28 giugno 2024

Domenica (Wilma Labate, 2001)

La protagonista.

Dramma di blando interesse diretto da Wilma Labate.

Claudio Amendola è uno sbirro dagli occhi di ghiaccio. Parla poco e gira con un impermeabile che gli svolazza dietro in modo inquietante. Un giorno gli affidano l'incarico di accompagnare Domenica, una bambina di 11 anni, all'obitorio, perché riconosca il cadavere di un uomo che l'ha violentata.

Per qualche motivo, i due vanno sempre e solo a piedi, per chilometri, attraversando mezza Napoli senza mai salire su una macchina. Un'assurdità che non viene spiegata, così come la presenza di Annabella Sciorra che parla italiano con un bizzarro accento, a volte romano a volte napoletano ma sempre molto divertente. Suo malgrado.

Amendola invece recita bisbigliando: del resto interpreta un moribondo, quindi immagino che la cosa fosse voluta. Certo non aiuta la comprensione di alcuni dialoghi, ma pazienza.

Un film dignitoso, ma che non coinvolge e stanca abbastanza presto. Bravissima la bambina, su cui si regge tutta la vicenda, ma la direzione degli attori secondari è mediocre.

Visto in una copia rimediata fortunosamente.

27 giugno 2024

Stanza 17-17 palazzo delle tasse, ufficio delle imposte (Michele Lupo, 1971)

Il momento clou.

Commedia diretta da Michele Lupo che a tratti mi ha ricordato Sette volte sette, girato dal regista tre anni prima.

Qui, invece dei detenuti, abbiamo quattro cittadini che devono al fisco quasi mezzo miliardo di lire, e decidono di prelevarli direttamente dai sotterranei del Ministero. Seguono i classici preparativi del colpo, il reclutamento dell'esperto in cassaforti e così via. Finale a sorpresa, per modo di dire.

Qualche bel momento, un ritmo piuttosto sostenuto e un buon cast (Tognazzi sprecato), ma nel complesso è un film di poco spessore, che oltretutto oggi circola in copie di 80 minuti, contro i circa 115 della versione uscita nelle sale a suo tempo. Tra i punti a sfavore della pellicola, il doppiaggio caricaturale di Ferruccio Amendola su Philippe Leroy.

Visto in una copia rimediata fortunosamente.

26 giugno 2024

Giovannino (Paolo Nuzzi, 1976)

Giovannino parte per Roma.

Commedia erotica tratta da un romanzo di Ercole Patti.

Christian De Sica è il protagonista: un giovanotto siciliano di ottima famiglia ma senza carattere, che si fa trascinare dal vento. La sua educazione sentimentale, chiamiamola così, procede accumulando belle figliole in sequenza, fino all'infelice matrimonio con una ricca ereditiera menomata.

Tanti bravi attori: grandissimo Saro Urzì nei panni del padre di Giovannino, ma anche Giuliana Calandra ed Imma Piro lasciano il segno. Da segnalare anche la dolce musica di Franco Micalizzi. Il film però sa un po' di compitino svolto senza passione, e De Sica - che per me è sempre stato molto bravo - è poco credibile come siciliano.

Tra i luoghi delle riprese c'è anche la bella Villa Fegotto di Chiaramonte Gulfi, nel ragusano:


Visto nella copia trasmessa molti anni or sono da Rete 4.

Valerie - Fantasie di una tredicenne (Jaromil Jires, 1970)

La bella protagonista.

Film cecoslovacco recentemente pubblicato in dvd.

Visivamente splendido, riesce ad essere interessante pur nella sua incomprensibilità di fondo. La vicenda di questa Valerie, una orfana tredicenne che vive con sua nonna, procede accumulando spunti e situazioni bizzarre. C'è qualche riferimento al vampirismo, ma in linea di massima tutto è lasciato all'interpretazione dello spettatore.

Grandissima cura per le inquadrature e i colori, bella la colonna sonora. Sulla storia non mi sbilancio: non ci ho capito un'acca, a dirla tutta.

Visto nel dvd italiano Sinister, che contiene il doppiaggio approntato per l'uscita nelle sale. Cosa che da noi avvenne soltanto nel 1978, con un titolo e un manifesto molto allusivi che - immagino - avranno deluso non poco gli spettatori dell'epoca.

23 giugno 2024

L'arma (Pasquale Squitieri, 1978)

 

Siamo al punto di non ritorno.

Squitieri e la paura del cittadino medio durante gli anni di piombo: una miscela potenzialmente letale, che invece ha prodotto un film notevole.

