01 luglio 2021

Rifkin's Festival (Woody Allen, 2020)

Chris Waltz nei panni della morte.

L'ultimo Allen, l'unico che ancora mi mancava da vedere. Uscito con oltre un anno di ritardo, non so se per la pandemia o per le ridicole accuse che il regista newyorchese ha dovuto affrontare in patria.

Comunque il film è modesto. Allen si ripete da troppo tempo, e questi suoi sterili omaggi ai vari Quarto potere, Otto e mezzo, Jules e Jim e Il settimo sigillo francamente non hanno alcun senso: il regista li aveva già omaggiati più e più volte in passato, senza sentire il bisogno di rigirarne addirittura dei pezzetti in chiave parodistica.

Wallace Shawn come protagonista è anche simpatico, e il doppiaggio italiano di Giorgio Lopez funziona bene, ma è troppo vecchio per la parte. La sua romantica storiella con la dottoressa sexy è improbabile; sembra quasi di rivedere uno dei vecchi film italiani degli anni settanta, con Lino Banfi o Gianfranco D'Angelo che cercavano di farsi la Fenech, o magari Gloria Guida.

La mia sensazione è che Allen si sia rotto le scatole di girare da un bel po', e continui a farlo solo per ammazzare il tempo, e perché può permetterselo ovviamente. Anche in questo suo lavoro, ambientato in Spagna, a San Sebastian, fa delle gran belle cartoline di promozione turistica, coloratissime, ma che di cinema hanno ben poco.

Visto in una copia rimediata da emule, con l'audio preso direttamente dalla sala.

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