31 ottobre 2024

Io, Chiara e lo Scuro (Maurizio Ponzi, 1983)

Il protagonista.

Prima de Il colore dei soldi c'è stato questo film di Nuti, che forse vidi da bambino e forse no, non ricordo.

Discreto, anche se non si ride mai, cosa strana in un film con Nuti protagonista. La prima parte è lenta e un po' ripetitiva, ma poi il film prende ritmo con la sfida tra l'attore toscano e lo Scuro nel torneo di Chianciano.

Ad ogni modo un film non irresistibile, che mostra già parte del potenziale comico di Nuti ma senza svilupparlo più di tanto. Nel cast c'è qualche volto simpatico, come Renato Cecchetto, mentre la De Sio, pur protagonista femminile, ha un ruolo di scarso interesse.

Visto su Prime Video.

29 ottobre 2024

Crescete e moltiplicatevi (Giulio Petroni, 1973)

Padre e figliuola bevono il tè.

Commediola erotica di poca sostanza.

La storia è di scarso interesse, ma il problema principale del film è che non fa mai ridere. Raymond Pellegrin è stato un bravo attore, ma non era un comico, e si dimostra inadatto a ricoprire un ruolo che sarebbe stato più congeniale a gente come Renzo Montagnani o Lando Buzzanca.

Certo, l'ambientazione veneta è gradevole, e qualche personaggio di contorno simpatico: su tutti il ginecologo di Gigi Ballista. Altri attori, come Hugh Griffith e il solito Lionel Stander, esagerano e sbracano in macchiette eccessive, anche a causa del doppiaggio.

Visto nel mediocre dvd Cinekult, dal video sgranato e pure tagliato nelle sequenze erotiche, tanto per cambiare.

25 ottobre 2024

Diego Maradona (Asif Kapadia, 2019)

I bei tempi.

Buon documentario sul calciatore più forte che io (e chiunque altro) abbia mai visto giocare.

Si seguono i suoi anni dall'infanzia fino al 1991, quando Diego lasciò Napoli alla chetichella, travolto dalla squalifica per doping e dai suoi guai fiscali e giudiziari, peraltro mai chiariti del tutto, credo.

Ci sono molte immagini inedite, o comunque poco note. Rivedendo alcuni spezzoni di partite giocate da Maradona negli anni Ottanta mi sono reso conto di quanti falli subisse quasi ad ogni tocco di palla. Per uno che veniva fischiato, ne passavano in cavalleria almeno 4 o 5 secondo me. Altri tempi. Altro calcio. 

Il film ha il pregio di mostrare la vita impossibile che Diego faceva a Napoli, pressoché prigioniero in casa sua a Posillipo, cosa che non lo ha aiutato nella gestione della sua crescente tossicodipendenza. Non vengono taciuti nemmeno gli aspetti più sgradevoli, come il suo ignorare l'esistenza di un figlio avuto da un'avventura extramatrimoniale, o la sua amicizia con i fratelli Giuliano, dell'omonimo clan camorristico.

Visto su Prime Video.

24 ottobre 2024

Contro la legge (Flavio Calzavara, 1950)

Un'inquadratura tipica del genere.

 

Discreto giallo/poliziesco con il bravo Tino Buazzelli nei panni del commissario.

Molto debitore degli stilemi dei noir americani del periodo, è un prodotto robusto e diretto con innegabile mestiere da Calzavara. Mastroianni veste i panni del giovanotto che si vede perduto, accusato di un brutale omicidio che in realtà non ha commesso. Tutto sembra contro di lui, almeno fino al colpo di scena finale che risolve l'intricata vicenda.

Scritto - tra gli altri - da Pietro Germi, si segue con piacere, anche se la parte finale è svolta in modo sbrigativo. Non manca qualche tocco gustoso, come il personaggio del calzolaio che distingue i signori dai poveracci in base al loro modo di consumare le suole.

Visto nella copia trasmessa da Sky Cinema anni fa, abbastanza mediocre.

23 ottobre 2024

Finché sono al mondo (Luca Quagliato, 2024)

Una immagine promozionale.

Documentario Rai sulla strage di Gorla, avvenuta a Milano il 20 ottobre 1944.

La vicenda mi era nota, anche per motivi personali: mio zio era infatti tra gli alunni di quella scuola, ma essendo malato restò a casa e non rimase ucciso. 

Ideato e realizzato da Mario Calabresi e Silvia Nucini, è un toccante pezzo di cronaca che diventa storia, o forse viceversa. C'è la ricostruzione dei fatti, ma soprattutto le testimonianze degli ormai fatalmente pochi testimoni oculari di quanto avvenne in quella mattina maledetta.