Stefano Satta Flores è un borghese dalla vita apparentemente banale. Fa l'ingegnere, ha una moglie e una figlia adolescente, un bell'appartamento e una villetta in costruzione fuori città. A latere, coltiva il vizietto di fotografare ragazze nude e collezionare foto pornografiche. Amareggiato e spesso scorbutico, a un certo punto dice Prima di tutto io non rispetto gli altri: li sopporto, che è diverso.

Quando un appartamento vicino al suo viene rapinato e uno dei tre ladri freddato alle spalle, l'uomo prende la decisione di armarsi, per essere pronto a difendersi e farsi giustizia da solo. La sua psiche vacilla già dopo poco tempo, e il rapporto fallimentare con la moglie e la figlia finiranno col causare il suo crollo mentale: l'ingegnere va in tilt e si barrica in un appartamento dopo aver scoperto la moglie (Claudia Cardinale, molto brava) insieme all'amante. Finale tragico.

Avevo visto il film circa 15 anni fa e non mi era piaciuto molto, sa il cielo perché. Rivisto oggi, mi è sembrato potente e disperato, girato da dio, interpretato da due splendidi attori e sorretto da una grandiosa colonna sonora scritta dal percussionista Tullio De Piscopo.

Rivisto nel dvd italiano Alan Young.

 

22 giugno 2024

A mezzanotte possiederò la tua anima (José Mojica Marins, 1964)

Zé do Caixao in azione.

Horror brasiliano in bianco e nero, il primo di una serie diretta dal regista e protagonista.

Zé do Caixao è un becchino un po' particolare: oltre a occuparsi dei cadaveri delle persone che muoiono nella sua città, si attiva in prima persona per aumentare la sua mole di lavoro. Violento ed immorale, uccide e malmena chiunque gli capiti a tiro, ma con una sua logica, per quanto delirante. Tanta cattiveria alla fine verrà scontata a caro prezzo, com'era intuibile.

Film curioso, molto distante dal tipo di cinema che preferisco ma che ho comunque apprezzato. Il protagonista declama dialoghi che in un paese religioso e cattolico come il Brasile avranno probabilmente creato qualche problema. La confezione è povera, ma dignitosa: il regista dimostra una discreta mano pur nel suo dilettantismo di fondo.

Visto a casa di amici, con sottotitoli, nel dvd italiano. Dvd che contiene anche un folle prologo a colori girato da Marins 30-40 anni dopo e inserito in apertura per motivi non chiari.

Roma violenta (Marino Girolami, 1975)

Una fotobusta della pellicola.

Titolo fondamentale del poliziesco all'italiana diretto da un vecchio regista più attivo nella commedia.

Violenza urbana che dilaga, polizia impotente, cittadini esasperati: in pochi minuti il film ha già messo in tavola tutte le sue carte migliori. Se questo Roma violenta funziona così bene, comunque, è per la scelta del protagonista. Di commissari incazzosi e tutti di un pezzo ne abbiamo visti a bizzeffe, ma mai uno come Maurizio Merli. Il suo furore assoluto abbinato al suo sguardo glaciale secondo me donano alla storia quel quid in più che nessuna sceneggiatura avrebbe mai potuto dare.

Poi si potrebbe parlare per anni (e del resto lo si è fatto) dei caratteristi con le giuste facce scelti per i ruoli secondari, o della grande musica dei fratelli De Angelis, o ancora del notevole inseguimento automobilistico girato per le strade sopraelevate di Roma. Ma è inutile dilungarsi, il film è un caposaldo del suo genere e tale resta dopo quasi 50 anni. Bellissimo anche il finale sospeso, con il commissario che forse viene mitragliato vigliaccamente alla schiena e forse no.

Rivisto parte in VHS Number One e parte su Youtube, dato che il nastro mi stava dando qualche problema.

20 giugno 2024

Altura (Mario Sequi, 1950)

Un momento di pathos.

Rustico dramma noto anche con il titolo alternativo Rocce insanguinate.

Massimo Girotti torna al suo miserando paesello sardo dopo nove anni di assenza. Nel frattempo però le cose sono cambiate: è arrivato un signorotto (Roldano Lupi) che fa il bello e il cattivo tempo, sfruttando i pastori e affamando la popolazione. Eleonora Rossi Drago ovviamente è innamorata di Girotti, ma spinta da pressioni familiari sta per sposare Lupi, quando si giunge al fatidico redde rationem che rimette le cose a posto.

Film discreto ma convenzionale, con una regìa elementare e senza guizzi. C'è un bel terzetto di attori e una buona dose di inevitabile folclore locale. L'ambientazione è quasi da western, ma il finale tra le rocce mi ha ricordato quello di Una pallottola per Roy di Raoul Walsh.

Visto in una buona copia da tv privata.


14 giugno 2024

Lo scippo (Nando Cicero, 1965)

La bella Margaret Lee.

