19 marzo 2022

Poliziotto sprint (Stelvio Massi, 1977)

Un poster del film.

Merli in versione più sbarazzina del solito in questo poliziesco particolarmente noto tra gli appassionati di inseguimenti.

Visti gli incassi dei poliziotteschi duri e puri, già in calo in quel 1977, si tentò di dare una rinfrescata al protagonista principale del genere: qui Merli è senza baffi, ha i capelli corti, si doppia da solo (purtroppo) ed è molto diverso dal commissario incazzoso e tutto d'un pezzo dei suoi film precedenti. Anzi, qui non è nemmeno commissario: è un normale agente di polizia particolarmente bravo al volante, tutto qua.

La trama non è niente di clamoroso, ma a lasciare perplessi è soprattutto la prova di Merli. Fin dalle prime inquadrature inizia ad irritare lo spettatore, esagerando con la recitazione e finendo in breve per risultare altamente antipatico. Oltretutto, per una delle sue pericolose idiozie mentre guida, causa la morte del suo collega Orazio Orlando, cosa che certo non contribuisce ad accattivargli la simpatia del pubblico.

Ad ogni modo il film è girato come si deve, pur essendo un fumettone, ed intrattiene in modo onesto. A farla da padrone sono gli stunt dell'equipe di Remy Julienne, lasciata a briglia sciolta. Spettacolare, tra tutte, la sequenza delle due auto che vanno giù per la scalinata di Trinità dei Monti, scena oggi impensabile. Peccato solo per la scelta di far doppiare il Nizzardo (interpretato da Angelo Infanti) da Peppino Rinaldi, che in pratica riprende l'accento ridicolo che aveva quando dava voce all'ispettore Clouseau di Peter Sellers. La presenza femminile di Lilli Carati è talmente insignificante da farsi quasi dimenticare già sui titoli di coda.

Visto nell'ottimo bluray Arrow.

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