Thriller paranormale diretto da un regista più noto per le sue commedie con Gloria Guida.
Film lento, ma che si segue con discreto interesse: non ci sono cadute di tono, e la vicenda di questa possessione demoniaca (non so come altro chiamarla) è raccontata bene, pur senza diventare mai originale. C'è qualche ovvio riferimento a L'esorcista, ma soprattutto una bella atmosfera rarefatta. Molto particolari le musiche di Roberto Pregadio.
Il medium del titolo è Philippe Leroy, che poi nel film si vede abbastanza poco: entra in scena nel finale, per mettere le cose a posto. La cattiva della situazione è invece la splendida Martine Brochard.
Visto su Raiplay.
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