28 febbraio 2025

Il cielo brucia (Giuseppe Masini, 1957)

Lulli e Nazzari in volo.
 

Dramma bellico con un cast importante.

Si intrecciano le vicende di 4 amici aviatori durante la seconda guerra mondiale: due di loro riusciranno a vedere l'armistizio, gli altri due non saranno così fortunati.

Il film gronda di retorica militaresca, com'era inevitabile. Costruito in modo elementare, sembra quasi assemblato con materiali presi da pellicole diverse, con tanto di voce fuori campo che interviene qua e là per tenere insieme i pezzi.

Anche se la struttura zoppica, il film funziona piuttosto bene: ottimi attori, atmosfera giusta. Non male neanche i modellini utilizzati nelle sequenze aeree. Un paio di scene sono da ricordare: la parte con Fausto Tozzi sul canotto in mezzo al mare, e quella con il bravo Folco Lulli che parla con il suo vecchio aereo, ormai prossimo alla demolizione.

Visto nella copia resa disponibile dalla Fondazione Cineteca Italiana.

27 febbraio 2025

Il tempo si è fermato (John Farrow, 1948)

Il bizzarro identikit fornito da Elsa Lanchester.
 

Gran bel noir diretto da John Farrow.

Ray Milland è una vittima di circostanze particolarmente sfortunate, archetipo classico del genere. L'uomo dirige la sezione criminalità di un grande quotidiano, e il suo capo (Charles Laughton) è un maniaco della puntualità.

Una sera Laughton uccide la ragazza con cui aveva una relazione clandestina, ma molti indizi fanno pensare che in realtà sia stato Milland a farla fuori. Riuscire a discolparsi sarà tutt'altro che facile, dato che il suo giornale si sta occupando in modo ossessivo proprio di questa vicenda.

Film notevole. La regìa è raffinata, già dai titoli di testa con un impressionante piano-sequenza che entra nell'edificio in cui si svolgerà gran parte della vicenda, che peraltro è concentrata in sole 36 ore. Ritmato e claustrofobico, è un pezzo di cinema notevole, con un cast di ottimo livello. Alcuni gustosi tocchi di humour: la presenza di Elsa Lanchester come esosa pittrice è di quelle che restano nella memoria.

Ottimo anche il doppiaggio d'epoca: tra le voci si riconoscono quelle di Paolo Stoppa ed Alberto Sordi.

Visto nel dvd italiano Sinister.

26 febbraio 2025

23 passi dal delitto (Henry Hathaway, 1956)

In gita sul Tamigi.
 

Bel giallo girato a Londra con Van Johnson.

Il protagonista è un drammaturgo che è diventato cieco da poco. Un giorno, mentre beve qualcosa al pub, ascolta casualmente una conversazione tra due persone che lo insospettisce. La polizia non gli dà troppo credito, e così l'uomo inizia ad indagare per conto suo, con l'aiuto della ex fidanzata e del maggiordomo.

Bel film, costruito in modo intelligente specialmente nella prima parte. Da ricordare la sequenza con Van Johnson abbandonato in un edificio in demolizione. Non manca qualche tocco umoristico, soprattutto grazie al personaggio del maggiordomo.

Visto nel dvd italiano A&R.

25 febbraio 2025

Il cappotto di astrakan (Marco Vicario, 1980)

Dorelli e il suo cappotto.
 

Commedia tratta dall'omonimo romanzo di Piero Chiara, che ho appena finito di leggere.

Avevo già visto il film nel 2009, ma ricordavo poco. Gradevole, con un ottimo Dorelli e una storia intrigante, anche se non mancano alcune cadute di gusto che stonano e che (ovviamente) non vengono dal libro ma sono state aggiunte in fase di sceneggiatura. Su tutte l'incontro con lo scrittore omosessuale sul treno che riporta il protagonista in Italia.

