Toglietemi tutto, ma non il mio AK-47.
Sembrerà strano a qualcuno, ma nel 2024 c'è gente che guarda il quarto capitolo della saga di Death Wish.
Il sinistro Paul Kersey (un Bronson fatalmente invecchiato) torna a Los Angeles e si mette in testa di sgominare il traffico di droga, dopo che la figlia adolescente della sua fidanzata è rimasta stecchita per un'overdose di cocaina. Parte quindi una rozza indagine, che lo porta a scoprire che la polverina arriva in città nascosta nei pesci, proprio come in Piedone lo sbirro tra l'altro.
Si tratta di un prodotto fondamentalmente televisivo: fotografia mediocre, musica orrenda e una storiella da fumetto. Aggiungiamo un esecrabile doppiaggio che ho preferito evitare dopo aver visto in italiano i primi cinque minuti. C'è da dire che la svolta finale non è malvagia, ma tutto è tirato via alla meno peggio, e i malavitosi da barzelletta che dovrebbero controllare il racket fanno sorridere per la loro idiozia.
Visto in inglese con sottotitoli, in una copia rimediata fortunosamente.
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