31 maggio 2021

La monaca di Monza (Raffaello Pacini, 1947)

I due protagonisti.

Uno dei numerosi film dedicati al famigerato personaggio storico reso immortale da Alessandro Manzoni.

Il film, che circola oggi in una copia molto scura che rende pressoché illeggibili molte sequenze notturne, è abbastanza modesto. Girato quasi tutto in interni, mostra ben poco della Firenze in cui si svolge metà della vicenda, per non parlare di Monza e Milano, del tutto assenti. Rossano Brazzi, doppiato da Emilio Cigoli, recita in modo manierato, e così Paola Barbara. Dignitoso, ma invecchiato.

Visto in una copia da master 35 mm.

29 maggio 2021

Red Sparrow (Francis Lawrence, 2018)

La Lawrence si concede a un compagno.
 

Spionistico con la splendida Jennifer Lawrence protagonista. Di solito in questo tipo di film mi perdo dopo mezz'ora, un'ora al massimo. In questo caso invece sono riuscito a capire - quasi - tutto fino al termine, il che è notevole.

Il film è gradevole ma certo non memorabile. Resta un monumento alla bellezza della Lawrence, che si concede anche un paio di scene sgradevoli in cui sarà anche stata controfigurata e/o parzialmente corretta in modo digitale, ma lasciano basiti a vederle.

Dvd italiano.

28 maggio 2021

Rosolino Paternò, soldato... (Nanni Loy 1970)

Il poster del film.

Grossa produzione di Dino De Laurentiis con un cast all-star che comprendeva Jason Robards, Martin Landau, Peter Falk e Nino Manfredi.

Il film è ambientato nel 1943, poco prima dello sbarco degli alleati in Sicilia; scritto da Age e Scarpelli, ha qualche punto in comune con il precedente A cavallo della tigre (il riluttante Manfredi in mezzo a un gruppo che se lo trascina dietro a forza e il personaggio con il mal di denti), altra pellicola scritta sempre dai due prolifici sceneggiatori.

Buon film, girato palesemente con i soldi e con diversi momenti divertenti. Certo, Manfredi che parla con accento siciliano non convince al 100%. La rappresentazione della guerra e dei soldati è molto realistica, molto straccionesca.

Visto su YouTube in una orrenda copia da vhs: come altri film prodotti da De Laurentiis, non esiste in digitale.

La voce che uccide (Aldo Colombo, 1956)

Passeggiata al Parco Sempione per Carlini e la Campagnoli.

Uno dei numerosi film che il cantante Luciano Tajoli interpretò negli anni cinquanta. Qui però non è il protagonista: la vicenda centrale (un po' incasinata, a dire il vero) riguarda suo fratello Paolo Carlini e la bella Edy Campagnoli, che da un letto d'ospedale narra la storia in flashback.

Girato tra Milano e Como, è un film tecnicamente rozzo: regìa piattissima, fotografia e scenografia tremende. Parte male ma migliora nella seconda metà, e la trama riserva quantomeno una sorpresa: alla fine Carlini non si rivela il fetentone che si pensava fin dall'inizio. Sarà invece Tajoli a sacrificarsi, lasciando la ragazza - che pure ama - al fratello, per non farla vivere con un uomo costretto sulla sedia a rotelle. Oggi fa un po' specie una vicenda del genere, considerato che Tajoli era davvero menomato.

Visto in una copia da master, saltellante e monca di qualche pezzo qua e là.

25 maggio 2021

Verginità (Leonardo De Mitri, 1951)

Un poster del film.

Molto bello questo dramma con la ingenua ragazzetta di paese che va a Roma per un concorso di bellezza e si trova invischiata in un losco giro con personaggi poco raccomandabili.

La sceneggiatura, con la sua consistente dose di moralismo, procede come un treno in corsa; gli attori hanno le facce giuste (Arnoldo Foà nei panni del mellifluo maneggione è perfetto, come sempre) e la regìa si concede anche qualche bel tocco. Non mancano le stoccate ironiche nei confronti del mondo dei fotoromanzi, che a quel tempo vendevano vagonate di copie in un'Italia dove il semi-analfabetismo li rendeva particolarmente popolari. 