Più in generale il tema del doppio è svolto in modo superficiale, come se a Vicario non interessasse nemmeno troppo. Pessima poi la scelta di far miagolare il gatto Domiziano (fondamentale nel libro) in modo fastidioso, cosa ripetuta una dozzina di volte. Mah. 

Dorelli è bravo e perfetto per il ruolo, mentre Carole Bouquet (magra in modo impressionante) se la cavicchia. Simpatico il commissario interpretato da Marcel Bozzuffi.

Rivisto nella copia tv trasmessa anni fa da Sky.

La città è salva (Bretaigne Windust, 1951)

Un primo piano di Bogey.
 

Dramma poliziesco con Bogart nei panni di un ferreo procuratore distrettuale che vuole sgominare il racket degli omicidi in città.

Discreto film, che parte bene ma si complica nello sviluppo della storia, con troppi flashback dentro altri flashback. Piuttosto fumettistica la descrizione di questa anonima omicidi comandata dal perfido Mendoza.

Bogart fa Bogart, e tanto basta; nel cast spiccano anche il bravo Zero Mostel e il mellifluo Everett Sloane.

Visto nel dvd A&R, con doppiaggio d'epoca.

23 febbraio 2025

Belli e dannati (Gus Van Sant, 1991)

I due protagonisti.
 

Strano film di Gus Van Sant che non avevo mai visto. Il titolo originale, My Own Private Idaho, è ben migliore di quello italiano, davvero sciocco.

Ambientato nel mondo della prostituzione maschile, è più bizzarro che interessante, e mi ha lasciato francamente perplesso. River Phoenix è un marginale: orfano, omosessuale, marchettaro e vittima di attacchi di narcolessia che lo portano a perdere i sensi molto spesso. L'altro protagonista è Keanu Reeves, che ha un ruolo meno interessante e anche più stereotipato, secondo me.

Film triste, e noiosetto. Ignoravo del tutto che una parte fosse ambientata a Roma: c'è anche Chiara Caselli, che diventa la fidanzata di Reeves.

Registicamente molto curato, dà l'impressione di un lavoro nel quale la forma si è mangiata la sostanza.

Visto nel dvd italiano.

I trafficanti della notte (Jules Dassin, 1950)

Uno dei rari esterni diurni.
 

Cupo noir ambientato a Londra e diretto da Jules Dassin.

Richard Widmark vorrebbe diventare un importante organizzatore di match di pugilato, ma in città c'è già chi ricopre questo ruolo, e non vuole certo farsi pestare i piedi. Problemi in vista.

Buon film, anche se tutta la prima parte mi ha preso poco. Funziona meglio la seconda metà, quando il cerchio inizia a stringersi intorno al protagonista, destinato a fare una brutta fine. Che tutto sommato si merita anche abbastanza, viste le varie cagnate che ha fatto alla fidanzata e non solo.

Girato quasi interamente di notte, presenta diverse scene notevoli, come il lungo combattimento tra i due colossi sul ring.

Visto nel dvd italiano A&R, che purtroppo è ridoppiato.

La notte ha mille occhi (John Farrow, 1948)

Edward G. Robinson allo specchio.
 

Spettacolare noir con un monumentale Edward G. Robinson.

Tratto da un romanzo di Cornell Woolrich, è fantasioso e originale dall'inizio alla fine. Quasi interamente narrato in flashback dalla voce over di Robinson, ricorda a tratti La zona morta di Cronenberg, ed entrambi sono ovviamente debitori del mito di Cassandra.

Costruito perfettamente, vede la tensione crescere in modo magistrale nella seconda parte, quando il protagonista ha previsto la morte imminente di Gail Russell. Finale a sorpresa.

Visto nel dvd italiano A&R, con l'ottimo doppiaggio originale.

Operazione notte (Giuseppe Bennati, 1955)

Il momento clou della vicenda.
 

Dramma a sfondo criminale narrato quasi interamente in flashback.

