29 settembre 2024

La stanza del vescovo (Dino Risi, 1977)

Gli occhi di ghiaccio della Muti.

Commedia drammatica con Ugo Tognazzi mattatore.

Tratto da un romanzo di Piero Chiara, patisce a mio avviso una eccessiva lunghezza (110'), oltre a presentare un personaggio davvero debole. La Matilde di Ornella Muti è infatti scialba, anche per la mediocre prova dell'attrice: il doppiaggio di Vittoria Febbi è impeccabile, ma non può fare miracoli. Anche Patrick Dewaere non mi è mai sembrato il grande attore che in tanti apprezzano, oltretutto.

La prima parte del film comunque è estremamente godibile, per ambientazioni e battute. Come spesso accadeva quando c'era in scena Ugo Tognazzi, sesso e cibo sono fondamentali nella narrazione, come nel precedente (e migliore) Venga a prendere il caffè... da noi. Quando il film vira verso il giallo invece si perde un po', ma resta comunque piacevole fino al lugubre finale.

Rivisto, dopo circa 15 anni, in una copia rimediata fortunosamente.

I due evasi di Sing Sing (Lucio Fulci, 1964)

Franco e Ciccio a Sing Sing.

Grande successo della coppia sicula, qui diretta dal fido Lucio Fulci.

Filmetto leggero, quasi fumettistico, che regala diverse risate anche se non è certo da considerare tra le vette della coppia. La vicenda è narrata in flashback, con i due cugini Bacalone coinvolti (loro malgrado, ovviamente) nella rivalità tra due gang di mafiosi in America. Franco si improvvisa anche pugile, come farà qualche anno dopo ne I due assi del guantone.

Regìa di buon livello, musiche di Ennio Morricone e il contorno dei classici caratteristi presenti in moltissime pellicole del duo: Nino Terzo, Enzo Andronico, Alfredo Rizzo. C'è anche Lino Banfi, qui praticamente al suo esordio nel cinema.

Visto su Youtube.

27 settembre 2024

The Wicker Man (Robin Hardy, 1973)

La deliziosa Britt Ekland.

Horror inglese di fama internazionale, che non venne distribuito in Italia.

Un poliziotto arriva su un'isola della Scozia in cerca di una ragazzina scomparsa, ma si trova circondato da gente strana e dalla generale omertà degli abitanti, che non sembrano troppo interessati alla questione. Persino la madre della ragazza non si dà troppi pensieri, il che fa sospettare che dietro ci sia qualcosa di misterioso. E infatti.

Film originale, senza dubbio, ma che ho trovato abbastanza noioso. Il protagonista, un poliziotto bigotto, è antipatico e la cosa non aiuta: quando fa la fine che fa, tutto sommato la cosa non dispiace. Fin troppe le canzoni, che spezzano il ritmo della narrazione. Molto spettacolare la sequenza finale con il gigantesco Wicker Man, cioé l'uomo di vimini, dato alle fiamme.

Visto nel dvd italiano, con i sottotitoli.

26 settembre 2024

Venga a prendere il caffè... da noi (Alberto Lattuada, 1970)

Tognazzi osserva le sorelle in chiesa.

Tognazzi diretto da Lattuada in quest'opera tratta da un romanzo di Piero Chiara.

Molto gradevole, forse più per le interpretazioni e l'atmosfera che non per la storia in sé. Il cast è stato scelto con gusto notevole: le tre sorelle Tettamanzi sono perfette, e Tognazzi mostra una apprezzabile misura nel vestire i panni di Emerenziano Paronzini (grande nome), un modesto impiegato che ha deciso di appendere il cappello sposando una delle ricche sorelle.

Non mangiavo così bene dal banchetto della Cassa di risparmio di Gavirate, dice Tognazzi a un certo punto. Cibo e sesso sono sempre al centro del quadro, ma Lattuada non eccede mai. Il film giunge a un finale acido, amaro e tutto sommato coerente.

Rivisto dopo anni su RaiPlay.

23 settembre 2024

New York Stories (Martin Scorsese, Francis Ford Coppola e Woody Allen, 1989)

Woody Allen con Larry David.

Film in tre episodi diretti da tre mostri sacri del cinema.

Il primo segmento è diretto da Scorsese, e vede Nick Nolte pittore in crisi per la sua giovane assistente Rosanna Arquette. Alla fine lei lo manda a spasso e se ne torna a casa, e come darle torto. Discreto, la regìa è di livello ma la storia francamente è ben poco interessante.

Il secondo episodio è quello di Coppola, ed è imbarazzante, in una parola. Protagonista è una bambina di 12 anni, ma non vale davvero la pena di sprecare parole su questa robetta infantile.

