31 gennaio 2025

Tre colori - Film rosso (Krzysztof Kieslowski, 1994)

La meravigliosa Irene Jacob.

Ultimo capitolo della trilogia e - purtroppo - anche ultimo film di Kieslowski, che morirà meno di due anni dopo.

Costruito in modo impeccabile, narra il rapporto tra una giovane modella e un vecchio giudice in pensione. Trintignant è grandioso, ma la splendida Irene Jacob (già protagonista de La doppia vita di Veronica) non gli è da meno.

Mirabile la fotografia, punteggiata dal colore rosso che appare continuamente. Nella vicenda è centrale l'uso del telefono: i personaggi lo utilizzano tutto il tempo, fin dalla prima sequenza. Kieslowski, per l'ennesima volta, dice qualcosa di affatto banale sui rapporti tra le persone, sulla casualità degli incroci del destino.

Memorabile il finale, con i personaggi dei tre film che vengono salvati - unici superstiti - dopo l'affondamento di un traghetto sul canale della Manica.

Rivisto nel dvd Bim.

29 gennaio 2025

Fortunella (Eduardo De Filippo, 1958)

Un intenso primo piano di Fortunella.

Commedia dolceamara con un cast tecnico-artistico di prim'ordine.

Scritta dal trio Fellini, Flaiano e Pinelli, vede Eduardo alla regìa, nonché Giulietta Masina e Alberto Sordi come protagonisti. In realtà Albertone è più defilato: il film è tutto su Fortunella, nomignolo che sinceramente poco si addice alla donna, una figlia di N.N. senza arte né parte.

Film particolare, secondo me non del tutto riuscito ma certamente con diverse frecce al suo arco. Forse Eduardo l'ha diretto in modo troppo teatrale, ritagliandosi anche un piccolo ruolo da attore, non molto significativo peraltro. Sordi è meno incisivo del solito: la scelta di farlo parlare in modo lento, quasi da cantilena, è stata controproducente. Molto meglio la Masina, bravissima a rendere un personaggio patetico senz'altro debitore di Cabiria.

Com'è noto, Nino Rota riutilizzò un brano di questa sua colonna sonora ne Il padrino: oggi fa un certo effetto sentire quelle note, ormai celeberrime, con un diverso arrangiamento e in tutt'altra situazione.

Visto in una ottima copia derivata dal blu ray uscito oltralpe.

26 gennaio 2025

Tre colori - Film bianco (Krzysztof Kieslowski, 1994)

La bellissima Julie Delpy.

Secondo film della trilogia di Kieslowski.

Più leggero del precedente capitolo, narra la vicenda di un parrucchiere polacco che si ritrova a Parigi in mezzo a una strada, senza un soldo dopo il divorzio dalla splendida moglie francese. L'uomo riesce a tornare in Polonia in modo avventuroso, e da lì inizia la sua risalita, che lo porta persino ad inscenare la sua morte pur di poter rivedere l'ex moglie, di cui è sempre follemente innamorato nonostante tutto.

Fantasioso e vivace, non saprei se definirlo dramma o commedia, dato che entrambe le componenti sono presenti ed hanno un peso uguale. 

Splendida la prova di tutto il cast, da Zbigniew Zamachowski alla divina Julie Delpy, che ha un ruolo anche piuttosto sgradevole. Sontuosa, come sempre, la musica di Zbigniew Preisner.

Diverse le sequenze memorabili: il viaggio nel baule, il tentato omicidio di Janusz Gajos... ma anche il beffardo finale nel cortile del carcere è un momento notevolissimo.

Rivisto dopo anni nel dvd italiano Bim; la versione italiana del film doppia soltanto il polacco lasciando il francese con i sottotitoli.

Che il mio grido giunga a te (Paolo Fazzini, 2014)

Benito Urgu, uno degli intervistati.

Breve documentario sul fenomeno della cosiddetta messa beat.

Il film ha il merito di rendere omaggio alla figura di Marcello Giombini, una figura che sarebbe il caso di riscoprire anche al di là del suo lavoro nella musica di ambito religioso.