La sequenza che chiude il film mostra - significativamente - uno spazzino che getta nel bidone alcuni fotoromanzi, mischiati ad altro pattume: il mondo del cinema evidentemente voleva mettersi idealmente su un altro piano.

Se non sbaglio nel film si vede per la prima volta nel cinema l'attore Gastone Pescucci, qui in mezzo agli altri allievi dell'Accademia diretta da Pietro Sharoff, che nel film fa un piccolo cammeo nei panni di sé stesso:

Gastone Pescucci e il suo inconfondibile profilo.


Visto su YouTube.

23 maggio 2021

T'amerò sempre (Mario Camerini, 1943)

Una fotobusta del film.

Rifacimento di un omonimo film di Camerini di dieci anni prima.

In sostanza si tratta quasi dello stesso film rigirato pari pari, persino con molte inquadrature identiche. Stavolta la protagonista femminile è la splendida Alida Valli, mentre Antonio Centa è il cattivo di turno. Entrambi impeccabili, mentre a mio avviso il pur bravo Gino Cervi non era certo l'attore più adatto per un ruolo cui Nino Besozzi aveva dato ben altro spessore nel 1933.

In piccole parti appaiono anche Ernesto Calindri e Giuseppe Porelli, mentre l'ottimo Loris Gizzi riprende il divertente personaggio del signor Meregalli, pirotecnico titolare di una pasticceria.

Visto in una (pessima) copia televisiva Rai.

22 maggio 2021

La moglie vergine (Marino Girolami, 1975)

Il titolo del film.

Commedia erotica abbastanza divertente, grazie alla presenza di Renzo Montagnani nel ruolo classico dello zio perennemente allupato.

La storia è quella di Ray Lovelock marito impotente, incapace di soddisfare la mogliettina Edwige Fenech (qui bona come non mai) appena portata all'altare. Curiosamente l'ambientazione non è nel solito paesetto meridionale, ma sul lago d'Iseo, anche se nel film si parla continuamente di Brianza, chissà perché.

I dialoghi furono supervisionati da Enzo Jannacci e Beppe Viola, come in Romanzo popolare, ma qui la cosa non dona granché al film.

Film comunque gradevole; anche la musica di Trovajoli è azzeccata. Alla fine naturalmente ci penserà Carrol Baker a svezzare il giovanotto, con soddisfazione per tutti quanti.

Visto su Cine34 in una copia certamente monca di qualche momento sexy, ma che comunque mostra nudi integrali qua e là.

Zappatore (Rate Furlan, 1950)

Ferzetti ingiustamente incarcerato.

Primo film (quantomeno nel cinema sonoro) tratto dalla celebre canzone di Libero Bovio, ripresa poi nel 1980 da Alfonso Brescia in un film con Mario Merola.

Qui invece abbiamo il giovane Gabriele Ferzetti (doppiato da Stefano Sibaldi) nel ruolo del figlio ingrato, mentre il padre è il bravo Nino Marchesini. Rate Furlan non era certo un virtuoso della macchina da presa: talento multiforme (fu attore e compositore, tanto che anche in questo film firma le musiche originali), si limita a dirigere il traffico con abbondanza di primi piani.

Ci sarebbe poi da approfondire quanto il film sia da considerare suo e quanto invece di Roberto Amoroso, produttore a capo della Sud Film. Sui titoli di testa si legge chiaramente "Un film di Roberto Amoroso", peraltro. 

Film piuttosto ingenuo ma gustoso: non manca il solito giuramento d'amore fatto davanti alla statua della Madonna. Molto bella la scena-madre, con il babbo che irrompe durante una festa e mette il figlio davanti alle sue scelleratezze mentre in sottofondo si sente la canzone del titolo. Poi c'è una ulteriore scena tutto sommato trascurabile, con Ferzetti che torna al paesello e prima di correre da mammà, che lo aspetta morente, trova pure il tempo di far ragionare un gruppo di contadini pronti a irrompere con la violenza in casa del massaro cattivo.

