30 aprile 2025

Terzo grado (Sidney Lumet, 1990)

Un particolare esterno newyorchese.
 

Buon poliziesco di Lumet con Nick Nolte in grande spolvero.

La storia descrive la difficoltosa indagine di un vice procuratore distrettuale di New York su alcuni omicidi commessi da uno sbirro corrotto, e procede molto bene fino al termine. Nick Nolte poi è un personaggio grandioso: violento, cattivo ma convinto di essere dalla parte della ragione. Una prova maiuscola, che compensa l'insipida faccia di Timothy Hutton. Nel cast secondario spicca Luiz Guzman, nei panni per lui classici del portoricano.

I difetti: il protagonista Hutton è davvero scialbo. E tutta la sottotrama sentimentale tra lui e la moglie del trafficante di droga rallenta il ritmo, e non comprendo per quale motivo non sia stata tagliata. Anche in considerazione della durata, che arriva a 130 minuti.

Visto in una ottima copia rimediata fortunosamente.

29 aprile 2025

L'ultima avventura (Mario Camerini, 1932)

Falconi tenta la seduzione.
 

Uno dei primi film sonori di Camerini, recentemente uscito in dvd per RHV.

Armando Falconi è il conte Landi, un attempato scapolone che corre ancora la cavallina. Quando incontra per caso la giovane e bella Lilly, si innamora come una pera cotta: inizia a mantenerla, paga tutti i suoi debiti e la porta anche in un grande albergo in riviera.

Ma sarà tutto inutile. La ragazza non può amarlo: al massimo prova della gratitudine, bontà sua. E alla fine anche il conte deve prenderne atto, quando Lilly fugge via con un giovanotto che ha la metà dei suoi anni.

Film ancora acerbo, sebbene con una eleganza formale notevole, come sempre in Camerini. Falconi è grandioso nei panni di un uomo che sprofonda nel patetico senza quasi rendersene conto. Comunque, più che per la storiella sentimentale, il film vale per i duetti tra il conte e il fido cameriere Battista. Lilly è Diomira Jacobini, caruccia ma non particolarmente dotata a mio parere.

La residenza del conte è la cinquecentesca Villa Greppi di Villa Guardia (CO): questa è la facciata sul retro, che dà sul giardino:

 

Visto in una copia derivata dal dvd RHV.
 

27 aprile 2025

La Pantera Rosa sfida l'ispettore Clouseau (Blake Edwards, 1976)

Clouseau nel locale gay.
 

Divertente farsa comica con il grandissimo Peter Sellers.

Curiosamente è il primo film della saga che vedo. Non è un capolavoro, ma si ride parecchio e ci sono almeno un paio di scene divenute leggendarie. Va detto che non c'è traccia della Pantera Rosa nel film, se non nella sequenza - bellissima - dei titoli di testa, che scorrono sulla storica musica di Henry Mancini.

La storia, che non vale la pena di riassumere, è da fumetto, con l'ispettore Clouseau chiamato a sventare un diabolico piano per dominare il mondo.

Molto divertenti i sosia di Kissinger e del presidente Gerald Ford. Certo, la seconda parte scade forse un po' nel baracconesco, ma tutto sommato mi sono divertito fino al termine.

Visto in una ottima copia rimediata fortunosamente, ed in inglese: non sono mai riuscito a digerire il doppiaggio di Peppino Rinaldi su Sellers.

 

I fuorilegge (Aldo Vergano, 1950)

Gassman con la coppola.
 

Dramma siciliano scritto da qualcosa come nove sceneggiatori diversi.

La trama: Vittorio Gassman torna al paesello dopo sette anni passati lontano tra guerra, prigionia e lavoro nelle miniere del Belgio. Scopre che sua sorella è diventata l'amante di Ermanno Randi, un bandito che vive latitante sulle montagne della zona. Non potendo sopportare lo scandalo, decide di affrontare l'uomo vis-à-vis.

Film discreto, che soffre però di un impianto ideologico zoppicante, pare per questioni di censura. L'idea originale infatti era di basarsi sulla figura di Salvatore Giuliano, ma tutto venne annacquato per evitare problemi: in questo modo il film è una sorta di ibrido che non prende una direzione chiara.

Gassman va di mestiere, mentre fa un certo effetto vedere Ermanno Randi ammazzato a colpi d'arma da fuoco, vista la fine che farà un anno dopo (fu ucciso dal suo amante omosessuale, uno scandalo nell'Italia democristiana del 1951). Molto più incisivo Umberto Spadaro nei panni di un losco avvocaticchio colluso con gli uomini d'onore.

