30 marzo 2025

Wishmaster 2 - Il male non muore mai (Jack Sholder, 1999)

Lo sguardo rassicurante del protagonista.
 

Secondo capitolo di una saga horror composta da 4 film che ebbe un discreto successo.

Il misterioso Djinn, un antichissimo demone, viene risvegliato per caso durante la sanguinosa rapina ad un museo: da lì partono i guai. Spaventi facili, molti effetti splatter e sangue a damigiane: non manca niente di quello che ci si aspetterebbe di trovare in un filmetto del genere. Finale apocalittico, a quel punto inevitabile.

Sono riuscito a seguirlo abbastanza volentieri, nonostante sia un prodotto molto distante dai miei canoni, più che altro per la gustosa parte carceraria, che sfortunatamente è piuttosto breve. Il protagonista Andrew Divoff è perfetto per la parte, con il suo ghigno da pazzo perennemente stampato in faccia. Insignificante il resto del cast, con un Paul Johansson del tutto fuori parte: sembra un prete come io potrei sembrare un capo tribù del Sudan.

Visto in una copia rimediata fortunosamente.

28 marzo 2025

Buy Now: l'inganno del consumismo (Nic Stacey, 2024)

Una invitante spiaggia del Ghana.
 

Interessante documentario che descrive per sommi capi le strategie del commercio (digitale e non), ma soprattutto le sue conseguenze a livello di inquinamento globale.

Vengono intervistati personaggi di un certo rilievo, compreso l'ex dirigente Adidas Eric Liedtke. L'impressione generale che ne ho ricavato è che sia meglio non saperle, certe cose: c'è solo da farsi venire il nervoso, se non proprio il mal di stomaco. Chissà.

Visto su Netflix.

Il sipario strappato (Alfred Hitchcock, 1966)

Paul Newman sfugge alla sua guardia.
 

Deludente classico di Hitchcock che non avevo mai visto.

La regìa è sempre di alto livello, niente da dire: a parte qualche fondale fasullo che oggi fa sorridere. Ma il film ha troppi difetti, dalla infelice scelta dei due protagonisti allo sviluppo della vicenda, che accumula situazioni inverosimili come nel peggiore dei coevi spionistici italiani diretti da Gianfranco Parolini o Umberto Lenzi.

Troppe le sequenze tirate eccessivamente in lungo: i 127 minuti finali si fanno sentire. Paul Newman come attore non è mai stato il massimo della vita, a mio gusto personale; ma nei panni di un geniale scienziato scende addirittura sotto la soglia dell'accettabile.

Visto in un eccellente rip da bluray.

25 marzo 2025

Marnie (Alfred Hitchcock, 1964)

Connery indaga.
 

Bel thriller psicologico hitchcockiano che non avevo mai visto.

Sean Connery e Tippi Hedren si sposano, ma lei ha un misterioso trauma nel suo passato che la porta ad essere ladra, bugiarda e frigida. Un bel terzetto di qualità per una donna, non c'è che dire. Connery vorrà vederci chiaro, ovviamente.

Lungo ma tutt'altro che noioso, sconta forse una conclusione un po' semplicistica, per quanto di indubbio effetto. A livello formale è un film di estrema raffinatezza, anche se qualche sequenza girata con dei fondali fasulli si sarebbe potuta evitare. Bellissima la musica di Bernard Herrmann, che contribuisce non poco a creare la giusta atmosfera.

Visto in un rip da bluray.

24 marzo 2025

Il grande freddo (Lawrence Kasdan, 1983)

Un momento del corteo funebre.
 

Cult generazionale che non avevo mai visto.

Dopo un bellissimo inizio con la sequenza dei titoli di testa, il film perde colpi pian piano fino a spegnersi come un fiammifero. C'è questo gruppo di amici quarantenni che si ritrova dopo molto tempo in occasione del funerale di uno di loro, morto suicida. Il film è praticamente tutto qui: ottimi attori che chiacchierano a non finire, quasi sempre in modo vacuo e prolisso. Qualche momento va a segno, ma nel complesso la storia non è mai realmente interessante. Sorvoliamo su Glenn Close che dà ad un'amica il permesso di andare a letto con suo marito perché vuole restare incinta.

