28 novembre 2024

American Fiction (Cord Jefferson, 2023)

Il protagonista.

Film che ha vinto l'Oscar per la migliore sceneggiatura, è la storia di uno scrittore nero che raggiunge il successo pubblicando un romanzo che aveva scritto solo per scimmiottare i luoghi comuni dei bianchi sugli afroamericani.

Il film però segue con altrettanta attenzione - se non di più - la sua sfera privata: la morte della sorella, il fratello omosessuale (ruolo ridicolo), la madre con la sindrome di Alzheimer e la nuova compagna.

Tanta, troppa carne al fuoco e una sensazione di film molto scritto, molto costruito. Non che manchino momenti gustosi, che denotano un apprezzabile realismo: ma nel complesso il film mi ha deluso, e a tratti anche annoiato. Non mancano un paio di momenti davvero imbarazzanti, come l'apparizione delle due checche in mutande rimorchiate dal fratello gay nella casa sulla spiaggia. Mah.

Visto su Prime Video.

27 novembre 2024

Ragazzi di stadio, quarant'anni dopo (Daniele Segre, 2018)

Un distinto gentiluomo della curva juventina.

Documentario che Daniele Segre ha girato partendo da quello che aveva firmato nel 1980 sul medesimo tema: la tifoseria organizzata della Juventus.

Si tratta di un vero viaggio nel disagio sociale, tra personaggi grotteschi, apologia del fascismo, infantilismi, irritanti frasi fatte da scuola elementare: insomma tutto quello che uno si aspetterebbe da un gruppo di ultrà piazzati davanti a microfono e telecamera.

Purtroppo si vedono solo pochi frammenti del suo vecchio lavoro, molto più interessante - a mio parere - del materiale nuovo. Ad ogni modo Segre mostra il mondo degli ultras (juventini, nella fattispecie, ma è un dettaglio del tutto secondario) senza alcuna censura, né giudizi morali. Osserva, racconta. E lascia che i concetti emergano da soli.

Molto, molto difficile non provare tristezza nel vedere che la nostra società non offre di meglio che questo, a una certa gioventù. Del resto è un problema che si trascina da decenni, e in moltissimi paesi.

Visto su RaiPlay.

26 novembre 2024

Frogs (George McCowan, 1972)

Un elegante Ray Milland.

Natura contro in questo vecchio film con Sam Elliott, qui ancora senza i suoi leggendari baffoni.

La struttura è classica: abbiamo infatti un eterogeneo gruppo di persone isolate in una grande villa per festeggiare il giorno dell'indipendenza. Ben presto però tutti gli animali attaccano gli uomini, le cose si mettono male e i cadaveri iniziano ad accumularsi.

Film che avevo visto in VHS circa 25 anni fa, serbandone un buon ricordo. E devo dire che rivisto oggi funziona ancora abbastanza bene, nonostante alcune sequenze siano pericolosamente in bilico sul ridicolo involontario. Ray Milland, adeguatamente parrucchinato, interpreta il misantropo capofamiglia, principale responsabile del disastro naturalistico che porterà gli animali a rivoltarsi contro gli esseri umani.

Visto nel dvd Sinister uscito un paio di anni fa.

24 novembre 2024

Alabama Monroe - Una storia d'amore (Felix Van Groeningen, 2014)

La protagonista Veerle Baetens.

Buon dramma diretto da uno dei due registi de Le otto montagne.

L'argomento è tosto. Didier ed Elise sono due giovani felicemente sposati che vedono la figlia di 6 anni morire di cancro, dopo alcuni mesi di ospedale e terapie varie. In breve, la coppia si sfascia. A livello cronologico il film è molto libero, e salta avanti e indietro in modo efficace e non eccessivamente criptico. Incuriosisce lo spettatore, senza mai confonderlo.

Film doloroso per evidenti motivi, è bello ed emozionante per tre quarti: l'ultima parte secondo me stona non poco, specialmente con il lungo sfogo del marito sul palco durante uno dei concerti. I due protagonisti infatti sono cantanti di un gruppo country, e il film trabocca di musica. Ottimi gli attori, discreta la regìa.

Visto nel dvd italiano.

22 novembre 2024

D.A.R.Y.L. (Simon Wincer, 1985)

Barret Oliver è Daryl.

Bel film di fantascienza che guardavo spesso da ragazzino e che ho rivisto dopo almeno 25 anni.

