
La solita Parigi da cartolina.
Cinquantesimo ed ultimo (per ora) film di Allen per il cinema.
Siamo a Parigi, e c'è il solito triangolo amoroso destinato a finire in tragedia, giacché il ricchissimo maritino della bella Fanny (un omaggio a Bergman?) non è intenzionato a vedere il proprio matrimonio che va in pezzi senza reagire. A modo suo, ovviamente.
Se non si può negare che molte situazioni e dialoghi sappiano di già visto e sentito, devo comunque ammettere che il film mi ha preso, dopo un inizio un po' fiacco. A mio gusto personale è un discreto passo avanti rispetto agli ultimi 3-4 lavori di Allen, che mi avevano lasciato del tutto indifferente, talora irritato.
Purtroppo non c'è un momento leggero, e non si ride mai: peccato, perché quantomeno il personaggio della madre di Fanny avrebbe avuto del potenziale comico. Ma forse ad Allen non interessa più far ridere, e preferisce scrivere e dirigere queste commedie gialle dal finale tanto di effetto quanto improbabile. Alcuni snodi narrativi sono banali, come ad esempio la madre che in una casa di trenta stanze apre un cassetto a caso e trova subito l'indizio decisivo, ma in fondo poco importa.
Visto in una copia rimediata fortunosamente.
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