Il terzo episodio, quello che chiude il film, è quello di Woody Allen, e grazie al cielo il livello si alza notevolmente. Si ride da subito, e anche se non c'è niente di particolarmente originale la storia è divertente e non si prende troppo sul serio.

Rivisto dopo 15 anni nel dvd italiano, che presenta un master full frame.

Il magnifico emigrante (Franz Antel, 1965)

 

Il fuggitivo in azione.

Curioso dramma dell'emigrazione girato tra le Alpi.

Terence Hill è Marcello Scalise, un operaio italiano maltrattato dai crucchi in Germania; ha solo la compagnia della sua cagnetta, Bella, che lo segue per tutto il film. L'uomo va quindi a lavorare in un paesino austriaco (Kaprun), dove in breve tempo trova anche l'amore. Sorvoliamo sul fatto che abbia già una fidanzata che lo attende in Italia come una povera scema.

Per un caso sfortunato, una notte Marcello uccide un uomo, e si becca 20 anni. Evade, torna al paesello per rivedere la sua bella, e in qualche modo tutto finisce bene, a onta di ogni possibile verosimiglianza.

Filmetto ingenuo ma vivace, fantasioso e diretto con un certo gusto dello spettacolo: mi è piaciuto. L'inevitabile bilinguismo della vicenda è risolto con la consueta disinvoltura, cioé tutti parlano italiano senza problemi. Sarebbe interessante approfondire la versione originale, che oltre alle differenze linguistiche presenta anche un diverso montaggio, con il personaggio del vecchio bracconiere che introduce la storia e spiega i vari passaggi.

Nel cast c'è anche la deliziosa Ellen Farner, la Madeleine de Les Parapluies de Cherbourg di Jacques Demy, girato l'anno prima.

Visto nella copia trasmessa da Teleuniverso.

20 settembre 2024

The Principal - Una classe violenta (Christopher Cain, 1987)

Belushi e i suoi capelli oggi illegali in 29 Stati.

Dramma d'azione che non avevo mai visto.

Jim Belushi interpreta un professore di liceo che viene spedito per punizione a fare il preside in una scuola difficile, dove bande di giovani delinquenti fanno il bello e (soprattutto) il cattivo tempo.

L'ho abbandonato dopo 50 minuti. La confezione è decisamente anni Ottanta: la colonna sonora è orribile e Belushi è poco adatto alla parte. Certo, Lou Gosset jr. invece è perfetto e l'azione non manca, ma i personaggi sono davvero figurine senza spessore, e non si capisce nemmeno bene perché questo preside si prenda a cuore così tanto la situazione della scuola in cui viene mandato.

Visto in una copia rimediata fortunosamente.

19 settembre 2024

Zelig (Woody Allen, 1983)

Woody Allen con Mia Farrow.

Finto documentario su un certo Leonard Zelig.

Probabilmente una delle cose migliori mai girate da Allen: il livello tecnico è impressionante, e il tema dell'uomo qualunque pronto a cambiare radicalmente opinione su qualunque tema pur di compiacere il prossimo è approfondito con intelligenza.

Chiaramente tutto è portato al paradosso, al punto che l'ebreo Zelig a un certo punto entra nel partito nazista. Si ride anche parecchio: c'è qualche battuta tipicamente alleniana, ma a divertire sono soprattutto le varie trasformazioni di Allen.

Rivisto nel solito dvd italiano MGM.

18 settembre 2024

Io non ho paura (Gabriele Salvatores, 2003)

Padre e figlio a colloquio.

Bel film di Gabriele Salvatores ambientato nel Sud Italia negli anni '70.

Siamo in campagna, in piena estate. Un bambino di 10 anni scopre un altro bambino nascosto dai suoi rapitori in un buco sottoterra, e cerca in qualche modo di aiutarlo: i due stringono inevitabilmente una strana amicizia.

Il film funziona bene sin dall'inizio: la narrazione procede speditamente, senza digressioni inutili, e i rapporti tra i bambini sono descritti in modo plausibile. Bravi anche gli adulti, anche se il dialetto milanese di Abatantuono è decisamente forzato, e anche inutile se vogliamo. Solo il finale con l'elicottero di notte pecca di un eccesso di lirismo, a mio parere.

Visto in una copia rimediata fortunosamente.

Il principio del domino: la vita in gioco (Stanley Kramer, 1977)

Gene Hackman dietro le sbarre.

Thriller complottistico con un ottimo cast e diretto da un signor regista. Ennesima serata che ho sprecato pensando di aver recuperato una chicca nascosta, per poi scoprire che si trattava invece della solita stronzata.