Dvd Mustang, di buona qualità ma con un extra di 15' sconcertante: un orrendo marchettone per una azienda agricola del pavese (!!) che c'entra col film come i cavoli a merenda. Complimentoni a chi l'ha pensato.

21 maggio 2021

Robowar (Bruno Mattei, 1988)

Massimo Vanni in azione.

Avventuroso cazzuto e fracassone girato dal buon Mattei nelle Filippine.

Mattei era quello che era (un po' come Calboni), ma tutto sommato questo Robowar non dispiace nemmeno troppo. Scritto dalla coppia Fragasso-Rossella Drudi, mischia in modo molto libero elementi presi da alcuni successi degli anni precedenti, Predator su tutti. 

Chiaramente il gioco regge fino a un certo punto: per mezzo film assistiamo a interminabili sequenze di gente che cammina in mezzo alla giungla, guardandosi intorno con aria preoccupata e con la brutta musica elettronica di Al Festa in sottofondo. Il gruppo, fatalmente, perde i pezzi, per giungere a un finale in stile La mosca, col mostro che supplica di essere ucciso per non nuocere più a nessuno.

Bello comunque vedere Romano Puppo e Massimo Vanni che si scatenano urlando e mitragliando chiunque capiti a tiro.

Visto nella bella copia di Mediaset Play.

20 maggio 2021

L'insolente - Il più crudele tra quelli della mala (Jean-Claude Roy, 1973)

Silva si prepara a regolare i conti in sospeso...

Poliziesco francese col granitico Henry Silva nel ruolo centrale.

Si parte con la sua evasione dal carcere, cui fa seguito la classica vendetta nei confronti di chi lo aveva tradito. Sbrigata l'incombenza, Silva può mettersi ad organizzare il colpo che lo dovrà sistemare per un bel po', coinvolgendo qualche pezzo grosso della mala parigina per procurarsi l'argent e reclutando la manovalanza. Fin qui tutto abbastanza classico, per non dire stereotipato. Poi però partono i tentativi incrociati di tradimento: tutti cercano di tradire tutti, come scriveva Scerbanenco in uno dei suoi libri migliori.

Discreto film, con qualche momento forse ingenuo ma non disprezzabile. C'è anche Bernard Musson, che interpreta un criminale detto la faina.

Visto in una copia di provenienza ignota, forse da vhs Olympia Video.

19 maggio 2021

Il conte Max (Giorgio Bianchi, 1957)

Lo sguardo di Albertone, uno dei suoi pezzi forti.

Remake del film di Camerini girato a distanza di vent'anni con Sordi protagonista.

Forse fare questi paragoni ha poco senso, ma personalmente non l'ho trovato a livello del primo film. Che Sordi fosse bravo non è materia di discussione, ma il suo personaggio non regge il confronto con l'originale: soprattutto la storia d'amore con la servetta dei nobili signori è davvero mal sviluppata. Certo, qua e là si ride, e per fortuna c'è il grande De Sica, che torna nei panni del nobile squattrinato, ruolo che gli era abituale. La scena della lezione di bridge è la cosa migliore del film, grazie alla sua eccelsa misura recitativa.

Visto nel dvd italiano.

18 maggio 2021

T'amerò sempre (Mario Camerini, 1933)

Besozzi e la De Giorgi.

Questa romantica commedia fu girata due volte nel giro di un decennio, sempre con Mario Camerini alla regìa. Questa prima versione vede la semi-esordiente Elsa De Giorgi e Nino Besozzi nei due ruoli principali.

Per me un gran bel film, con un inizio quasi documentaristico girato nel reparto di ostetricia di un ospedale, dove la De Giorgi è ricoverata dopo aver dato alla luce una bambina. La ragazza è stata sedotta e abbandonata dal solito riccastro perdigiorno (Mino Doro): un bel problema, nell'Italia del 1933.

