Poliziesco poveristico diretto da Gianni Crea, nientemeno.
Già visto 15 anni fa, non mi è dispiaciuto pur con tutti i suoi limiti. La prima parte è più virata sul sociale, e il copione (scritto dal regista) butta dentro fin troppi temi senza approfondirne davvero nessuno: disagio giovanile, contestazione, femminismo, droga, disoccupazione, sicurezza sul lavoro. La seconda parte è invece più canonica, con i due banditi che si asserragliano in un asilo e sequestrano 30 bambini dopo una rapina finita nel sangue, al solito.
Girato nella campagna fuori Roma, soprattutto nel borgo di Capena, è un onesto sottoprodotto che ha il pregio di non annoiare. Prete è abbastanza convincente nei panni del povero disgraziato finito a fare il criminale per necessità, mentre la Giorgi è al minimo sindacale.
Rivisto nella solita, pessima copia da vhs.
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