Il protagonista maschile. |
Un Bresson che mi mancava, tratto dallo stesso racconto di Dostoevskij che aveva ispirato anche Luchino Visconti col suo Le notti bianche.
È un film bressoniano fino al midollo: attori non professionisti totalmente inespressivi, battute recitate in modo àtono (anche se il doppiaggio italiano, come al solito, tradisce almeno in parte questa indicazione), storia minimale raccontata soprattutto attraverso i dettagli. Talora può risultare ostico, persino impenetrabile.
La storia è quella di un giovanotto che salva una ragazza dal suicidio: lei è disperata per il classico amore infelice. Nelle successive tre notti, i due giovani si troveranno, raccontandosi le loro vicende e aspettando che questo terzo incomodo faccia la sua comparsa. Il film è tutto qui: il rigore stilistico è assoluto, e in qualche modo genera un fascino inquietante. Certo, è un film che pretende attenzione. Curioso il film con tante sparatorie che i due giovani vanno a vedere al cinema: fa pensare a che razza di poliziesco avrebbe mai potuto girare Bresson...
Dvd A&R, appena uscito.
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