Cinque anni dopo lei è ancora una madre single, come diremmo oggi. Si mantiene lavorando in un negozio di parrucchiere, dove conosce Besozzi, un timido ragionierino che inizia a farle una corte ingenua ma evidente. Lieto fine.

Non succede poi granché, nei circa 68 minuti di durata della copia oggi disponibile (quasi certamente monca di alcune parti), ma Camerini sa come raccontare la storia con gusto e pudore.

Dvd Mikomaro, molto mediocre.

17 maggio 2021

Situazione imbarazzante (Garson Kanin, 1939)

Ginger Rogers e David Niven.

Bella commedia con la coppia David Niven-Ginger Rogers.

Lei è una commessa dei grandi magazzini; lui il ricchissimo figlio del proprietario di tutta la baracca. Quando lui crede che lei sia una giovane ragazza-madre, cosa alquanto imbarazzante nel 1939, decide di aiutarla... in breve nasce del tenero tra i due.

La particolarità della storia è che il bambino è in realtà un orfanello che la Rogers ha trovato abbandonato sui gradini di un palazzo, e non c'entra niente con lei: ben presto però la ragazza si accorge che per lei è più conveniente recitare il ruolo di madre piuttosto che dire la verità.

Delizioso cinema d'altri tempi, con una bella coppia di protagonisti di talento. Film molto leggero, ma non fatuo.

Visto su Capri Casinò, con un ridoppiaggio (Gianni Giuliano su David Niven, se non ho inteso male).

16 maggio 2021

Il generale dorme in piedi (Francesco Massaro, 1972)

I titoli del film.

Gustosa commedia con Tognazzi mattatore. 

Forse come satira anti-militarista non centra tutti i bersagli che si era prefissato, ma il film diverte, ha dei bei personaggi (strepitoso il generale Pigna interpretato da Mario Scaccia) e dei dialoghi frizzanti. Lo stesso Tognazzi non gigioneggia, ma recita con grande misura: il suo colonnello Leone è in scena praticamente dall'inizio alla fine, con la sua erre moscia e le sue dotte citazioni letterarie.

In piccoli ruoli appaiono Eros Pagni, Stefano Satta Flores, Enzo Robutti e Flavio Bucci.

Visto su YouTube.

15 maggio 2021

Il signor Max (Mario Camerini, 1937)

Riento e De Sica al chiosco dei giornali.

Storico titolo del trio Camerini-Noris-De Sica. 

La situazione dell'onesto ma povero lavoratore che viene scambiato per un ricco signore è stata poi ripresa almeno cento volte dal nostro cinema, compresi due remake. Il film ha un meccanismo perfettamente oliato, scorre via che è un piacere: De Sica è perfetto per il ruolo, ma è la splendida Assia Noris che offre la migliore interpretazione.

Meno incisivi i personaggi secondari: Melnati fa poco, e lo stesso Virgilio Riento stranamente non brilla. 

Dvd RHV, ottimo.

14 maggio 2021

Assolto per aver commesso il fatto (Alberto Sordi, 1992)

Sordi pensa ancora di stare ai tempi di Fumo di Londra.

Ho sempre pensato che il Sordi regista fosse da codice penale; questo è uno dei suoi film peggiori, oltretutto.

Alla consueta sciatteria tecnica si accompagna una trama ridicola, con tali e tante di quelle ingenuità che il tutto sembra venire da una storia di Paperino. Un affare da 2 miliardi e mezzo di dollari trattato via fax, tycoon statunitensi che parlano tra loro in italiano e si fanno fregare come poveri imbecilli e così via.

Sordi aveva un'idea di cinema vecchissima. Pensava che gli spettatori degli anni novanta si meravigliassero ancora vedendo le inquadrature dei grattacieli di Los Angeles ripresi dal basso, con in sottofondo l'orrenda musica di Piero Piccioni, qui al suo nadir espressivo: specialmente tutta la parte elettronica della colonna sonora fa venire la nausea.