Più che per la storia, la pellicola vale per l'ambientazione: una Sicilia brulla e pietrosa, ostile e chiusa nelle sue secolari leggi dell'omertà a qualunque costo.

Visto nella buona copia trasmessa anni addietro dai canali Sky.

24 aprile 2025

Senza ragione (Silvio Narizzano, 1973)

Il sobrio abbigliamento di Franco Nero.
 

Strampalato poliziesco diretto da un regista canadese di origine italiana.

Franco Nero e Telly Savalas fuggono dopo una rapina che è costata la vita ad un uomo. Senza rendersene conto, hanno con loro un ragazzino di 13 anni, nascosto nell'auto rubata per la fuga. I due devono quindi trascinarselo dietro, cosa che complicherà non poco il loro piano di passare il confine con la Francia.

Film diseguale. Incerto nei toni come nella direzione da prendere, accumula una situazione balorda dopo l'altra. Ricordo di averlo visto nel 2009, e mi aveva profondamente deluso. Rivisto oggi mi è sembrato tutt'altra cosa, per chissà quale motivo. Niente di che, sia chiaro: ma si segue senza problemi fino al termine e ci si può anche divertire.

Certo, Nero non è il massimo della vita, e si limita a strabuzzare gli occhi e a ripetere di continuo "Vacca boia". Telly Savalas recita in modo fin troppo caricaturale, non aiutato dal doppiaggio di Renato Turi, se vogliamo. Il ragazzino invece avrebbe un ruolo interessante, ma scritto con troppa superficialità.

Visto in un rip dal bluray americano della Dark Force Entertainment: una cosa vergognosa, con salti e cadute di fotogrammi a fine rullo come in una vhs Avo di quarant'anni fa.

 

20 aprile 2025

L'ultimo sapore dell'aria (Ruggero Deodato, 1978)

Diego si prepara per la sua ultima gara.
 

Titolo storico del lacrima movie italiano diretto da Ruggero Deodato, regista solitamente avvezzo a tutt'altro cinema.

Diego Micheli è un ragazzino sensibile e problematico: ignorato da tutti, viene trattato male a scuola e persino dalla madre. Logico che rischi di prendere una brutta strada, ma per fortuna incontra Marco, un istruttore di nuoto che prima lo aiuta dandogli un lavoro, e poi lo lancia come atleta avendo scoperto il suo grande talento.

L'idillio però è destinato a durare poco, fatalmente. Diego infatti scopre di avere il cosiddetto male incurabile: segue un disperato tentativo di recuperare le forze prima della sua ultima gara in piscina.

Buon film, forse meno coinvolgente a livello emotivo di altri prodotti analoghi ma con qualità tecniche che lo elevano di qualche punto. Ho sempre trovato bizzarro il finale, con lo speaker della gara ad Amsterdam che viene informato delle condizioni di Diego e pensa bene di avvisare tutto il palazzetto in tempo reale.

Non manca qualche momento palesemente debitore di Rocky, soprattutto nella colonna sonora di Ubaldo Continiello. Bravissimo Luigi Diberti, mentre il ragazzino - tale Carlo Lupo - se la cava anche grazie al doppiaggio di Massimo Giuliani.

Rivisto dopo almeno 20 anni, stavolta nella bella copia disponibile su Youtube.

Todo modo (Elio Petri, 1976)

Mastroianni inizia gli esercizi spirituali.
 

Straordinario apologo grottesco di Petri tratto da un racconto di Leonardo Sciascia.

Film cupissimo, nero, claustrofobico e disperato. Fondamentamente si può leggere come un processo alla Democrazia Cristiana, che allora reggeva le sorti del paese da trent'anni, ma è anche molto altro.

Volonté è inarrivabile nei panni del Presidente, personaggio ispirato in modo scoperto ad Aldo Moro, ma il don Gaetano di Mastroianni non gli è da meno. Composito quanto bizzarro il cast secondario, che vede affiancato Ciccio Ingrassia a Michel Piccoli: quest'ultimo truccato come Andreotti. Anche la presenza di Tino Scotti, qui al suo ultimo film, è quantomeno singolare oltre che del tutto incomprensibile nello sviluppo della storia.

Il film procede forse un po' lentamente nella prima parte, prima di arrivare all'escalation finale che accumula cadaveri in modo addirittura parossistico. "Il fuoco dell'inferno non dà luce", dice don Gaetano a un certo punto: grande battuta.