La colonna sonora è composta di pezzi storici, ma personalmente mi sono parsi fuori luogo e spesso male utilizzati.

Visto in una ottima copia rimediata fortunosamente.

23 marzo 2025

Manù il contrabbandiere (Lucio De Caro e André Cayatte, 1948)

Un'inquadratura fuori asse.
 

Dramma montano di buon livello, caratterizzato dallo splendido paesaggio delle Alpi, che avevo già visto (e totalmente rimosso) nel 2018.

Il protagonista è Serge Reggiani, incastrato per un omicidio che non ha commesso. In realtà non lo ha commesso nessuno, dato che la vittima si è suicidata, ma c'è di mezzo una ricca assicurazione sulla vita e quindi a qualcuno conviene farlo passare per assassinio, a costo di mandare all'ergastolo un innocente.

Alla fine Reggiani riesce a discolparsi con un bel colpo di teatro, ma il cattivo Paul Meurisse (grandissimo) la fa franca, cosa piuttosto inconsueta nel cinema di quel periodo.

Il film è stato approntato in doppia versione: quella francese risulta diretta da André Cayatte, mentre quella italiana ha una doppia firma e dura soltanto 77 minuti, almeno nell'unica copia oggi reperibile. Buona la realizzazione tecnica, mentre la storia perde qualche colpo; ma quasi certamente a causa dei bruschi tagli. Piccolo ruolo per un giovane Vittorio Caprioli.

Visto in una copia rimediata fortunosamente.

22 marzo 2025

Piove sul nostro amore (Ingmar Bergman, 1946)

"Attento alla solitudine, David..."
 

Secondo film di Bergman, girato dopo l'insuccesso di Crisi.

Racconta la vicenda di due giovani sbandati che si incontrano alla stazione e in breve tempo si innamorano. Decidono di andare a vivere insieme e anche di sposarsi, ma lui è un ex detenuto, mentre lei è già incinta di un altro uomo, quindi i problemi non mancheranno.

Un bel film, gustoso da seguire anche se il mix tra dramma e commedia non è sempre equilibrato. Bergman dimostra già una discreta padronanza nel descrivere personaggi e situazioni cupe, mentre quando passa ad un tono più leggero e scanzonato il film perde qualche colpo, a mio gusto personale.

Un misterioso narratore onnisciente introduce la vicenda, e in qualche modo la risolve anche vestendo i panni dell'avvocato difensore dei due ragazzi, finiti in tribunale. Finale dal sapore vagamente chapliniano, con i due protagonisti incamminati verso un futuro ancora tutto da scrivere.

Rivisto dopo qualche anno nel buon dvd italiano RHV, in svedese con sottotitoli italiani.

Countdown dimensione zero (Don Taylor, 1980)

Il capitano Kirk Douglas.
 

Fanta-bellico di una certa originalità.

Kirk Douglas è il capitano di una grossa portaerei che viene risucchiata in un buco spazio-temporale (per qualche ignoto motivo) e si ritrova proiettata nel dicembre 1941, a sole 24 ore dal famoso attacco a Pearl Harbor. Douglas, che a bordo ha anche un misterioso civile (Martin Sheen), deve decidere se alterare o meno il corso della storia, attaccando gli aerei giapponesi prima che raggiungano la base militare statunitense alle Hawaii.

Buon film, con uno spunto sfizioso e un discreto svolgimento. Tra i punti deboli il rapporto tra Sheen e Douglas, che è abbastanza piatto e privo di spunti interessanti. Il colpo di scena iniziale non viene sfruttato appieno, mentre il finale ad effetto non è male.

Visto nel discreto doppio dvd italiano Stormovie.

19 marzo 2025

La fiamma del peccato (Billy Wilder, 1944)

Un momento di suspense.
 