Sul cast sarebbe meglio stendere un enorme velo pietoso: dalla pur brava Finocchiaro, costretta in una macchietta che parla con un pesante e fintissimo accento sardo (ma perchè?), al pessimo Marco Predolin. Quest'ultimo comunque non vince la palma di peggior attore nel cast, superato da una certa Rosanna Muzzi Magni, che interpreta la vedova del conte Guglielminetti: forse la peggior attrice mai vista in un film italiano dai tempi di Pastrone.

Potrei maramaldeggiare per altre 40 righe, ma direi che sono già andato abbondantemente oltre.

Visto su YouTube in una copia da vhs, dato che in dvd non è mai uscito. Per fortuna.

Ma non è una cosa seria! (Mario Camerini, 1936)

 

Elsa De Giorgi con De Sica.

Arduo parlare oggi di questo titolo di Camerini, che sopravvive in una copia che dura quasi mezz'ora in meno rispetto al montato originale.

De Sica è un ricchissimo donnaiolo che passa da un amoretto all'altro, collezionando - tra le altre - Elsa De Giorgi, Assia Noris e Vivi Gioi. Decide quindi di mettere la testa a posto, sposando una modesta ragazzetta (Elisa Cegani) per la quale non prova alcun sentimento, in modo da non doversi più preoccupare del matrimonio. Bizzarra decisione, ma il testo originale viene addirittura da Pirandello, quindi chi sono io per contestarlo? Non ci vuole l'intuito di Sherlock Holmes per capire che entro la fine del film l'uomo si innamora di sua moglie come una pera cotta, ma solo dopo aver scoperto che lei è ancora vergine (!).

Qualche bel tocco cameriniano non manca, e i personaggi di contorno sono ben definiti (Ugo Ceseri, commovente; ma anche Umberto Melnati). Come detto però la versione del film disponibile oggi è sostanzialmente ingiudicabile. Peccato.

Dvd RHV.

13 maggio 2021

La ballata del boia (Luis Garcia Berlanga, 1963)

Manfredi e la sua vittima: ruoli quasi intercambiabili.

Il bravo Manfredi in trasferta spagnola per questa bella commedia nera.

L'attore ciociaro è perfetto nell'incarnare questo timido funzionario delle pompe funebri, che si trova incastrato suo malgrado prima in un matrimonio che certo non era nei suoi piani, e poi addirittura come erede del boia, suo suocero, ormai prossimo alla pensione.

Forse non tutto funziona come dovrebbe, e leggo che il film ebbe traversie censorie non irrilevanti tanto nella Spagna franchista quanto da noi. Eppure il film funziona molto bene, anche grazie al cast spagnolo.

Bellissima la sequenza del matrimonio, con la chiesa che viene praticamente spogliata di tutto il ricco allestimento, pagato dagli sposi precedenti. Ma la scena più nota del film è quella di Manfredi che si avvia al patibolo trascinato a forza da due gendarmi, mentre il condannato a morte oppone un freddo e dignitoso distacco.

Visto in una copia televisiva da Iris.

12 maggio 2021

Piace a troppi (Roger Vadim, 1956)

Niente reggiseno per la 22enne Bardot.

Primo film di Roger Vadim, è un monumento alla quasi incredibile bellezza della moglie Brigitte Bardot.

Il film in sé non è certo memorabile, sebbene mantenga tutt'oggi una fama notevole. B.B. è una ingenua ma linguacciuta ragazzina che turba chiunque la incontri nel raggio di chilometri (e vorrei vedere), Trintignant interpreta il solito impacciato ed introverso timidone che porterà sullo schermo molte altre volte in futuro, mentre Curd Jurgens è il ricco uomo d'affari straniero. Ma ripeto, la storia in sé, con la rivalità dei due fratelli eccetera eccetera, è poca cosa.

Il dvd Rarovideo presenta la versione integrale del film, che in Italia uscì tagliato di circa 10 minuti, ma ha il video non deinterlacciato, cosa piuttosto fastidiosa.

Darò un milione (Mario Camerini, 1935)

Un momento osè con la bella Assia Noris.

Grande successo cameriniano con la coppia d'oro De Sica-Assia Noris.

