La bella Vesna. |
Carlo Mazzacurati alle prese con una delicata storia di povertà e disperazione.
Vesna, una ventiduenne ceca, arriva in Italia, a Trieste, e decide di non tornare più a casa per tentare la fortuna, pur senza una lira in tasca. Giovane e bellissima, non ha reali alternative alla prostituzione, ed è facendo il mestiere che conosce tutta una serie di personaggi: Silvio Orlando, Ivano Marescotti, Tony Sperandeo e così via, fino all'incontro fondamentale con Antonio Albanese, che sarà per lei molto più del solito cliente da una botta e via.
Film discreto: la prima parte funziona bene e promette molto. La seconda purtroppo mantiene poco, poiché la sceneggiatura prende una strada banale: il cambiamento di Albanese da dolce ed affettuoso compagno a stronzo lunatico e vendicativo, per esempio, è molto forzato. Non si capisce nemmeno per quale motivo la ragazza scriva le lettere (piene di bugie) alla sua amica ceca in italiano, tra l'altro: un'altra forzatura evitabile.
Girato perlopiù a Rimini, il film giunge a un finale tragico che mi ha ricordato quello di Lilja 4-ever di Lukas Moodysson, girato sei anni dopo.
Visto in una copia mediocre rimediata fortunosamente.
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