Memorabile noir di Billy Wilder, un vero capolavoro che mi rivedo sempre volentieri.

Una gioia per gli occhi come per la mente. Sceneggiatura di ferro, dialoghi irresistibili, la affascinante fotografia di John Seitz e un terzetto di attori meravigliosi. Il vero centro del film è Fred McMurray, che racconta la vicenda in flashback, ma Edward G. Robinson e Barbara Stanwyck non gli sono inferiori, pur essendo meno presenti sullo schermo.

Molte le sequenze che restano impresse nella memoria: dall'omicidio (fuori campo) del signor Dietrichson, alla famosa porta che si apre sull'esterno dell'appartamento di Walter Neff; uno stratagemma che serve ad occultare la presenza di Phyllis.

Rivisto nel solito dvd italiano che uscì allegato alla rivista Ciak.

Al piacere di rivederla (Marco Leto, 1976)

Il bravo Ugo Tognazzi.
 

Giallo poco noto con Tognazzi protagonista.

La vicenda, ambientata in una Bologna mai nominata in modo esplicito, vede un funzionario ministeriale inviato nella sua città di origine, dove conosce un po' tutti, per indagare sul presunto suicidio di un grosso personaggio. Verranno fuori le tipiche zozzerie della provincia italiana, e si scoprirà che il cosiddetto suicida in realtà è stato fatto fuori.

Film mediocre. Molto spinto sul lato sessuale, vorrebbe fare la solita critica di costume sull'ipocrisia della brava gente di provincia, ma manca totalmente il suo bersaglio. Tognazzi è sempre piacevole da vedere, ma il resto del cast - pur di buon livello - è mal sfruttato. Troppi personaggi grotteschi, caricaturali, dal matto usuraio di Paolo Bonacelli al pretaccio micragnoso di Alberto Lionello. E il maresciallo Biagio Pelligra doppiato da Gigi Reder? Eresia.

Da sottolineare il coté femminile, con Miou-Miou e Lia Tanzi in particolare evidenza epidermica.

Visto in un orrendo riversamento da videocassetta fatto da un incompetente. Non escludo che seguire il film in queste miserande condizioni abbia contribuito al mio giudizio negativo, come spesso accade.

18 marzo 2025

Il grande caldo (Fritz Lang, 1953)

Un primo piano di Glenn Ford.
 

Storico noir diretto da Fritz Lang.

L'avevo visto molti anni fa, e non ricordavo granché. La storia è quella dello sbirro che combatte un'organizzazione criminale quasi da solo, dato che il capo della polizia è colluso con i malviventi. Quando gli ammazzano pure la moglie, l'uomo non ci vede più e decide di fare giustizia ad ogni costo.

Forse non un capolavoro come molti scrivono, ma il film è bello e funziona a puntino. Glenn Ford è bravo, anche se personalmente - parlando della versione italiana - avrei preferito sentire Cigoli su di lui e Sibaldi sul suo antagonista, invece del contrario. Fantastico Lee Marvin come cattivo, mentre Gloria Grahame è il deus ex machina della trama.

La scena della moglie che accende la macchina al posto del marito e ci resta secca tornerà in diversi altri film, da Il padrino a Tony Arzenta. Memorabile lo scambio di battute tra Ford e la ormai agonizzante Gloria Grahame: "Credi che morirò?" chiede la ragazza. "Se ti dicessi che vivrai cent'anni, non mi crederesti" risponde lui. Cinismo da noir.

Visto in una ottima copia rimediata fortunosamente.

 

15 marzo 2025

Un maledetto imbroglio (Pietro Germi, 1959)

Germi e Saro Urzì.
 

Bellissimo giallo diretto da Pietro Germi a partire da Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Carlo Emilio Gadda.

Notevolmente contorto e con un mare di personaggi, è quasi una sorta di Il grande sonno all'italiana, e funziona in modo splendido grazie ad una sceneggiatura di ferro con personaggi splendidamente scritti, compresi quelli minori. Germi, molto bravo anche come attore, riesce a tenere tutto insieme senza sbavature né cadute di ritmo. Franco Fabrizi interpreta - come suo solito - un viscido gaglioffo, ma anche Claudio Gora non scherza.