Antonio Cifariello è il classico perdigiorno innamorato di una bella mantenuta. Vorrebbe partire con la ragazza, anche per strapparla ad una vita che lui trova inaccettabile: lei però è abituata ad una agiatezza che lui non può permettersi. Così il ragazzo pensa bene di rapinare - con un complice - l'azienda dove il padre lavora come cassiere. Il colpo riesce, ma l'incontro con un onesto lavoratore (Andrea Checchi, eccellente) e sua figlia farà rinsavire il giovanotto una volta per tutte.

Bel film davvero, pur con le sue ingenuità: la svolta narrativa a tre quarti è ingegnosa, anche se un po' forzata. Elegante la regìa di Bennati: molto riuscita in particolare la sequenza del colpo alla fabbrica.

Girato in una Roma gelida e notturna, era sostanzialmente irreperibile fino alla trasmissione su Rete 4 di pochi giorni fa, in una copia ottima.

21 febbraio 2025

T2 Trainspotting (Danny Boyle, 2017)

Rent e Sick Boy.
 

L'attesissimo séguito del film cult tratto dall'omonimo romanzo di Irvine Welsh arriva dopo oltre 20 anni.

Un film dolceamaro, esattamente come una rimpatriata tra ex amici ormai quarantenni. Comunque è bello rivedere Renton, Begbie, Spud e Sick Boy e le loro avventure ad Edimburgo, anche se la storia non mi ha convinto del tutto. Boyle, Welsh e lo sceneggiatore John Hodge hanno scelto di prendere solo alcuni spunti dal secondo romanzo, mischiandoli a pezzi del primo libro e aggiungendo parti originali scritte appositamente.

Io ho seguito il film con piacere, nonostante la pessima colonna sonora e il tremendo doppiaggio italiano della ragazza bulgara di Sick Boy: roba da far sanguinare le orecchie. Anche il rendez-vous finale tra Renton e Begbie è davvero eccessivo, quasi da action americano anni Ottanta.

Visto in una ottima copia rimediata fortunosamente.

 

20 febbraio 2025

Tristi amori (Carmine Gallone, 1943)

La passione nel suo momento apicale.

Gustoso dramma sentimentale diretto dal bravo Carmine Gallone.

Gino Cervi è uno stimato avvocato sposato con la bella Luisa Ferida: i due hanno una figlia piccola, e sembrano felici. In realtà la moglie ha una tresca con Andrea Checchi, che lavora proprio nello studio del marito come aiutante. Quando Cervi scopre tutto, sembra profilarsi all'orizzonte la tragedia; invece tutto rientra in qualche modo nella normalità, con Checchi che lascia la città e i due coniugi forzati a restare insieme dalle convenzioni, oltre che dalla presenza della bambina.

Ambientato nella Ivrea di fine Ottocento, dopo una prima mezz'ora abbastanza piatta prende sapore nella seconda parte, grazie anche alle ottime prove dei tre protagonisti, cui si aggiungono il delizioso Enrico Viarisio e un impeccabile Jules Berry, nei panni del padre snaturato di Andrea Checchi.

Luisa Ferida secondo me era veramente brava, oltre che fotogenica in modo imbarazzante. Davvero un peccato che abbia fatto una fine così triste.

Tra i pochi esterni di Ivrea visibili nel film, si riconosce il Duomo della città:


 Visto nella copia trasmessa dalla Rai: video discreto, audio mediocre.

18 febbraio 2025

Napoli spara! (Mario Caiano, 1977)

Leonard Mann in azione.
 

Poliziesco che ho rivisto dopo 15 anni secchi, se non di più.

C'è lo scontro tra il commissario Leonard Mann ed Henry Silva, in una Napoli plumbea e spesso piovosa. La vicenda comunque non interessa granché: la storia è banale e priva di spunti curiosi. Molto più succosa tutta la parte action, con numerose scazzottate, sparatorie e inseguimenti a rotta di collo.

Sfortunatamente il film sconta una certa povertà di budget, tanto che le scene degli inseguimenti sono girate in mezzo alla campagna romana, oppure su un tratto autostradale palesemente chiuso al traffico e ancora in costruzione.

