28 novembre 2023

Lo sceicco bianco (Federico Fellini, 1952)

Il grande Leopoldo Trieste.

Il vero esordio di Fellini alla regìa, dopo il contributo a Luci del varietà di Alberto Lattuada.

Film delizioso, che non ebbe alcun successo commerciale in Italia. Eppure la storia è delicata e ben diretta, a tratti anche divertente. Sordi, nel ruolo del titolo, è già sulla strada che lo porterà a tratteggiare il classico italiano (meglio ancora: romano) cialtrone ed irresponsabile che in qualche modo riesce sempre a farla franca, ma Leopoldo Trieste come marito disperato è anche meglio. Il suo dramma di uomo abbandonato senza un perché è descritto con grande asprezza, anche grazie alla sua straordinaria prova recitativa. Anche Brunella Bovo è perfetta in una parte per la quale Dino De Laurentiis, a quanto pare, aveva proposto addirittura Gina Lollobrigida.

Visto nel dvd italiano, che presenta il film restaurato ma con qualche sequenza molto buia e con problemi di definizione.

25 novembre 2023

Ghost World (Terry Zwigoff, 2001)

Thora Birch con la maschera da Catwoman.

Commedia americana tratta da un fumetto che non conosco.

Le giovani Enid e Rebecca (Thora Birch e Scarlett Johansson) sono due amiche neodiplomate. Dovrebbero andare a vivere insieme, trovare un lavoro ed iniziare in qualche modo la loro vita adulta, ma Enid preferisce bighellonare per la città finché conosce il maturo ed imbranato Seymour (Steve Buscemi), un collezionista di dischi.

Bel film, più profondo di quanto mi aspettassi. Qualche simbolismo (il vecchio signore eternamente fermo ad aspettare l'autobus) ma anche parecchia sostanza nella descrizione dei personaggi. Ci si diverte, ma si riflette anche. Grande attenzione a costumi e fotografia. Scarlett Johansson è bellissima, ma Thora Birch è qualcosa di illegale.

Visto in una copia recuperata in modo fortunoso.

24 novembre 2023

Cry Macho (Clint Eastwood, 2021)

Il vecchio e il bambino.

Ultimo film, per ora, del grande Clint.

1980, siamo in Texas. Mike è un anziano cowboy che vieno spedito in Messico dal suo ex boss per recuperare il figliolo di quest'ultimo, un ragazzino di 12 anni. La cosa non è legale, ma Mike non si fa troppe domande e parte per compiere la sua missione, che per lui significa onorare un debito morale.

Film molto eastwoodiano. Ritmo lento, rilassato. Sa un po' di già visto, sinceramente, soprattutto nello sviluppo del rapporto tra il vecchio e saggio cowboy e il ragazzino sbruffone. Che oltretutto non è il massimo della simpatia, cosa che non aiuta tutta la prima parte della pellicola, a mio avviso la meno riuscita.

Volendo essere onesti fino in fondo, vederlo ancora sullo schermo a 90 anni suonati è un grande piacere, ma Eastwood è troppo vecchio per il ruolo. La scena in cui subisce il tentativo di seduzione dalla madre di Rafo mette tristezza, per non parlare di quando è palesemente controfigurato - grazie al cielo - mentre doma dei cavalli selvaggi.

Ad ogni modo la seconda parte è più riuscita e gradevole, e il film giunge ad un finale che ricorda non poco quello di Million Dollar Baby, per me il vero capolavoro di Eastwood.

Visto nel bluray italiano.

19 novembre 2023

Batman - Il ritorno (Tim Burton, 1992)

Il bat-segnale.

Fortunato séguito del primo Batman burtoniano.

A mio parere è un film al livello del precedente, se non meglio. Dopo un folgorante inizio notturno sotto la neve, la storia introduce tre nuovi personaggi: Catwoman, Max Shreck e soprattutto il Pinguino.