Non ho la pretesa di comprendere in modo pieno un'opera così complessa, ma istintivamente mi attrae, ed è un film che rivedo sempre con piacere ed ammirazione, anche per il coraggio che fu necessario per mettere in piedi una produzione del genere in quel momento storico.

Rivisto nel dvd italiano Mustang.

 

18 aprile 2025

Febbre di vivere (Claudio Gora, 1953)

La bella Marina Berti.
 

Raffinato dramma diretto da Claudio Gora, oggi più noto come attore.

Massimo Serato è un miserabile gaglioffo che vive di truffe e vari espedienti, e non esita a tradire chiunque per il suo tornaconto personale. Arriva al punto di mandare in galera per tre anni il suo amico ed ex socio (Mastroianni) e far abortire illegalmente una minorenne (Anna Maria Ferrero) che ha compromesso, tanto per dare un'idea. Quando poi commette addirittura un omicidio, seppur involontariamente, si giunge al punto di non ritorno per tutti.

Ottimo film, con una storia che si segue con vivo interesse anche grazie alla regìa di classe di Gora ed alla bella musica di Valentino Bucchi. Tratto da un lavoro teatrale di Leopoldo Trieste, ha sequenze di intenso impatto emotivo: su tutte quella dell'obitorio, con Marina Berti che urla in faccia a tutti la verità.

Visto nella copia trasmessa dai canali Sky anni addietro.

13 aprile 2025

The Box (Richard Kelly, 2009)

La scatola è sul tavolo.
 

Terzo ed ultimo film di Richard Kelly a tutt'oggi.

Dopo Donnie Darko e Southland Tales, che aveva scritto da solo, questa volta il regista parte da un racconto di Richard Matheson, ma il suo modo di fare cinema non cambia molto. Prende uno spunto affascinante e lo trascina per troppo tempo, riempiendo la trama di false piste e spunti che vengono buttati lì e abbandonati senza nessun senso apparente.

Va detto che per la prima metà il film funziona. Purtroppo la parte centrale lo azzoppa in modo pesante, castrando la bella atmosfera che si percepiva fino a lì. Il finale invece è ben congegnato ed anche emozionante, nonostante i due protagonisti (Cameron Diaz e James Marsden) non siano il massimo della vita, a mio parere.

Bella l'ambientazione nella Virginia del 1976: luci, scenografie e costumi sono piacevoli. Resta comunque un film irrisolto, un'occasione sostanzialmente sprecata.

Visto in una copia rimediata fortunosamente.

12 aprile 2025

La strada scarlatta (Fritz Lang, 1945)

Un'inquadratura-chiave.
 

Altro notevolissimo noir di Lang con Edward G. Robinson impeccabile protagonista.

Splendidamente diretto, narra le tristi peripezie di un onest'uomo che sprofonda nel baratro a causa di una donnaccia, che lo porta a commettere azioni disoneste in serie. L'ultima mezz'ora mischia nuovamente le carte, con l'ingresso in scena dell'ex marito della moglie di Robinson, creduto morto da anni, per arrivare ad un finale di grande impatto emotivo.

Film delizioso. Joan Bennett e Dan Duryea completano l'ottimo terzetto di protagonisti, ma ovviamente è Robinson a giganteggiare, al solito.

Visto in un ottimo rip da bluray, in inglese con sottotitoli italiani.

11 aprile 2025

I Believe in Miracles (Jonny Owen, 2015)

Taylor e Clough con la prima Coppa Campioni.
 

Imperdibile documentario inglese sulla favola del Nottingham Forest di Brian Clough e Peter Taylor.

Appaiono intervistati quasi tutti gli ex giocatori di quella squadra, che passò dall'anonimato del centro classifica della seconda divisione, nel giro di un paio di stagioni, a laurearsi campione d'Europa. Ripetendosi poi nella stagione successiva, come se niente fosse.

Inevitabilmente centrato sulla figura carismatica di Clough, uno che quando venne esonerato dal Leeds dopo 7 partite di campionato andò a farsi intervistare in TV, racconta una storia che era forse già unica ed irripetibile quando accadde. Figuriamoci ora.

Impossibile non provare uno struggente rimpianto per quello che è stato il football, oltremanica come da noi, per decenni interi, prima che si riducesse al circo attuale. Pazienza.

Visto nel dvd inglese, con sottotitoli in inglese.

Hollywood, Cinecittà (Marco Spagnoli, 2023)

Titoli di testa.
 

Breve documentario (60') sui rapporti tra le industrie del cinema USA ed italiana.