A dirla tutta, l'auto-promozione dell'etichetta discografica e del gruppo che stanno tentando il rilancio di questo fenomeno mi è sembrata eccessiva, a tratti fastidiosa. Comunque la visione è stata abbastanza interessante, anche per la durata non eccessiva (50').

Visto nel dvd italiano Home Movies.

 

24 gennaio 2025

Appuntamento a Liverpool (Marco Tullio Giordana, 1988)

Isabella Ferrari.

Terzo film per il cinema di Giordana, un dramma che purtroppo è ancora inedito in digitale.

Isabella Ferrari è Caterina, una giovane cremonese che ha perso il padre nella tragedia dell'Heysel del 29 maggio 1985. Ossessionata da quella vicenda e pressata da un ispettore della polizia inglese, finge di non riconoscere l'uomo che ha causato la morte del babbo per andare ad ucciderlo di persona. Non riuscirà a portare a termine il suo piano, com'era prevedibile, ma forse potrà andare avanti con la sua vita.

Discreto film, non del tutto risolto ma con una sua freschezza. Giordana tenta di volare alto in alcune sequenze, ma qua e là scivola in modo davvero bizzarro, come per esempio con la cameriera che parla spagnolo, che non si capisce bene cosa stia a fare nel film. Anche il personaggio del poliziotto inglese (John Steiner) mi è parso mal scritto. C'è anche Ugo Conti, nei panni di un irascibile meccanico.

Visto in una mediocre copia registrata dalle reti Mediaset una ventina d'anni fa, che per fortuna presenta tutti i dialoghi in inglese con i sottotitoli in italiano.

Tre colori - Film blu (Krzysztof Kieslowski, 1993)

Un primo piano di Juliette Binoche.

Primo capitolo della trilogia di Kieslowski.

Juliette Binoche è la moglie di un ricco e famoso compositore. Un giorno la donna perde sia il marito che la figlia di 7 anni in un incidente stradale (su un'Alfa 164 3.0 V6, per inciso). Lei si salva per il rotto della cuffia, e quando esce dall'ospedale decide di staccarsi completamente dalla sua vita precedente, per non farsi travolgere dal dolore. Non sarà una cosa semplice.

Ho sempre amato molto il cinema del regista polacco. I suoi lavori sono misteriosi ma mai arcani, né pesanti da seguire, in miracoloso equilibrio tra il detto e il suggerito. Qui Kieslowski narra una storia profondamente drammatica, che ha numerosi pregi: inquadrature ricercate, stacchi di montaggio magistrali, un utilizzo della musica molto emozionante e la prova eccellente della protagonista.

Visivamente incantevole (la fotografia è di Slawomir Idziak), dice qualcosa di non banale sul tema dell'elaborazione del lutto. Imprescindibile la colonna sonora di Zbigniew Preisner.

Rivisto dopo qualche anni nel dvd italiano Bim.

23 gennaio 2025

Boiling Point (Takeshi Kitano, 1990)

Uno dei numerosi momenti al campo di baseball.

Secondo film di Kitano, è per certi versi il suo vero esordio, essendo il primo che ha scritto da solo.

Si viaggia già su livelli altissimi, a mio parere. Personaggi afasici, il baseball, le scene in spiaggia, la yakuza, i tipici controtempi kitaniani: non manca niente di quanto si troverà nei suoi lavori successivi, forse più maturi.

Bizzarro e originale ma mai oscuro, narra la piccola vendetta di un ragazzino non troppo sveglio nei confronti di alcuni membri della mafia giapponese con cui si è scontrato in modo casuale. Nella seconda parte entra in scena Kitano stesso, nei panni di un gangster di mezza tacca violento, pazzo, infantile e sessualmente ambiguo. Una caratterizzazione estrema, di quelle che restano impresse nella memoria.

Da segnalare la spassosa sequenza del cosiddetto yubitsume, la rituale amputazione del dito mignolo in segno di sottomissione all'organizzazione. Anche il finale esplosivo - letteralmente - è un bel pezzo di cinema.

