06 marzo 2023

Il signore delle formiche (Gianni Amelio, 2022)

Germano con il cappello in testa.

Il triste "caso Braibanti" è un esempio interessante per capire come funzionasse la giustizia in Italia negli anni sessanta. Gianni Amelio ha tratto dalla vicenda un film lugubre, pesante, con diverse stonature e qualche volgarità francamente evitabile: ok che il regista calabrese ha fatto coming out alla bella età di quasi 70 anni, ma un po' di pudore in più in alcune scene non avrebbe guastato.

Fotografia da fiction televisiva, estenuanti piani sequenza, assenza pressoché totale di musiche di accompagnamento: 134 minuti che si sentono, e parecchio. La prova del pur bravo Lo Cascio mi è parsa alquanto manierata, mentre il giornalista di Elio Germano è una macchietta o poco più, con quel cappelletto sempre in testa. Emma Bonino poi fa un'apparizione del tutto incomprensibile. Non mancano le usuali quanto irritanti scene urlate, in un film che - nonostante il tema - non coinvolge nemmeno per un istante. La scrittura è deludente, la regìa ai limiti del micidiale: un'occasione sprecata.

Visto in una copia rimediata.

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