Visto su RaiPlay.

22 ottobre 2024

Paradiso blu (Joe D'Amato, 1981)

Una spettinata Anna Bergman.

Titolo poco noto diretto da Joe D'Amato nel 1979 ma uscito solo due anni dopo.

Molto esotico e poco erotico, nonostante qualche inevitabile nudo femminile, racconta la storiella di due ragazzi sopravvissuti ad un incidente aereo e finiti su un'isola deserta. Il cast è bizzarro, visto oggi; lei infatti è Anna Bergman, una delle figlie del regista svedese, e lui è Dan Monahan, il futuro Pipino della saga di Porky's, che peraltro interpreta un ragazzino quindicenne pur avendo quasi 10 anni in più, cosa fin troppo evidente.

Si sbadiglia, comunque. Ma il tocco del regista romano e la sua eleganza formale riescono a farmi digerire qualsiasi nefandezza, quindi sono arrivato alla fine senza problemi.

Visto nel dvd italiano recentemente edito da Mustang.

17 ottobre 2024

Testament (Lynne Littman, 1983)

Uno dei momenti più duri.

Interessante dramma post-apocalittico girato originariamente per la tv.

Una piccola comunità della California viene sconvolta da una esplosione nucleare, avvenuta chissà dove negli Stati Uniti. Non c'è più elettricità, e i rifornimenti ben presto scarseggiano. Gli abitanti devono gradualmente iniziare ad affrontare una nuova vita, che purtroppo sarà breve per molti di loro.

Bellissimo film, triste ed emozionante, girato e montato con notevole gusto. Si differenzia decisamente dai vari prodotti che affrontano lo stesso argomento: niente effetti speciali, per incominciare. I personaggi sono delineati in modo credibile, non ci sono eroi da fumetto per adolescenti, né tantomeno cretini che strillano senza una ragione. Tra gli attori c'è Kevin Costner, che ha un ruolo minore ma di grande impatto.

Visto in una copia rimediata fortunosamente, quasi certamente derivata dal dvd Sinister che purtroppo ha circa 20 minuti di audio italiano fuori sincrono.

Vajont: una tragedia italiana (Nicola Pittarello, 2015)

Il titolo del film.

Interessante documentario sulla nota tragedia avvenuta nel 1963, e che costò la vita a quasi duemila persone.

Si mescolano interviste a parti ricostruite, con alcuni attori che leggono le risposte date dagli imputati durante gli interrogatori che furono eseguiti prima del processo. Niente di nuovo, ma il prodotto è valido e ben confezionato.

Visto su Prime Video.

Il giorno più corto (Sergio Corbucci, 1963)

Franco e Ciccio senza divisa.

Franco e Ciccio soldati loro malgrado durante la prima guerra mondiale.

Film unico: ci sono infatti la bellezza di 88 attori che appaiono, spesso per pochi secondi, dando vita a quello che verosimilmente è il cast più ricco della storia del nostro cinema. Tutti quanti, a quanto si legge, accettarono di partecipare a titolo gratuito per riconoscenza verso la Titanus di Goffredo Lombardo, che navigava in pessime acque dopo i problemi finanziari dovuti alla produzione de Il gattopardo.

La trama, forzatamente frammentaria, risente di questa impostazione, ma nella prima ora il film funziona come si deve, e solo nell'ultima parte perde qualche colpo. Si ride parecchio, comunque: non solo grazie ai due protagonisti, comunque molto in palla, ma anche per le prove di Nino Taranto, Walter Chiari e molti altri. Da sottolineare la presenza del grande Mac Ronay, alle prese con uno dei suoi sgangherati giochi di prestigio.

Inaspettato quanto lodevole il fatto che i nemici parlino sempre in tedesco, tra loro. Il film peraltro è spesso con il sonoro in presa diretta, tranne quando ci sono attori stranieri in scena, oppure Virna Lisi, che veniva quasi sempre doppiata. C'è anche Totò, al quale spetta l'onore di chiudere la pellicola.

Visto in una ottima copia rimediata fortunosamente.

16 ottobre 2024

La mandragola (Alberto Lattuada, 1965)

Rosanna Schiaffino e Philippe Leroy.

Opera di Lattuada, non tra le più note.

Tratto da una commedia cinquecentesca scritta da Niccolò Machiavelli, non è un film riuscito. Ha i suoi pregi, e anche parecchi: ma nella seconda parte la narrazione si sfilaccia, la vicenda perde di interesse e ci si annoia anche un po'.

