18 aprile 2022

L'onorata famiglia - Uccidere è cosa nostra (Tonino Ricci, 1973)

 

Giancarlo Prete e il vecchio Umberto Spadaro.

Poliziesco mafioso girato sulla scia del successo mondiale de Il padrino, tanto che si utilizzano addirittura un paio di luoghi siculi già visti l'anno prima nel film di Coppola, come il Castello degli Schiavi di Fiumefreddo di Sicilia:


Richard Conte e Raymond Pellegrin sono boss rivali e tentano di farsi le scarpe a vicenda: la spunta il secondo, ma in città arriva un nuovo commissario, Giancarlo Prete, determinato a far arrestare il vecchio boss dai metodi spietati.

Niente di nuovo sotto il sole, ovvio: ma il film è ben girato e con le facce giuste. Prete se la cava benone, soprattutto - ammettiamolo - grazie alla voce che gli presta Pino Colizzi. Bellissima a mio parere anche la colonna sonora del maestro Nicolai; forse però il tema centrale è ripetuto troppe volte nel film.

Albo Barberito interpreta come al solito il ruolo del povero disgraziato destinato a una brutta fine, mentre la bella Simonetta Stefanelli, che arrivava direttamente dal set di Coppola, si vede poco. L'intreccio riserva qualche banalità, ma anche un paio di sequenze tutt'altro che disprezzabili a livello di regìa, come nel processo a Pellegrin, tutto risolto con un bel gioco di ombre che lascia testimoni e giuria sullo sfondo.

Film che ho rivisto dopo anni su CineDark (Mediaset Infinity), in una copia eccellente.

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