C'è poi il personaggio di Gennarino, il solito scugnizzo che vive per strada e che il commissario prende in simpatia. Del tutto delirante la sequenza nella quale si vede il bambino salire su una Lancia Stratos Rally e partire sgommando per le vie di Napoli come un pazzo. Comunque due/tre momenti belli ci sono, e il film si fa vedere, se si è appassionati del genere. Peccato che il protagonista sia davvero loffio, e monoespressivo.

Rivisto in un'ottima copia rimediata fortunosamente, derivata verosimilmente da qualche blu ray uscito chissà dove.

17 febbraio 2025

Giungla d'asfalto (John Huston, 1950)

Un momento di tensione.

 

Noir classico che non avevo mai visto.

Narra di un gruppo di persone che tenta il colpo a una gioielleria, che dovrebbe fruttare un pacco di quattrini e metterli a posto per la vita: ovviamente finirà malissimo per tutti.

Il film fila come un treno in corsa, grazie ad un'ottima sceneggiatura e alle caratterizzazioni dei personaggi: dal duro Sterling Hayden al vecchio "dottore" Sam Jaffe, l'autore del piano della rapina. C'è anche Marilyn Monroe, al suo primo ruolo importante. Molto bello anche il personaggio di James Whitmore.

Di livello anche il doppiaggio: si può sentire anche la voce di Alberto Sordi (è uno dei due poliziotti che arrivano a casa dell'avvocato).

Visto in una ottima copia rimediata fortunosamente.

16 febbraio 2025

Wanda, la peccatrice (Duilio Coletti, 1952)

La bella Yvonne Sanson.

 

Bel drammone anni Cinquanta con Yvonne Sanson nel ruolo eponimo.

Ben diretto e con una storia improbabile quanto sfiziosa, ha una sceneggiatura che procede un po' a strappi. Il film comunque resta sempre gradevole, sia per la regìa efficace del bravo Coletti che per gli attori. Curioso il fatto che la protagonista appaia dopo mezz'ora dall'inizio, cosa inconsueta in questo tipo di pellicole.

Yvonne Sanson è una mignotta dal cuore d'oro, ruolo classico nel cinema di quel periodo e non soltanto. Innamorata del ricco vedovo Frank Villard, alla fine decide di sacrificarsi e fuggire da lui, così da permettergli di recuperare il rapporto con suo figlio. Ci sono anche Giulietta Masina, bravissima, e Paolo Stoppa nei consueti panni del disprezzabile gaglioffo.

Visto nella copia trasmessa anni fa dalle reti Mediaset.

Al di là delle tenebre (John M. Stahl, 1935)

Il momento dell'incidente in auto.

Vivace ma datato dramma dal bellissimo titolo originale, Magnificent Obsession.

Interpretato dalla coppia Robert Taylor-Irene Dunne, è fantasioso e si segue con discreto interesse: la vicenda infatti è piena di colpi di scena. Certo, è un film di 90 anni fa: la regìa a tratti è statica, e qualche momento può annoiare.

Molto dialogato, ha un cast di ottimo livello: Taylor è bravo nei panni di un ricco scavezzacollo che finisce col mettere la testa a posto per amore, dopo aver causato - in modo del tutto involontario - prima la morte di un uomo e quindi la cecità della moglie. Solo la sequenza in cui è ubriaco è recitata in modo maldestro, a mio parere.

Visto nel dvd italiano A&R, che purtroppo presenta un ridoppiaggio anni Ottanta.

15 febbraio 2025

Miseria e nobiltà (Corrado D'Errico, 1940)

Virgilio Riento ed Adriano Rimoldi.
 

Prima versione sonora della nota commedia di Eduardo Scarpetta.

Il film è breve (dura meno di 70') e all'inizio offre anche qualche esterno napoletano cartolinesco. Rispetto alla versione con Totò si può apprezzare una maggiore volontà di staccarsi dall'impianto teatrale, almeno a tratti.

