
La madre di Armand sulle scale.
Dramma norvegese, opera prima di un 34enne nipote di Ingmar Bergman e Liv Ullmann.
Il film, che a tratti sembra una pièce teatrale filmata, narra di un gruppo di insegnanti e genitori che discute di un episodio potenzialmente delicato: le molestie sessuali che un bambino di sei anni avrebbe fatto a un suo compagno di classe. Da questo spunto emergono altri fatti, spiegati in modo più o meno chiaro.
Quasi interamente girato dentro una scuola, non mi ha convinto granché, anche se l'ho seguito senza problemi. Troppe scene allungate senza un motivo, come quando la madre del piccolo Armand si mette a ridere per qualcosa come cinque minuti filati, mettendo tutti a disagio, spettatori compresi.
E il balletto che salta fuori dal nulla a metà film? Va bene cercare di essere originali, ma occorre sempre tenere a mente che il ridicolo involontario spesso è dietro l'angolo. Anche le sequenze oniriche sono poco centrate, e - di nuovo - tutte tirate troppo per le lunghe.
Visto in una copia rimediata fortunosamente.
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