Rivisto dopo qualche tempo, stavolta nell'impeccabile bluray inglese Radiance.

14 marzo 2025

Sorvegliato speciale (John Flynn, 1989)

Una foto presa sul set.
 

Carcerario truzzo che rivedo sempre con estremo piacere.

Stallone contro Donald Sutherland nel carcere di Gateway, in mezzo alla feccia peggiore dello Stato. Fantastico, in una parola. Ci sono tutte le convenzioni del genere, non ne manca una: il direttore sadico, la rivalità tra poliziotto buono e poliziotto cattivo, i compagni di cella dal cuore d'oro, i cattivi da fumetto e così via.

Nel cast si ricorda Tom Sizemore (buonanima) nei panni dell'amico che all'ultimo tradisce Stallone, oltre al bravo John Amos come inflessibile capo delle guardie. Tra le scene top, la partita a football americano nel fango del cortile, che si trasforma ben presto in uno scontro durissimo tra Stallone e Sonny Landham, il leader dei cattivi, perennemente in giubbotto di jeans dal collo di pelo bianco.

Il film, che scorre meravigliosamente, giunge ad un finale tanto spettacolare quanto improbabile, con il direttore Sutherland legato alla sedia elettrica e costretto a confessare le sue malefatte. Applausi, sipario.

Rivisto per la prima volta nel bluray italiano, valido ma senza uno straccio di extra.

13 marzo 2025

Il ritratto di Jennie (William Dieterle, 1948)

I due protagonisti.
 

Fantasioso dramma sentimentale con Joseph Cotten nei panni di un pittore squattrinato a New York.

Una sera, mentre l'uomo vaga per la città, si imbatte in una strana bambina di nome Jennie. Inizia ad incontrarla in modo più o meno casuale, vedendola crescere in modo innaturale in pochissimo tempo. I due si innamorano, ma la ragazza sembra sfuggirgli sempre. E il motivo c'è, ovviamente.

Gran bel film, dove l'elemento fantastico si sposa perfettamente alla narrazione più classica, alla love story impossibile tra due persone. Molto bello anche tutto il finale, che è virato a colori: prima in verde e poi in rosa. Jennifer Jones funziona benissimo nel ruolo del titolo, ma il vero protagonista è Cotten, con la sua voce fuori campo che punteggia gran parte della narrazione.

Visto in una copia rimediata fortunosamente.

12 marzo 2025

Sogno di prigioniero (Henry Hathaway, 1935)

Gary Cooper in cella.
 

Vecchio, romantico film di Hathaway (uno dei suoi primi) con Gary Cooper nei panni di Peter Ibbetson, che è anche il titolo originale.

Fino a tre quarti è un dramma sentimentale corretto ma non particolarmente originale. Gary Cooper e Ann Harding si ritrovano da adulti dopo essere stati dolorosamente separati quand'erano bambini, a Parigi. Si scoprono ancora innamorati, ma lei nel frattempo ha sposato un ricchissimo duca inglese (strano, eh?), circostanza che scatena il dramma.

Nel confronto tra i due galli, Cooper uccide il duca: sarebbe legittima difesa, ma si prende l'ergastolo comunque. In galera, per la disperazione, rifiuta il cibo e viene anche preso a bastonate fino a rompergli la spina dorsale. A questo punto si riunisce con la sua bella, in sogno. E la cosa continua per decenni, fino a quando i due muoiono, ormai anziani, nello stesso giorno.

Mi rendo conto che descrivere in modo efficace la trama è impresa che va al di là delle mie capacità di sintesi. Si tratta comunque di un film meraviglioso, che prende una direzione originale e del tutto inaspettata, che sorprende e lascia attonito lo spettatore anche dopo 90 anni.