Riccardo Billi ha il ruolo del bel gagà che verrà ripreso da Carlo Croccolo, mentre l'ottimo Virgilio Riento è don Felice Sciosciammocca, la parte che Totò renderà immortale.

Filmetto curioso, certo non molto divertente da vedere oggi: io ho passato il tempo della visione pensando continuamente al film di Mario Mattòli uscito nel 1954, che conosco più o meno a memoria. 

Visto nella copia trasmessa dai canali Rai.

14 febbraio 2025

Rendez-vous (André Techiné, 1985)

La Binoche e Trintignant.

Breve (solo 79') e torbido dramma erotico con la radiosa Juliette Binoche protagonista.

Interpreta Nina, una disinibita ragazzetta della provincia francese che arriva a Parigi e inizia a lavorare in teatro, tra un flirt e l'altro. Conosce casualmente il cupo Quentin, e i due si innamorano subito. Purtroppo il ragazzo fa una brutta fine, gettandosi volontariamente sotto una macchina. Lei a quel punto decide di continuare a recitare, aiutata dal misterioso signor Scrutzler (Trintignant).

Film mediocre, con scene di sesso spregiudicate e una certa pesantezza di fondo, riscattata solo in parte dall'elegante messa in scena. Curiosa la morte del co-protagonista Lambert Wilson a metà film: inizialmente si resta spiazzati, ma poi lui appare come fantasma anche nella seconda parte, e così i conti tornano.

Ad azzoppare il film, secondo me, è il personaggio di Paulot. Malscritto, rende quasi ridicole un paio di sequenze nella parte finale.

Visto nel dvd italiano Sinister.

Gli ultimi di noi (Giorgio Bruno, 2022)

Il titolo.

 

Documentario sui registi Ruggero Deodato e Sergio Martino, il primo dei quali è morto poco dopo la fine delle riprese.

Ci sono i due vecchi leoni a tavola, che chiacchierano amabilmente insieme al critico Davide Pulici. Che notoriamente non è il massimo della simpatia (eufemismo), ma sa il fatto suo. Si percepisce comunque in modo evidente che tra i due registi non ci sia una grande sintonia, e infatti le punzecchiature non mancano. Ma tutto resta confinato in un contesto di una certa eleganza, soprattutto grazie a Sergio Martino, un vero gentleman romano.

Se Martino è ancora lucidissimo e mai eccessivo, Deodato spesso sbraca nelle sue tipiche sparate, cosa che del resto ha sempre fatto. La panzanata del suo The Barbarians proiettato in cinquemila copie (!) negli Stati Uniti entra di diritto nella mia personale Top Ten delle più grandi cazzate mai sentite nel mondo del cinema.

Il momento migliore del documentario è senza dubbio lo struggente ricordo che Martino dedica alla moglie, morta durante la pandemia di Covid 19.

Visto su Prime Video.

13 febbraio 2025

Trainspotting (Danny Boyle, 1996)

Una immagine promozionale.
 

Revisione di questo vecchio classico, di cui è stato fatto anche un séguito che conto di recuperare a breve.

Ottimo film, divertente e con un retrogusto molto amaro, che di certo non sorprende visto l'argomento trattato. La descrizione dei personaggi è impeccabile, e gli attori perfettamente scelti per i vari ruoli. Del resto lo splendido libro di Irvine Welsh era un gran bel materiale di partenza: ricordo che lo lessi pochi giorni dopo aver visto il film per la prima volta, una decina d'anni fa, e rimasi entusiasta del testo quanto della pellicola.

Diverse le sequenze memorabili: la bicchierata nel pub, il povero Spud con il suo disgustoso lenzuolo...

Visto in una copia rimediata fortunosamente.

11 febbraio 2025

Arancia meccanica (Stanley Kubrick, 1971)

La banda di Alex. 

 

Un classico che non rivedevo da diversi anni. 

