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| Lo sguardo rassicurante del protagonista. |
Secondo capitolo di una saga horror composta da 4 film che ebbe un discreto successo.
Il misterioso Djinn, un antichissimo demone, viene risvegliato per caso durante la sanguinosa rapina ad un museo: da lì partono i guai. Spaventi facili, molti effetti splatter e sangue a damigiane: non manca niente di quello che ci si aspetterebbe di trovare in un filmetto del genere. Finale apocalittico, a quel punto inevitabile.
Sono riuscito a seguirlo abbastanza volentieri, nonostante sia un prodotto molto distante dai miei canoni, più che altro per la gustosa parte carceraria, che sfortunatamente è piuttosto breve. Il protagonista Andrew Divoff è perfetto per la parte, con il suo ghigno da pazzo perennemente stampato in faccia. Insignificante il resto del cast, con un Paul Johansson del tutto fuori parte: sembra un prete come io potrei sembrare un capo tribù del Sudan.
Visto in una copia rimediata fortunosamente.


