Film macabro, qua e là anche spaventoso e sempre visivamente splendido, funziona molto bene anche dopo 30 anni dalla sua uscita. Forse, volendo trovare una pecca, il figlio di Shreck è descritto in modo superficiale. Nel cast spicca senza dubbio Danny DeVito, che dà vita a un inquietante freak che rimane impresso nella memoria.

Non mancano alcuni deliziosi tocchi di black humor.

Rivisto, dopo anni, nel bluray Warner Brothers.

Batman (Tim Burton, 1989)

Jack Nicholson è Joker.

Tim Burton alle prese con l'uomo pipistrello in questo film, il primo di una dozzina che da qui in avanti verranno dedicati al personaggio.

Molto piacevole rivedere il film dopo tanto tempo nel bluray Warner, che esalta la plumbea fotografia di Roger Pratt e tutto l'insieme scenografico, che ha un peso notevole nel creare la giusta atmosfera. La storia è ben sceneggiata, niente da dire: personaggi gustosi, certo non eccessivamente approfonditi, ma considerando che sono derivati da un fumetto per adolescenti direi che non c'è da lamentarsi.

Non sono mai stato un appassionato di supereroi, però i primi due Batman diretti da Burton mi sono sempre piaciuti. Qui poi c'è un Jack Nicholson straordinario, che gigioneggia in modo delizioso e regala anche diverse risate, cosa non disprezzabile nel contesto di una pellicola molto cupa. Bellissima la colonna sonora di Danny Elfman, anche se le canzoni di Prince secondo me stonano enormemente e c'entrano come i cavoli a merenda col resto della musica.

Rivisto dopo anni nel bluray italiano Warner Brothers.

16 novembre 2023

Cyborg 2087 (Franklin Adreon, 1966)

L'avveniristica tecnologia del 2087.

Fiacco film di fantascienza con Michael Rennie nel ruolo principale.

Girato nel 1966, uscì in Italia solo nel 1974 con il titolo chilometrico Cyborg anno 2087 - Metà uomo, metà macchina... programmato per uccidere.

Garth è un cyborg mandato indietro nel tempo dal 2087 con la missione di fermare uno scienziato che sta per diffondere la sua grande scoperta: la radiotelepatia. Dal futuro però arrivano anche due cyborg cattivi, decisi ad eliminarlo per non mutare il corso del tempo.

La storia ha diversi punti di contatto con Terminator, ma questo Cyborg 2087 somiglia più alla puntata di un telefilm della ABC anni sessanta, o a un film girato da Ed Wood. Basti dire che lo scienziato si chiama Sigmund Marx, mentre la parte del film ambientata nel futuro si riduce ai primi due minuti circa, mentre tutto il resto della vicenda è stato girato in una piccola città della California.

Noioso e talora involontariamente comico, il film regala alcune chicche: per esempio l'ombra dell'operatore che appare durante l'inseguimento (tutto a piedi, per risparmiare) tra Garth e i cyborg cattivi, oltre alla mitica Simca 1000 guidata dal giornalista che segue l'indagine della polizia.

Visto in una copia rimediata in modo fortunoso.

15 novembre 2023

Ciao Gulliver (Carlo Tuzii, 1970)

Gulliver tenuto prigioniero.

Ennesimo film misterioso ed invisibile da decenni recuperato e trasmesso nel palinsesto notturno di Rete 4.

Si tratta, com'era ampiamente pronosticabile, di una insostenibile mattonata. Il film parla di un conduttore che sta preparando il suo nuovo programma, confrontandosi con dei cinici dirigenti televisivi ed altri personaggi che gli girano intorno per motivi da capire. Che c'entra la storia di Gulliver in tutto questo è cosa che lascio dedurre ad altri.

