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| Lo sguardo sornione di Folco Lulli. |
Dramma carcerario a tinte gialle noto anche con il sottotitolo Tu sei il tuo giudice.
Folco Lulli entra in prigione e lì conosce due poveri disgraziati che stanno scontando 20 anni per un duplice omicidio che in realtà ha commesso lui. La coscienza inizia quindi a tormentarlo, ma l'uomo ha qualche comprensibile remora a confessare quello che ha fatto.
Ben scritto e con uno snodo narrativo centrale prevedibile ma sfizioso, è un ottimo esempio del nostro cinema medio di quel periodo, diretto da un artigiano abile e dalla mano svelta come Marino Girolami.
Lulli è molto bravo e fisicamente adatto al ruolo. C'è da dire che interpreta un personaggio meno stereotipato di quanto ci si poteva attendere da un film del 1953: non è il solito cattivo a tutto tondo che si redime nel finale, ma ha caratteristiche sfumate, che lo rendono più credibile e meno fumettistico. È uno dei tanti pregi della pellicola, con la bella ambientazione carceraria e le convincenti prove dei vari Franco Interlenghi, Piero Lulli, Umberto Spadaro e Franca Marzi.
Anche le musiche del maestro Nino Rota sono gradevoli, anche se un po' retoriche.
Il carcere del film è in realtà il Castello Aragonese di Bacoli (NA):
Visto nella copia trasmessa da Rai 3.


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