Sempre notevolissimo, ha perlomeno una dozzina di sequenze che sono entrate di diritto nella storia del cinema; eppure in questa occasione ho avvertito qualche momento di stanca, nella seconda parte, con un paio di scene dialogate tirate un po' per le lunghe. I primi 20-25 minuti sono la cosa migliore della pellicola, secondo me: anche grazie alla musica di Walter (poi Wendy) Carlos.

A dirla tutta, la prima parte la ricordavo perfettamente, quasi scena per scena, mentre tutto quello che accade nell'ultima ora non mi era rimasto impresso in modo particolare, finale compreso.

Altra cosa che non ricordavo affatto: il personaggio che beve acqua da un bicchiere e scopre poi una dentiera al suo interno, cosa che Sergio Martino citerà nel suo Cornetti alla crema anni dopo. Un momento comico bizzarro quanto inaspettato.

La recitazione ultra-caricata di alcuni attori (il capo guardia della prigione e il vecchietto aggredito in casa, soprattutto) è molto kubrickiana comunque. Ricorda il lavoro di Jack Nicholson nel successivo Shining.

Un film potente, che si rivede sempre con piacere e che inquieta ancora oggi dopo oltre 50 anni. Soprattutto l'aggeggio usato per tenere aperti gli occhi di Malcolm McDowell mi infastidisce molto, ma sarà una cosa mia.

Rivisto nel dvd italiano Warner.

09 febbraio 2025

Tutta la città canta (Riccardo Freda, 1945)

La coppia Taranto-Vivi Gioi.
 

Farsa musicale che ebbe una genesi travagliata.

Il film infatti fa parte di quel pugno di pellicole in lavorazione nel settembre del 1943. Fermato e ripreso solamente dopo oltre un anno, uscì nelle sale nell'estate del 1945, senza ottenere - a quanto sembra - un riscontro significativo di pubblico. Oggi è visibile grazie alla Fondazione Cineteca italiana di Milano, che lo ha restaurato e reso accessibile dopo decenni di oblio pressoché completo.

Film bislacco e fatalmente raffazzonato, mi è parso poco adatto alle corde di Freda, più a suo agio in tutt'altro tipo di pellicola. Nino Taranto ovviamente è molto bravo, e anche la bella Vivi Gioi fa la sua parte: ma il film non fa mai ridere. La storia, che vede il protagonista ereditare una fortuna milionaria che si rivelerà una bolla di sapone, si trascina stancamente, tra gag comiche di terz'ordine e qualche canzonetta. Terribile, a mio parere, il trio comico I 3 Bonos, una sorta di fratelli Marx dei poveri.

Visto nella copia della Cineteca italiana.

08 febbraio 2025

Sonatine (Takeshi Kitano, 1993)

Una classica ripresa frontale.

 

Primo capolavoro di Kitano, che ebbi modo di scoprire intorno al 2000 grazie a Fuori Orario su Rai 3.

Il film è diviso in tre segmenti, più o meno. Dopo una prima mezz'ora già molto bella ma più convenzionale, la storia prende una piega inaspettata quando il gruppo di yakuza va ad Okinawa e inizia ad attendere istruzioni che non arrivano. Una sospensione narrativa deliziosa, che dura fino a quando i gangster vengono fatalmente richiamati al loro destino. Finale tragico, come quasi sempre in Kitano.

Splendido film. Cupo, disperato ed insieme divertente. Bellissima anche la musica di Joe Isaishi, che risalta specialmente nel magistrale crescendo finale. 

Rivisto dopo qualche anno nel dvd italiano.

La scala (Gennaro Righelli, 1931)

Carlo Ninchi in versione baffuta.

 

Antico dramma tratto da un testo teatrale di Rosso di San Secondo.

Sinceramente ho faticato parecchio a seguirlo. Terribilmente invecchiato a livello strutturale, ha i classici difetti dei primi film sonori italiani, ovvero un missaggio audio tremendo: spesso i rumori di sottofondo sono più alti dei dialoghi. La storia oltretutto non mi è parsa molto chiara: c'è una donna che torna dal marito dopo qualche anno per sapere che fine ha fatto la loro bambina (spoiler: è morta). Poi il suo ex amante si rifà vivo, e sorgono problemi. Qualcosa del genere, ma non potrei giurarlo.