Rivisto nell'ottimo dvd Rarovideo.

Io e zio Buck (John Hughes, 1989)

Il sorriso di John Candy.

Divertente commedia con John Candy diretta da uno specialista del genere.

Non lo rivedevo da moltissimo tempo, tanto che non ricordavo granché. Candy per me è stato un attore meraviglioso, e non soltanto un grande comico. Anche qui, come nel precedente Un biglietto in due, ha modo di mostrare le sue doti drammatiche, seppure soltanto in un paio di sequenze.

Il film comunque fa molto ridere: in particolare i duetti tra lo zio Buck e il piccolo Macaulay Culkin sono spassosi. Finale zuccheroso, ma pazienza.

Rivisto in una copia rimediata fortunosamente.

22 gennaio 2025

Kalifornia (Dominic Sena, 1993)

La giovane Juliette Lewis.

Thriller violento con Brad Pitt pazzo assassino in giro per gli Stati Uniti.

L'assunto del film è quantomeno improbabile: un giornalista che sta scrivendo un libro sui serial killer cerca un compagno di viaggio e incontra proprio uno degli assassini di cui si sta occupando. Detto questo, il film si segue con discreto piacere, anche se Duchovny è un pesce lesso e il suo personaggio non diventa mai interessante.

Comunque non un granché, a mio parere. Molto caricato nei toni, a tratti quasi grottesco, giunge ad un inevitabile bagno di sangue finale, con abbondanza di effettacci splatter. Da segnalare Juliette Lewis, perfetta nella parte dell'oca giuliva.

Visto in una ottima copia rimediata fortunosamente.

20 gennaio 2025

Willy Signori e vengo da lontano (Francesco Nuti, 1989)

Nuti e l'impagabile Novello Novelli.

Canto del cigno nutiano, purtroppo.

Film cui sono molto legato, per le frequenti visioni accumulate fin da ragazzino. Divertentissimo, con numerosi momenti comici anche originali (il cadavere di Novello Novelli, che appare a sopresa in versione colored persino in Africa) e una storiella d'amore sullo sfondo, come sempre con Nuti.

Notevole il cast secondario, che affianca volti classici dell'entourage nutiano (come Antonio Petrocelli e Giovanni Veronesi) a presenze quali Alessandro Haber (bravissimo) ed Anna Galiena, perfetta nel ruolo della fidanzata stronza. Non male anche Isabella Ferrari, bellissima, che iniziò qui la sua relazione con l'attore toscano.

Rivisto per la millesima volta nel dvd italiano Cecchi Gori.

 

19 gennaio 2025

Roulette cinese (Rainer Werner Fassbinder, 1976)

Moglie e amante, molto simili tra loro.

Ostico dramma da camera di Fassbinder, regista e autore che conosco pochissimo.

Una coppia alto-borghese si incontra casualmente nella loro villa in campagna, insieme ai rispettivi amanti: marito e moglie infatti si erano mentiti a vicenda, parlando di un weekend di lavoro da passare all'estero. I quattro scoppiano a ridere, prendendola alla leggera, perlomeno finché non sopraggiunge anche la figlia dodicenne dei due, accompagnata dalla sua governante muta. La presenza della ragazzina, costretta a usare le stampelle, porta al punto di rottura i rapporti tra tutti i presenti.

Film che non mi ha preso molto, sinceramente. Formalmente molto elegante, è un esempio di kammerspiel non troppo interessante, anche se il personaggio della figlia rimane impresso, soprattutto per il rapporto a dir poco problematico con la madre, che palesemente la detesta. "Una spia viene spesso a conoscere false verità", dice a una certo punto la ragazzina: frase notevole.

Visto in una copia rimediata fortunosamente.

16 gennaio 2025

Violent Cop (Takeshi Kitano, 1989)

Hanburgu e spagetti al Twin.

Primo film di Kitano regista.

Qui interpreta un commissario laconico e violento, da cui il titolo internazionale del film. Sono già presenti alcune caratteristiche che diverranno punti fissi nei suoi lavori successivi, anche se lo stile è ancora un po' grezzo e meno radicale.

