30 marzo 2022

Il coltello di ghiaccio (Umberto Lenzi, 1972)

Una scena del film.

Questo giallo di Lenzi con Carrol Baker non è il miglior prodotto della collaborazione tra il sanguigno regista toscano e la brava attrice, che verso la quarantina ebbe una discreta esperienza italiana, prendendo parte a una dozzina di nostri film.

L'atmosfera funziona solo a tratti: temporali, black-out improvvisi, fugaci capatine notturne al cimitero. Insomma si procede accumulando situazioni stereotipate, per arrivare ad un finale a sorpresa, come sempre in questo tipo di pellicole, ma francamente un po' tirato per i capelli.

Certo la Baker rende molto bene il suo personaggio muto; la sua menomazione dona una certa originalità a diverse sequenze, in special modo quando la donna usa il telefono, grazie a un codice predefinito. Inquietante Eduardo Fajardo, che veste i panni del personaggio costruito a tavolino di modo che tutti i sospetti convergano implacabilmente su di lui. Ovviamente si scoprirà che non ha nulla a che vedere con gli omicidi. Debole il commissario di Franco Fantàsia, qui anche aiuto-regista di Lenzi.

Tra le bizzarrie del plot, la villa sorvegliata dalla polizia 24 ore su 24 che però ha un cancello sulla strada che viene lasciato sempre aperto, senza problemi.

Visto in una copia derivata da un recente bluray.

 

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