Sperandeo ed Amendola a colloquio. |
Mediocre trasposizione della biografia di Angelo Epaminonda, uno dei peggiori criminali mai visti in giro per Milano.
Epaminonda, catanese, detto ovviamente Il tebano, fece il bello e - soprattutto - il cattivo tempo negli anni settanta, prima come braccio destro di Francis Turatello e poi anche in proprio, con la sua famigerata banda di pazzi assassini che la stampa ribattezzò "gli indiani".
Tutto questo nel film di Bonivento non c'è, per dirla in poche parole. La vicenda è narrata in flashback dal protagonista, Claudio Amendola, che fa quello che può per simulare un accento convincente pur non essendo siciliano. Come del resto già aveva fatto qualche anno prima in Meri per sempre. Il film comunque è davvero loffio e deludente; non avvince e non interessa praticamente mai.
Sul resto del cast: Ennio Fantastichini e Veronica Pivetti di certo non sono cattivi attori, ma risultano purtroppo terribilmente fuori parte. Si salva il buon Toni Sperandeo, nel ruolo del migliore amico di Amendola che però a un certo punto deciderà di tradire, pagando chiaramente la cosa a caro prezzo.
Visto nel dvd italiano.