Nel cast ci sono Lucia Bosé, Sydne Rome ed Enrico Maria Salerno. I dialoghi sono forse la cosa peggiore, ma tutto trasuda intellettualismo e scarsa considerazione dello spettatore. Le scene con Gulliver legato dai lilliputiani sulla spiaggia sono tecnicamente ben fatte, ed anche la musica di Piero Piccioni è gradevole. Io comunque mi sono arreso dopo circa 40 minuti.

Visto nella copia trasmessa nottetempo da Rete 4.

The Equalizer 3 - Senza tregua (Antoine Fuqua, 2023)

McCall, in uno dei rari momenti in cui non sta uccidendo nessuno.

Terzo capitolo delle avventure di Robert McCall.

Siamo ormai platealmente nel fumetto: la verosimiglianza è messa da parte, a tutti i livelli. Se si accetta questa premessa, ci si può godere un valido action movie con diverse frecce al suo arco: la regìa è elegante, la fotografia cupa è funzionale e la colonna sonora di Marcelo Zarvos molto azzeccata. Poi c'è l'ambientazione italiana, senz'altro particolare per il pubblico statunitense, molto meno per noi peones.

Diciamo la verità: è sempre bello vedere McCall che ammazza cattivoni a destra e a manca come se fosse la cosa più facile del mondo. Il superomismo del personaggio è sempre estremo, a tratti parossistico, e non si vede l'ora che si decida ad iniziare la consueta strage. Stavolta le vittime designate sono degli odiosi camorristi/mafiosi (per gli americani, evidentemente, non c'è differenza) che fanno il bello e il cattivo tempo nell'immaginario piccolo borgo di Altamonte.

E mentre l'attesa cresce, non si può evitare di notare che - al solito - l'Italia vista dagli americani è solo un'imbarazzante e folcloristica Repubblica delle Banane.

Diversi attori italiani nel cast, tra i quali il bravo Remo Girone, Adolfo Margiotta e persino Bruno Bilotta, più noto a suo tempo come Karl Landgren, e che sinceramente non avevo neanche riconosciuto.

Visto in una copia rimediata fortunosamente.

14 novembre 2023

Quasi quasi mi sposo (Vittorio Sindoni, 1982)

Salerno in un imbarazzante caffettano.

Commedia agrodolce con Fabio Traversa protagonista.

L'attore interpreta un timido venditore di enciclopedie che si innamora di una bizzarra ragazza conosciuta per strada. Nella seconda parte della pellicola i due si sposano e vanno a convivere, ma le difficoltà pratiche saranno tante.

Operazione commerciale obiettivamente suicida, ma in quegli anni succedeva questo ed altro. Il film comunque è abbastanza gradevole: i personaggi secondari sono caratterizzati in modo ironico, e c'è modo di sorridere in qualche momento.

A livello produttivo è un piccolo film, che però vede la presenza nel cast di diversi nomi importanti come Gabriele Ferzetti, Enrico Maria Salerno e Renzo Arbore.

Visto in una copia di origine incerta.

13 novembre 2023

La morte risale a ieri sera (Duccio Tessari, 1970)

Duca Lamberti e il fido Mascaranti.

Grande giallo milanese, tratto da uno dei quattro romanzi di Giorgio Scerbanenco della saga di Duca Lamberti.

Film che ho visto molte volte, e sempre con piacere. Rispetto al libro c'è qualche inevitabile semplificazione, ma la struttura è stata rispettata e gli attori hanno tutti le facce giuste, compreso Frank Wolff. Certo, Raf Vallone nei panni di Amanzio Berzaghi è su un altro pianeta in quanto a resa espressiva, ma questo accade anche grazie al ruolo.

Credo che la Milano degli anni Settanta non sia stata mai così bella come in questo film: grigia, sporca, invernale eppure splendida. Così come è splendida la colonna sonora di Gianni Ferrio, a partire dalla canzone I giorni che ci appartengono, cantata da Mina mentre scorrono i titoli di testa.

Visto nel bluray francese Elephant.