Kitano comunque ribalta molte convenzioni del genere, tanto che il giovane poliziotto, quello che tenta più volte di frenare (inutilmente) gli eccessi fisici del suo superiore, alla fine si dimostra il più sporco di tutti finendo a lavorare per il racket malavitoso.

Un bel film, molto nichilista e con momenti di notevole sadismo. Funzionale la colonna sonora.

Rivisto dopo 15 anni buoni nel valido dvd italiano RaroVideo.

13 gennaio 2025

Riscatto (Marino Girolami, 1953)

Lo sguardo sornione di Folco Lulli.

Dramma carcerario a tinte gialle noto anche con il sottotitolo Tu sei il tuo giudice.

Folco Lulli entra in prigione e lì conosce due poveri disgraziati che stanno scontando 20 anni per un duplice omicidio che in realtà ha commesso lui. La coscienza inizia quindi a tormentarlo, ma l'uomo ha qualche comprensibile remora a confessare quello che ha fatto.

Ben scritto e con uno snodo narrativo centrale prevedibile ma sfizioso, è un ottimo esempio del nostro cinema medio di quel periodo, diretto da un artigiano abile e dalla mano svelta come Marino Girolami.

Lulli è molto bravo e fisicamente adatto al ruolo. C'è da dire che interpreta un personaggio meno stereotipato di quanto ci si poteva attendere da un film del 1953: non è il solito cattivo a tutto tondo che si redime nel finale, ma ha caratteristiche sfumate, che lo rendono più credibile e meno fumettistico. È uno dei tanti pregi della pellicola, con la bella ambientazione carceraria e le convincenti prove dei vari Franco Interlenghi, Piero Lulli, Umberto Spadaro e Franca Marzi.

Anche le musiche del maestro Nino Rota sono gradevoli, anche se un po' retoriche.

Il carcere del film è in realtà il Castello Aragonese di Bacoli (NA):


Visto nella copia trasmessa da Rai 3.

11 gennaio 2025

Donne con le gonne (Francesco Nuti, 1991)

I due protagonisti in macchina.

Grande successo commerciale di Nuti: è il suo film che incassò maggiormente al botteghino.

Ricordo che mi divertì parecchio da ragazzino quattordicenne, la prima volta che lo vidi. Oggi mi è parso invece deludente, tra lungaggini, l'incessante voce fuori campo di Gastone Moschin - pur bravissimo - e troppi momenti comici che non fanno ridere.

Se già l'assunto del film è quantomeno discutibile (soprattutto considerato che eravamo nel 1991 e non nel 1950), la realizzazione lascia davvero a desiderare. Non si ride quasi mai, se non nello scambio di coppie con Cinzia Leone e Antonio Petrocelli, entrambi simpatici e in parte.

Il film, visto col senno di poi, fa presagire il successivo Occhiopinocchio, e non è certo un complimento. Il delirio di onnipotenza di Nuti è già presente, tra l'abuso del dolly (utilizzato sempre a casaccio) e le lungaggini nei dialoghi, che portano la commedia a durare ben 110 minuti.

Un Nuti decadente, quasi pieraccionesco in alcuni momenti. E anche questo non è ovviamente un complimento.

Visto nel dvd italiano.

09 gennaio 2025

Hana-bi (Takeshi Kitano, 1997)

Nishi rapina la banca.

Capolavoro di Kitano, che vinse il Festival di Venezia nel 1997.

La vicenda dell'ex polizoitto Nishi è narrata con un miracoloso equilibrio tra detto e non detto, con lampi di violenza e momenti di sospensione che hanno del magico. Kitano non rinuncia al suo bizzarro umorismo, anche all'interno di un contesto narrativo particolarmente cupo, persino per i suoi standard.

Il protagonista infatti non solo vive un profondo senso di colpa per essere stato coinvolto in una sparatoria che è costata la vita a un suo collega, ma ha pure contratto un grosso debito con gli uomini della mafia giapponese, sua figlia è appena morta e - dulcis in fundo - scopre che a sua moglie resta poco da vivere. 