Il problema è che il perno del film è debole: ok, Leroy escogita un piano machiavellico (ovvio) per portarsi a letto la splendida Rosanna Schiaffino, ma detto tra noi chi se ne frega? Con un soggetto del genere si poteva mettere in piedi una commediaccia con Renzo Montagnani o Lando Buzzanca, buttandola sulla farsa e strappando tutte le risate possibili. Facendone un film (semi)serio purtroppo la vicenda finisce col mostrare la corda abbastanza presto. 

Tecnicamente impeccabile, vede un cast di alto livello ma alquanto bizzarro, con un Totò delizioso ma fuori parte (le sue sequenze sono le uniche col sonoro in presa diretta), Nilla Pizzi (!) oltre all'ottimo Romolo Valli e diversi attori francesi, dato che il film è una co-produzione.

Visto in una splendida copia rimediata fortunosamente.

13 ottobre 2024

Origine di una perversione (Curtis Harrington, 1973)

John Savage finge di suonare.

Gradevole thriller psicologico.

John Savage è un giovane condannato a due anni di carcere per uno stupro che in realtà ha solo sfiorato, senza commetterlo davvero. Una volta liberato, torna a vivere nella pensione che sua madre gestisce in un tranquillo sobborgo di Los Angeles. Il ragazzo ha palesemente qualche rotella fuori posto, e la cosa si intuisce anche dal morboso rapporto con la donna.

Bel film: Savage trasmette molto bene la follia del protagonista, e anche la madre Ann Sothern funziona perfettamente in un ruolo non semplice da rendere senza sbavature. Qualche dialogo in odore di didascalismo e una sequenza onirica fellineggiante del tutto inutile non tolgono forza a una pellicola complessivamente avvincente, che purtroppo mi sono goduto solo in parte, essendo stato forzato a spezzare la visione in più parti. Ottimo anche il triste finale.

Visto nel dvd italiano Sinister.

09 ottobre 2024

Tombstone (George Pan Cosmatos, 1993)

Un baffuto Kurt Russell.

Western basato sui leggendari personaggi di Wyatt Earp e Doc Holliday.

Film solido, con ottimi attori e splendidi paesaggi naturali ben valorizzati. La trama non riserva grandi sorprese, anche se pensavo che il duello finale sarebbe stato quello tra Kurt Russell e Powers Boothe, che invece esce di scena un po' prima. C'è anche un bizzarro accenno gay nei due personaggi di Billy Zane e Jason Priestley, ma nel cast risalta soprattutto il sofferente Doc Holliday di Val Kilmer. Dana Delany invece è troppo ordinaria per interpretare la donna che fa perdere la testa a chiunque, secondo me.

Anche se non è il tipo di film che vedo solitamente, mi sono divertito a seguire questa storia, che negli Stati Uniti è diventata così famosa da essere studiata forse anche a scuola ma qui da noi conoscono in pochi. Io avrei chiuso la pellicola con la triste sequenza dell'ultimo saluto di Earp a Doc al sanatorio, comunque.

Visto in una ottima copia rimediata fortunosamente.

06 ottobre 2024

Trilogia del terrore (Dan Curtis, 1975)

Therese civetta con il dottore.

Breve film horror girato per la televisione con Karen Black protagonista, qui ottimamente doppiata da Vittoria Febbi.

Diviso in tre episodi, tutti derivati da racconti di Richard Matheson, è un discreto prodotto, che ha oggi uno status di cult movie per gli appassionati del genere.

Il primo segmento vede il ricatto sexy a una rigida professoressa, con ribaltamento finale. Il secondo narra di due gemelle dalle opposte personalità, e non ci vuole grande intuito per rendersi conto che la ragazza in realtà non ha nessuna sorella, ma solo qualche rotella fuori posto. Nei panni del medico c'è George Gaynes, il comandante Lassard di Scuola di polizia!

Il terzo episodio è quello più apprezzato da chi ama la pellicola, almeno così mi pare di capire. Io l'ho trovato il peggiore: tutta la prima parte è noiosa, e le sequenze col mostriciattolo, per quanto indubbiamente realizzate con cura, sfiorano il ridicolo involontario in più punti.

Visto nel dvd italiano Sinister.

La smania addosso (Marcello Andrei, 1963)

Calindri e Spadaro.

Commedia di costume girata sulla scia del successo di Divorzio all'italiana.

Due picciotti violentano una ragazza e vanno quindi sotto processo, nonostante tutto il parentame desiderasse risolvere la cosa privatamente, in un modo o nell'altro. 

Il film è ben girato, è divertente e ha un cast spettacolare, valorizzato come si deve. Leopoldo Trieste è straordinario, così come il più misurato Umberto Spadaro. Gino Cervi e Vittorio Gassman gigioneggiano non poco nei panni degli avvocati difensori, ma il secondo esagera, come purtroppo sovente gli accadeva.

