Tonny e Kurt, non esattamente due furboni.
Titolo italiano di consueta cretineria per il secondo episodio della trilogia di Pusher.
Stavolta si seguono le vicende di Tonny. Appena uscito di galera torna a lavorare per il padre, un duro che più duro non si può. Il ragazzo passa da un guaio all'altro, anche perché frequenta solo tossici, balordi e mignotte. Oltretutto non brilla certo per acume, e come se non bastasse la sfortuna lo prende spesso di mira. Maltrattato da tutti quanti, sembra avere una capacità di sopportazione infinita, ma tira tira a un certo punto la corda si spezza, come dice il proverbio.
Bel film, più o meno a livello del primo capitolo. L'umanità descritta da Refn è davvero squallida, praticamente senza eccezioni. Bello il finale, con Tonny che fugge via con il bambino che forse è suo figlio e forse no, ma in fondo poco importa. Gustosa anche la colonna sonora elettronica, quasi da postatomico anni Ottanta.
Rivisto dopo 8 anni in un bel mux rimediato fortunosamente.
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