Film che avevo già visto 15 anni fa in VHS, rivisto con grande piacere nel dvd italiano Flamingo.

11 marzo 2025

Cape Fear - Il promontorio della paura (Martin Scorsese, 1991)

L'impagabile camicia di De Niro.
 

Thriller di Scorsese, remake del film del 1962 con lo stesso titolo.

Stavolta ci sono Nick Nolte e Robert De Niro, entrambi perfetti a mio parere. Il film, spettacolare e teso come una corda di violino (anzi, di pianoforte), indulge in una rappresentazione della violenza che era impensabile 30 anni prima. Anche il rapporto tra Cady e la figlia quindicenne dell'avvocato Bowden è molto disturbante, specialmente per chi ha una figlia adolescente. Soltanto il finale sulla casa galleggiante mi è sempre parso un po' eccessivo, ma tutto sommato funziona bene anche quello.

De Niro offre una delle sue interpretazioni migliori: una delle ultime degne di nota, a pensarci bene. Anche Jessica Lange è molto brava, pur in un ruolo abbastanza piatto e non troppo interessante. Molto meglio definite le parti della figlia e della collega-amante di Nick Nolte, che viene massacrata di botte da Cady per una vendetta trasversale.

La lolitesca Juliette Lewis ha un ruolo centrale, e a soli 17 anni non sfigura affatto accanto a vecchie volpi del settore. Il film, tra l'altro, si apre e chiude su di lei, come a sottolinearne l'importanza.

Molto bello rivedere Gregory Peck, Martin Balsam e Robert Mitchum (protagonisti del film originale) in dei ruoli secondari, e ottima l'idea di riutilizzare la musica di Bernard Herrmann, semplicemente perfetta.

Rivisto dopo parecchio tempo in una copia rimediata fortunosamente.

 

Il promontorio della paura (J. Lee Thompson, 1962)

Uno sguardo sornione.
 

Storico thriller con Gregory Peck e Robert Mitchum che verrà poi rifatto nel 1991 da Martin Scorsese.

Film che entra subito nel vivo, senza troppi fronzoli e con la meravigliosa musica di Bernard Herrmann in sottofondo nelle scene cruciali. Robert Mitchum è il vero cardine del film: tutto ruota intorno al suo Max Cady, reso con memorabile presenza scenica.

Notevole anche il maschio duello finale tra Mitchum e Peck nell'acqua, tra i suggestivi chiaroscuri della fotografia notturna e in bianco e nero. Nel cast anche Martin Balsam e Telly Savalas, qui ancora con i capelli.

Rivisto dopo 10 anni in una copia rimediata fortunosamente.

10 marzo 2025

Il 13 non risponde (Henry Hathaway, 1947)

Cagney e Sam Jaffe.
 

Bellico/spionistico diretto da Henry Hathaway.

James Cagney è a capo del servizio segreto durante la guerra. Quando scopre che c'è una spia tedesca tra i suoi uomini, decide di sfruttare la cosa a suo vantaggio; ma l'infiltrato si dimostrerà più furbo del previsto.

Film discreto, con una prima parte noiosa caratterizzata dalla continua voce fuori campo: molto meglio la seconda metà, ambientata nella Francia occupata dai nazisti. Ottimo il cast, in cui appaiono anche il grande Sam Jaffe e persino Karl Malden in uno dei suoi primi ruoli. Anche Richard Conte non dispiace, ma è poco adatto alla parte secondo me.

Finale brusco ma di grande effetto, con Cagney che muore insieme ai tedeschi nel bombardamento della sua prigione, dopo aver sopportato stoicamente la tortura.

Il quartier generale della Gestapo in Francia è in realtà il Quebec City Armoury in Canada:

 

Visto nel pessimo dvd italiano DNA.

09 marzo 2025

Fratelli nella notte (Ted Kotcheff, 1983)

Fred Ward mimetizzato.
 

Action movie diretto dal regista di Rambo.