I giovani lupi (Marcel Carné, 1968)

Haydée Politoff fa colazione a letto.

Uno degli ultimi film di Carné, è un noioso e malriuscito tentativo di dire qualcosa sul contrasto generazionale nella Francia del 1968.

Alain e Sylvie si incontrano per caso e vanno insieme a Parigi, dove fanno l'amore e conoscono dei personaggi bizzarri, perlopiù fricchettoni. Al solito, i giovani sono rappresentati come dei poveri cretini, con una morale discutibile e una scala di valori demenziale. Carné, quasi sessantenne al tempo delle riprese, è stato un fior di regista, ma secondo me di contestazione giovanile ne capiva quanto ne posso capire io di fisica nucleare.

"Ho dichiarato guerra agli orologi", dice il giovane Alain. Forse è l'unico momento divertente della pellicola, quantomeno della prima mezz'ora, dato che poi ho abbandonato la visione. Non è il film per me, decisamente.

Visto nel dvd Sinister.

12 novembre 2023

Monsieur Verdoux (Charlie Chaplin, 1947)

Verdoux e il commissario.

Splendido apologo di Chaplin che ho rivisto dopo parecchio tempo.

Conosco molto bene questo film, come quasi tutti quelli del regista e attore, per me il più grande artista del Novecento in assoluto. Qui Chaplin veste i panni di Henri Verdoux: estromesso dal mondo del lavoro per la crisi finanziaria, l'uomo decide di darsi all'uxoricidio. Sposa diverse donne, tutte di mezza età e con un discreto gruzzolo, e poi le elimina.

Nonostante il suo comportamento non esattamente encomiabile, è impossibile non simpatizzare per Verdoux. Non tanto e non solo per le motivazioni che adduce durante il processo che chiude la storia, quanto per la deliziosa prova di Chaplin, capace di finezze recitative sublimi.

La struttura del film forse è un po' datata, e alcuni attori secondari sono discutibili. Pecche insignificanti, a mio parere. Martha Raye comunque è straordinaria nel ruolo della virago che resiste ad ogni tentativo di omicidio.

Visto in uno splendido rip da bluray Criterion, in inglese con sottotitoli.

10 novembre 2023

Il caso Mattei (Francesco Rosi, 1972)

Mattei durante una conferenza stampa.

La vicenda del presidente dell'Eni Enrico Mattei, e soprattutto il suo epilogo, sono magnificamente raccontati in quest'opera di Francesco Rosi.

Il regista, come già in Salvatore Giuliano, opta per una formula ibrida, che unisce il documentario alla ricostruzione classica, ottenendo un risultato di altissimo livello, sia tecnico che emozionale.

Gian Maria Volonté impersona Mattei in modo impeccabile, con una notevole misura. Il centro del film è lui, indiscutibilmente: il resto del cast mescola professionisti e non attori, senza che la cosa crei squilibri o stonature.

Visto nella versione presente su Raiplay, restaurata e misteriosamente ancora mai pubblicata su alcun supporto.

09 novembre 2023

Sabato italiano (Luciano Manuzzi, 1992)

La lunga partita a poker.

Il film racconta tre vicende autonome, destinate ad incontrarsi solo nel violento incidente stradale finale.

Segmenti diseguali: poco interessante quello dei due amici che vanno in discoteca, irrisolto e a tratti imbarazzante quello dei bambini che ingaggiano Francesca Neri per uno spogliarello. L'unico che funziona discretamente è l'episodio dei giocatori di poker, con il regista Francesco Barilli in veste di attore. Anche la seduzione che la splendida Isabelle Pasco mette in atto nei confronti di Stefano Dionisi è diretta con gusto notevole. Bello anche il modo in cui il montaggio annoda i fili delle tre storie nel prefinale.

Visto nel dvd italiano, che dura soltanto 77 minuti.

07 novembre 2023

La rapina perfetta (Roger Donaldson, 2008)

La polizia al lavoro.