Esordio registico per Nando Cicero, che qui si firma ancora Fernando.

C'è ovviamente uno scippo che non va proprio come previsto, cosa che crea problemi, equivoci e scambi di persona. Abbastanza incasinato, vanta un bel cast che però poco aggiunge alla visione. Io ho retto circa un'ora, prima di arrendermi.

Vinicio Sofia, qui in uno dei suoi ultimi ruoli, funziona bene: anche Fiorenzo Fiorentini ha una bella scena, come farmacista dalla battuta pronta. Ma nel complesso il film gira a vuoto, è faticoso da seguire e sembra invecchiato di mille anni. La colonna sonora di Piero Umiliani è frizzante, ma eccessiva: praticamente invade il film sovrapponendosi a tre quarti delle scene.

Visto in una copia derivata - presumo - da una antichissima videocassetta Technofilm.

L'uomo dal guanto grigio (Camillo Mastrocinque, 1948)

Annette Bach e Roldano Lupi.

Notevole giallo diretto da Mastrocinque con grande gusto. I protagonisti sono Antonio Centa, Mario del Monaco, Annette Bach e il bravo Roldano Lupi, il Clark Gable italiano.

L'uomo dal guanto grigio è un quadro di Antonello da Messina, che viene rubato e sostituito con una copia perfetta da un vecchio e burbero restauratore (Gualtiero Tumiati, bravissimo). L'uomo poi viene trovato morto, presumibilmente suicida, ma della tela non c'è traccia. L'affare si complica, giungendo poi ad un finale del tutto inaspettato. Quantomeno per me.

Film bellissimo: il ribaltone degli ultimi 10 minuti è un bel colpo, ma la pellicola ha molte altre carte da giocare. Costruzione intelligente, personaggi gustosi, sapidi dialoghi e attori di ottimo livello in parti a loro adeguate. Pina Piovani interpreta la portiera in modo eccellente, per esempio.

Tra i luoghi romani delle riprese, lo studio del restauratore è in realtà l'oratorio di Sant'Andrea dei pescivendoli:

 

Visto in una copia di origine ignota, derivata verosimilmente da un master 35 mm.

13 giugno 2024

Il gatto di Brooklyn aspirante detective (Oscar Brazzi, 1973)

Franchi e Pistilli.

Tremendo film comico firmato dal pessimo Oscar Brazzi.

Franco qui è affiancato dal povero Luigi Pistilli, che riprende la parte classica di Ciccio Ingrassia: inutile dire che il confronto è impietoso. Ho retto circa 45' prima di abbandonare, tra lungaggini, gag stiracchiate oltre ogni limite e addirittura Gianni Agus doppiato da Pino Locchi: un insopportabile sacrilegio.

Gran ruolo per Salvatore Baccaro, qui con la voce di Ferruccio Amendola. Film per stomaci forti, comunque.

Visto nella copia trasmessa dalle reti Mediaset.

Sensualità (Clemente Fracassi, 1952)

Nazzari e la Rossi Drago.

Filmetto sentimentale diretto da un regista più attivo nella produzione.

Amedeo Nazzari e Marcello Mastroianni sono fratelli, ma hanno ben poco in comune. I due gestiscono una grossa fattoria, ma mentre il primo è uno scrupoloso lavoratore, il secondo pensa più a bighellonare e rincorrere le sottane. Caso vuole che i due finiscano per innamorarsi della stessa ragazza (Eleonora Rossi Drago), una profuga istriana che cerca di approfittare della situazione per sistemarsi una volta per tutte. Inevitabile, a questo punto, il tragico epilogo.

La sceneggiatura è firmata da Alberto Moravia ed Ennio De Concini, ma la storia è banalotta e anche abbastanza telefonata, con qualche richiamo fin troppo evidente a Ossessione e Riso amaro. Il cast però è di grande livello, e l'ambientazione oggi dona un tocco in più alla pellicola. Girato tutto nel mantovano, mostra anche il Duomo di Mantova:

 

Non male la colonna sonora di Enzo Masetti: a un certo punto si può ascoltare anche la canzone El negro Zumbon, scritta da Armando Trovajoli e già sentita in Anna di Alberto Lattuada, uscito un anno prima.

Visto in una copia di origine incerta.

10 giugno 2024

L'Italia s'è rotta (Steno, 1976)

Una vecchia pubblicità del Mulino Bianco.

Teo Teocoli al cinema non ha mai funzionato, e non ho mai capito il perché. Penso che avesse tutto quello che sarebbe servito per sfondare, eppure non è successo. Probabilmente non ha trovato il film giusto, finendo con il prendere parte a progetti sballati come questa commedia girata da Steno.