Maria Jacobini, ex diva del cinema muto, recita in modo imbarazzante: è davvero tremenda da sentire. Molto meglio il grande Carlo Ninchi, che avrà una luminosa carriera fino alla metà degli anni Cinquanta.

La casa con la scala in cui vivono i protagonisti è in piazza Mincio a Roma, nel quartiere Coppedè:


Visto nel dvd italiano RHV.

04 febbraio 2025

Il re di Napoli - Storia e leggenda di Mario Merola (Massimo Ferrari, 2024)

Una immagine promozionale.


Documentario su don Mario Merola, a quasi vent'anni dalla morte.

Purtroppo quasi del tutto privo di scene dei suoi film (presumo per problemi di diritti), racconta la parabola di Merola da umile camallo del porto di Napoli a re della sceneggiata. Non manca qualche luogo comune, come ad esempio il concorso canoro al teatro Trianon a cui Merola venne iscritto a sua insaputa (!). Numerosi gli intervistati, compresi i tre figli, ma le cose meno banali si sentono da Nino D'Angelo e Gigi D'Alessio, a mio parere.

Ci sono anche delle brevi sequenze animate, di cui francamente non si capisce bene l'utilità ma pazienza. Da segnalare l'orrendo scivolone del critico Valerio Caprara, quando nomina Michele Massimo Tarantini tra i registi storici di Merola: ma quando mai.

Visto su Rai 3 in prima serata.

Scarface (Brian De Palma, 1983)

La bella ed algida Elvira.

Titolo storico di De Palma, che avevo visto soltanto una volta in videocassetta a fine anni Novanta. Ricordo che non mi era nemmeno piaciuto troppo.

Rivisto oggi, è senz'altro notevole: 170 minuti che scorrono in un amen, con questa storia classica, stile rags to riches, che appassiona e coinvolge. La vicenda è interamente centrata su Al Pacino: il suo Tony Montana, in pratica, è il film. Tolto lui rimangono figure sfocate e/o marginali, compresa l'Elvira di Michelle Pfeiffer, che in fondo si vede poco e sparisce senza troppe spiegazioni verso la fine. Molto più importante la scenografia, con questa incredibile villa ultra-kitsch che il protagonista si fa costruire quando iniziano a piovergli addosso i milioni del narcotraffico.

Punteggiato dalla bellissima musica di Giorgio Moroder, è molto violento e misogino, proprio come ci aspetterebbe da una storia scritta da Oliver Stone, autore della sceneggiatura.

Visto nel bluray italiano.

02 febbraio 2025

Licorice Pizza (Paul Thomas Anderson, 2021)

Alana Haim, la protagonista.

L'ultimo film - ad oggi - di Paul Thomas Anderson è una strana storia d'amore tra due ragazzi nella California del 1973.

Impeccabile per ambientazione, fotografia e colonna sonora, lascia qualche perplessità sullo sviluppo della sceneggiatura. Non tutto scorre come dovrebbe, e alcune sequenze spezzano il ritmo e sembrano quasi essere pezzi di cinema a sé stanti, come ad esempio la parte con Sean Penn. Più centrato (e divertente) Bradley Cooper nei panni di Jon Peters, che in quel periodo era il fidanzato di Barbara Streisand.

Devo dire che il film non mi ha mai coinvolto particolarmente, se non nei primi minuti. Resta comunque un prodotto valido, che conferma le indiscutibili doti del regista. Bravi i due protagonisti.

Visto in una copia rimediata fortunosamente.

L'importante è non farsi notare (Romolo Guerrieri, 1979)

Lo sbarco delle Sorelle Bandiera.   Coraggioso quanto scriteriato tentativo di lanciare al cinema Le sorelle Bandiera, il trio di travestiti...