Devo dire che non ricordavo granché della storia, che è imperniata su un tema classico (il robot che inizia a provare sentimenti e diventa quindi umano). Diretto con indubbio mestiere, ha un protagonista che funzione perfettamente: Barret Oliver, il Bastian de La storia infinita.

La storia non riserva troppe sorprese, tra militari cattivi e scienziati dal cuore d'oro, ma il film intrattiene e diverte anche, qua e là. Peccato solo per il finale, che mi è parso sbrigativo.

Visto in una ottima copia derivata da una emissione video in HD.

21 novembre 2024

Madonna che silenzio c'è stasera (Maurizio Ponzi, 1982)

Nuti e la Angelillo.

Primo ruolo di Nuti da solista, dopo essere uscito dai Giancattivi.

Film delicato, gradevole nonostante una certa lentezza, specialmente nella prima metà. Chiaramente il protagonista vale più del film, come avrà modo di dimostrare negli anni successivi. Molto leggero, è meno divertente di altri lavori del comico toscano: i momenti più seri comunque non stonano, come ad esempio le sequenze con Massimo Sarchielli. Edy Angelillo invece compare soltanto negli ultimi 15 minuti, anche se dai titoli di testa parrebbe la protagonista femminile.

Stralunato e malinconico, è un film che ho visto con piacere. Molte cosette torneranno in film successivi (Nuti chiuso nel bagno femminile, la canzone Puppe a pera), più elaborate ma soprattutto con maggiore senso del comico.

Visto in una copia rimediata fortunosamente.

20 novembre 2024

Concorso di colpa (Claudio Fragasso, 2005)

Un catatonico Francesco Nuti.

Incommentabile poliziesco diretto dallo specialista Fragasso con un cast particolarmente infelice.

Fin dai primissimi minuti si respira un'aria da film-tv Mediaset del sabato pomeriggio. Francesco Nuti, che non recita ma si limita a leggere le battute, è qui al suo ultimo ruolo, prima dell'incidente casalingo che lo costrinse all'afasia. Qui interpreta un soporifero commissario che dovrebbe far luce su un omicidio commesso da 5 ragazzi 25 anni prima: il problema è che uno dei ragazzi è proprio lui.

Lo spunto è sfizioso e potenzialmente interessante, ma la sceneggiatura accumula una sciocchezza dopo l'altra: tipo mostrare dei ragazzi che ballano scatenati in spiaggia d'inverno alle 10 del mattino. La direzione degli attori è tremenda: il figlio contestatore di Nuti, in particolare, è semplicemente farsesco. Ma nemmeno un professionista di buon livello come Luigi Maria Burruano riesce a salvarsi, nello sfacelo generale.

C'è anche Bruno Bilotta, che nella finzione è nato a Busto Arsizio (ma perché?), oltre al vecchio Gabriele Ferzetti. Che tristezza vederlo coinvolto in una zozzeria del genere.

Visto nel dvd italiano.

19 novembre 2024

La polizia incrimina, la legge assolve (Enzo G. Castellari, 1973)

Un incontro di alto livello.

Titolo seminale per il nostro poliziesco, è ancora molto gradevole da vedere, perlomeno se si apprezzano le tipiche convenzioni narrative del genere.

Dopo un notevolissimo inizio senza dialoghi, il film prende una strada contorta e non particolarmente originale; ma la realizzazione tecnica fa passare in secondo piano qualche ingenuità di troppo nello sviluppo narrativo. Franco Nero incarna il prototipo del commissario: perennemente incazzato e pronto a sacrificare tutto pur di sgominare la malavita della sua città. Che in questo caso è Genova, luogo fondamentale per il genere.

Recitazione iperrealista (per non dire enfatica) di tutto il cast, con Nero talmente sopra le righe da diventare a tratti caricaturale.

Castellari inventa soluzioni curiose e vivacizza una trama che non brilla in quanto a chiarezza: il resto lo fanno le note dei fratelli De Angelis, che martellano in colonna sonora.

Rivisto dopo 15 anni secchi e finalmente in un'ottima copia, che purtroppo sconta i soliti problemi di comprensione nell'audio italiano, basso e disturbato.

15 novembre 2024

Navigator (Randal Kleiser, 1986)

Il giovane protagonista.

Fantascienza per famiglie targata Disney.

