Tardo Brescia/Merola movie, e certo non dei migliori.
Si parte subito benissimo, con la trascinante musica del maestro Alfieri, ovviamente riciclata. Gennaro Savarese è un ristoratore napoletano che si è tolto dal clan anni or sono. C'è da dire che il suo ristorante è probabilmente il più brutto d'Italia. Un giorno Savarese va a un incontro con il suo ex boss e lì, durante una rapina, sua moglie viene ammazzata per errore: l'uomo a questo punto deve vendicarsi, ma per farlo dovrà prima capire chi c'è dietro questa strana rapina.
Se avete avuto un senso di deja-vu leggendo queste poche righe di trama, non posso darvi torto: la sceneggiatura di Gino Capone e del regista rielabora infatti piuttosto stancamente alcuni temi già affrontati in passato. Come che sia, la storia procede tra gli agghiaccianti siparietti comici della non irresistibile coppia Giacomo Rizzo/Lucio Montanaro, qualche morto ammazzato buttato lì per caso e la inevitabile trasferta a New York, che risolve e chiude il film.
Non può mancare la classica scena con Merola che sbarca all'aeroporto JFK e dopo 30 secondi ha già incontrato un taxista napoletano che lo porterà a "Brucculìn". Fantastico.
Film raffazzonato, girato al risparmio: gli interni sono poveri, e la fotografia è mediocre. Terribile il figlio di Merola, Masaniello, un bambinetto biondo di rara antipatia che per fortuna si vede poco e che ho sinceramente sperato venisse fatto fuori, purtroppo inutilmente.
Visto su Raiplay, in una copia ben migliore di quella del dvd RaroVideo che ho comprato anni fa.
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