Heist movie ambientato nella Londra del 1971.

Ispirato ad una storia vera quasi certamente molto più interessante del film, narra la rapina alle cassette di sicurezza di una banca organizzata per vie traverse da dei caporioni dei servizi segreti per recuperare alcune fotografie compromettenti. La manovalanza che esegue il colpo, capitanata da Jason Statham, è ovviamente molto più interessata a sterline e gioielli.

Discreto film, con poca azione tutta concentrata nel finale. La sottotrama romantica tra Statham e la deliziosa Saffron Burrows non ha alcun senso, ma pazienza.

Visto su Rai 4.

Le occasioni di Rosa (Salvatore Piscicelli, 1981)

Marina Suma.

Secondo film di Piscicelli, dopo il bell'esordio con Immacolata e Concetta - L'altra gelosia.

Qui c'è la coppia Marina Suma-Angelo Cannavacciuolo, che vivacchia ai margini della società nella squallida periferia napoletana. Spaccio di droga, prostituzione, qualche furto. Il ragazzo oltretutto è l'amichetto di un ricco omosessuale, che si offre di mantenere lui e la fidanzata Rosa purché si sposino ed abbiano un bambino. Ma Rosa ha idee diverse.

Caratterizzato da un montaggio particolare, con numerose ellissi, e da un bel finale secco, è un film gradevole. Visivamente molto curato, è recitato quasi tutto in un dialetto non sempre facile da comprendere per chi non è del luogo. La Suma, qui all'esordio, è molto naturale e spontanea.

Visto nel dvd RHV.

 

06 novembre 2023

Metti, una sera a cena (Giuseppe Patroni Griffi, 1969)

Il pellicciotto di Tony Musante.

Grosso successo commerciale tratto da una pièce teatrale dello stesso regista.

Patroni Griffi non è noto per la leggerezza dei suoi film: basti pensare al micidiale Identikit con Elizabeth Taylor. In questo caso porta in scena la storia di cinque personaggi coinvolti sentimentalmente tra loro, in modo vario. C'è la coppia ufficiale (Trintignant e Florinda Bolkan), l'amante di lei (Musante, il migliore a mio parere), più Capolicchio e Annie Girardot in ruoli secondari ma comunque importanti.

Succedono molte cose, ma nessuna interessante. La forma è complicata, si susseguono flashback e salti temporali continui. Non si può dire che la regìa non sia intrigante, e c'è la bella musica di Morricone a tenere tutto in piedi in qualche modo. Ma il film è invecchiato in modo tremendo: lento, con dialoghi che spesso fanno sorridere. La libertà sessuale dei cinque protagonisti poteva forse essere interessante nell'Italia del 1969, ma oggi provoca sbadigli. Come se non bastasse il film dura troppo (sfiora le due ore), e una sfrondatura di alcune sequenze sarebbe stata opportuna.

Visto in un brutto divx rimediato fortunosamente.

05 novembre 2023

Mimì metallurgico ferito nell'onore (Lina Wertmüller, 1972)

Mimì a Torino.

Grande successo di pubblico per questa commedia grottesca, che lanciò la coppia Giannini-Melato.

Non amo affatto lo stile di Lina Wertmüller: per i miei gusti è sempre eccessivo, dai toni troppo caricati. Qui la storia è anche piacevole da seguire, diciamo per la prima mezz'ora, fino a quando Giannini non torna in Sicilia insieme alla Melato. Da lì il film perde colpi e diventa francamente noioso.

Pur non privo di una certa grazia registica, specialmente in alcune sequenze girate in una Torino fredda ed ostile, il film è deludente. Affronta temi importanti, come il caporalato, la sicurezza sul lavoro e l'intreccio tra mafia e politica, ma tutto è troppo schematico per essere credibile. Giannini e la Melato sono molto bravi, anche recitando così tanto sopra le righe. Idem Turi Ferro, che dà vita a cinque o sei variazioni dello stesso personaggio, mentre Agostina Belli è sprecata.

