25 maggio 2021

Verginità (Leonardo De Mitri, 1951)

Un poster del film.

Molto bello questo dramma con la ingenua ragazzetta di paese che va a Roma per un concorso di bellezza e si trova invischiata in un losco giro con personaggi poco raccomandabili.

La sceneggiatura, con la sua consistente dose di moralismo, procede come un treno in corsa; gli attori hanno le facce giuste (Arnoldo Foà nei panni del mellifluo maneggione è perfetto, come sempre) e la regìa si concede anche qualche bel tocco. Non mancano le stoccate ironiche nei confronti del mondo dei fotoromanzi, che a quel tempo vendevano vagonate di copie in un'Italia dove il semi-analfabetismo li rendeva particolarmente popolari. 

La sequenza che chiude il film mostra - significativamente - uno spazzino che getta nel bidone alcuni fotoromanzi, mischiati ad altro pattume: il mondo del cinema evidentemente voleva mettersi idealmente su un altro piano.

Se non sbaglio nel film si vede per la prima volta nel cinema l'attore Gastone Pescucci, qui in mezzo agli altri allievi dell'Accademia diretta da Pietro Sharoff, che nel film fa un piccolo cammeo nei panni di sé stesso:

Gastone Pescucci e il suo inconfondibile profilo.


Visto su YouTube.

Nessun commento:

Posta un commento

In una notte di chiaro di luna (Lina Wertmüller, 1989)

La splendida Nastassja Kinski. Il virus HIV secondo la Wertmüller in quest'opera dal titolo stranamente breve. Rutger Hauer è un giornal...