Dramma musicale con Luciano Tajoli.
Il protagonista è un cantante di successo, minato da una malattia che lo costringe a camminare a fatica. Un giorno si innamora di una bella ragazza cieca, e le paga la costosa operazione perché possa riottenere la vista, proprio come Chaplin in Luci della città. Quando lei può finalmente vedere, si trova davanti un uomo di cui non può davvero innamorarsi. Spunta il terzo incomodo, ovviamente: a quel punto Tajoli si fa da parte, ma arriverà un colpo di scena a rimetterlo in gioco a sorpresa.
Buon film, nella sua logica da fotoromanzo. Vivace e diretto con garbo: Calzavara ci sapeva fare, a mio parere. La parte comica è affidata all'ottimo Dante Maggio, mentre la sottotrama poliziesca lascia il tempo che trova. Chiaramente il film è pieno zeppo di canzoni, interpretate da Tajoli con la sua vocetta che negli anni Cinquanta, per qualche motivo, faceva furore.
La clinica in cui la ragazza viene operata è in realtà l'edificio di Cinecittà che ospita la direzione:
Visto nell'ottima copia trasmessa di recente dalle reti del Biscione.


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