Leggo che il film, ormai molti anni fa, era dato per disperso: fortunatamente ne fu poi trovata una copia chissà dove, ed oggi è disponibile in dvd.

De Sica è un milionario annoiato che si spaccia per povero, approfittando del casuale incontro con un derelitto pronto al suicidio (Luigi Almirante, in un ruolo per il quale vennero provinati sia Totò che Macario!). Incontra la povera-ma-bella Assia Noris e tra i due scatta la scintilla.

Bel film, molto chapliniano a partire dall'ambientazione circense. Nella finzione tutta la vicenda accade in Francia. Si sente non poco la mano di Zavattini, al suo primo soggetto: soprattutto la paradossale sequenza della "caccia al povero" è tutta farina del suo sacco.

Dvd RHV, con video ottimo e audio purtroppo disturbato da un costante fruscio di fondo.

11 maggio 2021

Disperato addio (Lionello De Felice, 1955)

Una bella scena in sala operatoria.

Ottimo dramma con Massimo Girotti e Andrea Checchi chirughi e amici innamorati della stessa donna, la bella infermiera Lise Bourdin. Chiaramente lei sposa Girotti, ma Checchi non smette certo di amarla.

L'inizio è fortissimo. I due stanno operando la donna di appendicite, e sotto una blanda anestesia lei straparla, facendo credere di aver tradito il maritino con il suo migliore amico: a quel punto Girotti non ci vede più.

Da lì parte un lungo flashback che ribalta la situazione iniziale: non solo scopriamo che quel tradimento non c'è mai stato, ma vediamo come il vero fetentone tra i due uomini sia proprio Girotti, che si comporta male e tradisce la moglie non appena lei gira la testa dall'altra parte. Una volta sveglia lei dichiara la propria innocenza, ma il marito non le crede: lei è pure incinta, e scappa ad Arezzo dove ha una zia. Dà alla luce un bambino, ovviamente senza dir niente al marito, e dopo pochi anni scopre di avere un tumore al cervello che non le darà scampo... tutto sembra volgere al peggio, ma non c'è da disperare: a quei tempi, quando si voleva mettere il lieto fine lo si faceva anche a scapito della logica.

Come sempre in queste pellicole, la donna è costretta a patire per una colpa che non ha commesso. Bel film, anche a livello registico. L'ideatore del soggetto è Dino Risi, che era laureato in medicina tra l'altro. Il film sfiora anche il tema dell'eutanasia, pressoché inedito nel cinema italiano del periodo.

Visto su Youtube.

10 maggio 2021

Trastevere (Fausto Tozzi, 1971)

Lo spettacolare lato B della Schiaffino.

Unica regìa dell'attore Fausto Tozzi, questo Trastevere è un film che mette forse troppa carne al fuoco.

I personaggi sono tantissimi, e qualche attore (come Manfredi, peraltro orrendamente parruccato) è ben poco adatto al ruolo, come se fosse stato scelto solo per avere un nome sulla locandina e fare noleggio. Anche l'ottimo Caprioli che parla faticosamente romanesco lascia un po' perplessi.

C'è poi la matrona Regina, vera protagonista del film: l'aver scelto un'attrice non italiana stupisce, anche se la donna aveva senza dubbio il fisico adatto alla parte. Purtroppo l'aver recitato in inglese azzoppa almeno in parte tutto il lavoro fatto al doppiaggio, con un effetto straniante e fastidioso.

Molte parti sono gustose, ma il grottesco è spinto in modo eccessivo, non controllato. Qualche momento di filosofia spiccia e un po' di pasolinismo nella descrizione del sottobosco trasteverino (ovviamente traboccante di ladri, froci e mignotte) completano il quadro. Comunque un film interessante, da rivedere.

Visto su RaiPlay in una copia tagliata, e anche in modo maldestro.

09 maggio 2021

Centomila dollari (Mario Camerini, 1940)

Un impeccabile Nazzari, con tanto di orologio sul polsino.

