco, a causa di un attentato a sfondo politico che in realtà non ha ovviamente commesso. Tornato a casa, scopre che tanto i fascisti quanto i comunisti locali ora pensano che sia uno dei loro: entrambe le fazioni vorrebbero addirittura candidarlo a sindaco. Seguono equivoci e disastri vari, fino al prevedibile lieto fine, con il neo-sindaco che trova del tutto casualmente una sorgente d'acqua che risolve il problema dell'approvvigionamento idrico per tutti quanti.

Ridere, il film non fa ridere: Spadaro era un ottimo attore, ma francamente poco adatto a un ruolo del genere, che sarebbe stato più nelle corde di un comico vero, a mio parere. Bravissimi sia Enrico Viarisio che Mario Carotenuto, quest'ultimo nei panni di un sindaco ultra-fascista (l'arredamento di casa sua trabocca di fasci littori), mentre Virgilio Riento e Dante Maggio sono entrambi doppiati, purtroppo.

Visto su Cine34.

10 maggio 2022

Skin: la storia del nudo nei film (Danny Wolf, 2020)

 

Una delle persone intervistate.

Altro discreto documentario passato di recente su Sky. Il soggetto affrontato è la nudità nel cinema americano, dagli albori della settima arte in avanti. Chiaramente si è dovuto un po' sintetizzare, trattando un argomento così ampio: le oltre due ore non sono comunque sufficienti ad approfondire il tema in modo esaustivo.

La versione del film passata su Sky oltretutto oscura in modo digitale i genitali, tanto i maschili quanto i femminili; la cosa fa sorridere, ma del resto questi sono i tempi che viviamo. Non mancano, all'inizio e alla fine, alcuni riferimenti al famigerato movimento MeToo. Tra gli intervistati ci sono anche registi come Joe Dante, Russ Meyer e Peter Bogdanovich, ma soprattutto molte attrici che si sono spogliate, volenti o nolenti, in qualche vecchio film. Nelle loro parole emerge sempre il solito cliché: se il nudo è "motivato", va benissimo. Se invece è "gratuito", allora vade retro. Vabbè.

Visto su Sky Documentaries.

05 maggio 2022

Gatti rossi in un labirinto di vetro (Umberto Lenzi, 1975)

Il titolo del film.

Giallo lenziano tutt'altro che disprezzabile, girato a Barcellona.

Lo schema è classico: un gruppo di personaggi (americani in vacanza, in questo caso) inizia a perdere i pezzi. Chi sarà il misterioso killer che sta accoppando un gruppo di ragazze, enucleando poi l'occhio sinistro di ognuna per motivi insondabili?

Il finale dissipa ogni dubbio, dopo che la storia aveva portato lo spettatore su una mezza dozzina di false piste, come da tradizione del giallo/thriller italiano del periodo. Non manca qualche vecchio cliché: ad esempio il commissario che sta per andare in pensione di lì a pochi giorni. Ma il film si segue con discreto piacere, anche per la bella colonna sonora di Bruno Nicolai.

Visto nel dvd italiano Sinister.

02 maggio 2022

Un mondo maledetto fatto di bambole (Michael Campus, 1972)

Oliver Reed col suo bel maglione girocollo.

Sciocco titolo italiano per questo bel film di fantascienza distopica, sottogenere molto in auge negli anni settanta.

Il titolo originale, Z. P. G., sta per Zero Population Growth, ossia crescita zero. E proprio di questo si parla: siamo nel futuro, con il pianeta Terra inquinato e terribilmente sovrappopolato. Viene quindi presa una misura draconiana: nessuno potrà mettere al mondo dei figli per i successivi 30 anni, con tanto di condanna a morte sbrigativamente eseguita nelle pubbliche piazze per chiunque osi andare contro la decisione del governo mondiale.

In questo scenario orwelliano, in cui le giovani coppie adottano dei bambolotti parlanti per sostituire i pargoli mancanti (da cui il titolo italiano), Oliver Reed e Geraldine Chaplin decidono di sfidare la sorte e far nascere un bambino, pur nella (assurda) consapevolezza di condannarlo in partenza a una sorta di non-vita, dato che il pupo dovrà essere tenuto nascosto e cresciuto nel buio di un sotto-scala.

Bel film, dall'atmosfera molto rarefatta e funzionale: il minimalismo scenografico contribuisce ad acuire il senso di disagio nello spettatore. Il finale è aperto alla speranza, pur rimanendo coerente con quanto visto fino a quel punto.

Visto nel dvd italiano Sinister.

Paradise (Stuart Gillard, 1982)

Phoebe Cates: non servono parole. Film-cult della mia fanciullezza, che ho rivisto dopo oltre 30 anni. Avrei fatto meglio a serbare la purez...