05 agosto 2024

Il pornografo (John Byrum, 1975)

Richard Dreyfuss con bottiglia e sigaretta.

Dramma dal titolo italiano infingardo che ho faticato non poco a terminare.

Si tratta, in sostanza, di una pièce teatrale tutta girata in una villa con soli cinque attori e nessuna digressione per quasi due ore di durata.

Ora, se sei Ingmar Bergman puoi anche pensare di girare un prodotto del genere e tirarne fuori qualcosa di valido. Il più modesto John Byrum è riuscito solo ad irritare, anche perché il materiale di partenza era buono, e con qualche concessione in più alle regole del cinema ne sarebbe potuto sortire un ottimo film, invece della lagna che è venuta fuori.

C'è naturalmente qualche bel dialogo, tra i diecimila che si sentono incessantemente dall'inizio alla fine; e non manca la satira sulla Hollywood degli anni Trenta, descritta come un covo di serpenti. Ma tutto si perde nel tedio della statica rappresentazione.

Visto in una copia di origine incerta, con due doppiaggi italiani diversi sovrapposti.

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