Visto in una copia di origine ignota, di ottima qualità video ma con un audio basso e talvolta arduo da comprendere, dato che molti personaggi berciano perlopiù in dialetto.

04 novembre 2023

Marina Cicogna - La vita e tutto il resto (Andrea Bettinetti, 2021)

Marina Cicogna Mozzoni.

Marina Cicogna è stata senza dubbio una delle figure più rilevanti tra i produttori italiani di cinema della sua epoca. Mi ripromettevo da tempo di vedere questo lavoro: l'ho guardato oggi che è giunta la notizia della sua morte, per un cancro, a 89 anni.

Tecnicamente molto ben fatto, è il ritratto di una donna snob e aristocratica ai limiti del fastidio per chi - come me - non ha avuto natali così alti. Detto questo, la sua intelligenza è fuori discussione ed ogni appassionato di cinema le deve più di qualcosa. Non c'è personalità del jet set internazionale degli ultimi 70 anni che la contessa Cicogna non abbia incontrato: troppi i nomi per tentare di abbozzare una selezione.

Tra le interviste, molto divertente quella ad Ornella Vanoni, mentre avrei fatto a meno di ascoltare le futili banalità di un tizio che lavora per Gucci e che appare (immagino) solo perché la casa di moda è tra gli sponsor che hanno messo i soldi.

Visto su Raiplay.

03 novembre 2023

Porno Esotic Love (Joe D'Amato, 1980)

La splendida Laura Gemser.

Guazzabuglio hard diretto dal buon vecchio Joe D'Amato.

La vicenda è ingarbugliata al limite dell'incomprensibile, con i suoi continui salti in avanti e indietro. Questo perché la pellicola ricicla molto materiale da Eva nera, diretto dallo stesso D'Amato quattro anni prima.

Le sequenze esplicite vedono protagonisti gli specialisti Mark Shannon e Annj Goren, ma bisogna ammettere che pure Laura Gemser e Dirce Funari non si risparmiano. Lascio ad altri i sofismi su cosa sia tecnicamente hard e cosa no, ma insomma.

Film comunque molto faticoso da seguire, anche a causa di un doppiaggio terribile, sia tecnicamente che come direzione artistica. Le scene hard comunque sono realizzate con una certa cura, come sempre accadeva nei primi lavori a luce rossa del regista.

Visto in una copia della durata di 103', sbucata da chissà dove e che dovrebbe essere in HD ma mi è parsa molto spesso fuori fuoco.

L'omicida (Claude Autant-Lara, 1963)

Il confronto finale.

Bel giallo francese tratto da un romanzo di Patricia Highsmith.

Maurice Ronet vorrebbe divorziare, ma sua moglie non è d'accordo, nonostante sappia bene che il marito non l'ama più. Ispirandosi all'uxoricidio commesso dal mite libraio Gert Frobe, che l'ha fatta franca, Ronet inizia quindi a pensare a come eliminare la donna, che però improvvisamente si toglie la vita da sola. Problema risolto, quindi: se non fosse che adesso l'uomo è sospettato di un omicidio che non ha commesso. Splendido il finale a teatro, con il rendez-vous tra i due uomini.

Bella storia, complessa ma non complicata, con un cast di ottimo livello. Lo sviluppo della vicenda prosegue in modo intrigante, viaggiando su un doppio binario: da un lato l'innocente che cerca di discolparsi, dall'altra il colpevole che non vuole farsi scoprire. Come sempre nei film francesi, la polizia usa metodi spicci e spesso illegali: il commissario Robert Hossein non esita a malmenare Gert Frobe in diverse occasioni, rompendo anche i suoi preziosi occhiali.

La libreria di Gert Frobe era a Nizza, all'angolo di Rue Papon:

 

Visto nel dvd Sinister.

