22 agosto 2022

La ragazza di via Millelire (Gianni Serra, 1980)

La giovane Betty e uno dei suoi "amici".

Quando si vede quello che era in grado di produrre la Rai nei primi anni ottanta c'è davvero da impallidire.

Gianni Serra, anche autore del libro da cui trasse il film insieme al fido Tomaso Sherman, mostra il disagio della periferia torinese senza alcun filtro, senza mai addolcire la pillola. Anzi, forse in qualche momento si è fatto prendere un po' la mano nella rappresentazione di questa gioventù squallida e disperata, totalmente alla deriva.

Betty, la protagonista, è una ragazzina di 13 anni senza famiglia che passa da un istituto all'altro, sempre scappando non appena ne ha l'occasione: eroina e prostituzione saranno fatalmente parte del suo triste cammino.

Film duro e sgradevole: tolta Maria Monti, non ci sono attori professionisti. I dialoghi tra i ragazzi sono soltanto lievemente addolciti, nel senso che tutti dicono "Dio fa" anziché bestemmiare sul serio, ma a parte questo tutto suona sporco, grezzo e veritiero.

La struttura del film è abbastanza rapsodica, ma più che la storia conta il quadro che Serra dipinge, che certo non è di facile o immediata presa per il pubblico di oggi; quando uscì, chissà. Pare che ci siano state polemiche feroci, ma vai a sapere.

Visto su RaiPlay, in una copia tagliata di circa mezz'ora rispetto a quella trasmessa illo tempore sulla nostra TV pubblica, quando cretinerie come i vari Don Matteo e Che Dio ci aiuti erano lontanissime. Bei tempi, cazzo.

 

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