Scott è un ragazzino di 12 anni che una sera cade accidentalmente nel bosco e sviene. Quando riprende i sensi e torna a casa, scopre che sono passati otto anni: tutti lo credevano morto da tempo, e invece lui è esattamente com'era al momento della scomparsa. Dove è stato in questi otto anni? Cosa gli è successo, e perché non è cresciuto?

Film che vedevo spesso da ragazzino, ha retto bene il trascorrere del tempo; la prima mezz'ora in particolare è bellissima, degna di un film di livello superiore. Purtroppo poi la vicenda prende una piega più infantile, con tanto di lieto fine. Il robot dell'astronave che inizia a parlare come un ragazzino è stucchevole, ma pazienza. Ho rivisto il film con piacere, dopo decenni. Il ragazzino poi è bravo e simpatico, cosa non secondaria.

Visto su RaiPlay.

14 novembre 2024

Interstate 60 (Bob Gale, 2002)

Una delle numerose sequenze cartolinesche.

Mmm. Deludente fanta-commedia con un buon cast secondario ma un protagonista scialbo (James Marsden).

Sorta di Big Fish in sedicesimo, il film accumula scenette del tutto indipendenti tra loro, tanto che potrebbero addirittura venire da pellicole diverse e sarebbe difficile accorgersene. Qualche momento è divertente, come il signore che mangia chili di cibo nella tavola calda, ma nel complesso il tono grottesco stanca abbastanza presto, e il film non diventa mai interessante, restando solo bizzarro. Oltretutto sfiora le due ore, e pare che Bob Gale (qui al suo unico film da regista, per nostra fortuna) abbia dovuto anche tagliare parecchio materiale. Dio non voglia che esca un Director's Cut da 3 ore in bluray.

Nel cast ci sono attori di nome quali Christopher Lloyd, Kurt Russell, Ann Margret e Gary Oldman (del tutto fuori parte, a mio avviso), ma nessuno lascia il segno.

Visto in una copia rimediata fortunosamente.

12 novembre 2024

La donna che inventò l'amore (Ferruccio Cerio, 1952)

I due piccioncini.

Titolo insulso per questo dramma sentimentale a sfondo militaresco.

Un giovane ufficiale di cavalleria (Rossano Brazzi) mette incinta la bella figlia di un usuraio (Silvana Pampanini). Oltretutto l'uomo deve del denaro allo strozzino, e quindi non può evitare il matrimonio riparatore.

La coppia si trasferisce a Roma, dove la ragazza ha un aborto spontaneo. Nulla sembra più legare i due sposini, che non si amano e stanno insieme per convenzione. Alla fine però l'amore sboccerà comunque, quasi a sorpresa e dopo l'intervento di un bieco approfittatore (Vittorio Sanipoli, doppiato da Emilio Cigoli) tra maneggi, sotterfugi e tresche assortite. Redenzione finale, prima che il giovane maritino parta per combattere in Tripolitania (!).

Film poco ispirato: gradevole la ricostruzione ambientale, buona anche la regìa di Ferruccio Cerio, ma la vicenda è davvero troppo fatua per poter interessare davvero.

Visto nell'ottima copia trasmessa recentemente da Rete 4.

10 novembre 2024

Rimetti a noi i nostri debiti (Antonio Morabito, 2018)

Un'immagine promozionale.

Altro buon esempio di cinema civile diretto da Antonio Morabito, che si sta specializzando nel genere.

Claudio Santamaria inizia a fare recupero crediti pur di riuscire ad estinguere il suo debito con la banca. Ad insegnargli come si fa c'è Marco Giallini, spietato e con il pelo sullo stomaco che per questo genere di cose si rende necessario. Ovviamente i due arriveranno allo scontro, persino fisico, quando il debitore da torchiare sarà un amico di Santamaria.

Film duro, che mi è piaciuto molto nonostante qualche forzatura specialmente nell'ultima parte. Scene commoventi e qualche colpo basso (il suicidio di un debitore, che si getta dalla tromba delle scale), mentre il professore interpretato da Jerzy Stuhr è forse un filo didascalico.

A tratti mi ha ricordato 99 Homes, uscito qualche anno prima.

Visto su Netflix.

 

08 novembre 2024

Son contento (Maurizio Ponzi, 1983)

Un manifesto del film.

Malinconica commedia nutiana diretta ancora da Maurizio Ponzi.