Abbastanza interessante, non sviluppa in modo sempre comprensibile le complesse dinamiche verificatesi nel corso del tempo. Operazione tutt'altro che agevole, obiettivamente. Tra gli intervistati spicca Peppuccio Tornatore, per lucidità ed interesse.

Resto dell'idea che certe figure del nostro cinema, oggi pressoché dimenticate, andrebbero approfondite: parlo di gente come Riccardo Gualino, Eitel Monaco o Luigi Freddi.

Visto nella copia trasmessa da Iris.

10 aprile 2025

L'ultima fuga (Richard Fleischer, 1971)

George C. Scott è Harry Grimes.
 

Notevole noir con venature action.

George C. Scott è il classico vecchio malavitoso che torna in azione dopo nove anni per dare un senso alla sua vita ormai vuota, dopo la morte del figlioletto di soli tre anni. Viene ingaggiato per aiutare un evaso e la sua ganza a passare il confine tra Spagna e Francia, ma non sarà così facile.

Iniziato da John Huston e passato poi nelle mani del più malleabile Fleischer, è un prodotto tecnicamente di prim'ordine: fotografia di Sven Nykvist, musiche (splendide) di Jerry Goldsmith. La sceneggiatura non riserva colpi di scena particolari, ma segue un suo percorso lineare e coerente, senza svolazzi. Il rapporto sentimentale tra Scott e la ragazza è ben descritto, con momenti di vivido realismo quasi inaspettati.

Pieno di lunghi inseguimenti in auto molto ben realizzati, ha almeno un tocco di classe da cinema di prim'ordine: l'ultimo respiro del protagonista, che giunge in sincronia con la sua auto che si spegne, come lui, per sempre. Gran film, da rivedere.

Visto in una copia rimediata da Youtube.

 

07 aprile 2025

Mia nonna poliziotto (Steno, 1958)

Tina Pica terrorizza il povero Tognazzi.
 

Esile commediola con Tina Pica, all'epoca nel suo momento di maggiore successo.

Non vale la pena di riassumere una trama scombiccherata quanto poco interessante. Se il film si salva, e in fondo direi che lo fa, è grazie al cast che mette insieme Alberto Lionello, Luigi Pavese, Tognazzi, Vianello, Billi e Riva e così via. C'è anche la giovane Vicky Ludovisi, che l'anno dopo sarà centrale in Audace colpo dei soliti ignoti.

Le poche risate che il film riesce a strappare oggi, a quasi 70 anni dalla sua realizzazione, sono dovute agli sketch tra Billi e Riva, storica coppia comica. La Pica è simpatica, ma non ha molto da dire: si limita a ripetere il suo classico ruolo di inflessibile vecchietta inacidita.

Visto in una ottima copia rimediata fortunosamente.

05 aprile 2025

Organizzazione crimini (John Flynn, 1973)

Robert Duvall è pronto all'azione.
 

Noir contemporaneo diretto dal bravo John Flynn.

Robert Duvall esce dal carcere e subito tentano di accopparlo, proprio come hanno già fatto con suo fratello. Il motivo è una rapina in banca che i due, insieme al complice Joe Don Baker, non avrebbero dovuto mai fare. Scatta così la rappresaglia dei due superstiti, sanguinosa quanto inesorabile, contro l'organizzazione che li vuole morti.

Buon film, teso e con una funzionale colonna sonora di Jerry Fielding. Le facce sono quelle giuste (su tutte quella di Timothy Carey), mentre l'intreccio non riserva grosse sorprese ma giunge ad un finale inatteso, che chiude la cupa vicenda con una nota lieve. L'azione non manca, ma è soprattutto l'atmosfera generale a funzionare. Karen Black, protagonista femminile, ha un ruolo discreto e fa ovviamente una brutta fine.

Visto in una copia rimediata fortunosamente.

04 aprile 2025

Detour (Edgar G. Ulmer, 1945)

Una scena in automobile.
 

Breve noir che avevo già visto (e totalmente rimosso) nel 2009.

Film gradevole: narrato in flashback dalla voce fuori campo del protagonista, ha una storia interessante e una regìa piena di invenzioni, pur nei limiti di una povertà produttiva fin troppo evidente.

La storia: Al sta andando in California per raggiungere la fidanzata quando il tizio che gli aveva dato un passaggio in macchina muore all'improvviso. Temendo di essere considerato un assassino, l'uomo decide di fuggire. Sfortunatamente sul suo cammino incontra Vera, ex fidanzata della vittima, che pensa bene di ricattarlo.

Se lui è una sorta di archetipo del genere, ovvero un uomo a cui inizia ad andare tutto sempre più storto, il ruolo più intrigante è quello di Vera, una dark lady originale e linguacciuta.