La storia è quella di tre amici che si mettono in viaggio da una Torino ostile verso il paesetto siciliano da cui vengono i due maschi: la Di Lazzaro invece è veneta, ma si accoda al duo. Seguono incontri con vari personaggi, che potrebbero dare una mano al terzetto e invece finiscono inevitabilmente col creare ulteriori guai.

Non si ride mai, e le varie partecipazioni speciali lasciano il tempo che trovano, sprecando il talento di attori di livello quali Mario Carotenuto, Alberto Lionello e Franca Valeri. Forse l'unico segmento davvero centrato è quello con Duilio Del Prete, che veste i panni di un pretore sessuofobo.

Rivisto dopo 15 anni (lo avevo totalmente rimosso) in una copia derivata dal dvd italiano.

09 giugno 2024

I falchi della notte (Bruce Malmuth, 1981)

Stallone con barba e occhiali.

Poliziesco contaminato con lo spionistico con Sylvester Stallone protagonista.

Sly è il solito sbirro tutto d'un pezzo alla ricerca del cattivo Rutger Hauer, un terrorista pazzoide che mette bombe in giro per il mondo. Non si capisce bene perché, né per conto di chi, ma non importa. A una prima parte divisa tra New York, Londra e Parigi fa séguito una seconda metà più classica e tutta ambientata nella Grande Mela.

Niente di speciale, ma è un film che si può vedere. La regìa è dinamica, e un paio di sequenze sono gustose: l'inseguimento a piedi nella metropolitana e la teleferica sospesa con gli ostaggi. Purtroppo la trama è tutt'altro che originale (anche se il colpo di scena finale nell'appartamento della ex moglie di Stallone funziona ancora bene), e i personaggi sono poco approfonditi.

Visto nel dvd italiano.

05 giugno 2024

La tortura del silenzio (Guy Green, 1960)

Il protagonista.

Interessante dramma inglese con Richard Attenborough protagonista.

Ambientato nel mondo operaio, racconta le vicissitudini di un padre di famiglia che decide di non aderire allo sciopero della sua fabbrica e viene di conseguenza ostracizzato da tutti quanti, amici compresi. Finale amaro.

Il sonno mi ha costretto a spezzarlo in tre tronconi, purtroppo: ma l'impressione è stata molto positiva. La regìa in particolare mi è sembrata di ottimo livello, e Attenborough è bravissimo, così come Anna Maria Pierangeli, che nella versione originale dice anche un paio di battute in italiano. C'è anche il grande Oliver Reed, in una particina.

Il finalone durante il comizio è un po' retorico, visto oggi, ma immagino fosse adatto alle convenzioni narrative del 1960.

Visto nel dvd A&R.

03 giugno 2024

Nato il quattro luglio (Oliver Stone, 1989)

Cruise in versione Maurizio Nichetti.

Titolo storico di Oliver Stone, grande successo di pubblico e di critica.

Rivisto dopo almeno 20 anni, non mi ha convinto. Troppo strillato, enfatico e con abbondanza di luoghi comuni e colpi bassi. Forse mi sbaglio, ma il cinema di Stone tende ad invecchiare male.

Il protagonista è ritratto come il classico ragazzotto americano ignorante degli anni Sessanta, tutto dio, patria e famiglia. Parte volontario per il Vietnam, torna in sedia a rotelle e inizia un percorso che lo porta a capire tante cose.

La regìa, come spesso nei film di Stone, è molto effettata. Troppo, per i miei gusti. Soprattutto le sequenze di guerra sono brutte, ma non solo: alcune scene fanno sorridere in modo involontario, come quando il protagonista si mette a correre come un ebete sotto un temporale pauroso per arrivare dalla sua ganza al ballo di fine anno. Perché non prende la macchina? Ottima domanda. Poi c'è la scena-madre, con Cruise che rincasa ubriaco e inizia a strepitare in piena notte svegliando tutti quanti. Sequenza obiettivamente imbarazzante, con lui che parla del suo organo sessuale ormai inservibile alla madre allibita. Mah.

Tom Cruise a me non è mai piaciuto, che posso farci? Ce la mette tutta, questo gli va riconosciuto: ma non riesce mai a rendersi credibile quando piange, urla e starnazza come un'oca da cortile.

Anche la colonna sonora di John Williams, ovviamente candidata agli Oscar come qualunque suo altro lavoro, è tronfia e retorica. Willem Dafoe e Kyra Sedgwick (insipida) completano un cast non irresistibile.

Visto in un mux rimediato fortunosamente.

Domenica (Wilma Labate, 2001)

La protagonista. Dramma di blando interesse diretto da Wilma Labate. Claudio Amendola è uno sbirro dagli occhi di ghiaccio. Parla poco e gir...