C'è da dire che oggi fa un certo effetto una storia del genere, nella quale lo stupro della ragazza passa in secondo piano rispetto al fatto che abbia perso la propria verginità prima del matrimonio, disonorando così tutta la famiglia. Oltretutto il film si chiude con il classico matrimonio riparatore, che come è noto annullava il reato, con la ragazza felice e innamorata: contenta lei.

Visto nella copia trasmessa dalle reti Mediaset, certamente tagliata e con un formato palesemente errato.

05 ottobre 2024

Il matrimonio (Antonio Petrucci, 1954)

Silvana Pampanini e De Sica.

Commedia in costume tratta da tre brevi racconti di Anton Cechov.

Tutto gira intorno al denaro: Vittorio De Sica cerca faticosamente di recuperare dei crediti, Sordi e Valentina Cortese si sposano - pur non sopportandosi - per un calcolo, Ave Ninchi è la solita donna avara oltre ogni limite e così via.

Film corale: il cast è ottimo, ma si tratta di un'opera di chiara derivazione teatrale, fittamente dialogata, che non diventa mai particolarmente interessante. C'è anche Renato Rascel, ma chi risulta più godibile nella sua prova attoriale è sempre De Sica, a mio parere.

Film esile, che dimenticherò molto presto. Visto nel dvd italiano, che contiene la versione in b/n della pellicola, girata in realtà a colori.

04 ottobre 2024

Una vita tranquilla (Claudio Cupellini, 2010)

Una inquadratura particolare.

Discreto noir col bravo Toni Servillo protagonista.

Servillo interpreta un napoletano che vive da tempo con moglie e figlio in Germania, dove ha aperto un ristorante italiano. Un giorno però il passato torna a bussare alla sua porta, con la visita di due ragazzi che gli chiedono ospitalità. Sarà l'inizio della fine.

Film di buon livello, con qualche pecca nella descrizione dei personaggi secondari (la giovane cameriera tedesca e il cuoco italiano sono due imbarazzanti macchiette) e un finale di grande effetto, molto logico e anche ben girato.

Tecnicamente non c'è nulla da dire: la pellicola è girata e fotografata in modo notevole. Purtroppo il film, come troppi altri, ha il difetto di presentare molti dialoghi in dialetto napoletano senza l'ausilio dei sottotitoli, come se tutti gli italiani dovessero comprenderlo per forza. Qualcosa quindi va perso, ma pazienza. Non mancano nemmeno le solite scene urlate, che dovrebbero aumentare il pathos e finiscono invece per farmi sorridere per la loro ingenuità.

Visto nel dvd italiano.

03 ottobre 2024

Poker di sangue (Henry Hathaway, 1968)

Yaphet Kotto e Dean Martin.

Tardo western di Hathaway con Dean Martin e Robert Mitchum.

Mi era parso interessante, anche in considerazione del fatto che Martin è un giocatore di poker e pensavo che il film potesse ricordare vagamente il bellissimo Posta grossa a Dodge City con Henry Fonda, uscito un paio di anni prima.

Mi sbagliavo: è un western con personaggi convenzionali, e l'ho abbandonato dopo 35 minuti. Oltretutto il doppiaggio è di seconda scelta, forse addirittura televisivo.

Visto in una copia rimediata fortunosamente.

01 ottobre 2024

Tiro incrociato (Stuart Rosenberg, 1979)

Lo sguardo imperscrutabile di Charles Bronson.

Bel thriller con Charles Bronson, qui nei panni del poliziotto che si prende cura di una donna, ex amante di un pezzo grosso della malavita.

La storia non è particolarmente originale, ma il film scorre molto bene, anche grazie alla insolita ambientazione svizzera e alla gradevole colonna sonora di Lalo Schifrin. Niente da dire sul cast: oltre a Bronson e alla inevitabile Jill Ireland, ci sono Rod Steiger e il granitico Henry Silva, nel ruolo per lui congeniale del killer spietato e silenzioso. Piccolo ruolo anche per il leggendario Michael V. Gazzo, che è sempre un piacere rivedere.

Certo, l'idea di far usare a Bronson una rudimentale cerbottana che spara chiodi per uccidere i cattivi è un po' balzana, ma il film ha molto altro da offrire. Bellissima, per esempio, la sequenza delle auto sul treno dentro la galleria. Gli stunt sono di Remy Julienne, e questo è un altro punto a favore del film.

Visto su Daily Motion.

L'importante è non farsi notare (Romolo Guerrieri, 1979)

Lo sbarco delle Sorelle Bandiera.   Coraggioso quanto scriteriato tentativo di lanciare al cinema Le sorelle Bandiera, il trio di travestiti...