Quando il cerchio inizia a stringersi intorno all'uomo, Nishi rapina una banca (sequenza magistrale, la più bella del film) e fugge al mare con la moglie, per vivere con lei gli ultimi momenti insieme.

Kitano sa come emozionare lo spettatore, usando quasi soltanto le immagini. Il suo Nishi dice forse 50 parole in tutto il film, eppure il personaggio è vivo e realistico. Film meraviglioso.

Rivisto nel vetusto dvd italiano Luce.

08 gennaio 2025

Nico (Andrew Davis, 1988)

Seagal al battesimo del pupo.

Primo film di Steven Seagal, coinvolto anche nella sceneggiatura e nella produzione.

Ho retto mezz'oretta. Niente di malvagio, sia chiaro: ma è troppo anni Ottanta, tra vestiti improbabili, pettinature carnascialesche e musica orrenda. Il capitolo Seagal, per me, si chiude senz'altro qui. 

Visto in una copia rimediata fortunosamente.

Caruso Pascoski di padre polacco (Francesco Nuti, 1988)

Nuti si esercita con la pistola.

Spassoso film di Francesco Nuti, uno dei suoi grandi successi al botteghino.

Qui Nuti è uno psicanalista che viene lasciato dalla moglie senza un perché. Dopo qualche tempo, scopre che la donna ora vive con uno dei suoi pazienti, un omosessuale represso che non vuole ammettere di essere gay e si nasconde dietro questa relazione. Potrebbe nascere un bel dilemma morale, ma Nuti risolve le cose a modo suo.

Film molto, molto divertente: senza dubbio una delle vette del comico toscano. Ok, la Burt era di una cagneria colossale, e nemmeno il doppiaggio professionale di Simona Izzo riesce a salvarla. Oltretutto il suo ruolo è poco logico, e anche malscritto. Ma il film funziona ugualmente.

Fin troppe le sequenze da ricordare: Novello Novelli maresciallo alle prese con Nuti ubriaco, il bambino rompiscatole, gli scherzi all'avvocato Antonio Petrocelli... ma ce ne sarebbero altre cento. Particolarmente gustosi gli intermezzi con i vari pazienti nello studio di Pascoski, tra i quali Carlo Monni e Isaac George.

Visto nel dvd italiano Cecchi Gori.

05 gennaio 2025

Beetlejuice Beetlejuice (Tim Burton, 2024)

 

Michael Keaton.

Séguito del primo Beetlejuice di Tim Burton, che arriva dopo la bellezza di trentasei anni.

Mi aspettavo una solenne fesseria, ma devo ammettere che il film mi è piaciuto, nonostante qualche innegabile pecca. Tutta la parte ambientata nel mondo dei morti è molto divertente, anche perché Burton e soci hanno saggiamente deciso di rimanere fedeli al film originale, senza farsi prendere troppo la mano dagli effetti digitali.

Ok, la storia non è niente di eccezionale, e mi è parsa anche non troppo chiara: ma è l'aspetto visivo che fa la differenza. Oltre alla simpatia di Michael Keaton, che riprende il suo ruolo senza problemi - aiutato dal trucco - e regala quasi tutte le scene più divertenti.

Insomma ci si diverte, nonostante qualche personaggio debole (il fidanzato della Ryder) e un doppiaggio italiano quantomeno discutibile. Monica Bellucci ha un ruolo marginale, e per fortuna parla pochissimo, mentre Winona Ryder passa tre quarti di film con gli occhi strabuzzati come un cartone animato, cosa che dopo un po' finisce con lo stancare.

Da segnalare, purtroppo, l'assenza del grande Jeffrey Jones: un altro attore finito nella lista nera di Hollywood per i suoi crimini a sfondo sessuale. Una mancanza che si fa sentire, perché il ritorno del suo personaggio (pur presente nel film, tra fotografie ed animazioni) sarebbe stato graditissimo.

Visto in una copia rimediata fortunosamente.

04 gennaio 2025

Ad ovest di Paperino (Alessandro Benvenuti, 1981)

Nuti, Benvenuti e la Cenci.

