12 dicembre 2023

Parenti serpenti (Mario Monicelli, 1992)

Una scena di gruppo.

Commedia nera diretta dall'ultrasettantenne Monicelli.

Prima parte francamente noiosetta, con il cenone natalizio di questa famiglia abruzzese che si riunisce a casa dei vecchi genitori. Il film prende vita dopo circa 50 minuti, quando la mamma sgancia finalmente la bomba: ha deciso di andare a vivere con uno dei 4 figli, e scelgano pure loro chi sarà il fortunato. Finale amaro, benché poco probabile.

Troppi difetti inficiano la riuscita di un soggetto che avrebbe meritato miglior fortuna: la continua, insistita e ridondante voce fuori campo del bambino, la confezione piattamente televisiva (fotografia mediocre, musica agghiacciante) nonché la frase volgare di Alessandro Haber quando ammette di essere omosessuale, cosa peraltro già chiara a tutti. Una stonatura evitabile.

Tra i pregi, le prove di Marina Confalone e Cinzia Leone, entrambe bravissime. Meno in bolla i maschi, compreso il vecchio Paolo Panelli, nella parte del vecchio rimbabito guardato da tutti con compassione.

Visto su Netflix.

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