La prima mezz'ora - la migliore - vede Gene Hackman e Mickey Rooney detenuti a San Quintino. Poi i due evadono, e il film perde di interesse minuto dopo minuto, tra lungaggini, luoghi comuni e bizzarre teorie fantapolitiche.

Troppe banalità (Hackman ricattato con il rapimento della moglie) e troppe frasi da bacio Perugina nei dialoghi. Un'occasione sprecata, soprattutto considerando che nel cast ci sono Eli Wallach e Richard Widmark.

Visto in una splendida copia rimediata fortunosamente.

16 settembre 2024

Pink Floyd - The Wall (Alan Parker, 1982)

Il giovane Pink a scuola.

Film musicale basato sull'omonimo, storico album dei Pink Floyd.

Non lo rivedevo da oltre 20 anni. Avendolo sempre seguito senza sottotitoli, da una videocassetta inglese, mi ero perso diverse cose, ma il senso generale dell'opera arriva comunque in modo chiaro anche solo grazie alle immagini. Non è poco, direi.

Il film procede un po' a sbalzi: ci sono parti notevoli, soprattutto quelle relative all'infanzia di Pink, e altre meno centrate. Regìa e fotografia comunque sono sempre di altissimo livello, e sulla musica c'è poco da dire senza essere banali. Poi ci sono le spettacolari sequenze animate, opera di Gerald Scarfe: forse la cosa migliore in assoluto.

Un film molto cupo, a tratti addirittura inquietante come nelle scene con Bob Geldof nazista con le sopracciglia depilate.

Rivisto dopo una vita nel doppio dvd Sinister appena uscito.

Drunk in Public (David J. Sperling, 2012)

Il manifesto del film.

Documentario che narra la storia di Mark David Allen, un senzatetto alcolizzato di Newport Beach, California.

L'uomo viene arrestato continuamente per ubriachezza, anche più volte nella stessa giornata. Uno degli agenti di polizia della città diventa in qualche modo suo amico, e inizia a filmarlo mettendo insieme i pezzi della sua storia. Col passare del tempo, Allen accumula centinaia di arresti e moltissimi ricoveri d'urgenza in ospedale, nonché qualche vano tentativo di disintossicazione.

In sostanza si assiste all'inarrestabile caduta nel baratro di un ubriacone, che oltretutto aveva quasi certamente danni cerebrali dovuti a un incidente stradale avvenuto quand'era ragazzo. Il film è un bel pugno nello stomaco: sull'argomento è probabilmente quello che mi ha colpito di più.

Il documentario termina con il 49enne Allen che vive ancora per strada, tra un arresto e l'altro, in condizioni miserabili: l'uomo è morto meno di un anno dopo l'uscita del film.

Rivisto dopo 10 anni, sempre in inglese, sul sito archive.org.

13 settembre 2024

Una voce una chitarra un po' di luna (Giacomo Gentilomo, 1956)

Teddy Reno a colloquio con il prete del carcere.

Vivace melodramma diretto dall'ottimo Gentilomo.

Teddy Reno è un pianista sposato con una bella sciantosa, Gaby André, che lo tradisce senza ritegno e un giorno cerca persino di farlo fuori per potersela poi spassare col suo amante, il viscido Riccardo Garrone nel suo ruolo di sempre. Reno sopravvive all'incidente, ma ha le mani fratturate e non potrà mai più suonare il piano. Grosso problema, perché ora l'uomo è da solo e con una figlia da mantenere, dato che la moglie è sparita. Oltretutto l'anziana madre è molto malata: servirebbero delle costose medicine, ma dove trovare i soldi? L'uomo tenta così un furto, e viene arrestato dopo dieci secondi. Per riassumere: lui in galera, la figlia in orfanotrofio, la madre muore.

La sagra dell'ottimismo riserva ulteriori capitoli nella seconda parte. Teddy Reno scopre di saper anche cantare (!) e in un batter d'occhio inizia a spopolare nei teatri di tutta Italia. Poi si innamora di una bella dirigente della televisione (Valeria Moriconi) e si trasferisce a Milano, dove si imbatte nella cara mogliettina, che ora si prostituisce ed è in fin di vita. Inevitabile la sequenza sul letto di morte, con la donna che ritrova la sua bambina, ormai cresciuta e che non la riconosce nemmeno più: funerale in vista.

Film gradevolissimo, se si apprezza il genere. Certo, Teddy Reno (oggi vispo novantottenne) è uno stoccafisso micidiale, ma la voce di Pino Locchi mette a posto le cose. Tra l'altro Locchi doppia anche un collega d'ufficio della Moriconi, cosa che crea una certa confusione in un paio di sequenze nelle quali i due attori dialogano tra loro. Nel cast secondario spicca il simpatico Pietro De Vico, il classico amico macchiettistico che strappa qualche risata e funge da provvidenziale braccio destro del protagonista.