Gene Hackman - recentemente passato a miglior vita alla bella età di 95 anni - è un ex colonnello dell'esercito che ha perso un figlio in Vietnam. Convinto che il ragazzo sia ancora vivo e tenuto prigioniero nel Laos insieme ad altri soldati, mette su il classico gruppo di reduci pronti a tutto e parte per la rischiosa missione di recupero. Alla fine, dopo aver ammazzato un centinaio di persone, riesce a riportare a casa 4 prigionieri americani, ma scopre che purtroppo suo figlio era già morto da tempo.

Film discreto, con un cast ben assemblato: tra gli altri Fred Ward, Reb Brown e un giovane Patrick Swayze. Purtroppo la storia procede in modo lento: tutta la parte sull'addestramento è davvero lunga, e il combattimento finale esagerato, all'americana nel senso peggiore del termine.

Non manca comunque un certo brio, e la sequenza del sacrificio di Sailor - ancorché prevedibile - è molto bella.

Visto in una copia rimediata fortunosamente.

07 marzo 2025

Laputa - Castello nel cielo (Hayao Miyazaki, 1986)

Sheeta e Pazu a Laputa.
 

Meraviglioso film di Miyazaki che ho rivisto dopo una decina d'anni.

Fantasioso, intelligente, originale, emozionante, divertente: ha tutte le qualità che si possono trovare in un film di animazione (anche) per adulti, compresa una certa cupezza di fondo che emerge qua e là, specialmente nella prima parte. Visivamente spettacolare, funziona in modo magico per tutte le due ore di durata, ma decolla letteralmente quando i due protagonisti giungono finalmente nella misteriosa isola volante di Laputa.

Fin troppe le sequenze memorabili per citarne una sola. Bella anche la colonna sonora di Joe Isaishi, molto attivo anche nei film di yakuza di Takeshi Kitano.

Da segnalare il criminale adattamento italiano dei dialoghi, opera dell'ineffabile Gualtiero Cannarsi, che riesce così per l'ennesima volta a rovinare la versione italiana di un capolavoro di animazione giapponese.

Rivisto nel dvd italiano Studio Ghibli.

 

La donna del ritratto (Fritz Lang, 1944)

Robinson sulla sua poltrona.
 

Sontuoso noir di Fritz Lang con un memorabile colpo di scena finale.

Edward G. Robinson è uno stimato professore universitario che una sera uccide uno sconosciuto per legittima difesa. L'uomo decide di far sparire la vittima per evitare guai, dato che molte circostanze potrebbero essergli contestate in un eventuale processo. Il cerchio sembra stringersi contro di lui in modo inesorabile, cosa classica nel noir; ma alla fine il timido professore ne uscirà senza problemi.

Storico titolo di Lang, che avevo già visto più di 25 anni fa grazie alla messa in onda notturna di Fuori Orario. Non ricordavo molto, ma mi era rimasta impressa la sequenza con Robinson addormentato sulla sua poltrona. Il film è costruito in modo impeccabile, specialmente nella prima ora, e giunge ad una svolta finale che oggi sarebbe forse improponibile, ma che qui funziona in modo egregio.

Rivisto in una ottima copia rimediata fortunosamente, con il doppiaggio italiano d'epoca che chiama tutti i personaggi all'italiana: Franco, Guglielmo, Riccardo e così via.

05 marzo 2025

Il bacio della morte (Henry Hathaway, 1947)

Il ghigno inquietante di Tommy Udo.
 

Gran bel dramma con Victor Mature e Richard Widmark, qui al suo esordio nel cinema.

La storia vede Mature che finisce in galera per 15 anni dopo una rapina finita male. L'uomo inizialmente non collabora con la giustizia, per tenere fermo il suo codice d'onore personale: ma quando sua moglie si uccide e le sue bambine finiscono all'orfanotrofio, decide che ne ha abbastanza, e vuota il sacco. Così facendo ottiene il condono in tempi brevi, ma c'è chi non ha gradito la sua condotta, e si arriva quindi a un tesissimo rendez-vous finale.