Vivace commedia dei telefoni bianchi diretta dal bravo Camerini. Non è considerata tra le cose migliori del regista, va detto: eppure la storia - nei suoi limiti - è ben sceneggiata e con personaggi caratterizzati in modo gustoso (per esempio il vecchio segretario sempre pronto ad addormentarsi in qualunque occasione).

Siamo in Ungheria, come era d'uso a quei tempi. Nazzari è un miliardario americano che incontra per caso una centralinista del Grand Hotel prossima al matrimonio (la Noris): colpo di fulmine. Lui però è sempre preso dal suo lavoro, e decide di andare per le spicce, offrendo alla sua famiglia la favolosa somma di centomila dollari solo per poter cenare con lei.

In sostanza è una specie di Proposta indecente fatto 50 anni prima, chiaramente meno esplicito sul sesso. Buono il cast secondario, con Ernesto Almirante, Lauro Gazzolo e persino Emilio Cigoli, il miglior doppiatore della sua generazione. Stona invece Maurizio D'Ancora come fidanzatino ingenuo: attore mediocre.

Visto su Youtube.

08 maggio 2021

Mille chilometri al minuto (Mario Mattoli, 1939)

Antonio Gandusio alle prese con la scienziata che vorrebbe sedurlo.

Curiosa commedia del prolifico Mattòli, che qui fa il verso addirittura alla fantascienza.

Gandusio e Besozzi sono due amici che si trovano - loro malgrado - coinvolti nel viaggio verso Marte che un gruppo di misteriosi scienziati ha messo in cantiere su un'isola vulcanica poco fuori Roma (!).

Il tono è leggerissimo, anche se quando i due protagonisti vengono strapazzati, quasi torturati dagli scienziati la sensazione è un po' sgradevole. La storiella rosa tra Besozzi e Vivi Gioi era un tributo da pagare alle convenzioni del tempo, immagino. Il film comunque regge, arrivando a un bel finale con i tre attori che salutano il pubblico presente in sala.

Visto in una pessima copia televisiva, purtroppo.

 

La moglie è uguale per tutti (Giorgio Simonelli, 1955)

Turi Pandolfini e Tina Pica... che coppia!

Commedia divisa in mini-episodi su gioie e dolori del matrimonio.

Nino Taranto è un avvocato esperto in separazioni (il divorzio in Italia non c'era ancora, nel 1955) ed accoglie nel suo studio uomini e donne che si lamentano a gran voce della loro vita coniugale. A latere c'è la storiella rosa tra lui e la sua segretaria, che però serve solo per giungere a un finale che celebri l'istituzione matrimoniale, com'era ampiamente prevedibile.

Filmetto abbastanza divertente, con un bel cast. Stranamente Vianello, Tognazzi e Tina Pica sono doppiati da altri attori. Il segmento più divertente è quello con Billi e Riva, col primo che fa tutto il possibile per irritare il secondo, già provato da una ferrea dieta macrobiotica impostagli dalla consorte.

Visto su Youtube.

06 maggio 2021

Lettera napoletana (Giorgio Pastina, 1954)

Fiumi di lacrime per Virna Lisi.

Melodramma napoletano prodotto dalla Romana Film di Fortunato Misiano.

Giacomo Rondinella è nu bravo guaglione che viene incastrato dal cattivo di turno, che curiosamente è straniero (portoghese), un po' come capitava nei film girati durante il ventennio. Accusato di un grosso furto che ovviamente non ha commesso e messo in carcere insieme all'amico Beniamino Maggio, verrà finalmente scagionato grazie alla confessione della complice del malandrino, quando quest'ultimo è stato già freddato dalla polizia.

Storia sceneggiata con una certa cura e moltissime canzoni. Film modesto, ma abbastanza godibile: ottimi Maggio e Natale Cirino, mentre Virna Lisi - qui in uno dei suoi primi ruoli - passa mezzo film a piangere.

Visto su Youtube.