Meglio di altri film del primo Nuti, è comunque poco interessante. La storia infatti è piatta: Nuti è in crisi con la sua donna, lei lo lascia, poi tornano insieme per una notte ma non durerà. Fine. Sfortunatamente non ci sono personaggi di contorno a ravvivare il clima, e la noia fa capolino in più momenti, specialmente nei primi 25 minuti che vedono in scena soltanto Nuti e la De Rossi.

Carlo Giuffré è bravo nei panni del manager, ma non ha granché da dire. Appaiono anche Novello Novelli e Ricky Tognazzi, futuro antagonista nutiano nel bellissimo Caruso Pascoski e qui anche aiuto-regista.

Visto su Prime Video.

07 novembre 2024

Il raccomandato di ferro (Marcello Baldi, 1959)

Riva e Rabagliati sul treno.

Commedia con Mario Riva protagonista.

Riva, che morirà tragicamente l'anno dopo per una caduta sul palcoscenico dell'arena di Verona, è impiegato in una azienda petrolifera di Mestre. Un giorno viene mandato a Roma al ministero per sveltire una pratica ferma da anni, e lì scatta il suo colpo di fortuna.

Filmetto dimenticabile, con poca sostanza e una allarmante carenza di momenti comici. Si avverte la mancanza di Riccardo Billi, storica spalla di Riva, che avrebbe potuto rendere la pellicola più divertente, almeno in teoria. La regìa è banale, e ci sono anche un paio di momenti seri che stridono abbastanza col resto del materiale. Certo, Riva è bravissimo: avrebbe meritato dei film migliori di questo, senza dubbio.

Nel cast molti volti noti, compreso il grande Amedeo Nazzari, che appare solo negli ultimi dieci minuti per una figurazione speciale. Aroldo Tieri invece è un arcigno capoufficio.

Visto su Youtube, copia da Rai 3.

06 novembre 2024

Il venditore di medicine (Antonio Morabito, 2013)

Il protagonista in una sala d'attesa.

Esempio di cinema civile di discreta fattura.

Claudio Santamaria è un informatore farmaceutico, costretto ad utilizzare espedienti non sempre puliti per ingraziarsi i dottori e spingerli a prescrivere i prodotti della sua azienda. Anche in famiglia le cose non vanno meglio: in apparenza felice con la sua bella mogliettina, scioglie di nascosto degli anticoncezionali nel cibo della donna perché non resti incinta.

Discreto film, che ho seguito con interesse soprattutto per l'argomento, che meriterebbe una approfondita riflessione. Girato a colpi di lunghi e spesso inutili piani sequenza, purtroppo non manca di alcune stonature fastidiose: certi momenti recitati in modo eccessivo, per esempio. In generale la direzione del cast non è all'altezza della situazione, anche se Santamaria è bravo. Isabella Ferrari è una spietata capoarea, mentre un inedito Marco Travaglio se la cava senza problemi - piuttosto sorprendentemente - nel ruolo di un glaciale oncologo.

Visto nel dvd italiano CGHV.

05 novembre 2024

Ladri di biciclette (Vittorio De Sica, 1948)

Antonio Ricci e il piccolo Bruno.

Ho rivisto, stavolta in bluray, questo meraviglioso film di Vittorio De Sica.

Sempre emozionante, anche dopo tante visioni non ha perso un'unghia del suo potere. Non c'è un momento meno centrato, un personaggio che presti il fianco ad una critica, ad una semplice osservazione. Niente, tutto è perfetto dall'inizio alla fine.

Chissà se è vero che al regista proposero Cary Grant come protagonista. Certo, sarebbe stato un film diverso. Lamberto Maggiorani è meraviglioso, ma il bambino Enzo Stajola riesce addirittura a rubargli la scena: il rapporto tra padre e figlio è a mio parere la cosa migliore di un film magistrale in ogni singolo aspetto.

Oggi colpisce molto anche lo sfondo della vicenda: una Roma stracciona, cattiva e indifferente. Strade assolate e polverose, quasi senza macchine. Un bambino di otto anni che lavora 12 ore al giorno ad un distributore di benzina. Un altro mondo.

Non ricordavo la presenza di Alberto Sordi come doppiatore: dà voce al venditore di bici che sta pitturando un telaio.

Visto nel bluray tedesco Pidax.

Stregati (Francesco Nuti, 1986)

La rimata coppia Nuti/Muti.

Noiosa commedia sentimentale diretta da Nuti.