02 novembre 2023

Superbad (Greg Mottola, 2007)

I tre protagonisti.

Commedia demenziale con un minimo di spessore.

Abbastanza divertente, anche se la ricordavo migliore. Molto volgare nei dialoghi, non raggiunge comunque le punte eccessive di altri prodotti analoghi, per fortuna. I tre ragazzi funzionano bene: Jonah Hill è molto bravo, ma è soprattutto il Fogel/McLovin di Christopher Mintz-Plasse a rubare la scena a tutti. Le ragazze non spiccano più di tanto, invece. Emma Stone, brava finché si vuole, proprio non mi dice niente a livello estetico.

Il film pare sia diventato una specie di cult movie, negli Stati Uniti. La cosa mi pare eccessiva: oltretutto dura davvero troppo (quasi 2 ore).

Rivisto nel bluray italiano.

 

La prova d'amore (Tiziano Longo, 1974)

 

Un primo piano di Ely Galleani.

Erotico giovanilistico poco conosciuto.

Ely Galleani e Jenny Tamburi sono due splendide liceali. Buone amiche, vedono il sesso in modo opposto: la prima vuole restare vergine in attesa del principe azzurro, la seconda non ci pensa nemmeno ed anzi ha già messo un discreto numero di tacche sul suo cinturone. La Galleani purtroppo incappa in Bruno Zanin, che sarà il suo primo amore... sfortunatamente pure l'ultimo, dato che la ragazza si uccide con i barbiturici quando scopre che lui va in giro a raccontare le loro avventure ai suoi amici idioti, e come se non bastasse va a letto con Adriana Asti.

Filmetto curioso, non disprezzabile ma poco riuscito. Tutto narrato in flashback, affronta temi seri come la contestazione giovanile e il contrasto generazionale, ma tutto resta troppo in superficie. Nel cast nomi di un certo rilievo come Gabriele Ferzetti e Adriana Asti, ma ci sono anche Renato Paracchi ed Ezio Sancrotti. La storiella è banale, e nei momenti leggeri non si ride mai. Le caratterizzazioni degli adulti, nessuno escluso, sono elementari. Detto questo, la Galleani e la Tamburi a 20 anni sono uno spettacolo che consiglierei a chiunque.

Visto in una copia di origine ignota, forse da master.

01 novembre 2023

Il sesso della strega (Elo Pannacciò, 1973)

È ora di colazione.

Delirante horror firmato dal mitico Angelo Pannacciò, con o senza accento sull'ultima vocale.

C'è il solito gruppo di eredi chiuso in un castello, dopo la morte del vecchio zio: questo l'assunto. La sceneggiatura però è molto confusa, e verso i tre quarti non si capisce più niente, se non che c'è una vecchia parente (Jessica Dublin) che è un strega ed è in grado di modificare i tratti somatici delle persone con l'iniezione di una misteriosa sostanza. Qualcuno inizia a morire, arriva un commissario da barzelletta (Donald O'Brien) e parte una specie di indagine, per modo di dire.

Film totalmente folle, ingiudicabile secondo canoni tradizionali. Dialoghi farneticanti, storia ingarbugliata e momenti stranianti (la lunga sequenza nel locale notturno, virata in verde). Il cast vede la presenza di pessimi attori quali Franco Garofalo e Gianni Dei, pace alle anime loro.

Ho visto la versione del film approntata per i mercati esteri, che arriva a 95' e contiene due lunghe sequenze erotiche che bordeggiano l'hard in almeno un paio di punti. La seconda, in particolare, dura la bellezza di nove minuti, ed è quasi interamente senza stacchi. Argh.

Visto in una copia derivata dal bluray Vinegar Syndrome.

Paradise (Stuart Gillard, 1982)

Phoebe Cates: non servono parole. Film-cult della mia fanciullezza, che ho rivisto dopo oltre 30 anni. Avrei fatto meglio a serbare la purez...