Visto nella ottima copia trasmessa di recente (in prima tv, scrivono) su Rete 4.

11 settembre 2024

Criminali da strapazzo (Woody Allen, 2000)

Gli sgargianti costumi dei protagonisti.

Commedia leggera di Woody Allen.

Ricordo di aver visto il film (in inglese) al Festival di Venezia del 2000, dove fu presentato fuori concorso, e poi mai più fino a ieri sera. 

Film discreto, non una delle sue cose migliori a mio parere. La prima mezz'ora vede Allen e i suoi soci tentare una improbabile rapina a una banca, mentre l'ultima parte cambia linea narrativa e diventa meno slapstick, e forse anche più prevedibile.

La regìa è classicamente alleniana: lunghi piani sequenza, musica jazz in sottofondo e così via. Si ride poco, e soprattutto grazie a Tracey Ullman, che ha molte delle battute migliori. C'è anche Hugh Grant, cosa che non rammentavo affatto.

Rivisto nel basico dvd italiano.

Sully (Clint Eastwood, 2016)

Una immagine promozionale del film.

Tom Hanks pilota d'aerei in quest'opera del vecchio Eastwood, tratta da un episodio realmente accaduto il 15 gennaio 2009.

In due parole, un Airbus con 155 persone a bordo venne investito da un congruo numero di oche canadesi in fase di decollo, e perse entrambi i motori. Il capitano Sullenberger decise quindi di tentare l'ammaraggio sul gelido fiume Hudson, riuscendo così a salvare la vita a tutti quanti.

Buon film, che avevo già visto nel 2017. Niente di clamoroso, ma scorre molto bene: cinema d'altri tempi, nel senso migliore del termine. Impressionanti gli incubi di Sully, nei quali il suo aereo si schianta nel bel mezzo di Manhattan. Qualche momento ripetitivo durante l'udienza finale, ma ci può stare. Ottimi Hanks e Eckhart, mentre la bella Laura Linney ha un ruolo secondario e di maniera.

Visto nel bluray italiano.

04 settembre 2024

Fatherland - Delitto di stato (Christopher Menaul, 1994)

Un ormai canuto zio Adolfo.

Film per la televisione con Rutger Hauer.

E se i nazisti avessero vinto la guerra? Chi non se lo è chiesto almeno una volta... Questo film è tratto proprio da un romanzo ucronico che narra una vicenda ambientata nella Berlino del 1964. Una Berlino ancora saldamente in mano a Hitler e compagni, ora alleati con gli Stati Uniti.

Non so nemmeno perché ho iniziato a vederlo: credevo fosse tutt'altra cosa, e mi sono fatto intrigare dallo spunto, indubbiamente sfizioso. Ho abbandonato comunque dopo una quarantina di minuti: film fiacco, televisivo, una sorta di giallo che non avvince.

Visto in una copia rimediata fortunosamente.

K2 - Sogno e destino (Kurt Diemberger, 1989)

Diemberger e le sue dita parzialmente amputate.

Buon documentario sulla terribile estate del 1986 sul K2, quando ben tredici persone morirono nel giro di poche settimane.

Non si trattò di una spedizione unica, ma di diverse cordate che si trovarono a convivere nei vari campi base allestiti verso la cima. Kurt Diemberger, regista del film e noto alpinista, aveva già 54 anni (ne ha 92 oggi), e fu uno dei pochi a tornare vivo da quella esperienza, anche se il congelamento gli costò diverse falangi di mani e piedi.

Il documentario è bello: breve (solo 60 minuti) e con immagini suggestive. Non mancano alcuni momenti emozionanti, come quando si sente la voce di Renato Casarotto che parla via radio con sua moglie: Casarotto morirà pochi giorni dopo, rientrando dal suo tentativo di ascesa, inghiottito da un crepaccio.

L'unico limite del film è che Diemberger ha voluto doppiare anche la versione italiana: l'uomo conosce benissimo la nostra lingua, ma ha un pesante accento tedesco che rende l'ascolto non particolarmente piacevole, a mio gusto personale.

Visto nel dvd italiano uscito in allegato a La Gazzetta dello Sport nel 2012.

L'importante è non farsi notare (Romolo Guerrieri, 1979)

Lo sbarco delle Sorelle Bandiera.   Coraggioso quanto scriteriato tentativo di lanciare al cinema Le sorelle Bandiera, il trio di travestiti...