Debole commedia con Vittorio Gassman mattatore, uscita quando la legge sul divorzio stava per entrare in vigore.
Il protagonista è un maturo ingegnere che viene lasciato dalla moglie. Inizia quindi a darsi alla pazza gioia, ma ben presto decide di tornare con le orecchie basse dalla consorte, che però nel frattempo si è sistemata diversamente, com'era ampiamente intuibile.
L'interesse per la storia, purtroppo, rasenta lo zero. Gassman riprende il suo personaggio cialtrone e superficiale de Il sorpasso, che passa il tempo tra whisky e sigarette e non sta zitto nemmeno quando dorme: alla lunga non può che stancare. Gli altri personaggi non hanno spessore, salvo forse il medico interpretato da Umberto D'Orsi, che ha una scena sola ma simpatica. Per il resto ci sono i soliti, irritanti luoghi comuni tipici del nostro cinema del periodo, tra i quali i giovani rappresentati tutti come una indistinta massa di imbecilli da prendere a sberle.
Visto in una bella copia rimediata fortunosamente.

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