Primo e unico film dei Giancattivi, è anche l'esordio di Francesco Nuti sul grande schermo.

Onestamente parlando: una bella pizza. Il trio non fa ridere mai, e il film, più che una sceneggiatura vera e propria, ha un esile filo conduttore a tenere unite le varie scenette filmate in giro per Firenze.

Lungaggini, stramberie e una esasperante lentezza: il sugo è davvero poco. Nuti oltretutto è poco valorizzato, anche se il rapporto con la madre anticipa alcuni momenti divertenti che si vedranno nei suoi film successivi. Appaiono comunque attori di buon livello come Paolo Hendel, Renato Scarpa e Franco Javarone.

Visto nella copia trasmessa recentemente sui canali Rai.

02 gennaio 2025

Tutta colpa del paradiso (Francesco Nuti, 1985)

I due protagonisti.

Primo film della coppia Nuti-Muti, è una delle vette del comico di Prato.

Film che ho visto mille volte sin da piccolo. Pieno di trovatine comiche (la lotta contro gli insetti, per dirne una) e con una splendida colonna sonora firmata dal fratello Giovanni Nuti, è molto divertente, ha personaggi di contorno gustosi (la cattivissima Laura Betti) e una storia semplice, romantica e dal retrogusto inevitabilmente amaro.

Nuti è bravissimo, ma anche Ornella Muti ne esce molto bene, così come il glaciale Roberto Alpi, uno che con un nome del genere non poteva che finire a girare in Val d'Aosta.

Mi ha sempre incuriosito la sequenza dei barboni punk nel garage sotterraneo: chissà qual era il suo significato, sempre che ne avesse uno.

Rivisto per l'ennesima volta nel doppio dvd Cecchi Gori.

La morte corre incontro a Jessica (John D. Hancock, 1971)

L'ambigua Emily.

Mediocre horror semi-vampiresco con un cast di attori a me ignoti.

Si tratta del solito film con 4 tizi in una casa isolata vicino a un lago. Cosa che contribuisce senza dubbio a contenere il budget, ma riduce di molto anche le possibilità narrative, com'è ovvio. La Jessica del titolo è convinta di vedere il fantasma di una ragazza morta anni prima: ha le traveggole, come parrebbe all'inizio, oppure è tutto vero?

Film che ho faticato a finire. Molto distante dalle mie preferenze, è lento e con personaggi piatti, monotoni. La voce fuori campo della protagonista, poi, fa spesso sorridere.

Visto nel dvd italiano Golem uscito una decina d'anni fa.

L'estate di Kikujiro (Takeshi Kitano, 1999)

Le camicie sgargianti di Masao e Kikujiro.

Il mio primo film del 2025 è questa meraviglia di Takeshi Kitano, uno dei suoi 4 o 5 capolavori a mio parere.

Si tratta di un bellissimo quanto insolito road-movie, con Kitano nei panni di un buffo gangster che accompagna il piccolo Masao a trovare la madre, che abita lontano e che il bambino non vede da anni.

Un film che diverte almeno quanto è in grado di commuovere. Kitano tocca temi profondi, ma sempre con pudore e leggerezza, riuscendo a far sorridere anche quando mostra un vecchio zozzone che cerca di approfittarsi del bambino. 

A livello registico la pellicola è impeccabile. Le tipiche ellissi kitaniane funzionano perfettamente: sono gustose e mai criptiche né scontate, come talora capiterà in alcuni suoi lavori successivi. Straordinaria anche la colonna sonora di Joe Isaishi, adatta sia ai momenti più cupi che agli sprazzi di humour di cui il film è intriso.

Rivisto dopo una decina d'anni nel vecchio e mediocre dvd italiano, che contiene anche la versione originale giapponese ma - piuttosto bizzarramente - senza sottotitoli di sorta.

L'importante è non farsi notare (Romolo Guerrieri, 1979)

Lo sbarco delle Sorelle Bandiera.   Coraggioso quanto scriteriato tentativo di lanciare al cinema Le sorelle Bandiera, il trio di travestiti...