21 maggio 2024

Il marchio (Guy Green, 1961)

La tentazione rende l'uomo ladro.

Dramma inglese su un argomento scabroso come la pedofilia.

Stuart Whitman si è fatto tre anni di carcere per ratto di minore: ha portato via una bambina in macchina, ma poi non ha avuto il coraggio nemmeno di sfiorarla. Una volta libero e - teoricamente - guarito dalla sua ossessione, si trasferisce sotto falso nome in un'altra città, dove conosce una giovane e piacente vedova (Maria Schell) con cui vorrebbe rifarsi una vita. Purtroppo però un laido giornalista senza scrupoli lo riconosce, e non esita a sbattere il mostro in prima pagina.

Buon film, ancorché un po' troppo parlato: i dialoghi sono torrenziali, specialmente nelle sequenze tra Whitman e Rod Steiger, che interpreta il dottore che aiuta il protagonista nel suo percorso psicologico. Splendida la sequenza in cui la Schell, ormai a conoscenza del problema, urla a sua figlia di 10 anni di non avvicinarsi all'appestato Whitman.

Film di scarsa circolazione, forse per il tema trattato: penso che sarebbe difficile vedere oggi una pellicola nella quale un pedofilo (sebbene solo in teoria, dato che non cede mai ai suoi impulsi) emerge come una figura positiva, con cui solidarizzare.

Visto nel dvd Golem.

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