Film svelto ed appassionante, nonostante una inutile cornice con la voce fuori campo della seconda moglie di Mature. Memorabile il Tommy Udo di Richard Widmark, un gangster violento e pazzoide che si prende il film pur avendo in linea teorica un ruolo secondario.

Visto in una ottima copia rimediata fortunosamente.

Brother (Takeshi Kitano, 2000)

Kitano al lavoro.
 

Kitano sbarca negli Stati Uniti con quest'opera che fu presentata alla Mostra del cinema di Venezia, fuori concorso.

Io vidi il film proprio al Festival, tra l'altro. Per i miei gusti è un passo indietro, rispetto ai suoi lavori precedenti. Resta comunque godibile per chi ama il regista giapponese.

La storia non è molto interessante: Kitano fugge dal Giappone, dove è condannato a morte certa, e si rifugia a Los Angeles dove ha un fratellastro che spaccia droga agli angoli delle strade. In poco tempo riesce ad ammazzare una dozzina di persone, e mette su un gruppetto che inizia a gestire un racket personale. Tutti sono destinati a finire malissimo molto presto.

Pioggia di sangue e di cadaveri, qualche momento di humour: la ricetta è quella classica, ma la sensazione di già visto è forte. Kitano praticamente non apre bocca, anche perché il suo inglese è tremendo.

Rivisto dopo molto tempo nel dvd italiano, in lingua originale con sottotitoli.

04 marzo 2025

Quattro buone giornate (Rodrigo Garcia, 2020)

Mila Kunis, qui bionda.
 

Glenn Close e Mila Kunis madre e figlia in questo dramma sulla tossicodipendenza.

Film mediocre, ma corretto. La Kunis è una eroinomane 31enne con due figli che tenta per l'ennesima volta la disintossicazione. Sua madre tenta di aiutarla, anche se all'inizio non ci crede tanto neanche lei.

Film molto scritto, abbastanza piatto a livello registico. Le attrici sono brave, ma la vicenda non diventa mai davvero interessante. 

Visto in una copia rimediata fortunosamente.

02 marzo 2025

Terminator (James Cameron, 1984)

Sembra finita per Sarah Connor.
 

Cupo thriller d'azione con Schwarzenegger protagonista.

L'ho rivisto con grande piacere dopo una dozzina d'anni dall'ultima volta. A mio parere è un film impeccabile, nel quale funziona tutto quanto, a partire dalla ossessiva colonna sonora. Belle anche le sequenze ambientate nella Los Angeles postatomica del 2029.

Rivisto nel doppio dvd Mgm.

01 marzo 2025

Lupi nell'abisso (Silvio Amadio, 1959)

Massimo Girotti e Folco Lulli.
 

Esordio registico di Silvio Amadio.

Un gruppo di soldati italiani si trova bloccato sul fondo del mare in un sottomarino. Il meccanismo di espulsione che potrebbe salvarli tutti è guasto, e può funzionare una volta soltanto: tocca decidere chi sarà l'unico fortunato, e chi invece sarà destinato alla morte.

Bellissimo film scritto a partire da un soggetto originale di Luciano Vincenzoni e del regista. Amadio dimostra già una discreta mano, e il cast probabilmente lo aiuta non poco, ma se il film funziona è soprattutto grazie ad una sceneggiatura pressoché impeccabile, da scuola di cinema.

Quando la situazione diventa nota a tutti, a due terzi della narrazione, vengono fuori le meschinità degli uomini, in modo molto realistico e perfettamente reso da attori di livello quali Folco Lulli e Massimo Girotti, ma anche Giancarlo Sbragia ha un bel ruolo e si dimostra molto bravo.

Visto nella copia trasmessa dai canali Rai, con un audio talvolta difficile da comprendere.

L'importante è non farsi notare (Romolo Guerrieri, 1979)

Lo sbarco delle Sorelle Bandiera.   Coraggioso quanto scriteriato tentativo di lanciare al cinema Le sorelle Bandiera, il trio di travestiti...