05 maggio 2021

Giorni felici (Gianni Franciolini, 1942)

Valentina Cortese e Amedeo Nazzari

Gradevole commediola con Nazzari che interpreta una sorta di deus ex machina: arriva dal cielo (è un aviatore, come in Luciano Serra pilota) e mette a posto i problemi sentimentali dei quattro protagonisti. 

Il tono è favolistico, e il contenuto certamente non di grande rilievo. Film di puro disimpegno, ma girato ed interpretato con una certa grazia. Lilia Silvi, col suo musetto dispettoso, è la vera protagonista: Nazzari infatti arriva solo dopo mezz'ora, e gli altri ruoli sono meno approfonditi.

Visto in una copia da Sky Cinema: ottimo video ma audio qua e là arduo da comprendere.

04 maggio 2021

Malinconico autunno (Raffaello Matarazzo, 1958)

La coppia Nazzari-Sanson.

Ultimo film della coppia Nazzari-Sanson, diretta dal fido Matarazzo.

Evidentemente questo tipo di film non tirava più come prima, tanto che questo è praticamente un film spagnolo, tolti i due protagonisti. Girato in esterni a Barcellona, vede Nazzari nei panni del capitano (italiano) di una nave che sbarca nella città catalana. Lui non è il solito stinco di santo di molti suoi film precedenti: ha una donna in ogni porto, beve, frequenta locali di malaffare e non disdegna il contrabbando.

L'incontro col figlio della Sanson, orfano di padre, sarà però salvifico e lo riporterà sulla retta via. Non prima di qualche disavventura, naturalmente.

Buon film, con un livello di patetismo particolarmente elevato ma ben diretto dall'ottimo Matarazzo.

L'ospedale che si vede a fine film è l'Hospital de Sant Pau, splendido edificio semi-gotico tuttora in funzione:


 Visto su RaiPlay.

03 maggio 2021

La polizia ringrazia (Steno, 1972)

Salerno, adeguatamente parrucchinato, a dialogo con Cyril Cusack.

Proto-poliziottesco diretto da Steno con solido mestiere, anche se la storia non ha gran presa.

Si sente soprattutto la mancanza di un vero cattivo: il ragazzetto che sequestra Laura Belli dopo aver accoppato un paio di persone lo è soltanto sulla carta, dato che sparisce per lunghi tratti e la storia non si concentra mai su di lui. E nemmeno può esserlo Franco Fabrizi, troppo simpatico anche quando interpreta il solito fetentone, destinato a fare un'orrenda fine.

Salerno è un commissario ancora a metà tra il Germi di Un maledetto imbroglio e il Merli di Roma violenta: si vede che ci tiene, indaga, ma non si incazza mai veramente, non la prende sul personale come faranno i suoi epigoni.

Anche il lato action lascia alquanto a desiderare: loffia la sparatoria all'ex fornace abbandonata (a proposito: ma perché si finiva sempre là in quegli anni? Mistero), e anche l'inseguimento auto-moto che termina con la morte di Laura Belli non è davvero niente di che.

Rivisto dopo anni nel dvd Shendene e Moizzi, scuro come il petrolio e pure tagliato. Alè.

02 maggio 2021

Retroscena (Alessandro Blasetti, 1939)

 

Ugo Ceseri e Camillo Pilotto.

Uno dei lavori in tono minore di Blasetti, tanto che il regista stesso ebbe a definirlo il suo film peggiore.

La vicenda effettivamente è debole: la storia d'amore tra la Cegani e il tenore non si capisce bene perché nasca, su quali misteriose basi. Le schermaglie sentimentali tra i due lasciano il tempo che trovano. Più gustosa l'ambientazione: sia l'inizio sul piroscafo che il séguito, tra grandi alberghi e il teatro dell'opera. Resta comunque un film noioso, per completisti. Da apprezzare la parte di Ugo Ceseri, capo-claque alla Scala di Milano.

Dvd RHV.

Paradise (Stuart Gillard, 1982)

Phoebe Cates: non servono parole. Film-cult della mia fanciullezza, che ho rivisto dopo oltre 30 anni. Avrei fatto meglio a serbare la purez...