Il film non è un capolavoro a mio parere, ma merita la visione. Il finale sa un po' di appiccicaticcio, ma immagino fosse un obbligo produttivo: un assassino non avrebbe mai potuto farla franca nel 1945.

Visto in una ottima copia rimediata fortunosamente.

 

03 aprile 2025

I violenti di Roma bene (Sergio Grieco e Massimo Felisatti, 1976)

Sabàto al lavoro.
 

Imbevibile sottoprodotto poliziesco diretto da una coppia di registi celata dallo strano pseudonimo Segri e Ferrara.

Si tratta di un film tirato via alla meno peggio, girato palesemente con quattro soldi e un discreto protagonista, il solito Antonio Sabàto. La vicenda è banale, molti attori improbabili, gli interni squallidi, le musiche di Lallo Gori semplicemente atroci.

La trama non merita approfondimenti particolari, se non per i suoi fin troppo espliciti riferimenti al famigerato delitto del Circeo. Si procede accumulando situazioni classiche del genere: rapine, inseguimenti, stupri, testimoni minacciati e così via.

Forse nelle intenzioni degli autori c'era anche qualche fumoso intento di critica sociale. Non mi sento di escluderlo, ma il risultato è tecnicamente troppo modesto per essere credibile a qualunque livello.

Visto nella copia visibile su Prime Video, canale Cine Dark, visivamente splendida ma purtroppo tagliata nelle scene più violente, compresa la tortura inflitta alla povera Gloria Piedimonte.

 

Il balordo (Pino Passalacqua, 1978)

Tino Buazzelli.
 

Miniserie televisiva Rai in tre puntate tratta da un bel romanzo di Piero Chiara.

Il balordo del titolo è Anselmo Bordigoni, interpretato dal grande Tino Buazzelli. Quasi afasico, fa il maestro elementare in un piccolo borgo del lago Maggiore durante il ventennio, ma la sua completa indifferenza al fascismo e ad alcune convenzioni sociali gli costano una condanna a tre anni di confino. Da lì partiranno altre avventure, improbabili quanto divertenti, fino al suo trionfale ritorno al paese nel 1945.

Narrata con garbo dalla voce fuori campo di Renzo Palmer, è una miniserie gustosa, soprattutto per il materiale originale ma non solo. Buazzelli è straordinario nel dar vita ad un uomo che praticamente non apre mai bocca, lavorando soltanto di fisico e di espressività. Variegato il cast di contorno: non tutti gli attori sono centrati (vedi Teo Teocoli doppiato da Carlo Reali), ma nel complesso mi sento di promuovere il casting.

Molto orecchiabile la musica del maestro Luis Bacalov, belli gli esterni lacustri. La parte ambientata al sud invece è stata girata fuori Roma, al solito. Tra i vari luoghi riconoscibili si vede anche Villa Noseda, a Lesa:

 

Visto nel doppio dvd Rai.
 

01 aprile 2025

Dagobert (Dino Risi, 1984)

Una bella fotobusta del film.
 

Grossa coproduzione italo/francese diretta da Dino Risi.

Si tratta di un pezzo di storia altomedioevale riscritto con una certa fantasia. Si fa apprezzare soprattutto il lato visivo, mentre la vicenda non è mai particolarmente interessante. Coluche era un comico che faceva furore in Francia, ma qui da noi risulta soltanto simpatico e niente più. Più convincente il monaco interpretato da Michel Serrault, anche grazie al notevole lavoro sul doppiaggio di Oreste Lionello.

Poi c'è Tognazzi, che ha un doppio ruolo del tutto sbagliato e fuori dalle sue corde, purtroppo. Carole Bouquet ed Isabella Ferrari mostrano la mercanzia, ma soltanto la prima ha un ruolo significativo. Florilegio di volti noti del nostro cinema nelle retrovie: si riconoscono, tra i cento altri, Moana Pozzi, Romano Puppo, Sabrina Siani, Pietro Ceccarelli, Pietro Torrisi, Ennio Antonelli e un incredibile Salvatore Baccaro nel ruolo della sua vita.

Visto nel bluray italiano, mediocre e senza extra. Alcune brevi sequenze hanno i dialoghi solo in francese senza sottotitoli, oltretutto.

L'importante è non farsi notare (Romolo Guerrieri, 1979)

Lo sbarco delle Sorelle Bandiera.   Coraggioso quanto scriteriato tentativo di lanciare al cinema Le sorelle Bandiera, il trio di travestiti...