Film che non avevo mai visto, e non mi ero perso niente. Bella l'ambientazione genovese, questo sì: ma la storia è sciocchina e priva di senso. Il personaggio della Muti in particolare è irritante nella sua totale illogicità. L'ego smisurato dell'attore e regista deborda in più sequenze: il problema è che il suo personaggio è antipatico, e riesce difficile interessarsi alla sua liaison con questa sconosciuta rimorchiata in taxi.

Lunghe e tediose le scene di sesso, insignificanti i siparietti con i classici amici macchiettistici Novello Novelli, Sergio Solli ed Alex Partexano. I sentenziosi monologhi di Nuti poi fanno sbadigliare. Bah.

Visto in una ottima copia rimediata fortunosamente.

03 novembre 2024

La vedova inconsolabile ringrazia quanti la consolarono (Mariano Laurenti, 1973)

L'impagabile sguardo di Carlo Giuffré.

Commedia erotica dello specialista Mariano Laurenti.

Edwige Fenech è una giovane vedova che ha bisogno di dare alla luce un figlio entro nove mesi, pena l'esclusione dal ricco asse ereditario del marito buonanima. Non sarà però cosa semplice, visto che la famiglia sicula del coniuge sorveglia strettamente chiunque si avvicini alla casa. Toccherà al simpatico Carlo Giuffré provvedere alla bisogna, tra mille difficoltà, equivoci e scambi di persona.

Abbastanza divertente, pur senza grandi picchi, con alcune trovate gustose come la fotografia del marito defunto che cambia espressione a seconda di quanto sta accadendo. Bravo Guido Leontini (Se nasce l'erede? Fottuti, siamo), ma anche Didi Perego è in gran forma.

Discorso a parte per la divina Edwige, che lascia sempre stupefatti per quanto era meravigliosamente bella e sensuale in quel periodo.

Visto in una ottima copia rimediata fortunosamente.

Una spina nel cuore (Alberto Lattuada, 1986)

Anthony Delon e Sophie Duez.

Ultimo film del bravo Lattuada per il cinema, è un mezzo disastro che non piacque a nessuno nemmeno quando uscì.

Tratto da un romanzo (non dei migliori) di Piero Chiara, è privo di interesse da qualunque parte lo si guardi. Il cast è imbarazzante: i due protagonisti sembrano usciti da un catalogo Postalmarket, e fanno a gara sia per inespressività che per spessore delle sopracciglia, ma anche gli altri attori non brillano. Si salva solo il sempre bravo Gastone Moschin, peraltro ingabbiato in un ruolo minimale e per nulla approfondito.

Qualche bella ambientazione lacustre e i numerosi nudi integrali femminili non bastano a salvare un film profondamente sbagliato. Certi dettagli poi trasudano faciloneria: il tremendo trucco di Leonardo Treviglio, che dovrebbe essere sfigurato dopo un incidente in moto ma sembra più uno zombi uscito da un postatomico di Joe D'Amato. O ancora il risibile incidente finale, sempre con la moto: una roba da riderci sopra per quanto è realizzata in modo pedestre. E il luminare svizzero che parla italiano come il professor Kranz? Lasciamo perdere.

Visto in una ottima copia rimediata fortunosamente.

01 novembre 2024

Casablanca, Casablanca (Francesco Nuti, 1985)

I due protagonisti.

Primo film di Nuti regista, che sviluppa storia e personaggi del precedente Io, Chiara e lo Scuro.

Film che mi ha deluso. La prima parte, quella italiana, tiene abbastanza bene anche grazie alla presenza dei vari Novello Novelli e Carlo Monni. C'è anche Franco Adducci, il monsignore ciccione di Sette chili in sette giorni. La storia comunque non è niente di che: il solito triangolo amoroso tra i due protagonisti del film precedente e un ricchissimo imbecille, l'insipido Daniel Olbrychski. Poi la narrazione si sposta a Casablanca, e qui il film diventa uno sterile omaggio al capolavoro diretto da Michael Curtiz. Un omaggio di cui francamente non si sentiva la necessità.

Troppa (brutta) musica, troppe scene tirate per le lunghe. Anche la finale di biliardo nella quale Nuti diventa campione del mondo grazie al suo colpo segreto, la cosiddetta ottavina reale, è resa in modo meccanico e poco interessante.

Visto su Prime Video.

L'importante è non farsi notare (Romolo Guerrieri, 1979)

Lo sbarco delle Sorelle Bandiera.   Coraggioso quanto scriteriato tentativo di lanciare al cinema Le sorelle Bandiera, il trio di travestiti...